CAMBI: EURO OSCILLA CON DATI USA E PREVISIONI SU TASSI
(ANSA) - ROMA, 27 apr - Euro in oscillazione oggi sul mercato
dei cambi, in ogni caso scambiato su valori superiori a quelli
degli ultimi scambi di ieri a New York, quando la divisa unica
era scesa sotto 1,29 dollari come conseguenza fra l' altro del
calo della fiducia dei consumatori statunitensi. La moneta
europea è scambiata attualmente attorno a 1,2980 dollari
(minimo di giornata a 1,2905 e massimo a 1,1994), mentre il
cambio dollaro/yen è attorno a 105,9 (massimo a 106,41 e minimo
a 105,87).
A determinare variazioni, peraltro contenute, nei rapporti di
cambio sono state alcune indicazioni venute sia dal quadro
congiunturale - di qua e di là dell' oceano - che dalle
previsioni sull' andamento dei tassi d' interesse.
Nel primo caso, a pesare sull' euro è stato il fatto che l'
indice di fiducia delle imprese manifatturiere francesi sia
sceso ai minimi da 18 mesi, circostanza che va ad aggiungersi
alla notizia di due giorni fa, che ha attestato l'indice Ifo
tedesco ai livelli più bassi da 19 mesi. Una congiuntura
europea debole fa sfumare la possibilità di un rialzo del costo
del denaro da parte della Bce, di conseguenza l' euro ne soffre,
perché il differenziale con gli Stati Uniti su questo terreno
appare destinato ad allargarsi.
Sempre restando ai dati congiunturali e passando adesso a
quelli americani, sempre oggi però è arrivata la doccia fredda
di una contrazione degli ordinativi di beni durevoli di ben il
2,8% sempre a marzo, in controtendenza con le aspettative. Tanto
é bastato a far supporre ad alcuni operatori che la Federal
Reserve non potrà proseguire imperterrita nella manovra di
rialzo del costo del denaro, di conseguenza non è detto che il
differenziale fra i tassi Usa e quelli europei sia destinato
ineluttabilmente a crescere. Ragion per cui - alla luce di
questa eventualità - l' euro è salito ai massimi di giornata,
a ridosso di 1,30 dollari.
Quanto al secondo elemento che ha movimentato oggi il mercato
delle valute, vale a dire le previsioni sulla dinamica dei
tassi, un autorevole analista di Goldman Sachs si è detto
convinto che la Bce entro la fine dell' anno taglierà il costo
del denaro, in considerazione appunto della persistente
debolezza congiunturale. Un' affermazione che ha pesato, sia
pure momentaneamente, sulle quotazioni dell' euro, che peraltro
in seguito ha recuperato terreno sulla scia appunto del forte
calo degli ordinativi Usa.
Sempre in tema di tassi, ed in attesa del dato di domani
riguardante la prima stima sull' andamento del prodotto
nazionale lordo statunitense nei primi tre mesi del 2005, gli
addetti ai lavori sono in ogni caso convinti che il 3 maggio
prossimo la Federal Reserve deciderà di aumentare ancora il
costo del denaro. Con questo favorendo, almeno sulla carta, il
recupero del dollaro.
Stranamente però proprio il recupero del biglietto verde
tarda a materializzarsi, al punto che la stessa Goldman Sachs
che oggi ha preconizzato un taglio del costo del denaro da parte
della Bce (circostanza che dovrebbe deprimere ulteriormente i
corsi dell' euro) ha confermato la previsione a tre mesi di una
quotazione della stessa moneta unica a 1,35 dollari. Con questo
facendo intendere che, al di là dell' andamento congiunturale e
dei tassi, il dollaro è destinato a rimaner debole per ragioni
strutturali, essenzialmente legate ai due deficit paralleli,
commerciale e dei conti pubblici.(ANSA).