In Italia si continua a battere sul tema delle mascherine,
ignorate in molti altri Paesi Ue,
ma non si parla mai di terapie domiciliari.
Uno dei tanti paradossi della gestione fallimentare della pandemia da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza, e del Governo Draghi.
Paolo Del Debbio si lascia andare ad un lungo sfogo su La Verità,
attaccando il ministro Roberto Speranza e andando ad analizzare una serie di dati che non lasciano spazio a dubbi.
Durante un congresso del partito del ministro della Salute, Articolo 1,
è stato fatto tutto tranne ciò che ci saremmo aspettati,
ovvero capire che cosa succederà dopo il Primo maggio.
Invece si è pensato bene di andare a rileggere Karl Marx.
Come se l’incertezza che affligge gli operatori dei musei, dei cinema,
dei soliti tormentati ristoranti, degli esercenti commerciali in generale,
delle discoteche, delle palestre, ecc. ecc. non fosse un problema.
Ironicamente, Speranza ha chiamato il suo partito proprio “Articolo 1”,
rifacendosi alla Costituzione e, nello specifico, citando proprio l’articolo che recita
“l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”.
Tuttavia, è chiaro come al ministro della Salute, in realtà, del lavoro, dei lavoratori e degli imprenditori poco gliene importa.
Quali regole saranno confermate o meno per poter entrare nei loro esercizi non è ancora dato saperlo.
Di quale tipologia di green pass, se quello semplice o quello rafforzato, ancora non si sa nulla.
Di cosa dovranno fare con quelle mascherine ormai considerate inutili da molti virologi. Nulla.
Hanno capito che ci si contagia lo stesso, anche con le restrizioni ?
E che a questo punto occorre curare più che introdurre restrizioni che impediscono il ritorno alla normalità,
in particolare quella del lavoro e del l’economia della quale dovrebbe occuparsi lo (articolo determinativo) Speranza?».
Una situazione probabilmente determinata dal fatto che non essendo certi degli esiti,
nessuno si vuol assumere la responsabilità delle decisioni,
scaricando tutto sulle spalle delle famiglie e delle imprese.
Ma d'altra parte, cosa ci si può aspettare da un ministro della sanità laureato in scienze politiche ?