(4) Gli amici di Ettore_61 e non solo..... (7 lettori)

ettore_61

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Amici peones,

Ho aggiornato l'ipotesi di costruzione del wolfe sull' SPMIB dopo la formazione del punto 4 modificando la trendline 2-4 e la conseguente trendline terget (1-4).
Se tutto va bene si dovrebbe scendere fino alla costruzione del punto 5 (con nuovo minimo) che dovrebbe dare un falso segnale della violazione della trendline 1-3...
I movimenti ipotizzati servono solo a dare l'idea di dove si dovra' andare e non sono indicativi della velocita' del movimento.

Saluti

Ettore


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Aggiorno anche l'ipotesi del wolfe pattern.
La maroubozu chiama con prepotenza il ribasso.
Per oggi, attenzione alla meta' del real body che funge da resistenza.....

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ettore_61

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buongiorno a tutti qualcuno potrebbe postarmi il grafico ed un'analisi di intesa sanpaolo risparmio grazie mille :up:

Ciao telstar,

Come puoi vedere il titolo ha costruito un'area di supporto di brevissimo in area 1.95 che gli sta permettendo di riprendere il livello psicologico dei 2 euro.
Il segnale di acquisto e' stato appunto dato (dal superamento dei 2 euro) per un primo target in area 2.08 e il successivo a 2.13/2.15.
Come potrai altresi' notare, il titolo rimane confinato al ribasso anche nel brevissimo a cusa della trendline ribassista che ha negato gia' 2 volte il tentativo di rottura per cui, la rottura di questa trendline dovrebbe fornire un primo segnale di inversione di breve con target 2.45/2.55 e 2.77/2.8.

Molto importante e' l'ultimo livello (2.77/2.8) che potrebbe consentire al titolo di andare verso la trendline di breve/medio (rossa).

I livelli citati possono essere presi come ingressi ma fai attenzione agli stop che volutamente non posto essendo soggettivi (propensione al rischio).

MACD in territorio negativo a testimoniare il trend ribassista di fondo ma sopra il suo trigger ....a testimoniare che il trend di brevissimo si antiene al rialzo.
Occhio alla rottura ribassista del trigger che fornisce il segnale di vendita.....
RSI infase neutrale.

Una piccola nota, se la candela di oggi fosse confermata in chiusura, avremmo una forte figura di inversione di breve (engulfing bullish) con la candela di ieri.

Buona giornata

Ettore

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Ultima modifica:

veilfast

Forumer storico
Un anno di stime sulla crescita: è stata un'escalation al ribasso

Un saluto x gli amici del topic :)

Crescita tiepida. Paese fermo. Recessione.

E' l'interminabile esclation, ovviamente al ribasso, dei più importanti rapporti sullo stato di salute del Paese nell'anno in corso.
Oggi è arrivata l'ultima stima di Confindustria: Pil in calo dello 0,4% nel 2008; contrazione nel 2009 dell'1%. Risultato? Entriamo nella «recessione più lunga dal dopoguerra». :(

Il primo richiamo è di Bankitalia, a gennaio: il Prodotto interno lordo si fermerà all'1% nel 2008 e all'1,1% nel 2009.
Insomma, per gli esperti di palazzo Koch l'economia, seppur tiepidamente, avrebbe continuato la sua marcia.
Appena un mese dopo è la volta di Confindustria che, in qualche modo, già intravede un futuro più fosco: la crescita del Pil si attesterà allo 0,7% nel 2008 contro l'1,7% del 2007.
Ad aprile è il turno dell'Fmi: l'Italia rischia la crescita zero, l'incremento del Pil non supererà quest'anno lo 0,3%.
Un taglio drastico rispetto all'1,3% previsto a ottobre.

Ma è solo l'inizio.

L'estate si avvia con una nuova fotografia di Confindustria: l'Italia è ferma.
La crescita del Pil si fermerà allo 0,1% nel 2008 (non più dello 0,7% previsto pochi mesi prima).
Il 2009 sarà un po' meglio, ma con una crescita di un misero 0,6%.
Un mese dopo - siamo a luglio - è di nuovo Bankitalia: Pil +0,4% nel 2008 e nel 2009; allarme consumi. già...:(
Il Paese è fermo, malato di scarsa produttività, alta inflazione e redditività delle imprese in flessione. :(

Quando ad Agosto l'Istat certifica la crescita zero nel secondo trimestre, Confindustria commenta: «Siamo sull'orlo di una recessione e solo nel 2009 ci saranno segni di ripresa».
Gli analisti di Standard and Poor's confermano: l'Italia finirà in recessione.

A settembre, mentre i dipendenti di Lehman Brothers, dopo aver intasato i server di posta della banca con i loro curricula, lasciano gli uffici con gli scatoloni in mano, l'Ocse abbassa le stime di crescita per l'Italia nel 2008 allo 0,1%, dallo 0,5% fissato a giugno.
Il Pil registra un segno meno, e il -0,1% su base annua è il peggiore dal terzo trimestre del 2003.
Il Governo, poi, taglia le stime di crescita per il 2008 dallo 0,5% allo 0,1%, e per il 2009 da 0,9% a 0,5%.
Sono le ultime stime elaborate dal ministero delle Finanze, e, sebbene decisamente ridimensionate rispetto al Dpef 2009-2013, restano le più ottimistiche.

Anche perchè a ottobre l'Fmi torna sui suoi passi: altro che "crescita zero" - come detto a inizio primavera - l'Italia sta entrando in recessione, con una previsione di andamento del Pil a -0,1% nel 2008 e a -0,2% nel 2009. La Commissione europea, nelle sue previsioni di autunno, dice che nella seconda metà del 2008 il nostro Paese «è entrato in una recessione tecnica» che le farà chiudere l'anno con una crescita zero.
La stagnazione durerà anche nel 2009, mentre una leggera ripresa è prevista nel 2010 con un Pil allo 0,6%.
E' di pochi giorni fa la certificazione dell'Istat su un nuovo calo del Pil: -0,5% nel terzo trimestre rispetto al precedente, e -0,9% rispetto al terzo trimestre 2007.
E di oggi, sabato 15 novembre, l'ultima previsione di Confindustria: siamo nella peggiore recessione dal dopoguerra.
 

veilfast

Forumer storico
la crisi, tutti i nodi da sciogliere al G20

Finalmente ci siamo.
Il tanto atteso summit G20 di Washington, da cui ci si attendono misure fiscali e monetarie supplementari per far fronte alla crisi finanziaria globale, è giunto.
Un primo risultato è comunque stato già raggiunto con l'annuncio, da parte del Giappone, di essere disposto a prestare fino a 100 miliardi di $ delle proprie riserve in valuta estera al FMI per sostenere i Paesi emergenti più colpiti dalla crisi finanziaria mondiale.

Le economie avanzate in recessione

Ma anche fra i Paesi industrializzati la situazione non è rosea.

In recessione tecnica (calo del Pil per due trimestri consecutivi) ci sono Germania (prima recessione dal 2003) e Italia (dato peggiore dal 1992/1993), mentre la Spagna ha evidenziato, nel terzo trimestre 2008, il primo calo su base trimestrale dal 1993 (-0,2%, dato preliminare).

Schiva per ora la recessione tecnica la Francia con un Pil del terzo trimestre 2008 sorprendentemente in aumento, anche se solo dello 0,1% (sempre su base trimestrale).

Nel complesso l'Eurozona (secondo le rilevazioni Eurostat) è entrata nella sua prima recessione tecnica con un Pil sceso dello 0,2% in ciascuno degli ultimi 2 trimestri (stabile invece nel terzo trimestre 2008 il Pil dell'UE a 27).

La crisi dell'auto
Per molte delle economie europee, come del resto negli Usa, il settore industriale più interessato dalla crisi rimane quello automobilistico.
Nel "mensis horribilis" di ottobre 2008, secondo i dati Acea (associazione costruttori europei di auto), le immatricolazioni di nuove auto in UE27 + Efta sono scese del 14,5% su base annua e, nei primi 10 mesi del 2008, del 5,4%.
Nonostante l'Italia abbia evidenziato contrazioni nettamente superiori alla media europea (-18,9% per il mese di ottobre e -12% per i primi 10 mesi dell'anno), la Fiat a livello europeo è riuscita a contenere la flessione rispetto ai principali concorrenti ed ha così incrementato la sua quota di mercato, raggiungendo i quarto posto fra i costruttori europei.
La stessa Fiat ha già programmato per i prossimi mesi di dicembre e gennaio nuovi periodi di cassa integrazione in quasi tutti gli stabilimenti produttivi.

Nulla a che vedere, comunque, con i boccheggianti colossi USA, dato che General Motors potrebbe non disporre di liquidità sufficiente fino a fine 2008, mentre Chrysler ha esplicitamente affermato che senza aiuti federali e un'alleanza con un partner straniero o locale, è in gioco la sopravvivenza stessa del gruppo.
Il progetto di fusione tra i due colossi malati dell'auto Usaè stato abbandonato, ma il loro salvataggio (a cui si aggiunge quello di Ford Motors anch'essa in grave crisi) sarà sicuramente oneroso e, nonostante il parere favorevole del Presidente eletto Obama e della Presidente della Camera Nancy Pelosi, il Governo statunitense attualmente in carica sembra per ora riluttante ad appesantire ulteriormente il già provato bilancio federale.
Il deficit Usa nel mese di ottobre 2008 ha infatti raggiunto il livello record di 237,1 miliardi di $ (55,8 miliardi a ottobre 2007), a fronte di attese di mercato pari a circa 175 miliardi; ma sul passivo di ottobre 2008 ha già pesato, per 115 miliardi, l'impatto del piano di salvataggio varato dal Tesoro statunitense.
 

veilfast

Forumer storico
L'Italia cioè " noi " siamo sempre in attesa del piano anti-crisi

In Italia si attende il varo dell'ancora "misterioso" piano di sostegno all'economia/Pmi/banche (in via indiretta), che per gli istituti di credito potrebbe probabilmente prevedere l'emissione di prestiti obbligazionari da parte del Tesoro, che con la liquidità ricavata dall'operazione sottoscriverebbe a sua volta obbligazioni bancarie (quasi certamente subordinate) che potrebbero integrare gli indicatori di bilancio Tier 1 o meglio, se tecnicamente possibile, Core Tier 1.
I maggiori istituti di credito italiani, nel presentare i dati di bilancio al 30/9/2008, hanno più o meno velatamente affermato di ritenere interessante il ricorso a tale forma di sostegno finanziario ove questa fosse varata;

In Francia una misura di questo tipo ha visto l'adesione di alcuni importanti istituti (fra cui Société Générale), ed è subordinata all'impegno, da parte delle banche, di incrementare nel 2009 i prestiti alle imprese francesi di una percentuale compresa fra il 3% e il 4% rispetto al livello 2008.

Probabilmente una misura analoga sarà presa anche in Italia; intanto, dopo l'iniziativa "Impresa Italia" di Unicredit, anche Intesa Sanpaolo ha varato un piano di sostegno alle PMI, in questo caso del Centro-Nord e con garanzia Eurofidi, per un plafond complessivo di 800 milioni di euro.
 

veilfast

Forumer storico
Banche, Pmi, famiglie ,nel piano per l'Italia

Un piano d'azione da 80 miliardi per scongiurare il blocco dell'economia italiana, che al passaggio d'anno è stimata in recessione, con una prospettiva di perdita di valore aggiunto sul prodotto interno pari all'1% nel 2009.
Gli interventi annunciati a Washington dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dovrebbero vedere la luce questa settimana con uno o più decreti legge.
Si partirà con le misure per la ricapitalizzazione delle banche per poi proseguire con le altre misure destinate al rilancio delle domanda attraverso investimenti pubblici, un pacchetto di incentivi per ridare spinta agli investimenti privati e infine gli aiuti alle famiglie con reddito più basso.

Insomma, un maxi-piano espansivo che potrebbe invertire il ciclo già dal secondo semestre del prossimo anno.

Cipe.
Venerdì 21 novembre, questa è l'unica data indicata come certa, in una riunione straordinaria del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) verranno definiti i criteri di ripartizione di finanziamenti per 16 miliardi.
In larga parte si tratta di fondi già appostati e di finanziamenti europei, per circa 12 miliardi, mentre altri 4 miliardi verranno mobilizzati su progetti con partecipazione pubblico-privati, con il modello del project financing.

Il Cipe pianificherà anche l'utilizzo di fondi Ue già stanziati e che proiettano su tre anni una cifra stimabile in 40 miliardi per ambiente, ricerca e sviluppo.
«Pensiamo di ristrutturare le tariffe autostradali in modo da modificare in meglio il sistema che c'è stato finora per cui aumentavano le tariffe anche se non si facevano gli investimenti.
E poi- ha detto Tremonti - magari le aziende facevano i dividendi. Stimiamo che con questo accordo con le compagnie autostradali si mobilitino almeno 10 miliardi di euro, ma pensiamo di più».

Pmi e famiglie.
Tra gli altri interventi che formano il piano complessivo Tremonti ha citato «interventi per la fiscalità delle imprese», come la possibilità di pagare l'Iva per cassa e la proroga dei premi di produttività, mentre la proroga della detassazione (al 10%) degli straordinari era già stata confermata nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.
Per le famiglie il ministro ha parlato di uno stanziamento «non piccolo ma che ancora deve essere definito, in una logica di riduzione della tensione che c'è in questa fase».

Banche.
Riguardo agli interventi per la ricapitalizzazione delle banche e finalizzato a riattivare gli impieghi verso aziende e famiglie, Tremonti ha confermato che i tempi saranno molto brevi e, anche in questo caso, ha parlato di un decreto.
«Stiamo finalizzando la procedura per riaprire il canale di finanziamento alle imprese.
Dobbiamo fare un provvedimento per evitare la riduzione e la restrizione del credito.
Non è per le banche è per le imprese», ha detto.

«Stiamo definendo i tempi tecnici - ha aggiunto il responsabile del dicastero di via XX Settembre - e immaginiamo che ci sia un impegno da parte del sistema bancario non solo a mantenere ma ad ampliare il canale di finanziamento alle imprese.
Il presidente Berlusconi ha parlato con il presidente dell'Abi che prefigura un crescente impegno su questo comparto».
Poi Tremonti ha aggiunto che accanto a questi strumenti ci saranno anche «fidi e confidi e un sistema di garanzie che stiamo studiando».
L'ipotesi di cui s'è parlato negli ultimi giorni prevedeva, su quest'ultimo fronte, l'attivazione di un fondo di garanzia per riassicurera il sistema del consorzi fidi delle associazioni industriali e artigiane per una valore compreso tra gli 800 milioni e il miliardo l'anno.

L'impatto su deficit e debito.

Il ministro dell'Economia, nel riassumere il piano anti-crisi, ha concluso che gli impegni finanziari complessivi saranno in linea con l'Europa e compatibili, per come sono articolati, con il deficit e il debito.
«Non c'è un Paese europeo che abbia fatto interventi se non per le banche - ha insistito Tremonti - ma è un altro discorso.
Noi non abbiamo avuto bisogno di interventi sul capitale delle banche e altri interventi non sono stati fatti».
L'insieme delle misure avrà effetto sul debito lordo ma non sul netto, mentre l'impatto sul deficit sarà limitato.

«Le obbligazioni per le imprese aumentano il debito lordo, ma non quello netto perché sono baciate - ha aggiunto il ministro -.
E su altre voci che non sono così significative avremo da fare delle coperture, ma una cosa positiva della Commissione europea è che ammette la tecnica della copertura one off, (ovvero limitata a un intervento isolato). Se la spesa è one off la copertura è one off».

Il ministro ha sottolineato più volte che l'impatto sul deficit sarà comunque limitato a solo una parte dei fondi messi in campo.
«Una parte dei fondi sono già nei tendenziali, una parte sono privati e per la parte restante di quella spesa la copertura sarà one off», ha detto.
Di questo si sta parlando in Europa: «È una delle discussioni che stiamo facendo, tutti i Paesi.
Noi comunque non andiamo sopra il 3% (del rapporto deficit/Pil) ma ci ammettono a fronte di una spesa certamente one off anche una copertura dello stesso tipo che passa fuori dal 3%».
 

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