Voglio evitare un bagno di sangue 2 (1 Viewer)

axlrose

Nuovo forumer
Ciao a tutti, parte della mia storia è già raccontata nel topic sulle aste, in breve:
Mia madre entra in quota di proprietà di un fabbricato con 4 unità immobiliari, non vige il regime di condominio. Tale fabbricato, è nella maggior porzione l'eredità di mio nonno. Dopo lunghe battaglie apriamo la divisione giudiziaria, l'asta è prevista a marzo 2010. Il germano idiota di mia madre attiva una causa contro gli occupanti il resto del fabbricato, suoi cugini. Questi accusano che il fabbricato minacci di crollare, chiedono una CTU, in cui vengono preventivati 50000 € di lavori. Ovviamente ci rifiutiamo forti di perizie dei tecnici di parte meno catastrofiche, ma che non vengono minimamente considerate dal G.I.
Dopo aver cercato invano un accordo, la controparte chiede al G.I. la nomina di un amministratore ad acta. La richiesta viene accolta ma gli stessi promotori la rigettano. Intanto il G.I. incarica una società, tal A.MI.CO., che dapprima invia due manovali senza uno straccio di mandato, in seguito li informiamo della divisione giudiziaria. Loro rispondono (senza produrre carte a firma del tribunale) che i rispettivi G.I. hanno concertato che i lavori vanno eseguiti prima della vendita. Ci danno due opzioni, pagare, l'importo dei lavori come da CTU (fatta male) 5000 € a cranio, oppure provvederanno loro per poi pignorare quanto dovuto.

Quindi mi chiedo:
- Come mai non ci sbattono in faccia le ordinanze del G.I., come minimo?
- Mettiamo che abbiano ragione, per fare i lavori servirà un permesso dal comune con tutto ciò che ne consegue, o c'è una procedura diversa?
- Per essere pagati possono davvero pignorare come dicono o devono farci causa?
- La vendita giudiziaria avverrà col valore dell'immobile nelle condizioni attuali. In seguito ai lavori il fabbricato varrà ovviamente di più.
Non è un controsenso?
 

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