Claire
ἰοίην
Una parte veramente difficile del vivere in questi tempi è che fazioni opposte usano gli stessi metodi violenti e incarogniti per portare avanti i loro argomenti, spingendo così le persone pacatamente ragionevoli fuori dal discorso pubblico. In questo momento preciso, la carogna dei pro-vax a oltranza che stanno delineando complottismi geopolitico-economici oltremisura per spiegarsi la sospensione temporanea del vaccino AstraZeneca non mi risulta francamente in nulla diversa, né tantomeno migliore, di quella dei no-vax a oltranza che dal giorno del paziente 1 urlano alla dittatura sanitaria che ci inoculerà il 5G nelle vene. Due bande opposte di sciamannati che si sostengono l’una con l’altra.
Il cosiddetto dibattito pubblico, in una società sana, avrebbe non dico estromesso ma certamente ridimensionato il peso di entrambe queste fazioni; e invece avviene il contrario, le voci misurate, quelle che pensano prima di parlare, che cercano di usare il ragionamento e non solo la fede cieca nella propria ragione, fanno una fatica bestia a emergere, rimangono schiacciate e silenziate da questi meccanismi. Questo succede con ogni argomento di dibattito, su qualsiasi tema. Ormai è tutta una replica su larga scala social di quelle trasmissioni di Mediaset, di cui ora per fortuna non mi sovviene il nome, dove c’era il pubblico della curva 1 che si insultava gridando con il pubblico della curva 2 e si urlavano in faccia talmente forte che non si capiva più niente. Quella cultura ha vinto, c’è poco da dire. Ma quegli esaltati là erano attori e li pagavano: a noi non ci paga nessuno per stare a dividersi e litigare furiosamente e con odio su qualsiasi notizia del giorno, dell’ora, del minuto.
Il cosiddetto dibattito pubblico, in una società sana, avrebbe non dico estromesso ma certamente ridimensionato il peso di entrambe queste fazioni; e invece avviene il contrario, le voci misurate, quelle che pensano prima di parlare, che cercano di usare il ragionamento e non solo la fede cieca nella propria ragione, fanno una fatica bestia a emergere, rimangono schiacciate e silenziate da questi meccanismi. Questo succede con ogni argomento di dibattito, su qualsiasi tema. Ormai è tutta una replica su larga scala social di quelle trasmissioni di Mediaset, di cui ora per fortuna non mi sovviene il nome, dove c’era il pubblico della curva 1 che si insultava gridando con il pubblico della curva 2 e si urlavano in faccia talmente forte che non si capiva più niente. Quella cultura ha vinto, c’è poco da dire. Ma quegli esaltati là erano attori e li pagavano: a noi non ci paga nessuno per stare a dividersi e litigare furiosamente e con odio su qualsiasi notizia del giorno, dell’ora, del minuto.