Vediamo chi riesce a confutare la grandezza dei Promessi Sposi (ovviamente in modo serio)

Noto che gettare nel cesso i Promessi Sposi è di tendenza, fa figo. E pensare che io ci getto (idealmente, almeno finché non potrò procurarmene uno gratis) i libri della Murgia. Sono sempre fuori sincro, mannaggia...
 
In questo romanzo l'autore ci offre uno spaccato cristallino del suo tempo. I personaggi appaiono reali nella loro essenza. La trama avvincente e a volte avventurosa cattura il lettore. Un opera grandiosa nel panorama della letteratura moderna. Il racconto si dipana tra mille sfaccettarture diverse mettendo in controluce le figure principali. Su tutte l'ombra dell'innominato che col suo alone di mistero aleggia si tutta l'opera....bla...bla...bla...

Potrei andare avanti per ore. Facevo cosi i commenti a squola
 
anche Moby Dick ha interi capitoli dove descrive le tecniche di caccia, le lavorazioni, i branchi di capodogli e la loro organizzazione sociale... tutta roba che appesantisce non poco.

Tutto ciò però non toglie nulla alla grandezza dell'opera.
 
Poi c'e la versione per i compiti in classe.

...è evidente lo sforzo ermeneutico dell'autore nell'esegesi della storia. I personaggi hanno un sapore illuminato nello sfondo buio della trama. Si evincono anche collegamenti con il dolce stil novo, sopratutto nell"uso dell'endecasillabo maschera della prosa....
 
anche Moby Dick ha interi capitoli dove descrive le tecniche di caccia, le lavorazioni, i branchi di capodogli e la loro organizzazione sociale... tutta roba che appesantisce non poco.

Tutto ciò però non toglie nulla alla grandezza dell'opera.
Ecco bravo. Era quello che volevo dire io.
Forse non ci ero riuscita

La letteratura di qualità è tale anche quando tratta temi universali o quando,nonostante il tempo, può dirsi ancora attuale.
E i promessi sposi lo è senz'altro.

Anche se io li trovo noiosi da leggere
 
Riuscivo a commentare un libro mai letto.
Siccome avevo capito che piaceva al professore, allora bastava leccare un po :jolly:
 
Comunque Manzoni da un certo punto della sua vita in poi ha dedicato tutti i suoi sforzi a quella che era l'ossessione del movimento romantico-risorgimentale italiano, ovvero raggiungere con le proprie idee il ''popolo'' fino a formarne la coscienza di uomini e di nazione. Era, come tutti gli altri, un illuminista frustrato dai cazzotti della Storia. Ci ha provato in molti modi, col teatro, coi canti di chiesa, infine col genere potenzialmente più popolare di tutti, il feuilleton. E' vero, i Promessi Sposi sono un romanzone, una telenovela ante litteram dalla trama appassionante (come si nota se solo si prova a leggerli fuori dall'orario scolastico), perché questo volevano essere: un veicolo accattivante di valori e ideali. Con un poco di zucchero la pillola va giù. Un'operazione grandiosa, sia dal punto di vista della lingua sia da quello della struttura, ma non riuscita nel suo fine ultimo, che era politico e sociale. Manzoni era troppo ricco, troppo intellettuale, troppo francolombardo e infine troppo nevrotico per riuscire a toccare il popolo in quel senso. L'unico che ci è riuscito è un uomo del popolo vero, cresciuto in un'osteria, che parlava un'altra lingua. Si chiamava Giuseppe Verdi.
 
La letteratura di qualità è tale anche quando tratta temi universali o quando,nonostante il tempo, può dirsi ancora attuale.
E i promessi sposi lo è senz'altro.

Esattamente, perfetto.

Certo se cerchiamo letture più scorrevoli con livelli di prosa eccelsa leggiamo Svevo o magari il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa (quest'ultimo addirittura abbagliante).

A Manzoni non credo si potesse chiedere di più: è nato nel 18mo secolo. Ma tendiamo a confonderlo con autori molto più moderni avendo lui inaugurato una lingua che poi si è evoluta.
 
Comunque Manzoni da un certo punto della sua vita in poi ha dedicato tutti i suoi sforzi a quella che era l'ossessione del movimento romantico-risorgimentale italiano, ovvero raggiungere con le proprie idee il ''popolo'' fino a formarne la coscienza di uomini e di nazione. Era, come tutti gli altri, un illuminista frustrato dai cazzotti della Storia. Ci ha provato in molti modi, col teatro, coi canti di chiesa, infine col genere potenzialmente più popolare di tutti, il feuilleton. E' vero, i Promessi Sposi sono un romanzone, una telenovela ante litteram dalla trama appassionante (come si nota se solo si prova a leggerli fuori dall'orario scolastico), perché questo volevano essere: un veicolo accattivante di valori e ideali. Con un poco di zucchero la pillola va giù. Un'operazione grandiosa, sia dal punto di vista della lingua sia da quello della struttura, ma non riuscita nel suo fine ultimo, che era politico e sociale. Manzoni era troppo ricco, troppo intellettuale, troppo francolombardo e infine troppo nevrotico per riuscire a toccare il popolo in quel senso. L'unico che ci è riuscito è un uomo del popolo vero, cresciuto in un'osteria, che parlava un'altra lingua. Si chiamava Giuseppe Verdi.
Quindi paradossalmente è più riuscito come autore oggi che alla sua epoca, in quanto oggi ne riconosciamo l'enorme valore "storico". L'enorme capacità di vedere i fatti per quello che sono e di raccontarli con grande partecipazione.
 
Poi c'e la versione per i compiti in classe.

...è evidente lo sforzo ermeneutico dell'autore nell'esegesi della storia. I personaggi hanno un sapore illuminato nello sfondo buio della trama. Si evincono anche collegamenti con il dolce stil novo, sopratutto nell"uso dell'endecasillabo maschera della prosa....
Se si bevevano questa roba i tuoi prof. erano delle pip.pe totali… :d:
 

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