Le infezioni naturali contribuiscono all'immunità di gruppo verso le varianti.
La rivista Scientific Reports ha pubblicato un articolo di ricercatori tailandesi sulle risposte immunitarie al SARS-CoV-2 nella popolazione a quattro anni dalla pandemia di COVID-19
Age associated SARS-CoV-2 immune responses provide insights into population immunity over four years since the COVID-19 pandemic - Scientific Reports
Con il continuo emergere di varianti di SARS-CoV-2, l'entità del loro impatto sulla formazione dell'immunità della popolazione attraverso ondate ripetute rimane poco compresa. Questo studio ha valutato le risposte immunitarie e gli effetti della vaccinazione sulla neutralizzazione contro le varianti wild-type (quelle iniziali della pandemia venute dalla Cina) e JN.1(tra le ultime comparse sulla scena).
I ricercatori hanno riscontrato che il 95,1% dei partecipanti presentava anticorpi anti-N (nucleocapside del virus) rilevabili, cosa che dimostra una immunità conseguita con le infezioni naturali e non coi “vaccini” (i quali generano solo anticorpi anti-S). Tra i bambini non vaccinati (6 mesi-4 anni), il 96,5% presentava anticorpi anti-recettore del virus o anti-N Ig, principalmente da infezioni asintomatiche.
Gli individui non vaccinati hanno mostrato una maggiore neutralizzazione contro JN.1, mentre i partecipanti vaccinati hanno mostrato una neutralizzazione inferiore contro JN.1 rispetto ai WT, indicando che il vaccino innesca preferenzialmente risposta verso varianti che non esistono più in circolazione (questo fenomeno si chiama “peccato originale antigenico” o “imprinting immunitario”).
Secondo gli autori, i risultati evidenziano che quasi tutti i bambini hanno manifestato un'infezione asintomatica da SARS-CoV-2 e suggeriscono che l'esposizione naturale mantenga l'immunità negli adulti. Il richiamo indotto dall'infezione può migliorare la protezione a livello di comunità e alleviare l'imprinting immunitario.
Questo articolo esce a 4 anni di distanza dal famigerato intervento di Draghi (“ti ammali, muori e fai morire”) dimostrando ESATTAMENTE IL CONTRARIO: l’immunità conseguita naturalmente è più duratura e serve a proteggere la popolazione dalle infezioni dai virus mutati, cosa che non riescono a fare i “vaccini” farlocchi e pericolosi imposti dal governo. Ciò vale soprattutto per i bambini sani, che hanno infezioni molto lievi e NON DEVONO ESSERE INOCULATI CON PRODOTTI BIOGENETICI PERICOLOSI. Ricordiamo anche che Draghi parlò in malafede, sapendo a quei tempi che già erano prevalenti le varianti virali e i “vaccini” biotech non potevano dare immunità di gruppo.
Ricordo infine che concetti simili sono stati espressi anche per le comuni malattie esantematiche dell’infanzia, soprattutto la varicella, mentre la Lorenzin dal 2017 ha reso obbligatorio un vaccino molto reattogeno fatto con cellule di aborto umano. Pare impossibile che i pediatri non protestino e che le autorità sanitarie non abbiano ancora provveduto a vietare la somministrazione di prodotti covid-19 per i bambini e a togliere l’obbligo lorenziniano per gli altri, inutili e dannosi. Ciò che razionalmente pare impossibile, eppure permane, indica che vi sono in gioco altri interessi di natura non scientifica ma politica, economica o più semplicemente criminosa.