2400 tonnellate di ORO italiano fanno gola al FMI

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Germania: l'oro e' esaurito 10 anni fa

di: WSI Pubblicato il 26 ottobre 2012| Ora 09:39

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Lo sostiene l'esperto dei metalli preziosi James Turk, secondo cui tutto l'oro nei forizieri stranieri e' stato dato in affitto sui mercati. Ecco perche' la Bundesbank non vuole che si faccia un inventario?

James Turk, esperto del mercato dei metalli preziosi.


New York - L'oro che fa capo alla Germania e' in realta' gia' esaurito da dieci anni.

Dev'essere per questo che dalla Banca Centrale tedesca e' arrivato un secco no ai controllori di Stato che vorrebbero fare un inventario delle riserve auree, un tesoro da 133 miliardi che dal primo Dopoguerra è tutto nei forzieri stranieri di Francia, Inghilterra e Stati Uniti?

Secondo le ultime voci pareva che la Germania stesse vendendo oro da Londra, nel quadro di una rete di 'attivita' strategiche' segrete che hanno ridotto l'ammontare di lingotti d'oro conservati nei forzieri della Banca d'Inghilterra a 500 tonnellate.
LA GERMANIA RIMPATRIA IL SUO ORO




di Paolo Cardenà-
Questa è una notizia che non può in alcun modo passare inosservata e, se dovesse essere confermata, dovrebbe lasciarci anche qualche preoccupazione. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Handelsblatt e rilanciato da La Stampa, la Germania sarebbe in procinto di rimpatriare l'oro conservato nelle varie banche centrali sparse per il mondo, e più precisamente presso la Federal Reserve e Banque de France.
da La Stampa


BERLINO

La Bundesbank si appresta a rimpatriare una parte dei propri depositi di oro custoditi all'estero. Il quotidiano economico “Handelsblatt” scrive che domani la Buba darà l’annuncio ufficiale di voler ridurre la quantità di oro depositata a New York e di ritirare completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.

Attualmente le riserve di oro tedesco depositate all’estero sono ripartite nei forzieri della Fed a New York, dove è custodito il 45% delle riserve auree tedesche ammontanti a 3.396 tonnellate, con il 13% giacente presso la Bank of England a Londra e l’11% presso la Banque de France. Nella sede della Bundesbank di Francoforte giace invece il 31% delle riserve.



In un mondo sommerso dai debiti, la decisione di rimpatriare l'oro tedesco dovrebbe dirla lunga sul clima di sfiducia che si sta creando tra le varie banche centrali, oltre che sulla portata di questa crisi.
In tempi di crisi, destinati peraltro a durare a lungo e per i quali (allo stato attuale) è difficile escludere il verificarsi di eventi nefasti di portata imprevedibile, è meglio riportarsi a casa l'oro, si saranno detti i tedeschi. Come dargli torto?
Ma questo, oltre a favorire un possibile inasprimento del clima di sfiducia sui mercati, rischia di produrre anche un effetto emulativo da parte della altre banche centrali che, sulle orme della Bundesbank, potrebbero essere tentate ad agire alla stessa maniera dando il via ad una vera e propria corsa all'oro.


Già da tempo in Germania è aperto il dibattito sull'opportunità di conservare parte della ricchezza aurea fuori dal perimetro nazionale. Ma, al netto della diffidenza regnante sulle capacita degli stessi USA di restituire l'oro in custodia, il repentino cambio di strategia da parte della banca centrale tedesca, dovrebbe indurci a qualche riflessione sugli esiti che potrebbe avere questa crisi che, giorno dopo giorno, sembra demolire in maniera sistematica relazioni ed equilibri creati in 70 anni di pace.


E per quanto riguarda l'oro italiano? Bankitalia continua a mantenere un silenzio inquietante, insieme ad una incomprensibile fiducia nei depositari esteri.


Di seguito, un bel documentario sull'oro italiano.

 
ORO: il barometro settimanale

Scritto il 15 gennaio 2013 alle 12:00 da gennaroporcelli@finanza
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GUEST POST: Gli avvenimenti più importanti della settimana e il ruolo dell’oro nei portafogli di investimento

L’oro ha aperto la settimana a $1.655,80 e ha chiuso a $1.662.80.

La fase attuale di breve termine rimane critica, con tendenza ribassista fino ai $1.540,00;

se dovesse ripetersi una correzione come al termine dello stadio del 2005-2008 (ovvero del 30% dai massimi), potremmo vedere l’oro arrivare fino a $1.450,00.

Terminato il periodo di consolidamento, il metallo giallo dovrebbe essere in grado di recuperare terreno e violare senza problemi quota $1.800,00 l’oncia.


Un comunicato del FOMC (il braccio esecutivo della Fed) ha dato adito a vendite speculative su oro e argento, la settimana scorsa. I membri del FOMC hanno dichiarato che probabilmente porranno termine entro la fine del 2013, all’allentamento monetario (quantitative easing) consistente nell’acquisto di 85 miliardi al mese di Titoli di Stato e Obbligazionari statunitensi iniziato a gennaio di quest’anno.
L’ipotesi ci pare inverosimile.

Dall’inizio della crisi mondiale, nel 2008, i fondi comuni europei e giapponesi e i fondi sovrani cinesi hanno ridotto notevolmente le posizioni in Titoli di Stato USA.

Se la Fed ponesse termine improvvisamente all’acquisto di questi titoli, la bolla sui bonds americani detonerebbe (le quotazioni hanno raggiunto livelli stratosferici, per converso i rendimenti sono sempre piu’ striminziti). Potremmo assistere a un crollo delle quotazioni dei Titoli di Stato USA e un repentino rialzo dei tassi d’interessi sugli stessi; situazione insostenibile per il Dipartimento del Tesoro USA e per il Debito Pubblico americano, ai massimi di sempre (con relativo rischio default entro il 15 febbraio, se il Congresso non approvera’ l’ennesimo innalzamento del tetto del debito).
I fondi pensione giapponesi raddoppieranno i loro investimenti in oro nei prossimi due anni

L’Agenzia Bloomberg mercoledi’ ha riportato uno studio in cui si analizza la propensione all’investimento in oro da parte dei fondi pensione giapponesi (i piu’ grandi al mondo, dopo quelli statunitensi). Bloomberg riferisce che i fondi pensione raddoppieranno (e oltre) i loro assets in oro fisico, per contrastare i target inflazionistici prospettati dal Governo e dalla Banca Centrale giapponese.

Il valore dell’oro espresso in Yen giapponesi ha raggiunto un record di 147.780 yen per oncia in data 2 gennaio 2013 (dopo un incremento del 1% registrato l’anno scorso). Il Primo Ministro giapponese, Shinzo Abe, ha dichiarato di voler raggiungere un target inflazionistico pari al 2%. Questa mossa di Abe e della Banca Centrale avra’ delle conseguenze dirette sulle politiche d’investimento dei propri assets da parte dei fondi giapponesi. Dopo due decadi di stagnazione essi dovranno predisporre delle “difese” anti- inflazionistiche dei propri portafogli.
I fondi pensione saranno costretti a differenziare i propri attivi investendo in oro (asset anti- inflazionistico per eccellenza). Ricordiamo che i fondi giapponesi hanno in carico portafogli globali per un ammontare stratosferico di US $ 3.400 miliardi. I fondi pensione trattano migliaia di migliaia di miliardi in assets globali; una diversificazione nel metallo giallo dei propri investimenti farebbe erompere il mercato dell’oro, mercato di ridotte dimensioni e con una produzione globale in declino relativo.
Riccardo G. – Deshgold
 
:up:

mo grazie Tontolina ;)

a pre-scindere, ahimè da tutto ciò che questo comporta per noi scimmie:(
ciao bella

La Favola dell’Oro Tedesco

22 gennaio 2013 Di FunnyKing

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Ho aspettato qualche giorno prima di cominciare a commentare la notizia del rimpatrio dell’Oro Tedesco in Germania.
Intanto facciamo chiarezza, la Banca Centrale Tedesca, formalmente possiede 3396 tonnellate di oro fisico, ma ne detiene presso i proprio Caveau solo il 31% del totale, il resto si trova:
11% presso la Banca Centrale Francese –> Sarà reimpatriato totalmente in tempi rapidi
13% presso la Banca Centrale Inglese–>Rimarrà dove è (ammesso che esista)
45% presso la Fed di New York–>Ne verranno rimpatriate 300 tonnellate (si passerà dal 45% al 37%)
Tralascio (per ora) di chiedermi il perchè la Buba lasci così tanto del suo oro in mano agli “Angli”, non esattamente una nazione euro-amica, e vorrei concentrarmi su un pezzettino di notizia che è passato meno agli onori della cronaca.
Ci vorranno 8 anni per rimpatriare le 300 tonnallate previste di oro da New York a Berlino e le 376 tonnellate da Parigi a Berlino(?!?)
Ehm, ma, non vi fa alzare il sopracciglio questo dettaglio?
Ecco il comunicato stampa della Bundesbank:
From the Bundesbank:
By 2020, the Bundesbank intends to store half of Germany’s gold reserves in its own vaults in Germany. The other half will remain in storage at its partner central banks in New York and London. With this new storage plan, the Bundesbank is focusing on the two primary functions of the gold reserves: to build trust and confidence domestically, and the ability to exchange gold for foreign currencies at gold trading centres abroad within a short space of time.
The following table shows the current and the envisaged future allocation of Germany’s gold reserves across the various storage locations:
31 December 2012 31 December 2020 Frankfurt am Main 31 % 50 % New York 45 % 37 % London 13 % 13 % Paris 11 % 0 %
To this end, the Bundesbank is planning a phased relocation of 300 tonnes of gold from New York to Frankfurt as well as an additional 374 tonnes from Paris to Frankfurt by 2020.
The withdrawal of the reserves from the storage location in Paris reflects the change in the framework conditions since the introduction of the euro. Given that France, like Germany, also has the euro as its national currency, the Bundesbank is no longer dependent on Paris as a financial centre in which to exchange gold for an international reserve currency should the need arise. As capacity has now become available in the Bundesbank’s own vaults in Germany, the gold stocks can now be relocated from Paris to Frankfurt.
Formalmente la Bundesbank afferma: l’oro dei tedeschi non serve più che sia a Parigi come garanzia per gli scambi internazionali ma serve “ancora” che rimanga allocato in Inghilterra e a New York (in parte).
Tesi interessante, rimane sempre da chiedersi perchè ci vogliano 8 anni: da Parigi a Berlino sono 5-6 ore di viaggio con una scorta ben armata e in meno di 12 ore di aereo si arriva facilmente da New-York alla Germania. (con caccia al seguito).
Dunque la vera domanda è : Esiste l’Oro tedesco nei caveau di Parigi e New York, oppure è stato trasformato in “carta”, venduto sul mercato per una qualche ragione? (tipo sopprimerne il prezzo). E ora per “ridarlo” indietro è necessario ricomprarlo, lingotto su lingotto e consegnarlo?
Come noto l’Oro non si stampa e il mercato dell’oro è troppo “piccolo” per sopportare un acquisto di 676 tonnellate di metallo (Parigi+Fed) in poco tempo. Diluendo gli acquisti in 8 anni puoi sperare di farcela senza farne esplodere il prezzo….
Sempre che qualche altra nazione non lo chieda indietro.
Domanda finale: Dove è l’Oro Italiano?
p.s. non ci chiediamo neppure più se esista fisicamente, quello lasciato fuori dai nostri confini.
 
e l'America và in cerca di oro fisico sulla Luna

Oro dalla Luna? La sfida americana nello spazio alla ricerca di preziosi

La società americana Industrie Deep Space lancerà satelliti a caccia di piccoli asteroidi in transito vicino alla Terra. Obiettivo: estrarre pietre preziose. Per i geologi è materiale che si può commercializzare.





NEW YORK (WSI) - Prima hanno conquistato la luna. Adesso la sfida acquista sostanza: lassù, nello spazio, gli americani vanno a caccia di oro e metalli preziosi. Non è una boutade, ma la strada che ha deciso di percorrere una società statunitense. La Industrie Deep Space ha intenzione di lanciare satelliti a caccia di piccoli asteroidi in transito vicino alla Terra, da cui un giorno potrebbero essere estratte pietre preziose.

Il gruppo manderà in orbita satelliti nel 2015 in missione da due a sei mesi, al fine di raccogliere materiale che verrà studiato l'anno seguente. La società non disdegna l'ipotesi di lavorare i frammenti di asteroidi provenienti dallo spazio, per metterli successivamente in vendita. Che non sia un piano "campato in aria" lo prova il fatto che Industrie Deep Space abbia ricevuto finanziamenti dai fondatori di Google Larry Page ed Eric Schmidt, nonché dal produttore cinematografico, James Cameron.

E' noto ai geologi che la composizione degli asteroidi è varia: alcuni sono ricchi di leghe del gruppo del platino mentre in altri è stata riscontrata la presenza di metalli preziosi o semplicemente di nickel o ferro. Come riferito da Mark Sonter, un geologo consulente per Deep Space Industries, si tratta di materiale potenzialmente di grande valore e che potrebbe essere commercializzato.

da Oro dalla Luna? La sfida americana nello spazio alla ricerca di preziosi
 
Operazione “Gold zurück in die Heimat”

Posted by Maurizio - 4 febbraio 2013 - Blog
Operazione


Riprendiamo di seguito per chi non avesse avuto l’opportunità di leggerlo l’articolo della Mazziero Research pubblicato il 25 gennaio dal sito ITForum.
Operazione “Gold zurück in die Heimat” così potrebbe essere chiamata la decisione della Bundesbank di ricondurre parte dell’oro all’interno dei propri confini. Non si tratta di una decisione improvvisa, ma della diretta conseguenza di una controversia tra Fed e Buba.
Ben 1.536 tonnellate delle riserve aurifere tedesche, poco meno della metà, sono custodite nel quinto piano sotterraneo del palazzo della Fed in Lyberty Street a New York, 25 metri sotto il piano stradale e 15 metri sotto il livello del mare.
La Fed è sempre stata molto restia a far accedere persone nei propri caveau, anche quando queste ne hanno pieno titolo; a Fort Knox ad esempio pare che nessuno da diversi decenni sia stato autorizzato all’accesso. Dopo molte richieste, nel 2007 la Bundesbank ebbe il permesso di accedere, ma non gli fu permesso di andare oltre la soglia dei corridoi delle stanze blindate. Nel 2011 la Bundesbank ottenne un secondo permesso e riuscì ad accedere a una delle nove camere di sicurezza, pesando anche alcuni lingotti presi a campione. (Fonte: Der Spiegel)
Questo tipo di ispezioni viene ritenuto dai tedeschi del tutto insufficiente per portare a termine un’accurata certificazione del proprio oro detenuto presso la Fed e questo elemento ha innescato un dibattito politico in casa CSU e FDP per proporre il rimpatrio di tutto l’oro detenuto al di fuori dei confini.
Da qui la definitiva decisione di riportare in patria il 50% dell’oro detenuto all’estero, trasferendo entro i prossimi 8 anni 300 tonnellate del metallo prezioso da New York a Francoforte, a cui si aggiungeranno le 374 tonnellate detenute a Parigi; nessuna variazione invece dovrebbe riguardare le 445 tonnellate di oro presenti a Londra, che erano già state interessate da un rimpatrio tra il 2000 e il 2001 di 974 tonnellate di fronte al rincaro del costo di deposito richiesto dalla Bank of England.
L’operazione di rimpatrio dell’oro risulterà abbastanza complessa e costosa; mentre il trasporto da Parigi potrà svolgersi agevolmente con autotreni, il trasferimento da New York comporterà almeno 60 voli da circa 5 tonnellate ciascuno, per mitigare il rischio. Il costo dell’intera operazione potrebbe aggirarsi tra i 5 e i 10 milioni di dollari.
Entro il 2020 le 3.395,5 tonnellate di oro tedesco, acquistato tutto dopo la fine della seconda guerra mondiale, sarà custodito per il 50% nei forzieri della Bundesbank, per il 37% a New York e per il 13% a Londra; a Parigi dove attualmente risiede circa l’11% non resteranno più riserve tedesche. Il prelievo dell’oro custodito in Francia è stato motivato con il fatto che trattandosi di un paese appartenente alla medesima area valutaria appare di fatto inutile la giacenza di oro che normalmente funge da collaterale per le transazioni commerciali.
La decisione di Francoforte di rimpatrio, seppur parziale, del proprio oro si aggiunge a quelle di Venezuela, Iran e Libia ed è plausibile domandarsi se assisteremo a ulteriori simili decisioni da parte di altri paesi, specialmente se il debito pubblico americano dovesse continuare ad aumentare. Non è escluso, inoltre, che in futuro potranno sorgere dubbi sulla reale presenza dell’oro sul suolo americano.
Infine, se l’oro fosse veramente in bolla o destinato a un lungo trend di ribasso perché mai le banche centrali, che sono fra gli operatori più informati del mercato, dovrebbero darsi pena per rimpatriare il proprio metallo prezioso? Non sarebbe più semplice venderlo senza far troppo rumore?
 
L’oro è una commodity che ha interrotto il suo trend rialzista di lungo. E’ un fatto, non un’opinione.

Ora il trend è laterale sul grafico mensile, un altro fatto incontrovertibile.

Questo aumenta molto il rischio di chi detiene posizioni di lungo e richiederebbe una copertura se si detiene una posizione fisica. Il grande box laterale sembrerebbe, stando all’analisi tecnica grafica, un box classico di distribuzione, grande ed esteso nel tempo che quindi lascerebbe immaginare una rottura ribassista con un target pari alla base della formazione ribaltata in giù. Non moltissimo quindi ma nemmeno poco.

Ovviamente, tracciato lo scenario di base, al trader il compito di valutare le qualità dei movimenti sul settimanale, sul giornaliero e sull’intraday con il futures sull’oro.

Ricapitolando, ma è la mia personalissima e fallace opinione

1) chi non è posizionato rischia molto ad entrare

2) chi è short ha buoni livelli dove posizionare lo stop che, con ogni probabilità, è già in pari

3) chi è long dovrebbe proteggersi con uno stop se opera con derivati o acquistando un derivato a copertura se è investito nel sottostante fisico

4) chi è indeciso può sempre pregare o sperare, ma sull’utilità di questi due punti ho già espresso la mia opinione
F.to Stefano Fanton

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Ultima modifica:
Dan D sull’argento

http://www.rischiocalcolato.it/2013/05/dan-d-sullargento.html
Il nostro “amico” Dan D ci ha beccato alla fine dopo aver previsto crolli di oro e argento per mesi e mesi. E che dice ora?


The Fundamental View – Updating Silver
Di Dan D. – Tuesday, May 7, 2013 Visto che l’argento ha fallito nel confermare il primo pennant (figura dell’”analisi tecnica” come la flag seguente) – ha toccato il 50% di ritracciamento di Fibonacci ma poi è ricrollato sotto il livello dei 38,2% – e che poi il livello dei 38,2% si è comportato da resistenza e l’argento ha preso a disegnare un’altra flag ribassista molto netta,
Se l’argento dovesse rompere la resistenza dei 23,35 – 23,40 potremmo assistere ad un altro calo del 19-20%, pari a quello di 3 settimane fa. Resto bearish.




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da Argento Fisico
 

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