Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1

probabilità recovery

  • 1

    Votes: 21 48,8%
  • 100

    Votes: 6 14,0%
  • 50

    Votes: 16 37,2%

  • Total voters
    43
Stato
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Bonos soberanos bajan y los de Pdvsa cierran en alza


[FONT=&quot] El rendimiento promedio de los papeles de Venezuela es de 27,56%, mientras que el rendimiento promedio de los bonos de la estatal petrolera es de 27,59%


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04-11-2015 04:30:00 p.m. | Emen.- Los bonos soberanos cierran la jornada con una pérdida en promedio de 0,04 puntos respecto a la jornada de ayer.

En la parte media el Venz 2022 es el papel con la mayor pérdida de valor en su cotización en la jornada, de igual forma este segmento de la curva presentó la mayor variación disminuyendo en promedio 0,08 puntos. Lo que indica una menor demanda por parte de los inversionistas hacia estos instrumentos.

La prima de riesgo ante la probabilidad de impago de la deuda soberana, es decir, el Credit Default Swap a 5 años para Venezuela aumentó 4,8% respecto a la jornada de ayer y se ubica en 3,903 puntos básicos.

Por su parte los bonos de la estatal petrolera presentan comportamiento contrario a los papeles soberanos aumentando 0,07 puntos, contrastando con la cotización del crudo para el día de hoy.

El rendimiento promedio de los papeles de Venezuela es de 27,56%, mientras que el rendimiento promedio de los bonos de la estatal petrolera es de 27,59%, con una relación cupón-precio (rendimiento corriente) en promedio de 15,93%.



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¡LA TENDENCIA ES IRREVERSIBLE! El Nuevo Herald: El régimen de Nicolás Maduro enfrentará una “tormenta perfecta” el 6D


DolarToday / Nov 4, 2015 @ 7:00 pm


Las encuestas pronostican que el régimen de Nicolás Maduro enfrentará una tormenta perfecta en las elecciones parlamentarias del 6 de diciembre, con la desesperación de los venezolanos gestada por la peor crisis económica en décadas, que deriva en una marejada de votos castigo. Estos se abalanzarán sobre un chavismo desgastado y altamente impopular.

ANTONIO MARIA DELGADO / [email protected] / El Nuevo Herald








Pero eso podría no ser suficiente, advierten más de una docena de expertos consultados para la elaboración de la actual serie sobre las elecciones parlamentarias del 6 de diciembre.


La ventaja de entre 20 y 30 puntos porcentuales que la oposición le lleva al chavismo, según la mayoría de las encuestas, podría ser contrarrestada por el repotenciado arsenal de trampas y arbitrariedades preparado de antemano por el chavismo, que en su conjunto, convierten el ejercicio electoral en lo que muchos han descrito como “un fraude en cámara lenta”.

“El evento del 6 de diciembre va a ser un desafío entre todo este sistema de ventajismos electorales [instaurado por el chavismo] versus una población que está sostenidamente cansada, que está buscando un cambio y que puede salir masivamente a castigar al gobierno en las urnas”, dijo el asesor político Orlando Viera Blanco.


Los sondeos muestran que cerca de un 90 por ciento de los venezolanos quiere un cambio, y muchos de ellos piensan expresar precisamente eso durante la votación del 6 de diciembre

Para leer articulo completo hacer clik aqui: El Nuevo Herald
 






***
Il cambio in nero torna a salire sopra quota "800", dopo un breve periodo di recupero.
Le riserve del Banco Central sono sempre in calo.
 
En una de las principales autopistas que comunica Caracas con el resto de Venezuela se levanta un enorme cartel con las siglas "UNIDAD" que invita a votar por la oposición en las elecciones parlamentarias del 6 de diciembre.


Pero el mensaje, parte del logo del partido "MIN-Unidad" cuyos dirigentes dicen ser adversarios del gobernante Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), contendría un objetivo oculto: ganar votos para el oficialismo en momentos en que encuestas han revelado el riesgo a que pierda los comicios.




Denuncias de ventajismo calientan camino a elecciones parlamentarias en Venezuela | América Latina | Reuters
 
'giorno... un piccolo riassunto sulla situazione dello shale USA. settimana dopo settimana si vede dai report dell'EIA che la produzione non cala, anzi, sebbene il numero di pozzi sia in costante calo. questo è dovuto ad alcune scelte tecniche, alla ristrutturazione di tutte le compagnie petrolifere di scisto, all'acquisizione dei pesci piccoli da parte di medi e grandi.

un pelo più nel dettaglio, per migliorare la resa di ciascun pozzo da qualche settimana è stata modificata la soluzione iniettata sotto terra in favore di una leggermente più viscosa e con maggior quantità di sabbia, in modo da permettere di lasciare aperte le rocce una volta criccate. inoltre i pozzi chiusi (i -1200 pozzi dall'anno passato di BHI) sono ragionevolmente all'80% pozzi verticali (che hanno maggior costo di upstream ed una minor resa) e al 20% vecchi pozzi orizzontali ormai esauriti (i primi, venuti fuori all'incirca nel 2012). quelli che sussistono adesso hanno strutture diverse, qualcuno qui li chiama a formicaio, sono molto avanzati e più efficienti.

riguardo alla ristrutturazione delle compagnie, alcune sono andate in bancarotta ma la maggioranza ha tuttora accesso ai capitali (c'è chi dice "still multy-year access"). in media lo shale è stimato "profitable" a 60 usd al barile ad oggi, passo avanti di 15 usd a barile rispetto al breakeven di un anno fa. a 45 usd al barile solo il 5% dei produttori di shale riesce a recuperare il costo del capitale. nonostante questo, anche col 65% di rigs in meno molte compagnie stanno ancora trivellando, si parla di centinaia nuovi wells. e questi, tecnologicamente più avanzati, sono più produttivi ed economici. inoltre sono state praticamente tagliate a zero le spese di ricerca, a maggior ragione dopo che shell ha bruciato 5 mld di usd per le ricerche infruttuose nell'artico. questo non è molto limitante, perchè il petrolio certificato ad oggi è già tanto, davvero tanto, sufficiente al fabbisogno per molte decadi.

inoltre gli americani, come spesso succede in finanza, sono molto fantasiosi... si stanno adattando con molta flessibilità a flussi di cassa più bassi sfruttando dei buoni rapporti con i principali partner produttivi (es. halliburton). piuttosto che abbassare i prezzi per essere più attraenti ai consumatori, vengono dati dei campi in gestione ai fornitori dell'attrezzatura in cambio di una quota dei ricavi dell'oilfield. in questo caso halliburton (o chi per lui, ci sono altre 2 aziende che usano lo stesso metodo) diventa partner interessato, riducendo la quota di patrimonio della società gestita, ma anche riducendo drasticamente i costi di sviluppo iniziali del campo di estrazione.

in permian basin adesso si trivella un pozzo in 20-25 giorni, circa la metà del tempo necessario un anno fa, e pioneer nat. res. che lavora sostanzialmente in quella zona ha rilasciato di recente un documento agli investitori in cui viene spiegato che quest'anno si concluderà con una crescita dell'output del 11%, del 15% nel prossimo anno (pioneer è un medio, processa a 200 kbpd).

in colorado la resa dell'oil è più bassa, ciononostante si sta trivellando senza completare i pozzi, tenendo da parte riserve di produzione da utilizzare non appena i prezzi recuperano... è lo stesso metodo che spesso hanno usato i saudi nelle passate crisi dell'oil.

in bakken i costi di ogni well si sono abbassati del 30% e si trivella un nuovo pozzo in 2 settimane. li ci lavora per esempio oasis pet. che nell'ultimo rendiconto ha reso noto un taglio del capitale del 57% e un aumento di produzione del 10%...

in questo momento oil sui livelli di chiusura di WS di ieri:

0hD0fD8l


un paio di pezzi:

Venezuelan crude sales to the United States bounce up in Oct | Reuters

U.S. will not pause Keystone review; Obama expected to reject | Reuters

Texas expected to keep breaking records for wind generation as wind capacity grows - Today in Energy - U.S. Energy Information Administration (EIA)

UPDATE 1-Norway should give incentives for tail-end oil production - Exxon | Reuters

India's October Iran oil imports lowest since March - The Economic Times

Worst Petrobras strike in 20 years hurts Brazil oil output | Reuters

CS_1AWHXAAAeP2F.png


due numeri su petrobras (ultimo link)... produzione perduta:

mon - 273 kb
tue - 178 kb
wed - 140 kb

si sta trattando un aumento di salario con gli operai dell'unione, che contestano la vendita di asset della compagnia.
 
'giorno... un piccolo riassunto sulla situazione dello shale USA. settimana dopo settimana si vede dai report dell'EIA che la produzione non cala, anzi, sebbene il numero di pozzi sia in costante calo. questo è dovuto ad alcune scelte tecniche, alla ristrutturazione di tutte le compagnie petrolifere di scisto, all'acquisizione dei pesci piccoli da parte di medi e grandi.

un pelo più nel dettaglio, per migliorare la resa di ciascun pozzo da qualche settimana è stata modificata la soluzione iniettata sotto terra in favore di una leggermente più viscosa e con maggior quantità di sabbia, in modo da permettere di lasciare aperte le rocce una volta criccate. inoltre i pozzi chiusi (i -1200 pozzi dall'anno passato di BHI) sono ragionevolmente all'80% pozzi verticali (che hanno maggior costo di upstream ed una minor resa) e al 20% vecchi pozzi orizzontali ormai esauriti (i primi, venuti fuori all'incirca nel 2012). quelli che sussistono adesso hanno strutture diverse, qualcuno qui li chiama a formicaio, sono molto avanzati e più efficienti.

riguardo alla ristrutturazione delle compagnie, alcune sono andate in bancarotta ma la maggioranza ha tuttora accesso ai capitali (c'è chi dice "still multy-year access"). in media lo shale è stimato "profitable" a 60 usd al barile ad oggi, passo avanti di 15 usd a barile rispetto al breakeven di un anno fa. a 45 usd al barile solo il 5% dei produttori di shale riesce a recuperare il costo del capitale. nonostante questo, anche col 65% di rigs in meno molte compagnie stanno ancora trivellando, si parla di centinaia nuovi wells. e questi, tecnologicamente più avanzati, sono più produttivi ed economici. inoltre sono state praticamente tagliate a zero le spese di ricerca, a maggior ragione dopo che shell ha bruciato 5 mld di usd per le ricerche infruttuose nell'artico. questo non è molto limitante, perchè il petrolio certificato ad oggi è già tanto, davvero tanto, sufficiente al fabbisogno per molte decadi.

inoltre gli americani, come spesso succede in finanza, sono molto fantasiosi... si stanno adattando con molta flessibilità a flussi di cassa più bassi sfruttando dei buoni rapporti con i principali partner produttivi (es. halliburton). piuttosto che abbassare i prezzi per essere più attraenti ai consumatori, vengono dati dei campi in gestione ai fornitori dell'attrezzatura in cambio di una quota dei ricavi dell'oilfield. in questo caso halliburton (o chi per lui, ci sono altre 2 aziende che usano lo stesso metodo) diventa partner interessato, riducendo la quota di patrimonio della società gestita, ma anche riducendo drasticamente i costi di sviluppo iniziali del campo di estrazione.

in permian basin adesso si trivella un pozzo in 20-25 giorni, circa la metà del tempo necessario un anno fa, e pioneer nat. res. che lavora sostanzialmente in quella zona ha rilasciato di recente un documento agli investitori in cui viene spiegato che quest'anno si concluderà con una crescita dell'output del 11%, del 15% nel prossimo anno (pioneer è un medio, processa a 200 kbpd).

in colorado la resa dell'oil è più bassa, ciononostante si sta trivellando senza completare i pozzi, tenendo da parte riserve di produzione da utilizzare non appena i prezzi recuperano... è lo stesso metodo che spesso hanno usato i saudi nelle passate crisi dell'oil.

in bakken i costi di ogni well si sono abbassati del 30% e si trivella un nuovo pozzo in 2 settimane. li ci lavora per esempio oasis pet. che nell'ultimo rendiconto ha reso noto un taglio del capitale del 57% e un aumento di produzione del 10%...

in questo momento oil sui livelli di chiusura di WS di ieri:

0hD0fD8l


un paio di pezzi:

Venezuelan crude sales to the United States bounce up in Oct | Reuters

U.S. will not pause Keystone review; Obama expected to reject | Reuters

Texas expected to keep breaking records for wind generation as wind capacity grows - Today in Energy - U.S. Energy Information Administration (EIA)

UPDATE 1-Norway should give incentives for tail-end oil production - Exxon | Reuters

India's October Iran oil imports lowest since March - The Economic Times

Worst Petrobras strike in 20 years hurts Brazil oil output | Reuters

CS_1AWHXAAAeP2F.png


due numeri su petrobras (ultimo link)... produzione perduta:

mon - 273 kb
tue - 178 kb
wed - 140 kb

si sta trattando un aumento di salario con gli operai dell'unione, che contestano la vendita di asset della compagnia.

Grazie delle informazioni OBI. :mumble:
 
* Bank of America cree que Venezuela se está enfrentando al shock externo más grande de su historia


* BofA: el shock parece no ser temporal sino permanente. El gobierno ha reaccionado recortando importaciones y agotando sus activos


* BofA: el largo periodo de bajos precios del crudo ha puesto la capacidad de pago y una posible reestructuración de la deuda sobre la mesa


*Sin embargo, Bank of America mantiene su postura y ve poco probable una reestructuración. Si ve más cercano un ajuste económico estructural


* Bank of America: si Venezuela hiciese default habrían acciones legales de los tenedores de bonos que perjudicarían las operaciones de PDVSA


* BofA estima que los "activos agotables" de Venezuela han caído $15.000 millones en 2015 y le quedan $58.000 millones

Le citazioni in rosso ed in bleu sembrano contraddittorie. :mumble:
 
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