Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

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Nucleare, Iran: 'Uranio non andrà in Russia'
Accordo in bilico: funzionari iraniani rimettono in discussione uno degli elementi critici dell'intesa

I negoziati di Losanna sul nucleare © AP FOTO
Di Massimo Lomonaco
TEL AVIV
30 marzo 201508:28NEWS
Alla vigilia della scadenza del termine per un accordo sul nucleare, funzionari iraniani mettono in dubbio il successo delle trattative rimettendo in discussione uno degli elementi critici dell'accordo: la disponibilità di Teheran al trasferimento in Russia del proprio combustibile nucleare. Lo riporta il New York Times. "L'esportazione di scorte di uranio arricchito non è nel nostro programma e non intendiamo inviarle all'estero", ha dichiarato Abbas Araghchi ai media iraniani.

Stretta finale per l'accordo sul nucleare iraniano in vista della scadenza del 31 marzo. L'intesa tra le potenze occidentali e Teheran ancora non sarebbe stata raggiunta, ma in queste ore si sta trattando freneticamente. E ad indicare che si è ad un punto decisivo non sono solo le indiscrezioni di stampa che parlano di un accordo vicino, ma anche il fatto che il segretario di Stato americano John Kerry ha annullato il suo rientro negli Usa per restare a Losanna a trattare. Così come restano i ministri degli Esteri iraniano, tedesco, francese e l'alto rappresentante Ue Federica Mogherini. Di fronte alle voci che rimbalzano dalla Svizzera, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito oggi da Gerusalemme - all'inizio della consueta riunione domenicale del governo - il netto rifiuto di Israele nei confronti di una possibile intesa.

L'accordo con l'Iran, ha detto, va oltre le peggiori "paure di Israele". "L'asse Iran-Losanna-Yemen - ha aggiunto Netanyahu - è pericoloso per l'umanità e va fermato". Numerose fonti a Losanna oggi hanno riferito della volontà delle parti di esplorare i possibili compromessi per arrivare all'accordo, pur ammonendo dal considerare già fatta l'intesa a causa della presenza di alcuni punti morti. Il dipartimento di Stato Usa, motivando la decisione di Kerry di rinviare il suo rientro in patria per partecipare ad un evento dedicato alla memoria del senatore Edward Kennedy, ha invocato lo stato "dei negoziati in corso in Svizzera". Dando così - secondo alcuni commentatori - la possibile dimensione dello stato dei lavori a cui si è giunti nella città svizzera. Questo non vuol dire, come hanno precisato ad Haaretz fonti Usa, che non ci siano ancora differenze e distanze con l'Iran su alcuni temi particolari. Le distanze riguarderebbero la durata dell'accordo tra i '5+1' e l'Iran (tra gli 11 e i 15 anni, vogliono le potenze mondiali, mentre Teheran punterebbe ad una durata minore); le ricerche e lo sviluppo delle centrifughe iraniane e infine la rimozione delle sanzioni (ovvero se debba essere immediata o graduale). Anche un alto negoziatore iraniano - citato dalla Press Tv - ha negato notizie stampa sulla possibilità che Teheran abbia accettato nuove restrizioni nel suo programma di arricchimento dell'uranio.

La stessa fonte ha spiegato che le notizie contengono "punti inaccurati, compresa la spedizione di uranio dall'Iran alla Russia". Netanyahu si è tuttavia scagliato a testa bassa contro l'accordo, che anche secondo la tv israeliana Canale 2 sarebbe ad un passo. Ed ha espresso "la profonda preoccupazione di Israele" per la possibile intesa di Losanna. Mentre in Svizzera si discute, ha spiegato, "gli emissari dell'Iran nello Yemen cercano di conquistare parti estese del Paese nel tentativo di assumere il controllo degli Stretti di Bab el Mandab. Cosa che - ha concluso - cambierà gli equilibri nella navigazioni e nelle forniture di petrolio". Lo stesso ministro della Difesa Moshe Yaalon ha definito "pessimo l'accodo", aggiungendo che l'Iran sta avendo "successo nel farsi beffe del mondo". Un Iran sulla soglia del nucleare, ha ammonito, potrebbe essere "una tragedia non solo per i regimi moderati del Medio Oriente ma anche per l'intero occidente". Ed anche la stampa israeliana, sia quella filo governativa sia quella contraria, come Yediot Ahronot, ha parlato dell'intesa come "pura follia". Ed ha aggiunto che le forze armate di Israele e i suoi servizi segreti hanno già avuto ordine di organizzarsi per far fronte alla nuova situazione "e per poter neutralizzare quella minaccia in qualsiasi momento".(ANSA).
 
Big Oil Pressured Scientists Over Fracking Wastewater's Link to Quakes
https://finance.yahoo.com/news/big-oil-pressured-scientists-over-110006547.html

Sembra che vi sia una relazione significativa tra aumento di terremoti e l'estrazione di petrolio attraverso la tecnica della "Fratturazione idraulica della roccia". Se tale relazione verrà confermata la produzione del c.d. shale oil potrebbe crollare provocando un'impennata del prezzo del petrolio a livelli ben superiori ai massimi del passato.
 
A Francoforte situazione stabile ... non si muove foglia:


22 bid/ask 45,50 - 45,82

26 bid/ask 41,60 - 42,75

27 bid/ask 40,19 - 41,69

31 bid/ask 41,35 - 43,25
 
Anche sul TLX, minimi movimenti decimali:


22 bid/ask 45,11 - 45,59 - ultimo 45,25

26 bid/ask 41,86 - 42,29 - ultimo 42,38

27 bid/ask 40,78 - 40,94 - ultimo 40,77

31 bid/ask 42,15 - 42,35 - ultimo 42,33


WTI in calo a 48,34$

Euro/Dollaro 1,0819
 
Big Oil Pressured Scientists Over Fracking Wastewater's Link to Quakes
https://finance.yahoo.com/news/big-oil-pressured-scientists-over-110006547.html

Sembra che vi sia una relazione significativa tra aumento di terremoti e l'estrazione di petrolio attraverso la tecnica della "Fratturazione idraulica della roccia". Se tale relazione verrà confermata la produzione del c.d. shale oil potrebbe crollare provocando un'impennata del prezzo del petrolio a livelli ben superiori ai massimi del passato.

I nodi cominciano a venire al pettine. Che fosse una tecnica eccessivamente impattante a livello ambientale lo si sapeva già. Come ogni cosa ha aspetti negativi e positivi, ma se comincia a prevalere la percezione negativa, per questa tecnica estrattiva son dolori
 
salve... oggi niente di che, un po' di roba da leggere:

nuovo sondaggio datanalisis, pool di 1000 persone, fra i dati:

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exxon (che ha una sentenza al ciadi ancora pendente) ha iniziato a produrre assieme ad eni e petrobras in una nuova piattaforma del golfo del messico, offshore per 3k barili al giorno. assieme a statoil, sono praticamente le uniche che avviano nuove piattaforme. progetto già completamente spesato prima dell'inizio delle avvisaglie di un crollo del greggio.

sull'iran... i media (che io reputo) più affidabili dicono che l'iran ha 50-50 possibilità di raggiungere l'accordo in questa sessione di talks. le ultime problematiche riguardavano la location di accumulo dei materiali arricchiti... poi, c'è questo: http://www.newsweek.com/iran-trying-conquer-middle-east-warns-netanyahu-317807

nello yemen: Ataque aéreo deja al menos 40 muertos en campo de refugiados en Yemen | Titulares | Reuters

Saudi-led forces strike Yemen rebels, blockade ports

sul caso harvest: Petrolera Harvest considera reestructuración por bloqueo venezolano a venta activos | América Latina | Reuters
 
Plan de las Zonas Económicas Especiales será presentado a finales de abril


[FONT=&quot] Gobierno promete facilitar la participación privada en el desarrollo de la Faja Petrolífera del Orinoco

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30-03-2015 04:59:00 p.m. | AVN.- El plan correspondiente a las Zonas Económicas Especiales (ZEE), creadas para impulsar el desarrollo productivo de la nación, será presentado durante la última semana de abril, indicó este lunes el vicepresidente para Planificación y Conocimiento, Ricardo Menéndez.

Este plan, vinculado a las ZEE, estará relacionado con áreas, como telecomunicaciones, electricidad, transporte terrestre y acuático, entre otros.

En rueda de prensa, realizada en Caracas, también comentó que en la ZEE de Paraguaná, ubicada en el estado Falcón, y en la de Ureña, Táchira, se ha logrado 75% del levantamiento de campo, tal como estaba previsto.

Estas dos zonas económicas fueron creadas, en diciembre pasado, por el presidente de la República, Nicolás Maduro, con el objetivo de llevar adelante la exportación de productos venezolanos.

Por ello, con el desarrollo de la Zona Económica Especial de Paraguaná, el Estado prevé potenciar las capacidades de la entidad para la generación de electricidad, a través del aprovechamiento de la energía eólica, y el desarrollo tecnológico y científico.

Asimismo, la Zona Especial de Ureña contempla incentivos al área textil, del calzado y la industria metalmecánica para incrementar las capacidades de transformación, atender el mercado interno y facilitar las exportaciones.

Mientras que la Zona de Desarrollo Estratégico, que se implementará en la Faja Petrolífera del Orinoco Hugo Chávez, y que constituye la mayor reserva certificada de hidrocarburos del mundo, facilitará la participación de empresas privadas en las actividades y proyectos que ejecuta Petróleos de Venezuela (Pdvsa) para extraer y procesar crudo.

Las Zonas Económicas Especiales son aquellas áreas geográficas del país en donde se realizarán proyectos productivos especializados dirigidos a incrementar la producción de productos con miras a fortalecer el desarrollo de estas regiones y la capacidades de exportación.
 
Petrolera Harvest considera reestructuración por bloqueo venezolano a venta activos


[FONT=&quot] Harvest ha tratado de vender en dos ocasiones sus activos en Venezuela, donde posee un 20% de Petrodelta, una sociedad con la estatal Petróleos de Venezuela SA

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30-03-2015 12:25:52 p.m. | Reuters.- La empresa productora de petróleo y gas natural Harvest Natural Resources Inc, que enfrenta una severa estrechez de efectivo, dijo que está considerando una reestructuración, porque el Gobierno venezolano ha bloqueado sus planes para vender los activos que le quedan en ese país.


Harvest ha tratado de vender en dos ocasiones sus activos en Venezuela, donde posee un 20% de Petrodelta, una sociedad con la estatal Petróleos de Venezuela SA.


La compañía estadounidense dijo el lunes que el no pago de dividendos de PDVSA y otros incumplimientos de contratos provocaron una restricción a la liquidez.


Harvest reportó además una pérdida del cuarto trimestre mucho mayor a la esperada porque absorbió la pérdida de valor de su participación en Petrodelta.


Harvest dijo que está en conversaciones con PDVSA para alcanzar una "salida amigable de Petrodelta", aunque advirtió sobre un arbitraje si las conversaciones no llevan a una "solución justa y equitativa" para sus accionistas.


La compañía dijo en enero que sus filiales habían retirado una solicitud de arbitraje contra Venezuela en relación a la propuesta venta de su participación en Petrodelta a la argentina Pluspetrol.


Un intento previo de Harvest de vender sus activos en Petrodelta a la petrolera indonesia Pertamina fracasó en el 2013.


Harvest reportó tener efectivo y equivalente de efectivo por 6,6 millones de dólares al 31 de diciembre, una fuerte caída respecto a los 120,9 millones de dólares de un año antes.


La firma dijo que sus estados financieros fueron preparados bajo el supuesto de que continuaría como una compañía en operaciones, que se refiere a la capacidad de la empresa de mantenerse a flote y pagar sus obligaciones.

Las acciones de Harvest cedían un 1,4%, a 45 centavos de dólar temprano en la sesión.
 
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