Arte Concettuale - genesi, significati ed evoluzione

Ripartiamo dallo scritto di Baleng su Isgrò che pone alcune domande e chiede risposte semplici.

Mi viene in aiuto un testo che proprio in premessa cita
"L'Arte Concettuale può essere molte cose, ma è principalmente l'arte di porsi delle domande"
(arte concettuale di Peter Osborne, edito da Phaidon)
 
Quello che accomuna tutti gli Artisti (eviterò di far nomi) e' la contestazione, o meglio critica, alla sola definizione e lettura estetica di un'opera d'arte (secondo i canoni che Baleng conosce forse meglio di tutti noi), per porre invece in evidenza il ruolo centrale delle idee che stanno alla base del significato solo visivo dell'opera.

Con quali mezzi e quali risultati questo si sia ottenuto, o meno, e' un lungo percorso forse ancora non concluso.

Di sicuro però dobbiamo convergere sul fatto che proprio questo cambiamento da "apparenza" a "concezione", ha segnato la nascita dell'arte contemporanea.

Se concordiamo su questo mi pare che già un primo ed importante risultato lo si possa attribuire
 
Tornando alle questioni poste da Baleng,
le sintetizzo per poi provare a dare delle chiavi di lettura,
quanto semplificate onestamente non lo so, ma lo scopriremo

@baleng chiede che qualcuno gli dica:

perché dovrebbe piacermi?
perchè dovrebbero esistere altre opere oltre la prima, o le prime due o tre?
perché dovrei pagare bei soldoni per queste opere?
come si potrebbe riconoscere un falso?

ma chiede di motivare ...
... senza spiegare la ricerca
... dando risposte sulla validità dei risultati


aiuto non so da dove partire
:-R

baleng se mi dai un primo appiglio :abbocca:
ci provo :maestro:

chiariamo però fin da subito che se parti dalla critica di Clement Greenberg,
secondo cui la arte vera si basa solo sul sentimento (critica modernista)
allora non ci possono essere punti di incontro
Clement Greenberg
 
Ultima modifica:
dialogando con @Cris70

Grazie per aver citato Greenberg, che nella mia ignoranza a macchia di leopardo proprio non conoscevo. Negli ultimi 20 anni ho letto quasi esclusivamente di psicoterapia e di scienza spirituale, non è che sia andato alla deriva; ma tutto non si può seguire.
Negli anni 70 se non eri per l'arte come critica sociale eri out, un giurassico ecc.:melo: Ma le dittature critiche mi fanno il solletico, e non per presunzione, ma per rispetto verso me stesso.
Ho visto con piacere che Greenberg fu uno tra i pochi a non farsi imbozzolare nell'imbroglio. E ho pure il sospetto che molti di quelli che oggi esaltano il concettuale siano gli stessi che una volta pretendevano, loro sì con presunzione, di indirizzare l'arte verso un ruolo politico. Ma su questo, sorvoliamo. :S

Sul 3d dell'astratto vs figurativo potrai vedere come io preferisca ricercare che cosa realmente avviene (tecnica del rallentare e analizzare ciò che accade in frazioni di secondo) piuttosto che partire con preconcetti da difendere ad ogni costo. Siccome qui nessuno offende quelli dell'altra sponda, continuiamo così che va bene, qualsiasi conclusione si ritenga di trarre. Certo dovrai tollerare che la mia tesi di laurea si intitolasse "Per una critica d'arte su basi psicosomatiche", come dire c'è la psiche ma c'è anche il soma. Potrei avere qualche difficoltà ad abbandonare la mia pur un po' abbondante veste materiale. :-D:(

Però un bastone tra le rotelline forse potrei già metterlo :X sotto forma di osservazione preliminare.
Vediamo la cupola del Brunelleschi e sappiamo trattarsi di architettura, la guardiamo e valutiamo secondo la categoria (già impostata): Architettura.
Statue del Donatello o di H.Moore, naturalmente: Scultura. Cerchiamo valori diversi da quelli di Architettura.
Affreschi di Piero e linoleum di Picasso: altra categoria, Pittura (comprendente la grafica, il disegno ecc.)
Musiche di Brahms o Ravel: Musica, naturalmente (da cui escludo tutto il chiasso che sappiamo).
Romanzi di Tolstoj o Manzoni: Letteratura (narrativa)
Scritti di Einstein: Scienza (poi, se belli come in Galileo o Freud possono pure avere un valore letterario, ma prima si valuta lo scientifico).
Poesie di Shakespeare o dell'Ariosto: Letteratura (poesia)
Esistono anche prose poetiche, come forma intermedia: una categoria a sé.
Grafici di un ponte: Ingegneria (poi possono anche essere belli).
Bilancio della Popolare di Vicenza: Matematica & Economia, più una bella dose di Criminologia :jolly:
Operazione a cuore aperto: Medicina Chirurgica.
Cibo di Vissani o Ducasse: Cucina
Gemiti della Valeria: Erotismo (Arte erotica, ma sul campo :pig:)
Manipolazioni del Mago Silvan: Arte illusionistica
Giocolieri ed acrobati vari: Arte Circense.

Per ogni specialità cerchiamo valori diversi. Continuamente si creano categorie nuove, con diversi valori e risultati, dunque con regole differenti e "pubblico" di utenti differente. Posso sovrapporre il pubblico di due specialità, come nei famosi insiemi (teoria a suo tempo gonfiata, e anche lì, chi non era supinamente d'accordo era un reazionario: impareremo mai a pensare con la nostra testa, e soprattutto a pensare sempre e su ogni cosa, ed allo scopo di chiarire e conoscere, non di vincere sull'avversario?) Voglio dire: parte del pubblico della Formula Uno sarà presente anche in quello dell'Architettura o della Chirurgia, chi ama il football può pure vedersi la mostra di Manzoni.
Ma ...
Ma se qualcuno vuole invece sovrapporre non il pubblico, bensì le categorie stesse, e mi dice che Vissani è un vero artista, e io rispondo che lo sarà in cucina, nella culinaria, e lui insiste, no, proprio anche nell'arte figurativa, guarda come presenta i suoi piatti ...
e se un altro mi sostiene che Maradona non era solo un artista del pallone, ma un artista visivo tout-court
e se un altro a caso :prr: tipo HollyFabius:up: mi parla della soddisfazione estetica che si ottiene da certe equazioni o teorie scientifiche e mi dice che quella è arte
allora ...
allora, come disse quel Presidente, che era ingrassato di due taglie, provandosi i pantaloni dell'anno prima, allora io non ci sto. :melo::noo:

Perché la bellezza di certe, lo dico genericamente, costruzioni umane è innegabile, ma richiede di essere sperimentata e valutata secondo i suoi propri valori, eventualmente definendoli non necessariamente sempre a priori, ma magari anche nel tempo. La somma di quei valori potrà prendere poi il nome della categoria corrispondente: scacchistica, opera lirica, enigmistica, concorso di bellezza, e richiederà specifiche competenze. Come è vero che non molti sono in grado di giudicare la bellezza di una partita di bridge ... però nessuno intende esporla al MOMA, se non per la sezione, che so, costume o simili. E certe attricette sono sicuramente più belle della Venere di Milo, ma non le espongono al Louvre.
Poi potrà succedere, come per Galileo, che certe qualità siano sovrabbondanti, e un giocatore di pallone possa richiamare alla mente un ballerino classico: ma non è un ballerino, anche se nessuno gli nega delle qualità particolari. Non si dà da fare per quei valori là, quelli della danza. Lui conta nel recinto Calcio.
O si pensa che certe costruzioni + o - di poesia visiva fatte da Apollinaire avrebbero retto il giudizio nel tempo se egli non fosse stato prima di tutto un buon poeta?
Se Wagner avesse scritto solo i libretti delle sue opere, e non la musica, staremmo qui a parlarne come di un genio?

Tutto questo preliminare per dire: l'arte concettuale si è creata o sta creando, pare, il suo recinto. Su questo nulla da obiettare. Ma se i suoi valori sono ben diversi da quelli dell'arte (o classica, o moderna, o ..., ma sempre con una costante - da individuare), che si crei i suoi spazi distinguendosi da quella, ma anche dalla filosofia, dalla scienza ecc. Magari si scoprirà che il suo campo è più vicino a quello del gioco o del teatro, ma, come non approverei il guardare all'acrobata con l'occhio con cui guardo Chagall (che pure faceva volare gli asini e i tori), così potrei pensare che l'arte concettuale quando entra in un museo stia invadendo spazi a lei estranei. Perché a campi diversi valori diversi e atteggiamento attenzionale diverso.

Potrei, eh!
E se serve portare l'esempio anche nel campo musicale, spiegando perché i Duran Duran alla Fenice sarebbero leggermente fuori posto, qualcuno me lo dica che apro il 3d. Che ci può stare, visto che c'è pure quello delle Televendite :prr::B
 
eccomi qui.
il sabato sera è decisamente il momento migliore per chiacchierare d'Arte

non riporto il post di Baleng, ma spero di sintetizzarne il concetto:

l'Arte Concettuale è un gran mix di teorie, discipline, tesi ed antitesi,
che a volte non dialogano tra di loro perchè sono prive di un valore riconosciuto che le unifichi,
e le faccia rientrare in un recinto che, pare a Balneg, si stia invece ricostruendo a posteriori,
per permettere all'arte concettuale di invadere spazi a lei estranei come i Musei.

Allora,
non sono in grado di dirti se è in atto un processo di catalogazione
e/o di "artificiosa" costruzione di un movimento Concettuale che di fatto non esiste,
nè tanto meno se questa attenzione oggi prestata all'idea (o ideazione) di un'opera d'arte,
sia qualcosa di volutamente mercificatorio creato ad arte per avere nuove sponde di lucro.

Dai tuoi post precedenti leggo sostanzialmente questo.

Posso però affermare con ragionevole certezza che quella che oggi definiamo Arte Concettuale,
è qualcosa che di fatto si è concentrato in un arco temporale molto limitato di circa una decina d'anni tra i primi anni '60 e la metà degli anni '70.

In quel particolare decennio accadde proprio quello che Baleng denuncia: un gran casino.

Una tale e tanta proposta di linguaggi nuovi e di pratiche artistiche mai viste,
che gli stessi critici di allora fecero fatica ad inquadrare.
Abbastanza eloquente ad esempio, è il fatto che lo stesso Gillo Dorfles
(e si, adesso è qui mio fedele compagno per aiutarmi a contestualizzare quanto scrivo)
dopo aver pubblicato con Feltrinelli nel giugno del '61 il suo "Ultime tendenze dell'arte d'oggi",
sente l'esigenza di ripubblicarlo nel novembre del 1973,
aggiornando ed accrescendo lo stesso testo proprio con quello che aveva visto in quei dieci anni.

Concentriamo quindi per adesso l'attenzione in quel decennio.
E allontaniamo l'idea che quasi 50 anni dopo, qualcuno stia ripescando artisti dimenticati.
Primo perche' di fatto non sono mai stati nell'oblio ed a seguire perchè di fatto sono già nei musei da almeno 40 anni.

prosegue ...
 
Di cosa stiamo quindi cercando di parlare?

Parliamo di una serie di processi creativi, a volte molto eterogenei tra di loro,
ma tutit accumunati da una rivoluzione comune che intendeva:

1. ridefinire la stessa parola "Arte"
2. mettendo in discussione innanzitutto il concetto di opera d'arte come semplice oggetto
3. ridefinendo la percezione e la critica estetica di un'opera d'arte
4. tramite l'introduzione di campi artistici del tutto nuovi
5. che esploravano per la prima volta l'importanza del contesto nel quale la pratica artistica interveniva

ecco 5 buoni argomenti che, se visti insieme e collegati tra loro,
(non necessariamente nell'ordine che ho volutamente dato)
possono far intendere cosa si riunisce sotto il termine di Arte Concettuale.
 
a questo punto proponiamo la visione di Arte di Clement Greenberg già citato,
(che mi tocca fare :nnoo: per non scomodare Baleng :prr:)

Secondo Greenberg, che ricordo essere uno dei maggiori critici che il '900 abbia conosciuto,
esistono solo 4 caratteristiche che definiscono l'estetica di un'opera d'arte:
1. la materialità dell'oggetto
2. la specificità del mezzo
3. la visualità dell'opera
4. l'autonomia sia dell'opera che dell'artista che la crea.

..... :mmmm:

mi ricordano qualcuno al quale stanno certamente fischiando le orecchie :fiu:
... ma tanto nuoto veloce :squalo:



:-D
 
ebbene,

nel famoso decennio che citavo (60-70), gli artisti che furono poi catalogati Concettuali,
si ribellarono ad una, oppure a tutte quelle 4 regole che definivano l'opera d'arte secondo le istituzioni artistiche occidentali di Greenberg.

Tutti questi artisti,
a prescindere dalla forma artistica utilizzata ed adottando quindi metodi diversi,
sottolineavano il ruolo fondamentale e centrale delle idee nella costruzione del significato artistico.

ci siamo quasi,
ma adesso devo citare un saggio che vado a recuperare ...
 
... eccomi qui per la chiosa finale di oggi
che racchiude le basi sulle quali poi introdurre opere e artisti.

Cito le ricerche di Peter Osborne

"... ogni foma di negazione produsse una diversa serie di risorse o possibilità strategiche,
generando una tipologia precisa di Arte Concettuale, elencata nella seguente lista:

1. NEGAZIONE DELLA MATERIALITA' DELL'OGGETTO ARTISTICO
Nasce l'Arte Concettuale legata alla storia dell'esecuzione musicale e della danza: “Hic et nunc”

2. NEGAZIONE DEL MEZZO ESPRESSIVO
Diede origine ad un genere di Arte CConcettuale strettamente legato alla storia del Minimalismo

3. NEGAZIONE DELL'INTRINSECO SIGNIFICATO DELLA FORMA VISIVA
Lasciando spazio ad un contenuto semiotico e linguistico, porto alla creazione dell'Arte Concettuale vicina alla filosofia accademica ed alla storia del readymade

4. NEGAZIONE DELLE NORME CANONICHE RELATIVE ALL'AUTONOMIA DELL'OPERA D'ARTE E DELL'ARTISTA
Inserite nel contesto politico degli anni '60 le opere Concettuali di questa tipologia si suddividono in:
4.1 opere che intervengono su forme culturali di comunicazione per trasformare le strutture della vita quotidiana
4.2 opere incentrate sul conflitto politico-ideologico che vogliono sensibilizzare su posizioni alternative all'ideologia dominante
4.3 opere che concentrano la loro attenzione sui rapporti di potere che regolano le istituzioni artistiche.

Seguendo questa classificazione, emergono 6 categorie di Arte Concettuale..
."

Ecco qui che l'apparente casino citato in premessa trova,
grazie allo studioso/filosofo Peter Osborne,
finalmente un quadro d'insieme ed una chiave di lettura comune che ci permetterà di entrare e leggere singole opere e movimenti,
tutti definibili di Arte Concettuale, partendo dagli anni '60 fino ai giorni nostri.

Pensavo peggio, ma pescando di qua e di la,
penso di aver dato un'idea di cosa accomuna gli artisti dell'Arte Concettuale
e quali siano le sue basi.

@baleng a te :ihih:
 
Ciao, ho letto. Tutto, eh!
Però mi serve tempo per assimilare. Ora non ne ho, domani sera darò più di un'occhiata.
Ma sei stato bravo e chiaro. Adesso è tutto più facile.
Vedi che a fare le giuste frequentazioni si migliora sempre? :fiu:

:bye:
 

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