Arte Concettuale - genesi, significati ed evoluzione

caro Baleng non capisco perchè me la dovrei prendere :mmmm:
è certamente più stimolante disquisire con un "miscredente" che con uno "yes man".

certo però che...
poni delle domande...
ottieni delle risposte....
e non ritorni più sulle tue stesse domande
:help:

mi avevi chiesto quali fossero le novità introdotte dall'AC
a differenza del passato e degli esempi che mi hai posto (Caravaggio, ecc...)
te ne ho proposti due e potrei proseguire ed allungare la lista :reading:


Anche l'assunto che kosuth sfrutti le istituzioni museali o qualunque altra,
per cercare una sua affermazione,
non corrisponde alla realtà.

La loro strategia espositiva,
non fu inizialmente imperniata su mostre in gallerie e/o musei,
ma sulla divulgazione tramite riviste, cataloghi e libri,
cercando una via semplice e democratica per promuoversi.
Paradossalmente, pur affermando la negazione dell'oggetto artistico,
questa scelta divulgativa rese l'opera stessa molto più accessibile ad un pubblico ancora più ampio.

Anche l'unicità dell'opera e qundi la sua preziosità veniva meno,
chiunque poteva infatti riprodurre da se un'opera semplicemente dando seguito alle loro idee pubblicate su giornali e riviste.

In sintesi, la scelta di utilizzare canali di diffusione di massa per le loro idee artistiche,
eliminò l'unicità del supporto e rendeva l'arte più accessibile a tutti.

Anche questo non era mai stato fatto prima.

Sui luoghi dove esporre le opere concettuali,
mi preme solo ricordarti che la Land Art,
(che deve anch'essa la sua nascita all'AC)
tutto voleva fare fuorchè esporre in un museo
seguendo la tua scia e rispondendo alla tua questione:
quale sarebbe, volendo accettare anche qui tale ipotesi, l'aspetto che l'A C vuole approfondire e del quale l'arte precedente non avrebbe portato avanti lo sviluppo in modo completo?

e...
J.Cage - 4'33'' - Silence - 1952
Per chi non sapesse chi sia Cage e in particolare questo lavoro,
Cage era un compositore americano che amplia il suo confine
attribuendo al silenzio la stessa importanza di un suono prodotto intenzionalmente o addirittura casuale.
La composizione 4'33'’ è la prima che può essere suonata da qualsiasi strumentista,
dovendo gli stessi sedersi in silenzio di fronte al pubblico per tutta la durata del brano
(ovvero 4 minuti e 33 secondi).
Gli unici suoni sono i rumori accidentali provocati dal pubblico e quelli provenienti dall'esterno.

Quale sviluppo?
per la prima volta un compositore
(possiamo chiamarlo artista?)
nega i fattori costitutivi della musica
,
così come gli artisti concettuali negano negli anni a seguire il valore dell'estetica nell'Arte.



Vedi l'allegato 386217

continuo con la Preistoria 1950-1960 (la genesi)
ma cito comunque Artisti con i quali Kosuth
(ad esempio LeWitt, Flavin e Andre uno dei padri della Minimal Art che segue)
si confronterà riconoscendogli di aver aperto strade da indagare

Carl Andre - Cuts - 1967
Poeta, cineasta, scultore, ... artista completo che indaga diverse strade
fino ad arrivare alla totale divisione tra la proposta artistica e l'esperienza estetica dello spettatore.

La proposta inoltre è un processo ideativo completamente chiaro ed esposto,
l'idea che è sempre centrale in tutto il processo,
nelle installazioni scultoree prende forma con
disegni o istruzioni specifiche circa i materiali da utilizzare per l'opera ed il modo di assemblarli.

Al punto che l'Artista non vanta neanche più la paternità dell'opera,
lasciando il lavoro da eseguire a semplici artigiani che dovevano seguire una sequenza meccanica,
impersonale, quasi matematica.

Come quella che lui stesso ha sperimentato nei lavori fatti con il movimento della macchina da scrivere: quello orizzontale del carrello e quello verticale del foglio attorno al rullo e la battitura.
Usa la macchina da scrivere non come un dattilografo ma come un fabbro.

Qual'è quindi lo sviluppo?
il totale distacco dell'Artista dalla sua stessa opera, lasciando volutamente allo spettatore una esperienza estetica priva di contenuti.

"... La minimal art è la principale tendenza che negli anni sessanta fu protagonista del radicale cambiamento del clima artistico, caratterizzata da un processo di riduzione della realtà, dall'antiespressività, dall'impersonalità, dalla freddezza emozionale, dall'enfasi sull'oggettualità e fisicità dell'opera, dalla riduzione alle strutture elementari geometriche"

fonte Minimalismo - Wikipedia

Man mano che cito gli artisti e le opere propongo un elenco di "novità" introdotte nel concetto di Arte

0. l'idea (kosuth, duchamp, ecc..)
1. la rottura delle regole e delle nozioni precostituite (Cage, ecc..)
2. un processo creativo dell'opera d'arte che diviene impersonale, meccanico, antiespressivo (Andre, ecc..)

Vedi l'allegato 386221

La domanda era Se in precedenza lo sviluppo dell'arte coincise con un nuovo modo di approfondire aspetti problematici prima solo - o quasi - sfiorati, quale sarebbe, volendo accettare anche qui tale ipotesi, l'aspetto che l'A C vuole approfondire e del quale l'arte precedente non avrebbe portato avanti lo sviluppo in modo completo?
Viene da dire, ovviamente, l'idea creativa.

Onestamente, non mi ero accorto che tu pensassi di avere risposto. Mi spiego. Avevo chiesto quali fossero gli aspetti un tempo non approfonditi, che l'AC avrebbe invece approfondito.
Mi rispondi con Cage (un compositore nega i principi costitutivi della musica). Non sono d'accordo. Cage era anche conosciuto per i suoi lavori su pianoforte preparato, cioè alterato in molte corde tramite oggetti o altri marchingegni (lo si vide anche in TV italiana, dove dette l'impressione del guitto). Ma quello di Cage è un atteggiamento ludico, post dadaista, da ganassa un po' snob. Ma quale aspetto precedentemente non approfondito egli abbia portato avanti mi rimane misterioso, visto che l'unico appiglio rimane con il Russolo degli intonarumori, o con Edgar Varèse, anch'egli in cerca di dare un valore di suono al rumore. Solo che 4'33" di per sé non approfondisce queste ricerche. Si limita a riecheggiare (ma non so se con la coscienza di farlo), e infine caricaturare, dettami teosofici che riconoscono uguale importanza al "periodo" del suono come a quello del silenzio.
L'altra risposta riguarda in sostanza il totale distacco dell'Artista dalla sua stessa opera
lasciando il lavoro da eseguire a semplici artigiani che dovevano seguire una sequenza meccanica,

impersonale, qu
asi matematica.

Vuoi dire che così approfondisce il concetto antico di bottega? Mi sembra il contrario, onestamente. Egli non forma gli artigiani, li usa.
E se operiamo sul distacco diciamo anche che la fotografia esisteva da più di 100 anni. Il bello è che nella fotografia l'artista mira (anche quando sostiene il contrario) a soggettivizzare quanto più possibile la materia oggettiva. Qui invece (conformemente a quanto accennavo sullo stato della storia spirituale moderna, vabbè) l'artista si annullerebbe. Impersonale. Chiaro che per chi sostiene che per avere un'opera d'arte occorre che sia affermata la presenza di un io questo suona come una bestemmia. Però una tale visione è assai funzionale all'impostazione di certa produzione, per la quale noi siamo solo consumatori, più beoti e acritici possibile, naturalmente. In modo simile alla pubblicità, l'affermazione viene ripetuta sino a risultare verità assoluta, magari sino a che un bambino noterà ad alta voce che il re è nudo ... ma questo si è già detto.
 
scusa Matusalemme :prr:
se ti ho fatto rimembrare la tua carte d'identità :DD:

dai scherzi a parte che ricordi hai di quella Biennale?
io dovevo ancora nascere :rasta:
:-x
Ero comunque molto giovane :corna:
studente e appassionato di arte
ricordo i letti verticali, o cos'erano di Rauschenberg
che allora mi apparve il migliore, mentre ora proprio no
ma riflettevano un clima sessantottino - vedi, l'illusione della contemporaneità e delle mode :oops:
Ricordo le bandiere di J.Johns, che allora contestavo accanitamente, ora un po' meno, però insomma ...
Jim Dine, Oldenburg ... sì, c'era quell'aspetto ludico e dissacrante che subito avvertii come un pericolo, e oggi posso definire come lo scherno di una Bestia dantesca ecc ecc
in pratica, in piena contestazione della pubblicità e del consumismo scriteriato, questi qui te li riproponevano, trasfigurati, ma pari pari, addirittura alla Biennale.

:muted:


PS spero di non confondere con edizioni successive, ricordo i bestioni mal colorati di Stella, le colature di Morris Louis, e insomma, da lì cominciò anche il mio progressivo distacco dall'arte contemporanea, non voluto, ma logico
 
@baleng
La domanda era Se in precedenza lo sviluppo dell'arte coincise con un nuovo modo di approfondire aspetti problematici prima solo - o quasi - sfiorati, quale sarebbe, volendo accettare anche qui tale ipotesi, l'aspetto che l'A C vuole approfondire e del quale l'arte precedente non avrebbe portato avanti lo sviluppo in modo completo?
Viene da dire, ovviamente, l'idea creativa.

Onestamente, non mi ero accorto che tu pensassi di avere risposto. Mi spiego. Avevo chiesto quali fossero gli aspetti un tempo non approfonditi, che l'AC avrebbe invece approfondito.
Mi rispondi con Cage (un compositore nega i principi costitutivi della musica). Non sono d'accordo. Cage era anche conosciuto per i suoi lavori su pianoforte preparato, cioè alterato in molte corde tramite oggetti o altri marchingegni (lo si vide anche in TV italiana, dove dette l'impressione del guitto). Ma quello di Cage è un atteggiamento ludico, post dadaista, da ganassa un po' snob. Ma quale aspetto precedentemente non approfondito egli abbia portato avanti mi rimane misterioso, visto che l'unico appiglio rimane con il Russolo degli intonarumori, o con Edgar Varèse, anch'egli in cerca di dare un valore di suono al rumore. Solo che 4'33" di per sé non approfondisce queste ricerche. Si limita a riecheggiare (ma non so se con la coscienza di farlo), e infine caricaturare, dettami teosofici che riconoscono uguale importanza al "periodo" del suono come a quello del silenzio.
L'altra risposta riguarda in sostanza il totale distacco dell'Artista dalla sua stessa opera
lasciando il lavoro da eseguire a semplici artigiani che dovevano seguire una sequenza meccanica,
impersonale, qu

asi matematica.

Vuoi dire che così approfondisce il concetto antico di bottega? Mi sembra il contrario, onestamente. Egli non forma gli artigiani, li usa.
E se operiamo sul distacco diciamo anche che la fotografia esisteva da più di 100 anni. Il bello è che nella fotografia l'artista mira (anche quando sostiene il contrario) a soggettivizzare quanto più possibile la materia oggettiva. Qui invece (conformemente a quanto accennavo sullo stato della storia spirituale moderna, vabbè) l'artista si annullerebbe. Impersonale. Chiaro che per chi sostiene che per avere un'opera d'arte occorre che sia affermata la presenza di un io questo suona come una bestemmia. Però una tale visione è assai funzionale all'impostazione di certa produzione, per la quale noi siamo solo consumatori, più beoti e acritici possibile, naturalmente. In modo simile alla pubblicità, l'affermazione viene ripetuta sino a risultare verità assoluta, magari sino a che un bambino noterà ad alta voce che il re è nudo ... ma questo si è già detto.

ooooohh:ciapet: ...

_________________________

non ci siamo :stop:

0. l'idea (kosuth, duchamp, ecc..)

sono i primi a teorizzare che l'idea sia più importante del supporto.
trovami qualcuno che l'abbia teorizzato nei 2000 anni precedenti.

1. la rottura delle regole e delle nozioni precostituite (Cage, kaprow, Weiner, ecc..)
ti ho citato Cage semplicemente perchè lo avevi citato tu.
effettivamente calza di più l'esempio di Huebler o di Weiner e dopo magari posto qualche loro opera e provo a spiegarne l'idea e la sua evoluzione.
intendevo semplicemente affermare che l'AC (e i suoi artisti) partono dall'assunto che occorre superare e rompere appunto regole precostituite
nel '67 Allan Kaprow (anche lui uno dei massimi esponenti dell'AC) afferma:
"i giovani artisti di oggi non hanno più bisogno di dire: "sono un pittore" o "un poeta" o "un ballerino". Sono semplicemente "artisti"."
Anche qui mi pare che siamo in presenza di una novità mai indagata prima.

2. un processo creativo dell'opera d'arte che diviene impersonale, meccanico, antiespressivo (Andre, Flavin, LeWitt, ecc..)
analizza l'insieme delle cose e lascia perdere se usano altri, o lo stesso pubblico, per dare forma alle loro idee.
è un concetto nuovo prima mai visto prima, qualcosa che se visto nell'insieme
ti riporta alla negazione della percezione visiva tradizionale associata al godimento dell'arte da parte del fruitore
Certamente la prima volta che si affronta e teorizza questo approccio. Anch equi possiamo quindi parlare di qualcosa mai indagato prima.

aggiungo l'ultimo argomento prima introdotto

3. abbandono degli spazi espositivi come gallerie e musei e nuove forme divulgative (Siegelaub, Huebler, de Maria, Smithson, ecc..)

naturale conseguenza dello smantellamento dell'idea di oggetto pittorico o scultoreo compiuto e definito.
In sintesi l'AC indaga sulla possibilità di abbandonare le restrizioni dei luoghi istituzionalmente riconosciuti,
a favore di spazi esterni che si presuppongono disinibiti, liberi, aperti e soprattutto senza limitazioni.
Questa strategia espositiva, come già scritto, si sposa con la scelta di divulgare l'AC tramite riviste, cataloghi e libri,
cercando una via semplice e democratica per promuoversi.
Anche questo punto mi sembra qualcosa di nuovo e prima mai indagato se non solo in parte da Andy Warhol con altri fini
 
Ultima modifica:
:-x
Ero comunque molto giovane :corna:
studente e appassionato di arte
ricordo i letti verticali, o cos'erano di Rauschenberg
che allora mi apparve il migliore, mentre ora proprio no
ma riflettevano un clima sessantottino - vedi, l'illusione della contemporaneità e delle mode :oops:
Ricordo le bandiere di J.Johns, che allora contestavo accanitamente, ora un po' meno, però insomma ...
Jim Dine, Oldenburg ... sì, c'era quell'aspetto ludico e dissacrante che subito avvertii come un pericolo, e oggi posso definire come lo scherno di una Bestia dantesca ecc ecc
in pratica, in piena contestazione della pubblicità e del consumismo scriteriato, questi qui te li riproponevano, trasfigurati, ma pari pari, addirittura alla Biennale.

:muted:


PS spero di non confondere con edizioni successive, ricordo i bestioni mal colorati di Stella, le colature di Morris Louis, e insomma, da lì cominciò anche il mio progressivo distacco dall'arte contemporanea, non voluto, ma logico

Molto bello questo tuo post.
:clap:

Onesto, colto e coerente, che aiuta
(chi come me non c'era e ti ringrazio)
a contestualizzare la preistoria dell'AC con i tuoi occhi e le tue sensazioni di allora.

A parer mio hai anche focalizzato un aspetto fondamentale della questione contestualizzandola ad allora:
avevi colto una "novità" che sentivi in cuor tuo "pericolosa"
Avevi di fatto innescato un meccanismo cognitivo che doveva superare l'aspetto estetico.
Caro amico mio, io penso che avevano vinto loro.
Lo sforzo l'hai dovuto fare e lo stai facendo tuttora a 50 anni di distanza.
Più contemporaneo di questo.
:winner:
 
Ultima modifica:
non ci siamo :stop:

0. l'idea (kosuth, duchamp, ecc..)

sono i primi a teorizzare che l'idea sia più importante del supporto.
trovami qualcuno che l'abbia teorizzato nei 2000 anni precedenti.

1. la rottura delle regole e delle nozioni precostituite (Cage, kaprow, Weiner, ecc..)
ti ho citato Cage semplicemente perchè lo avevi citato tu.
effettivamente calza di più l'esempio di Huebler o di Weiner e dopo magari posto qualche loro opera e provo a spiegarne l'idea e la sua evoluzione.
intendevo semplicemente affermare che l'AC (e i suoi artisti) partono dall'assunto che occorre superare e rompere appunto regole precostituite
nel '67 Allan Kaprow (anche lui uno dei massimi esponenti dell'AC) afferma:
"i giovani artisti di oggi non hanno più bisogno di dire: "sono un pittore" o "un poeta" o "un ballerino". Sono semplicemente "artisti"."
Anche qui mi pare che siamo in presenza di una novità mai indagata prima.

2. un processo creativo dell'opera d'arte che diviene impersonale, meccanico, antiespressivo (Andre, Flavin, LeWitt, ecc..)
analizza l'insieme delle cose e lascia perdere se usano altri, o lo stesso pubblico, per dare forma alle loro idee.
è un concetto nuovo prima mai visto prima, qualcosa che se visto nell'insieme
ti riporta alla negazione della percezione visiva tradizionale associata al godimento dell'arte da parte del fruitore
Certamente la prima volta che si affronta e teorizza questo approccio. Anch equi possiamo quindi parlare di qualcosa mai indagato prima.

aggiungo l'ultimo argomento prima introdotto

3. abbandono degli spazi espositivi come gallerie e musei e nuove forme divulgative (Siegelaub, Huebler, de Maria, Smithson, ecc..)

naturale conseguenza dello smantellamento dell'idea di oggetto pittorico o scultoreo compiuto e definito.
In sintesi l'AC indaga sulla possibilità di abbandonare le restrizioni dei luoghi istituzionalmente riconosciuti,
a favore di spazi esterni che si presuppongono disinibiti, liberi, aperti e soprattutto senza limitazioni.
Questa strategia espositiva, come già scritto, si sposa con la scelta di divulgare l'AC tramite riviste, cataloghi e libri,
cercando una via semplice e democratica per promuoversi.
Anche questo punto mi sembra qualcosa di nuovo e prima mai indagato se non solo in parte da Andy Warhol con altri fini[/USER]
Beh, non ci siamo perché dovresti limitarti a quello che ho scritto, se vuoi rispondermi, no?
Io chiedo
l'aspetto che l'A C vuole approfondire e del quale l'arte precedente non avrebbe portato avanti lo sviluppo in modo completo?
ma tu mi porti esempi che

sono i primi a teorizzare che l'idea sia più importante del supporto.
trovami qualcuno che l'abbia teorizzato nei 2000 anni precedenti.

Certamente la prima volta che si affronta e teorizza questo approccio. Anche qui possiamo quindi parlare di qualcosa mai indagato prima.

Anche questo punto mi sembra qualcosa di nuovo e prima mai indagato se non solo in parte da Andy Warhol.

Breve, io ti chiedo di indicare che cosa di vecchio abbiano sviluppato in modo nuovo
Tu mi rispondi che è la prima volta, che sono i primi ecc.

Siamo al "Dove vai?" "Porto pesci!" Capisco la passione e l'esuberanza, capisco che per te la totale novità risulti elettrizzante.
Ma io non chiedevo che cosa hanno fatto di nuovo. Anche Brescianini ha sparato per primo sull'acciaio. Tanti hanno curato "la prima volta". Poiché questo jus primae noctis mi sembra solo una deflorazione violenta, cercavo di sapere se, invece, vi fosse una traccia precedente che però il mondo artistico non aveva saputo vedere nella sua particolarità, pur interessandosene ed operandoci sopra in qualche modo.
Giorgione fu il primo a disegnare col solo colore. OK. Però operò su un aspetto (anzi due, il disegno e il colore) che prima di lui era più rigido, più mentale, ma esisteva e dava problemi (e soluzioni) agli artisti.
I fiamminghi furono i primi a dipingere a olio, ma così poterono migliorare la resa delle trasparenze, che con la tempera non veniva abbastanza interessante.
Ecco
 
Ultima modifica:
@baleng

Ma io non chiedevo che cosa hanno fatto di nuovo. Anche Brescianini ha sparato per primo sull'acciaio. Tanti hanno curato "la prima volta". Poiché questo jus primae noctis mi sembra solo una deflorazione violenta, cercavo di sapere se, invece, vi fosse una traccia precedente che però il mondo artistico non aveva saputo vedere nella sua particolarità, pur interessandosene ed operandoci sopra in qualche modo.
Giorgione fu il primo a disegnare col solo colore. OK. Però operò su un aspetto (anzi due, il disegno e il colore) che prima di lui era più rigido, più mentale, ma esisteva e dava problemi (e soluzioni) agli artisti.
I fiamminghi furono i primi a dipingere a olio, ma così poterono migliorare la resa delle trasparenze, che con la tempera non veniva abbastanza interessante.
Ecco

_______________________________________

I Concettuali spinsero gli artisti, ed anche i fruitori, ad una nuova evoluzione che spingeva ad utilizzare più la mente che la retina e il cuore.
Tutte cose sempre esistite ma mai valorizzate in egual modo.
E se permetti leggermente più complesso e "diverso", dal migliorare delle tecniche pittoriche o studiare le ombre e le prospettive.

Ecco
 
I Concettuali spinsero gli artisti, ed anche i fruitori, ad una nuova evoluzione che spingeva ad utilizzare più la mente che la retina e il cuore.
Tutte cose sempre esistite ma mai valorizzate in egual modo.

E se permetti leggermente più complesso e "diverso", dal migliorare delle tecniche pittoriche o studiare le ombre e le prospettive.

Ecco
Ora è più chiaro. :up: Vedo di assimilarlo e che effetto mi fa ... :squalo:
 
Certamente si.
Esistono, o meglio alcuni sono purtroppo oramai esistiti.

Un nome su tutti: Félix González Torres
Félix González-Torres - Wikipedia

In attesa che questa benedetta serranda si alzi (poi dicono che c'e' crisi, ma se non aprono neanche come fanno a vendere) volevo scrivere qualcosa su questo artista.

Mi sono però imbattuto in questa interessante disamina alla quale non avrei nulla da aggiungere.
Buona lettura.

Félix González-Torres
 
Riprendiamo (forse) l'argomento riportando un intervento di un anno fa, altrove, ovviamente. Per l'occasione lo modifico solo un poco. Esso propone un altro aspetto della faccenda che sinora qui non abbiamo molto considerato, e che potrebbe interessare anche @giustino


L'arte fa stare bene perché essa fa lavorare la parte del cervello A che compensa l'attività dell'altra parte B. Oggi si dice destro vs sinistro, ma per me non è così semplice.
E' come se la parte del cervello che viene impegnata nel campo artistico andasse a nutrire, quasi con un canale speciale, la parte puramente biologica del nostro organismo, quella più inconscia, come il battito del cuore, il pulsare del sangue, la digestione ecc. Il tutto si svolge in modo abbastanza irriflesso, traducendosi anche in sensazioni di piacere\dispiacere che sorgono sì alla coscienza, ma sulle quali ci sembra di non avere alcun potere.
Viceversa appare con le attività della mente: lì tendenzialmente siamo coscienti (oh, quanto poco ancora!), siamo noi che agiamo: però possiamo percepire che così facendo ci "consumiamo", si tratta di un'attività che sfrutta la parte biologica, catabolismo contro anabolismo. Il secondo, da dentro verso fuori, crescita, vita. Il primo da fuori verso dentro, consumo, morte.
E' una contrapposizione che appare nel senso di costrizione che i bambini provano nell'essere rigidamente tenuti stretti ai banchi di scuola, nel sacrificare la loro vitalità in funzione dell'astratto studio. Ma quest'ultimo non è affatto il male contrapposto al bene del "secondo natura", v. mito del selvaggio.
Non si dovrebbe dedurre alcunché di moralistico da queste affermazioni, ma solo prendere atto, capire.
L'uomo è in viaggio, nei secoli cambia. Qualche volta c'è chi vorrebbe rallentare tutto (tipo Congresso di Vienna), altre chi pretende di accelerare tutto (Rivoluzione russa 1917). Ecco, qui si annida il male: non nel cambiamento, ma nella volontà di modificarne i tempi.

Allora, oggi abbiamo ancora un grande bisogno di quella che per comodità chiamo ancora attività del cervello destro, allo scopo di risanare il consumo prodotto dal cervello sinistro. Però c'è chi ha decretato che tutto ciò è roba obsoleta, e, per esempio, l'arte concettuale è l'arte del nostro tempo, mentre paesaggi, figure, persino astratti vari ormai rappresentano il vecchio e il sorpassato.
Peccato che l'arte concettuale sia opera che riguarda quasi solo il cervello sinistro, privandoci dunque di un ricovero di energia del quale abbiamo ancora prepotentemente bisogno. Un'arte che "ci consuma", insomma, senza darci molto, o addirittura nulla, sul piano del vitale, del biologico, addirittura del poetico. Evidentemente qualcuno ha voluto accelerare i tempi, già enormemente velocizzatisi nel XX secolo, e questo porta a sua volta consumo di vita, morte.
Che poi si pretenda di operare con tale arte (e con altri generi, beninteso, per esempio l'optical) addirittura in favore della vita e della gggente, tramite slogan politici o facili affermazioni "ecologiste", è semplicemente una tragica contraddizione. La stessa per cui, dopo i concerti rock contro il capitalismo, il consumismo e l'America, e per l'ecologia e la fratellanza, lo sventurato prato dell'evento appare ricoperto di lattine della nota bevanda biancorossa.

Infine, credo che un ruolo speciale di tramite lo abbia la musica (quella vera, che io chiamo musica dell'io). Più che nello spazio, essa vive nel tempo. E' vicina al biologico e lo influenza, ma chiede anche allo specialista un forte investimento cerebrale. Posso assicurare che lo studio della composizione è affare assai poco "rilassante". Ma meglio non parlare di ciò che ancora non si è chiarito.
"Se no ti sa, tasi" (Wittgenstein)
nicetongue.gif
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto