Vaccino

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"Le potenziali implicazioni dell'amiloidogenesi della proteina S nella patogenesi associata alla malattia COVID-19 e le conseguenze a seguito di vaccini a base di proteina S dovrebbero essere affrontate nella comprensione della malattia, del lungo COVID-19 e degli effetti collaterali del vaccino".

 
eu vs africa da introduzione farmaco iniettabile


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afri3.jpg
 
i nn storditi si accorgeranno che omicron stravolge tutto
l'antigene è presente in africa da anni
e infatti i s africani si meraviglieranno dall'enfasi data dagli occidentali per una variante già scoperta da un anno(autunno 20)

e allora perchè dove si è vaccinato con alpha fa cmq danni?

perchè, sebbene sia "grossolanamente" un'influenza il suo ceppo nn ha nulla in comune con le altre
e anzi farsi trovare col si a pezzi induce anche un raffreddore a divenire mortale

vaccinare con alpha per omicron produce danni enormi al si per ottenere benefici nulli
 
non seguite la raccomandazione di un ministro delinquente che si appellò al CDS per cassare le cure precoci

se avete qlc sintomo curatevi fin da subito senza attendere il tampone

permettete al vostro si di rigenerarsi

impedite che il vostro organismo continui ad essere vittima di una SPERIMENTAZIONE(terminerà a fine 2023 dulti e luglio 2024 bambini)
 
Snapo, ma nel frattempo ogni tanto tradi? Te lo chiedo perché sei bravissimo nell'analisi di dati e statistiche...
Tanto gli storditi manco con una contromazzata si riprendono :)
sto aspettando il retest del minimo marzo(cani) e toccata bb inf w(ndx)

avevo anche una hp h&s inv su tf d...sempre su ndx
è hp molto peregrina che stanno annullando

aspetto
 
Mettiamogli questo. Tutta verità vera. Inconfutabile


«Non sono assolutamente una no vax,
sono stata in prima linea durante la fase iniziale della pandemia
e poi vaccinatrice in ospedale e mi sono vaccinata,
ma la mia vita è stata rovinata e completamente stravolta».


Silvia, 39 anni, residente ad Albavilla e infermiera all’ospedale Fatebenefratelli di Erba,
racconta il suo lungo calvario iniziato esattamente un anno fa, il 19 aprile 2021,
quando si è sottoposta alla somministrazione della prima dose del vaccino con siero Pfizer.


«Soffrivo già precedentemente di artrite reumatoide ed ero sotto cura cortisonica:
per questo ho potuto aspettare. Alla fine però ho dovuto sottopormi alla vaccinazione e l’ho fatto anche convintamente.
Nei primi mesi del Covid sono stata in prima linea in pronto soccorso,
poi sono stata nel team dei vaccinatori: in ospedale abbiamo vaccinato prima i colleghi e poi la categoria degli insegnanti».


«Mai stata contraria alla vaccinazione, anzi, ma, dopo dieci minuti dall’inoculazione, è successo il finimondo:

ho avuto uno choc anafilattico, facevo fatica a respirare e hanno dovuto chiamare l’anestesista per la rianimazione.

La reazione, che ha scombussolato tutto il mio sistema immunitario, è dovuta al peg, polietileglicole,

che è contenuto anche nel vaccino così come in tanti farmaci»
aggiunge l’infermiera.


«Non sapevo prima di questa mia intolleranza.
Dopo una prima stabilizzazione e un primo ricovero, ho avuto un altro choc
e sono stata ricoverata per 23 giorni al Niguarda di Milano».



Il problema, emerso con la vaccinazione, ha completamente stravolto la vita dell’infermiera:
il contatto con il peg le ha cambiato ogni aspetto della vita costringendola a una sorta di lungo lockdown imposto dalle sue condizioni.


«A casa devo sanificare gli ambienti e le superfici a 100 gradi:

non posso andare al lavoro e non posso nemmeno uscire,

ad esempio, andare a fare la spesa con le mie due figlie e mio marito.

Viaggio con cortisone, adrenalina e antistaminici, pronta a ogni evenienza.

La precedente malattia e lo sconquasso seguito alla vaccinazione, hanno stravolto la mia esistenza».


«Non voglio dare assolutamente la colpa al vaccino, probabilmente è stata una concausa, ma vorrei ritrovare un pizzico di normalità.
Sono sempre propositiva e affronto tutto col sorriso: vorrei che qualcuno mi aiutasse a ritrovare una sorta di nuova normalità» ribadisce l’infermiera.


Ai problemi medici e fisici, si è poi aggiunta, come spesso capita in questi casi, tutta la trafila burocratica,
che rende ancor più complicata una situazione già estremamente difficile.


«Quando si tocca l’argomento vaccini ed eventuale complicanze, come nel mio caso,

è difficile trovare chi certifichi e tutto diventa difficile.

Il medico di base l’ho dovuto cambiare perché non mi riconosceva,

dopo quello che è successo, l’esenzione dal vaccino.

Ovviamente dopo la prima dose, ho paura anche solo pensare a una seconda dose».


«Non mi è stata ancora riconosciuta la malattia professionale.

Settimana prossima tornerò al lavoro,

ma hanno dovuto ovviamente trovare uno spazio isolato per me dove io possa operare in sicurezza.

Insomma la mia vita privata e lavorativa è stata stravolta»
conclude Silvia.


Dall’infermiera arriva un appello a chiunque possa aiutarla,
sia sotto l’aspetto medico che sotto quello burocratico,
per cercare una via d’uscita a questa situazione.
 
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