Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (2 lettori)

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tommy271

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Fases de la operación “Condor” Plan Rock and Roll de la derecha venezolana
22.Oct.2016 / 03:12 pm



Prensa PSUV.- La Dirección Nacional del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV) denunció este sábado en rueda de prensa, que el nuevo el plan subversivo llamado Operación “Condor” Plan Rock and Roll, promovido por la derecha venezolana forma parte del golpe de Estado continuado al Presidente de la República Bolivariana de Venezuela.

Este plan contempla alegar el abandono del cargo por parte del jefe de Estado, convocatoria de un paro nacional, marcha hasta Miraflores, asedio a los cuarteles militares, ataque a la Fuerza Armada Nacional Bolivariana e intervención de la embajada de los Estados Unidos, esto de acuerdo a investigaciones que se le hicieron al dirigente de Voluntad Popular y concejal del municipio San Cristóbal, Táchira, José Vicente García.

A continuación enumeramos las fases la operación Cóndor:

Primera Fase

Acciones del 14 al 25 de octubre: La MUD promoverá concepto inconstitucional “referéndum revocatorio popular”. La Asamblea Nacional y diputados de la derecha convocarán sesión extraordinaria para discutir nacionalidad del Presidente y abandono del cargo.

Segunda Fase

Acciones del 26 al 28 de octubre: Recolección de firmas y declaración en desobediencia civil. Convocatoria a paro general. Solicitud de presencia de ONGs y aliados a la derecha.

Tercera Fase

Acciones del 29 al 9 de noviembre: Concentración en todos los estados del país. Marcha hacia la AN lunes 31 de octubre. Entrega de firmas del “referéndum revocatorio popular” en la AN.

El día 3 de noviembre: Destituyen al presidente Maduro por causa del referéndum alegando abandono de cargo y problemas con la nacionalidad. Toma de la Carlota 5 de noviembre en Caracas, mientras que en el interior del país toma de cuarteles militares. 6 de noviembre convocatoria a paro general. 9 de noviembre trancas en vías principales del país.

Cuarta Fase

Acciones del 10 de noviembre hasta que caiga Maduro: Solicitud de apoyo internacional y marcha a Miraflores.

PSUV llama a la cordura

Ante estas nuevas acciones desestabilizadoras, el primer vicepresidente del Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Diosdado Cabello, llamó a la militancia revolucionaria a mantener la “calma y a la cordura, y a pensar con cabeza fría”, al tiempo que destacó que la tolda roja estará preparada para enfrentarlos con la Constitución y la ley.

Fases de la operación “Condor” Plan Rock and Roll de la derecha venezolana | PSUV

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Le dichiarazioni di Diosdado Cabello di sabato 22 ottobre (di ieri)
 

riky2013

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E DEL
enezuela (PDVSA) rischia di andare in default se lo swap dei bond in scadenza nel 2017 non andrà a buon fine. Così, in sostanza, si è espresso agli investitori il presidente della compagnia petrolifera venezuelana e ministro del petrolio Eulogio Del Pino.



Come noto, PDVSA ha lanciato unaExchange Offer sui bond in scadenza il prossimo anno con nuovi titoli obbligazionari garantiti al 50% da Citgo Petroleum, società di distribuzione controllata da PDVSA, con lo scopo di mitigare l’impatto dei rimborsi di titoli in scadenza nel 2017 che ammontano a 7,1 miliardi di dollari. Capitali che la stessa PDVSA non sarebbe in grado di restituire stante la perdurante crisi internazionale che ha schiacciato le quotazioni del greggio sotto i 50 dollari al barile mettendo allo stremo le finanze del Venezuela. Paese che fonda il suo bilancio per il 95% dalle esportazioni di greggio.



Offerta di scambio bond PDVSA ancora sotto il 50%



Ebbene – secondo fonti venezuelane – l’offerta di scambio dei bond PDVSA 5,125% 2017 e 8,50% 2017 amortizing, già prorogata per due volte, non avrebbe incontrato il gradimento degli investitori istituzionali che, viceversa si attendevano un miglioramento della proposta alla scadenza della prima data utile lo scorso 12 ottobre (da qui, le proroghe). Non è dato sapere a quanto ammonti la percentuale di obbligazioni finora consegnate a PDVSA da parte degli investitori, ma pare che la società sia abbastanza lontana dalla soglia minima (50% dei bond oggetto di scambio) per poter concludere con successo l’operazione di allungamento delle scadenze. Del Pino, ha quindi esortato gli obbligazionisti, minacciandoli durante una conference call, che in caso di insuccesso dello swap, PDVSA esaminerà tutte le possibili opzioni alternative (default?). Una sorta di ultimatum che i mercati hanno mal digerito facendo scattare le vendite a pioggia su tutti bond PDVSA quotati e investendo anche i titoli di stato venezuelani, direttamente legati alle sorti della compagnia petrolifera.



I rendimenti dei bond venezuelani si sono impennati



Per effetto i rendimenti si sono impennati con il decennale PDVSA e Venezuela al 25%. Molti investitori e la stampa specializzata, da Bloomberg al Wall Street Journal, fanno notare che si tratta di ampi movimenti speculativi che trovano terreno fertile in una situazione ormai precaria da tempo e che vede, da un lato il Venezuela precipitare sempre più nel baratro di una crisi economica e finanziaria senza fine e, dall’altro, il potere del presidente Nicolas Maduro vacillare sotto i colpi di una opposizione che lo vorrebbe destituire prima della fine del suo mandato nel 2019. Di fatto, comunque, le casse del Paese sono allo stremo: solo 12 miliardi di dollari di riserve presso il Banco Central e il livello delle importazioni è già stato ridotto all’osso. Logico, quindi, pensare che il 2017 possa rappresentare un anno di svolta per il Venezuela se il debito di PDVSA non potrà essere onorato regolarmente. Anche perché le casse della compagnia petrolifera vanno ad asciugarsi: a fine ottobre,PDVSA dovrà rimborsare un bond per 1 miliardo di dollari e la settimana successiva altri 2 miliardi come seconda tranche di ammortamento dell’obbligazione 8,50% in scadenza a novembre 2017.



Prospettive di rialzo per il prezzo del petrolio



Lo scenario pessimo che si prospetta per PDVSA, tuttavia, va a contrastare con due elementi di cui bisogna tenere conto: la volontà di Maduro di restare al potere fino al 2019 evitando, quindi, il default del Paese e la prospettiva di un rialzo delle quotazioni del petrolio che l’Opec dovrebbe sancire dando il via libera al tanto agognato taglio della produzione di barili. Se, quindi, il prezzo del greggio dovesse tornare a salire nel 2017, anche il quadro finanziario del Venezuela tenderebbe a migliorare allontanando lo spettro del default sul debito estero.


ED DEL 19 OTTOBRE
 

tommy271

Forumer storico
Julio Borges ‏@JulioBorges


El Acuerdo que como Jefe de Fracción tuve el honor de presentar para declarar la Ruptura del Orden Constitucional en Venezuela

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