Val
Torniamo alla LIRA
Finalmente il ministro della Salute, Orazio Schillaci,
sembra essersi svegliato dal torpore virale di questi mesi;
e lo ha fatto in virtù di una scoperta di gran lunga più sensazionale dell’acqua calda.
Come riporta un titolo di Repubblica, autorevolissimo membro del giornale unico del virus,
“Il Covid adesso è come l’influenza: scompare l’obbligo di quarantena per i positivi.”
Ciò in base al decreto omnibus che il governo discuterà a breve nel Consiglio dei ministri
e che, per l’appunto, dovrebbe contenere la fine del citato obbligo, insieme a molti altri,
come ad esempio quello residuale delle orrende mascherine in alcuni luoghi specifici, come ospedali e Rsa.
Ma attenzione, dato che ci si continua a muovere al rallentatore,
con l’aggravante che ci troviamo in Italia, sempre nell’articolo in oggetto si sottolinea che
“Il Covid dunque non preoccupa più il governo tanto che il decreto modifica anche
la tempistica nella registrazione dei contagi, non più giornaliera ma con una periodicità
che dovrà essere stabilita dalla Direzione generale della prevenzione del ministero della Salute.”
Inoltre, con lo scopo di rassicurare i più affezionanti al regime del terrore sanitario, si aggiunge che
“al ministro restano invece i poteri per adottare eventuali misure restrittive urgenti
con validità su tutto il territorio nazionale se la situazione epidemiologica dovesse di nuovo risultare preoccupante.”
Tant’è che lo stesso Schillaci in questi giorni ha presentato con una certa enfasi
la nuova campagna vaccinale del prossimo autunno, la quale – ha spiegato –
sarà abbinata a quella contro l’influenza e come quest’ultima sarà fortemente consigliata ai soggetti fragili e ai più anziani.
La questione dei tamponi: un inutile spreco di risorse?
Il Covid non preoccupa più, tanto che il ministro della Salute considera anacronistiche
le misure che si appresta ad abolire, tuttavia continuiamo a cercarlo con il lanternino dei tamponi, seppur a cadenza periodica.
Pratica dei tamponi, i quali vengono ancora chiesti in molti ospedali italiani.
Un intollerabile e burocratico spreco di risorse che rallenta in modo pesante
la normale attività dei nostri centri di cura e di prevenzione.
che, ben prima degli allentamenti a singhiozzo del buon Schillaci, era già in atto nella società italiana.
Ci ha pensato il grande Roberto Burioni in un post pubblicato su Twitter a rilanciare il tema della paura,
esprimendo una commovente nostalgia per i bei tempi andati in cui il medico marchigiano ci esortava h24 a stare chiusi in casa:
“Di Covid non parla più nessuno ma dobbiamo essere pronti a fronteggiare eventuali ‘colpi di coda’.
È appena uscito un articolo molto interessante che spiega come utilizzare la presenza di virus nelle fogne
per prevedere nuove varianti e la crescita del contagio.”
Insomma, pur di far tornare il Sars-Cov-2 più bello e più superbo che pria
– secondo una celebre battuta del sommo Petrolini –
qualcuno sarebbe persino capace di saccheggiare le fogne.
sembra essersi svegliato dal torpore virale di questi mesi;
e lo ha fatto in virtù di una scoperta di gran lunga più sensazionale dell’acqua calda.
Come riporta un titolo di Repubblica, autorevolissimo membro del giornale unico del virus,
“Il Covid adesso è come l’influenza: scompare l’obbligo di quarantena per i positivi.”
Ciò in base al decreto omnibus che il governo discuterà a breve nel Consiglio dei ministri
e che, per l’appunto, dovrebbe contenere la fine del citato obbligo, insieme a molti altri,
come ad esempio quello residuale delle orrende mascherine in alcuni luoghi specifici, come ospedali e Rsa.
Il Covid non preoccupa più il governo
Ma attenzione, dato che ci si continua a muovere al rallentatore,
con l’aggravante che ci troviamo in Italia, sempre nell’articolo in oggetto si sottolinea che
“Il Covid dunque non preoccupa più il governo tanto che il decreto modifica anche
la tempistica nella registrazione dei contagi, non più giornaliera ma con una periodicità
che dovrà essere stabilita dalla Direzione generale della prevenzione del ministero della Salute.”
Inoltre, con lo scopo di rassicurare i più affezionanti al regime del terrore sanitario, si aggiunge che
“al ministro restano invece i poteri per adottare eventuali misure restrittive urgenti
con validità su tutto il territorio nazionale se la situazione epidemiologica dovesse di nuovo risultare preoccupante.”
La nuova campagna vaccinale di Schillaci
Tant’è che lo stesso Schillaci in questi giorni ha presentato con una certa enfasi
la nuova campagna vaccinale del prossimo autunno, la quale – ha spiegato –
sarà abbinata a quella contro l’influenza e come quest’ultima sarà fortemente consigliata ai soggetti fragili e ai più anziani.
La questione dei tamponi: un inutile spreco di risorse?
Il Covid non preoccupa più, tanto che il ministro della Salute considera anacronistiche
le misure che si appresta ad abolire, tuttavia continuiamo a cercarlo con il lanternino dei tamponi, seppur a cadenza periodica.
Pratica dei tamponi, i quali vengono ancora chiesti in molti ospedali italiani.
Un intollerabile e burocratico spreco di risorse che rallenta in modo pesante
la normale attività dei nostri centri di cura e di prevenzione.
Burioni e la paura del ritorno del Covid
Ma non tutti gli uomini di “scienza” sembrano allineati con una normalizzazioneche, ben prima degli allentamenti a singhiozzo del buon Schillaci, era già in atto nella società italiana.
Ci ha pensato il grande Roberto Burioni in un post pubblicato su Twitter a rilanciare il tema della paura,
esprimendo una commovente nostalgia per i bei tempi andati in cui il medico marchigiano ci esortava h24 a stare chiusi in casa:
“Di Covid non parla più nessuno ma dobbiamo essere pronti a fronteggiare eventuali ‘colpi di coda’.
È appena uscito un articolo molto interessante che spiega come utilizzare la presenza di virus nelle fogne
per prevedere nuove varianti e la crescita del contagio.”
Insomma, pur di far tornare il Sars-Cov-2 più bello e più superbo che pria
– secondo una celebre battuta del sommo Petrolini –
qualcuno sarebbe persino capace di saccheggiare le fogne.