I democratici.
Qualche ora fa Youtube ha bloccato per una settimana il canale di VisioneTV. Il motivo? Il solito: il canale non ripete a pappagallo la preghierina del pensiero unico, dunque va punito.
Sorpreso? No, per niente. Ormai è chiaro a chiunque abbia più di tre neuroni attivi che queste grandi piattaforme social sono piccoli lager monopolitici e monoideologici, in cui si può essere censurati, limitati e sbattuti fuori da un giorno all'altro.
Dall'altra parte dell'oceano, Donald Trump sta per trascinare in tribunale il trio delle mer(d)aviglie, ovvero Google, Facebook e Twitter. Parliamo dei giganti di Silicon Valley che hanno censurato l'ex presidente USA e milioni di utenti, rei di aver espresso perplessità sull'esito delle elezioni e sulla narrazione attorno al Covid (un virus creato in laboratorio? Gombloddoh! Ah, no...)
La questione ormai va avanti da troppo tempo. Questi social sono vere e proprie sedi di partito: o hai la tessera o quella è la porta. "My way or the highway", citando Tarantino. A disonesti e lobotomizzati va benissimo così, a centinaia di milioni di cittadini proprio no. Lo dimostra il crollo del rating delle applicazioni Facebook e Twitter sugli store, che sta causando a questi colossi anche notevoli perdite in borsa.
Dunque, che fare? Lo ripeto: lasciare Facebook, Youtube o Twitter pensando di fare un dispetto al sovrano non serve a nulla. Puntano proprio a cacciarci via, perché aiutarli? I numeri, purtroppo, sono ancora qui. È molto più saggio usare questi numeri contro i nostri nemici, raggiungendo più persone possibili per ricordare costantemente loro che ESISTONO ALTERNATIVE.
Tre su tutte: Rumble, Telegram e Sfero.
Rumble è un'ottima alternativa a YouTube ed è utile anche come archivio anti-censura. Telegram permette di condividere materiali (video, immagini, audio anche live), organizzare gruppi e gestire canali.
E infine: Sfero, il social italiano. Ho creduto nel progetto fin dall'inizio e sono contento di non essermi sbagliato. I ragazzi dietro Sfero stanno lavorando con la Barterfly Foundation per far compiere al social il passo avanti che serve a farlo diventare un'alternativa di primissimo rilievo, con tanto di moneta interna e nuove funzionalità. Sto dando una mano alla comunicazione e da parecchio tempo faccio di tutto per far scoprire questo social a più persone possibili.
Oltre a me, si sono iscritti a Sfero persone come Ilaria Bifarini, Sandro Torella, Stefano Montanari, Guido Grossi, Stefano Becciolini ecc...
Si può crescere, si deve crescere, si crescerà. È abbastanza? No, c'è tanto ancora da fare. Chi può, dia una mano. Una donazione, un suggerimento, la semplice diffusione: tutto può servire. Siamo sulla linea del Piave, non si fa un passo indietro.
Matteo Brandi