Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 1 (16 lettori)

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It's time to play the game
*L'INTERVISTA: Opec ha preso decisione strategica, è guerra dei prezzi (IG)

MILANO (MF-DJ)--L'Opec ha preso "una decisione strategica per cercare di buttare fuori dal mercato molti produttori statunitensi che stanno aumentando la produzione di shale oil".

Commenta così Filippo Diodovich, market strategist di IG, a MF-DowJones la decisione dell'Opec di mantenere invariato il tetto di produzione giornaliera di greggio a 30 mln di barili, aggiungendo che "il mercato un po' si aspettava questa scelta dopo le ultime dichiarazioni del ministro saudita", sul fatto che i prezzi si stabilizzeranno da soli. "Anche l'andamento delle quotazioni stava già scontando questa opzione".

Fino all'ultimo però, precisa l'esperto, ci sono state "pressioni da parte di alcuni Paesi, come il Venezuela che potrebbe soffrire molto" per il crollo dei prezzi. Caracas ha cercato di "trovare alleati in extremis", senza però avere successo.

Diodovich mette inoltre l'accento sugli effetti sugli altri mercati. "Non dico che Draghi tenesse le dita incrociate, ma la decisione di un taglio (all'output, ndr) avrebbe avuto effetti sull'inflazione perchè il continuo calo dei prezzi petroliferi comporta il crollo di quelli energetici e implica ulteriori pressioni deflazionistiche", sottolinea lo strategist. "Il Consiglio (direttivo, ndr) ne terrà conto" nell'incontro del 4 dicembre, osserva l'esperto, concludendo che "aumentano le pressioni per nuove operazioni" dell'Eurotower.

In attesa della decisione odierna, l'attenzione dei mercati si era già focalizzata sulla soglia dei 60 usd/barile per il Brent. A questo proposito lo strategist spiega a MF-DowJones che secondo diversi studi, questo è "il livello in cui escono dei concorrenti dal mercato di shale oil. Gli Stati Uniti sono tornati a produrre petrolio come negli anni '80", incalza Diodovich, confermando che "sì, è iniziata una guerra dei prezzi".

Infine l'esperto mette in evidenza anche l'impatto sugli altri Paesi, come la Norvegia, la Russia e il Canada. Il cambio euro/nok è balzato sui nuovi massimi (8,6476) e anche il rublo sta perdendo fortemente terreno. Il future sul Brent è già in picchiata (75,59 usd/barile) e da qui in avanti "le prospettive sono per un ulteriore calo del petrolio".
 

bosmeld

Forumer storico
io continuo a non capire il senso di stare sul venezuela. Scommessa pura.

poi continuerà con i suoi alti e bassi ma prima o dopo i nodi verranno al pettine.

Resto della mia idea che peraltro dico da mesi
 
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