Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (1 Viewer)

probabilità recovery

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Stato
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AtuttoGAZ

Forumer attivo
Esatto quindi i discorsi di buy back, di riserve, di fondi pensione, di aiutini in nero etc etc valgono tutti, ma vedo difficile un default. lo sanno tutti governo e opposizione che bloccherebbe il paese e sarebbe la guerra civile!

Buongiorno.
Quoto il tuo messaggio solo perchè sei esponente del partito del "no default senza se e senza ma" :lol: (non che io sia pro default ma solo che ritengo questa eventualità non da escludere a priori ;))

Le cose che non tornano nei discorsi dei vari dirigenti del PSUV ce ne sono molte: quella più clamorosa, secondo me, è sbandierare un (supposto?) riacquisto dei bond a breve con la mano sinistra e con la mano destra offrire lo swap di questi con nuove emissioni più lunghe :eek: qualcuno ha tentanto di spiegare il senso di questa operazione ma sinceramente non mi ha convinto :bow:

Io mi sono fatto la seguente idea: loro stanno "briciolando" qua e là dove possono perchè sperano ancora in San Crudo da Ryiad. Si veda lo swap dell'oro (scambiato ad un prezzo, si dice, di circa 800$/oncia quindi a un buon -20/25% rispetto al prezzo di quel periodo; quindi occhio quando si fanno i conti delle riserve e sul cambio oro/$ perchè quei pochi disposti ad andare a prendere l'oro a Caracas si fanno pagare molto bene), poi si ritirano le riserve al FMI, prima ancora si indebita CITIGO e infine si fa il gioco delle tre carte con fondi PDVSA, Buyback, Reprofiling. Riguardo il gioco delle tre carte, per me, consiste più che su BB e reprofiling (che avrebbe avuto un senso un anno fa ;)) in un trading sui bond per "briciolare" appunto liquidi (guardate bene i grafici del crudo, delle riserve e della VENZ 27, il benchmark ;)). In questo modo i liquidi si hanno disponibili e non bisogna aspettare mesi affinchè qualcuno accetti un ipotetico swap ;)

Riguardo al fatto che se salta il Venezuela "salta" l'America Latina e il paese va al collasso ci andrei piano. Se il Venezuela saltasse farebbe la gioia immediata di Russia, dei "parenti" dell'OPEC e ovviamente del crudo (forse questa sembra essere l'unica cosa che da qui a 6 mesi potrebbe fargli rialzare la testa).
Guardate che anche se dovesse saltare hanno derrate alimentari in arrivo per molti mesi attraverso gli accordi bilaterali con i paesi vicini, quindi il popolo non sarebbe alla fame un secondo dopo...
Concludo dicendo che noto nel PSUV molta molta e ancora molta confusione: da un lato quasi si rincorre l'opposizione circa il tema della deuda e si fa di tutto per il mantenimento del potere; dall'altro osservo una certa forma di avvelenamento dei pozzi in caso di sconfitta (non tanto al 6D, quanto, in base ai risultati, nei prossimi mesi). In tutto questo occhio alla figura di Cabello :down:
Ricordo a tutti che morto un Papa se fa un altro, e oggi giorno non serve più nemmeno che muoia :lol:
Intanto vediamo come vanno le elezioni in Argentina ;) Chissà se Maduro avrà ancora un amico alla Casa Rosada oppure no

Non prendetemi per il porta rogna di turno e non sono qui a fare lo spompatore. Sono solo semplicemente un esponente del partito avverso. Siamo pur sempre in tempo di elezioni :lol:
Non sto sperando assolutamente che il Venezuela salti per comprare a prezzi di saldo: non sono avido. Aspetto solo una situazione più chiara :up:

:ciao:

PS: avete la facoltà di mandarmi a quel paese, tanto lo so che molti leggendomi lo staranno già facendo :lol:
 

AtuttoGAZ

Forumer attivo
Se fa default PDVSA la vedo difficile non faccia default anche il Venezuela..

PDVSA resta l'unica fonte di entrate in $ ... senza questa, al dato attuale, il Venezuela non resterebbe in piedi.

Non dimentichiamo cosa scrisse tempo fa GiveMeLeverage (che a sua volta riprendeva Barclays mi pare): PDVSA ha i diritti di estrazione del petrolio venezuelano ma finchè sta sotto terra è di proprietà dello stato.
Quindi in una possibile situazione disperata a qualcuno potrebbe venir in mente di lasciare PDVSA con i soli debiti e dare la concessione di estrazione a PDVSAbis... E la ruota continuerebbe a girare senza intaccare il debito statale...
 

tommy271

Forumer storico
Non dimentichiamo cosa scrisse tempo fa GiveMeLeverage (che a sua volta riprendeva Barclays mi pare): PDVSA ha i diritti di estrazione del petrolio venezuelano ma finchè sta sotto terra è di proprietà dello stato.
Quindi in una possibile situazione disperata a qualcuno potrebbe venir in mente di lasciare PDVSA con i soli debiti e dare la concessione di estrazione a PDVSAbis... E la ruota continuerebbe a girare senza intaccare il debito statale...

Avevo pensato anch'io come una possibile soluzione ... si svuota PDVSA.
Ma dovevano prima vendere CITGO.
 

spleen_780

Nuovo forumer
x tommy 271, nuova analisi pre-post elezioni Venezuela:
ti chiedo come vedi questa analisi degli scenari politici ed operatività titoli. Anzitutto va premesso che il risultato delle elezioni VERO è che Maduro perde mentre quello FALSO è che Maduro vince le elezioni (tutto dipende dagli ovvi brogli elettorali). Bisogna pertanto analizzare quale scenario uscirà dalle urne se quello VERO o quello FALSO.
Elenco degli scenari secondo me classificati dal più probabile al meno probabile:
1)Risultato delle urne FALSO -->Rivolta popolare sedata nel sangue -->Governo barricato al potere ma con guerra economica che continua --> Lento default -->Scenario negativo per i nostri bond;
2)Risultato delle urne FALSO --> Rivolta popolare non sedata nel sangue anche per l'appoggio USA --> disordini -->guerra civile --> Nuovo governo --> Instabilità e successiva risalita post ristrutturazione con avvento FMI;
3)Risultato delle urne VERO --> Maduro non cede il potere anche se ha il parlamento contro --> Golpe ---> forte default
4)Risultato delle urne VERO --> Maduro cede il potere --> Nuovo Governo ---> forte risalita nel tempo
La mia analisi è che ormai il tempo per Maduro è arrivato e bisogna che ci sia una "transizione" il problema ora è capire come avverrà ma la scenario base è che ci sarà una transizione politica verso un nuovo governo. Il problema è capire come ci si arriverà se in maniera soft o hard e cosa farà Maduro in quanto è palese che non vorrà mai cedere il potere. Pertanto scapperà all'esterno con parte del regime o farà un colpo di stato vero e proprio?
 

Obi W. Kenobi

Forumer attivo
vedere moneta che io dare cammello :D

Oil providers ask Venezuela's PDVSA for cargo prepayments -sources | Reuters

Oil providers ask Venezuela's PDVSA for cargo prepayments

Nov 19 Big oil suppliers have started requiring prepayment when selling cargoes of crude and refined products to Venezuela's PDVSA, a bid to curb potential risks from the state-run company's well-known cashflow woes, five sources from firms involved in the deals told Reuters.

One international trading firm, which has had strong commercial ties with PDVSA, has decided to limit future spot sales to the company over worries that even a prepayment agreement would carry risks, two of the sources said.

The Venezuelan company has ramped up tenders on the open market this year to import crude and diluents for its extra heavy oil output, but payments are taking a long time to arrive because low oil prices have crimped revenues, the sources said.

A PDVSA representative did not respond to a request for comment. Last month, PDVSA President Eulogio Del Pino said the company would honor all debts despite low oil prices.

PDVSA's latest detailed financial statements show that at the end of 2014 its financial debt reached $46.15 billion, while its accounts payable to suppliers were $20.86 billion.

Statoil, Royal Dutch Shell and France's Total, among others, have delivered some 13 cargoes of African and Russian crudes to PDVSA during 2015 at its Bullenbay terminal in the Caribbean island of Curacao, according to tender documents, fixtures, vessel tracking data and PDVSA.

The Venezuelan firm has also made recent purchases of refined products from Vitol, Trafigura and Noble Group .

Some providers are agreeing to be paid at least in part with Venezuelan oil or requiring a type of prepayment that involves loading cargoes and paying for them just before delivery, giving PDVSA a few weeks to pay for crudes coming from West Africa, sources added.

Even so, logistical headaches can arise. The Maran Pythia tanker, booked by Statoil, loaded on Oct. 19 in Angola and has been waiting around Curacao to discharge since early November. The Los Angeles Spirit tanker booked by Total has not discharged after arriving in the Caribbean Nov. 15, according to vessel tracking data.

Statoil said it has a policy not to comment on trade issues. Shell and Total did not answer requests for comment.

Sources said some international trading firms are routing sales through small firms willing to take on payment risk.

PDVSA's latest tender to import crude was awarded this week to a relatively unknown firm named Helsinge Inc, which confirmed the sale, for a 1 million-barrel cargo of Nigeria's Qua Iboe crude.

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EEUU ofrece disculpas a Venezuela por ingreso a espacio aéreo - Nacional y Política

Washington.- Estados Unidos ofreció disculpas a Venezuela por sobrevolar su espacio aéreo durante una operación antinarcóticos a comienzos de mes, dijo el martes el principal militar estadounidense para América Latina y el Caribe.

El general John Kelly, comandante del Comando Sur, relató que la aeronave estadounidense voló 3,5 minutos en espacio territorial venezolano.

"Voló 3,5 minutos dentro del límite de las 12 millas, pero no se acercó a las nueve millas", indicó el funcionario al responder una pregunta de The Associated Press durante una conferencia que dictó en el International Institute for Strategic Studies. "Lo admitimos y ofrecimos una disculpa", agregó.

Kelly explicó que el vuelo ocurrió mientras daban seguimiento a una embarcación que transportaba una tonelada de cocaína.

"Sería mejor tener mejor cooperación antinarcóticos de Venezuela. Tenemos cooperación increíble de casi todos los países en la región. Pero hay un par con los que no", señaló.

The Associated Press solicitó un comentario a la embajada venezolana, sin obtenerlo de inmediato.

El ministro venezolano de la Defensa, Vladimir Padrino López, denunció a comienzos de mes la violación del espacio aéreo sobre el archipiélago Los Monjes y cuestionó la presencia del portaaviones estadounidense George Washington cerca de Venezuela cuando celebre elecciones legislativas el 6 de diciembre.

Kelly señaló el martes que la ruta de portaaviones fue determinada hace tres años y negó categóricamente que guarde relación alguna con las elecciones legislativas.

"No estará más cerca a Venezuela que al resto del Caribe. No hay relación alguna" con los comicios, señaló.

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25 mld di usd per produrre in iran è un grosso investimento, nel tempo darà i suoi frutti in termini di barili.

PressTV-Iran lines up $25 billion energy investment

Iran has put together a package for $25 billion of investment in its booming power industry which is key to the country’s economic recovery, head of Iran Power Transmission, Generation and Distribution Company (Tavanir) says.

“Iran’s power industry is facing an average growth of 5% (in energy demands) a year which calls for building annually 5,000 megawatts of additional power generation capacity at minimum,” Arash Kordi said.

The country needs to invest $7-8 billion a year in its power generation and distribution sector in order to keep pace with its growing demands, the official said.

“The package for investment by foreign companies in various sectors of electric power industry at a sum of $25 billion has been prepared,” Kordi said.

With the imminent lifting of sanctions, Iran is pushing through a series of measures to revitalize its economy which is currently immersed in a deep recession.

“In the post-election period next year, we will witness a growth and boom in the industry sector which will entail in a 7% growth in energy consumption,” Kordi said.

Iran’s total power capacity stands at 74,000 megawatts which the country plans to raise to 100,000 MW in the next few years, according to Energy Minister Hamid Chitchian.

The government has drafted plans to expand the distribution network, cut waste, reduce consumption by raising domestic and industrial tariffs and invest in the renewable energy sector.

It is absolutely wrong to think we can achieve economic growth without having sufficient electricity production,” Chitchian has said.

However, the challenges are many and while energy demands are growing at 5% a year, growth in capacity is limited to a third of that.

Power outages were becoming an occasional occurrence before the West imposed new sanctions on Iran in 2011 but the phenomenon has become less of an issue in recent years partly due to the shrinking of economy.

As the country heads for the post-election era, the demand for electricity gets strenuous.

Earlier this month, Government spokesman Mohammad Baqer Nobakht said an agreement worth $6 billion had been signed with an unnamed European company to build 4,250 megawatts of power capacity in the country.

On Monday, Iran’s Ministry of Energy signed an agreement with a German company to build 1,250 megawatts of solar energy projects in the hydrocarbon-rich country’s latest move to green its energy supply chain.

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http://www.ft.com/intl/fastft/427561

Most members of the Federal Reserve's rate-setting body said at their October meeting that conditions for an increase in short-term interest rates "could well be met" by December, as the central bank prepares for the possibility for the first upward move since 2006.

Minutes from the central bank's October 27-28 meeting showed that members thought that it may be appropriate to lift rates on December 16 provided economic data continue to improve and that "unanticipated shocks" did not get in the way, reports Sam Fleming, US economics editor.

However the minutes also exposed continued divisions among Fed policymakers, with some warning that it was "unlikely" that information available by December would support an increase. They questioned whether the US economy was strong enough to withstand a sudden setback given the Fed's limited monetary firepower at a time of ultra-low rates.

October's meeting was a pivotal one in which the Fed left rates at near-zero levels but put global markets on notice that a rate increase was a serious possibility at its final meeting of the year.

In a manoeuvre aimed at priming the markets, its October statement explicitly flagged up the potential for a move on December 16 as it dropped previous warnings about financial and economic dangers lurking overseas. Discussing that language in the October meeting, rate-setters insisted that it should still be seen as leaving the Fed's policy options open.

The Fed in September held fire on a move from current near-zero levels because of turbulent moves in markets and worries that the Chinese authorities were struggling to keep their economy on track. However subsequent figures showing rapid jobs growth for October have heightened expectations that the Fed will move on December 16.

qui tutto il documento: http://www.federalreserve.gov/monetarypolicy/files/fomcminutes20150917.pdf

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sulla produzione petrolifera dell'ISIS e relative zone di interesse in siria.

Syria oil map: the journey of a barrel of Isis oil

main-map-lxl-1210b.jpg


Isis controls most of Syria’s oil fields and crude is the militant group's biggest single source of revenue. Here we follow the progress of a barrel of oil from extraction to end user to see how the Isis production system works, who is making money from it, and why it is proving so challenging to disrupt.

Where the oil is extracted


Isis’s main oil producing region is in Syria’s eastern Deir Ezzor province, where production is somewhere between 34,000 to 40,000 barrels a day, according to locals. The group also controls the Qayyara field near Mosul in northern Iraq that produces about 8,000 barrels a day of heavier oil that is mostly used locally to make asphalt.

oil-fields-close-mxl-1210.jpg


It is difficult to determine a definitive oil production figure for Isis-controlled areas. But it is clear production levels have dropped in the Syrian fields since they were taken over by the militants. Most oil fields in the area are aging and despite the group's efforts to recruit skilled workers, it does not have the technology or equipment needed to maintain them. Even so, they continue to provide Isis with its most lucrative income stream.

The price of the oil depends on its quality. Some fields charge about $25 a barrel. Others, like al-Omar field, one of Syria’s largest, charge $45 a barrel. Overall, Isis is estimated to earn about $1.53m a day.


Oilfield Est. production (bpd) Price ($/barrel)
al-Tanak 15,000-17,000 $40
al-Omar 9,000-13,000 $45
al-Jabseh 2,500-3,000 $30
al-Tabqa 1500-1,800 $20
al-Kharata 1,000 $30
al-Shoula 650-800 $30
Deiro 600-1,000 $30
al-Taim 400-600 $40
al-Rashid 200-300 $25

Selling crude oil

Though many believe that Isis relies on exports for its oil revenue, it profits from its captive markets closer to home in the rebel-held territories of northern Syria and in its self-proclaimed “caliphate”, which straddles the border between Syria and Iraq.

The group sells most of its crude directly to independent traders at the oil fields. In a highly organised system, Syrian and Iraqi buyers queue in their tankers at the entrances to fields, often waiting for weeks.

poi ci sono altri contenuti sul link.

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sul petrolio:

poi qui ci sono un po' di robe sull'oil...

Iran Sanctions Could Be Lifted In January. Oil and banking sanctions against Iran might be lifted by mid-January based on the pace at which technicians are removing and mothballing nuclear equipment at the country’s uranium-enrichment facilities. Iran Sanctions Might Be Lifted in January as Atomic Gear Removed - Bloomberg Business

Saudi's Ali Naimi Says OPEC Working With Others To Stabilize Market. Saudi Arabia is working with other OPEC members and producers from outside the group to stabilize the market, Saudi Oil Minister Ali al-Naimi says. Saudi Oil Minister Says OPEC With Others to Stabilize Market - Bloomberg Business

Chinese O&G Production Slows In October. China has reported weaker growth in crude oil and natural gas production in October, as efforts by its leading state energy firms to restrict output begin to take effect. Chinese oil and gas production slows in October - Oilpro

Evidence Of Graft In Petrobras Texas Refinery Deal. The Petrobras scandal has officially landed in the United States, as Brazilian prosecutors say they have evidence of graft tied to the company's 2006 purchase of a Texas refinery. Evidence of graft in Petrobras Texas refinery deal, Brazil prosecutors say - Petro Global News

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Camfin

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I principali fornitori di petrolio chiedono spedizioni a PDVSA prepagate

I principali fornitori di petrolio sarebbero chiedono spedizioni PDVSA prepagate

Jue, 2015/11/19 - 00:12:18

Houston. Grandes proveedores han empezado a exigir un prepago al vender cargamentos de crudo y productos refinados a la petrolera venezolana PDVSA, en un intento por reducir riesgos potenciales ante los conocidos problemas de liquidez de la estatal, dijeron a Reuters cinco fuentes de empresas involucradas en acuerdos.

Una firma internacional que tuvo fuertes lazos comerciales con PDVSA decidió limitar sus ventas futuras al contado a la compañía por temor a que incluso un acuerdo de prepago conlleve riesgos, indicaron dos de las fuentes.

Petróleos de Venezuela S.A. (Pdvsa)
La compañía venezolana aumentó este año sus ofertas en el mercado abierto para importar crudo y diluyentes para su producción extra de petróleo pesado, pero los pagos están tardando mucho en llegar porque los bajos precios del crudo están afectando a los ingresos, indicaron las fuentes.

Un representante de PDVSA no respondió a una petición para comentar la situación. El mes pasado, el presidente de la compañía venezolana, Eulogio Del Pino, dijo que la firma pagará todas sus deudas a pesar de los bajos precios del petróleo.

Pese a todo, puede haber problemas logísticos. El tanquero Maran Pythia, contratado por Statoil, cargó el 19 de octubre en Angola y lleva esperando en los alrededores de Curaçao para descargar desde principios de noviembre.
Los últimos reportes financieros detallados de PDVSA muestran que a fines de 2014 su deuda financiera alcanzó los 46.150 millones de dólares, mientras sus cuentas a pagar a los proveedores eran de US$20.860 millones.

Statoil, Royal Dutch Shell y la francesa Total, entre otras, entregaron unos 13 cargamentos de crudo africano y ruso a PDVSA durante 2015 en su terminal de Bullenbay, en la isla caribeña de Curaçao, según documentos de ofertas, programaciones, datos de seguimiento de cargueros y PDVSA.

La firma venezolana también hizo compras recientes de productos refinados a Vitol, Trafigura y Noble Group.

Algunos proveedores están accediendo a ser pagados al menos en parte con petróleo venezolano o requiriendo un tipo de prepago que implica cargar los envíos y pagarlos justo antes de su entrega, lo que da a PDVSA unas pocas semanas para pagar el crudo procedente de África Occidental, dijeron fuentes.

Pese a todo, puede haber problemas logísticos. El tanquero Maran Pythia, contratado por Statoil, cargó el 19 de octubre en Angola y lleva esperando en los alrededores de Curaçao para descargar desde principios de noviembre.

El tanquero Los Angeles Spirit, arrendado por Total, no descargó tras llegar al Caribe el 15 de noviembre, según datos de tráfico de embarcaciones.

autor
Reuters
 

Camfin

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Il 6 dicembre 2015 i venezuelani andranno alle urne

Il 6 dicembre i venezuelani andranno alle urne per la ventesima volta da quando Chavez era stato eletto presidente per la prima volta nel 1998. L’elezione di dicembre per l’Assembela Nazionale si avvia a diventare un’altra fondamentale battaglia tra le forze che per 15 anni hanno appoggiato o si sono opposte a Chavez.
Per l’opposizione, il successo rappresenterebbe un passo importante verso la rimozione del successore di Chavez, Nicolas Maduro, o tramite un referendum prima della scadenza del suo mandato nel 2016 o per mezzo del possibile uso del parlamento per metterlo in stato di accusa.
Nella maggio parte dei paesi, le persone in carica devono fare i conti con un prevalente umore anti-politico riflesso nella maggiore mutevolezza dei votanti e nei più rapidi cambiamenti di governo.
Inoltre, se qualsiasi governo dovesse affrontare alcune delle importanti sfide che affronta il governo di Maduro –come l’inflazione che cresce a dismisura, la scarsità delle merci fondamentali e gli alti tassi di criminalità, certamente si scommetterebbe che perdano la loro maggioranza parlamentare.
Tuttavia, un sondaggio eseguito in giugno dall’Agenzia indipendente Interlaces, di base a Caracas, ha rivelato che il 62% dei venezuelani preferirebbe avere fiducia nell’attuale governo che correggere i loro errori e risolvere alcuni di questi problemi.
Soltanto il 33% ha detto che preferirebbero trasferire il governo all’opposizione e lasciare che si occupino delle difficoltà del paese.
Mentre è troppo presto per dire esattamente che cosa accadrà il 6 dicembre, il chavismo è indubbiamente diventato un elemento duraturo del panorama politico del Venezuela.

Durante la maggior parte della seconda metà del ventesimo secolo, due principali partiti politici dominavano il sistema politico del Venezuela: il Cristian democratico COPEI e il partito social democratico denominato Azione democratica (AD).
Per assicurare il loro controllo sul sistema elettorale, i due partiti hanno firmato un patto per cui, indipendentemente da chi avesse vinto le elezioni future, entrambi i partiti avrebbero essenzialmente realizzato lo stesso programma di governo e avrebbero considerato di includere membri del partito avversario nel gabinetto.

In Venezuela dove le elezioni sono ora in gran parte polarizzate tra i partiti pro-Chavez, particolarmente il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) che è stato formato nel 2007, e una varietà di partiti dell’opposizione del dopo 1998 raggruppati insieme nella Tavola di Unità Democratica (MUD – Mesa de la Unidad Democrática).

Mentre alcuni dicono che il vecchio sistema bipartitico è stato sostituito da uno nuovo incentrato sul PSUV e sul MUD, si ignorano altri due importanti cambiamenti accaduti nel panorama politico del Venezuela.
Il primo è il rilevante spostamento a sinistra dello spettro politico totale.
Una serie di sondaggi ha dimostrato che dopo quasi due decenni di governo chavista, la maggioranza dei venezuelani preferisce il socialismo rispetto al capitalismo.
Questo spostamento si riflette anche nell’appoggio alle politiche che sono generalmente che sono considerate come a sinistra del centro come la proprietà statale dell’industria petrolifera, un maggior controllo della comunità sugli affari locali, l’educazione e la sanità pubbliche gratuite.
Questo è indubbiamente il risultato sia delle politiche attuate da Chavez che del suo costante dialogo con la gente riguardo ai benefici del socialismo.
In quanto tale, il “centro” politico del paese ha poco in comune con le politiche accettate dai partiti di centro in altri paesi.
Il miglior esempio di questo spostamento è l’opposizione venezuelana che ha riconosciuto la necessità di cambiare nome per piacere alla maggioranza.
Lasciando da parte le reali politiche dell’opposizione, nessuno dei loro candidati è disponibile a continuare apertamente con il tipo di piattaforme favorevoli all’austerità e al neo-liberalismo comuni a tutta Europa e agli Stati Uniti.
Invece mettono l’accento sulla promessa si continuare in molte delle politiche dell’era di Chavez cui in precedenza si erano opposti, eliminando contemporaneamente la “corruzione” e la “burocrazia”, esattamente i problemi che sollevavano i settori critici nell’ambito del chavismo.
Nelle elezioni presidenziali del 2012, uno dei principali slogan del candidato del MUD, Henrique Capriles, era “votate a sinistra e dal basso”. Mentre lo slogan si riferiva alla posizione dei candidati sulla scheda elettorale, era un chiaro tentativo di presentare Capriles come una specie di candidato di sinistra.
Quando Capriles si era candidato contro Maduro nel 2013,aveva tentato di evitare di attaccare Chavez e ha anche adottato parte dello stile e dei discorsi della propaganda di Chavez. Allo stesso tempo, l’opposizione cercava di fare una distinzione tra Chavez e Maduro per mezzo dello slogan: “Maduro non è Chavez”.

Il cambiamento finale e il più importante, nel panorama politico venezuelano è stata la comparsa del Chavismo come forza politica organizzata.
Malgrado le previsioni che la rivoluzione bolivariana si sarebbe esaurita senza Chavez, due anni dopo la sua morte il Chavismo è ancora la forza politica più importante del paese.
Prova di questo è che nessun altro partito da solo arriva quasi a poter essere allo stesso livello di supporto che conserva il PSUV. E’ precisamente questa realtà che tine unita l’opposizione che ha aspre divisioni, dato che riconoscono che l’unica speranza che hanno di vincere le elezioni è di presentarsi insieme.
La spiegazione di questo appoggio in corso è che il Chavismo non è mai stato semplicemente un progetto basato su un uomo, anche se importante come era Chavez.

Malgrado tutti i tentativi dell’opposizione di rovesciare Chavez, questa forza politica radicata nella maggioranza povera del Venezuela, si è mobilitata nell’ambito dello stato e nelle strade per difendere la rivoluzione bolivariana e per far andare avanti i suoi obiettivi rivoluzionari.
La morte di Chavez nel 2013 è ovviamente stato un notevole colpo a questo progetto politico e potrebbe certo subire anche future battute d’arresto, compresa la perdita del potere del governo.
Tuttavia ci sono scarse prove per indicare che la maggioranza povera del Venezuela stia progettando di ritirarsi dall’arena politica o di far esaurire la rivoluzione bolivariana.
Non vogliono ritornare al Venezuela del tempo che fu.
 
Stato
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