Scusa Brizione ma il tipo già mi infastidiva sul FOL.
Ti ostacolano, ti impediscono di esprimere il tuo pensiero.
Addirittura il soggetto arriva a dichiarare il falso quando afferma che il trattato non può essere attivato dal singolo cittadino ma può attivarsi solo a livello politico, senza, ovviamente precisare dove ha letto questa cosa. Perchè da che mondo è mondo se una legge non precisa i soggetti destinatari del provvedimento legislativo vuol dire che la legge è rivolta a tutti, nel nostro caso tutti gli interessati possono chiedere l'attivazione del trattato e non solo i politici come evidenziato invece dal soggetto.
Io mi domando e dico: ma perchè questo soggetto dichiara il falso?
Non trovi che la mia reazione sia giustificata?
Fatti dire dove ha letto che il trattato può essere attivato solo a livello politico....così ti renderai conto
Se tu avessi ascoltato e compreso cosa scrivevo sul FOL, la tua situazione sarebbe oggettivamente differente da quella attuale.
Sono, in ogni caso, sempre dispiaciuto quando interviene la moderazione, perché - non posso esimermi dal dirlo, anche per trasparenza - la questione del debito venezuelano è un interessante oggetto di osservazione e considero importante che tu possa esprimere a pieno la tua personalità, anche nella sua componente emotiva. Ho terminato di leggere un lavoro di Kindleberger e sono rimasto colpito dal perpetuarsi, in alcuni risparmiatori, di alcuni meccanismi psicologici dal XIX secolo ad oggi, malgrado il contesto sociale di riferimento sia totalmente mutato. E questo è davvero straordinario.
Veniamo al punto, per correttezza.
In estrema sintesi, un trattato internazionale non può essere utilizzato come parametro in giudizio da un singolo cittadino, con due eccezioni: il caso in cui lo stesso trattato preveda la sua giustiziabilità (in verità ordinariamente non utilizzo nel conversare con te i termini tecnici precisi, per rendere più comprensibile ciò che scrivo, ma in questo caso penso sia giusto utilizzare il termine tecnico preciso, perché è agevolmente comprensibile); il caso in cui l'ordinamento in cui si inserisce il trattato sottoscritto e ratificato ne prevede la giustiziabilità.
Questo, è importante evidenziare, dal punto di vista
procedurale. Nessuno dei due presupposti ricorre nel caso di quel trattato.
Dal punto di vista
sostanziale, un trattato è, altresì, utilizzabile - che si tratti della parte, che è unicamente lo Stato, oppure di cittadini di quello Stato - quando
l'ambito di applicazione include quel singolo soggetto.
Quel trattato, tuttavia, attenzione!, come tantissimi altri bilaterali, non include tutti gli "investimenti", ma esclusivamente quelli effettuati per
attività produttive.
Concentrati attentamente su questo testo del Trattato, che contiene le definizioni:
"
Ai fini del presente Accordo:
1) Per "investimento" si intende, conformemente all'ordinamento
giuridico del Paese ricevente ed indipendentemente dalla forma
giuridica prescelta o da qualsiasi altro ordinamento giuridico di
riferimento, ogni conferimento o bene investiti o reinvestiti in una
attivita' produttiva, da una persona fisica o giuridica di una Parte
Contraente nel territorio dell'altra, in conformita' alle leggi e
regolamenti di quest'ultima.
In tale contesto di carattere generale, sono considerati
specificatamente come investimenti, anche se non in forma esclusiva:
c) obbligazioni, titoli pubblici o privati o qualsiasi altro diritto
per prestazioni o servizi collegati ad investimenti e che abbiano un
valore economico, come altresi' redditi capitalizzati;"
E' vero: dal punto di vista popolare, si tende a chiamare "investimento" qualunque conferimento o impiego di capitali in strumenti finanziari, siano essi quotati o meno sui mercati regolamentari. Così, si "investe" in buoni postali, in obbligazioni venezuelane, come in azioni o in oro.
Nel caso di quel trattato, invece, - e, in verità, di moltissimi altri - l'investimento protetto riguarda i soli conferimenti o impieghi "investiti o reinvestiti in una attività produttiva".
A loro volta, gli strumenti finanziari tutelati (anche i titoli pubblici, senza dubbio) sono esclusivamente quelli "collegati ad investimenti".
Voglio farti un esempio storico. I titoli ferroviari italiani, diffusissimi in Italia e all'estero (anche in Belgio, oltre che in Francia) nella seconda metà dell'ottocento. Nota che una delle società emittenti, che non si occupa più della rete ferroviaria, è tutt'ora quotata alla Borsa di Milano.
Quei titoli, emessi dalle società private per gli investimenti nel materiale rotabile e nella rete, sulla base delle singole leggi, erano senza dubbio i tipici strumenti "collegati ad investimenti".
Non lo erano, invece, i titoli del debito pubblico italiano e quelli comunali.
Io non sto dicendo che tu non debba difendere i tuoi risparmi, né che non possa esservi negli anni a venire un corretto recupero di una parte, limitata o significativa, di quei risparmi. Non considero, pero', opportuno che sul forum, dove alcune volte leggo molte cose interessanti, si confondano le speranze, che sono comprensibili, con il quadro economico e giuridico reale.