Artisti dimenticati ma di valore (1 Viewer)
- Creatore Discussione baleng
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baleng
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Henri Martin (Tolosa, 5 agosto1860 – La Bastide-du-Vert, 12 novembre1943)
Henri Martin, simbolista tra pointillisme e neoimpressionismo(di Mercoledì 15 Maggio 2013) Siamo in area simbolismo,
Figlio di un'ebanista di Tolosa, studiò presso Jules Garipuy (amico di Bresdin e già allievo di Delacroix), nell'Accademia d'arte di Tolosa. Si trasferì poi a Parigi entrando nell'École des Beaux-Arts e diventando familiare nell'atelier del suo concittadino Jean-Paul Laurens, pittore specializzato in soggetti storici. Nel 1883 ricevette il primo premio al Salon e nel 1885 viaggiò in Italia. Qui rimase colpito dai maestri antichi come Giotto e Masaccio, ma dimostrò interesse anche per le opere contemporanee dei Macchiaioli e di Segantini.
Al suo rientro in Francia, dopo il viaggio in Italia, Ernest Laurent e Aman-Jean lo introdussero alla pittura post-impressionista di Seurat, anche se Martin seguirà ancora a lavorare con una tecnica impressionista.
Conquistato però dalle ricerche divisioniste e neoimpressioniste, Martin tentò una nuova strada: unire il solido impianto compositivo della sua pittura, derivatogli dalla sua formazione accademica, con la rivoluzionaria tecnica "a puntini" neoimpressionista. Il suo stile subì un'importante cambiamento nel 1889: in quell'anno presentò al Salon parigino La festa della Federazione, un dipinto che chiarì definitivamente la tecnica "pointilliste" adottata dal pittore. Martin la utilizzerà scomponendo i toni e accostando i tratti con una dominante di colori chiari che sarà la cifra distintiva delle sue opere seguenti .
Al neonato Salone dei Rosacroce del 1890, Martin espose molte opere di soggetto simbolico e partecipò anche a mostre regionali sull'impressionismo tenutesi a Monaco di Baviera, Vienna e Bruxelles. Con l'arrivo del nuovo secolo e della maturità, sparirono dalla sua arte i soggetti letterari, sostituiti da tematiche prese dal vivere quotidiano, i paesaggi e le scene di genere.
Ebbe numerosi incarichi ufficiali tra cui decorazioni di grande formato da parte delle amministrazioni locali (come l'Hôtel de Ville di Parigi) e di privati: alcuni di questi lavori attirarono l'attenzione di Puvis de Chavannes che lo elesse a suo erede spirituale. A causa della sua introverso temperamento, Martin decise di allontanarsi da Parigi. Dopo un decennio trascorso alla ricerca di una casa ideale, Martin acquistò il palazzo Marquayrol nei pressi di Cahors. Qui continuò a lavorare e trascorse una vita tranquilla e ritirata fino alla morte che giunse nel 1943.
(tratto da Arte - Henri Martin, simbolista tra pointillisme e neoimpressionismo (Henri Martin) ).
Nonostante si possa pensare che io lo consideri un grande artista, non è proprio così. Si tratta di un ottimo pittore, i cui quadri danno piacere e felicità, ma in cui quasi mai si percepisce la zampata del geniaccio.
Henri Martin, simbolista tra pointillisme e neoimpressionismo(di Mercoledì 15 Maggio 2013) Siamo in area simbolismo,
Figlio di un'ebanista di Tolosa, studiò presso Jules Garipuy (amico di Bresdin e già allievo di Delacroix), nell'Accademia d'arte di Tolosa. Si trasferì poi a Parigi entrando nell'École des Beaux-Arts e diventando familiare nell'atelier del suo concittadino Jean-Paul Laurens, pittore specializzato in soggetti storici. Nel 1883 ricevette il primo premio al Salon e nel 1885 viaggiò in Italia. Qui rimase colpito dai maestri antichi come Giotto e Masaccio, ma dimostrò interesse anche per le opere contemporanee dei Macchiaioli e di Segantini.
Al suo rientro in Francia, dopo il viaggio in Italia, Ernest Laurent e Aman-Jean lo introdussero alla pittura post-impressionista di Seurat, anche se Martin seguirà ancora a lavorare con una tecnica impressionista.
Conquistato però dalle ricerche divisioniste e neoimpressioniste, Martin tentò una nuova strada: unire il solido impianto compositivo della sua pittura, derivatogli dalla sua formazione accademica, con la rivoluzionaria tecnica "a puntini" neoimpressionista. Il suo stile subì un'importante cambiamento nel 1889: in quell'anno presentò al Salon parigino La festa della Federazione, un dipinto che chiarì definitivamente la tecnica "pointilliste" adottata dal pittore. Martin la utilizzerà scomponendo i toni e accostando i tratti con una dominante di colori chiari che sarà la cifra distintiva delle sue opere seguenti .
Al neonato Salone dei Rosacroce del 1890, Martin espose molte opere di soggetto simbolico e partecipò anche a mostre regionali sull'impressionismo tenutesi a Monaco di Baviera, Vienna e Bruxelles. Con l'arrivo del nuovo secolo e della maturità, sparirono dalla sua arte i soggetti letterari, sostituiti da tematiche prese dal vivere quotidiano, i paesaggi e le scene di genere.
Ebbe numerosi incarichi ufficiali tra cui decorazioni di grande formato da parte delle amministrazioni locali (come l'Hôtel de Ville di Parigi) e di privati: alcuni di questi lavori attirarono l'attenzione di Puvis de Chavannes che lo elesse a suo erede spirituale. A causa della sua introverso temperamento, Martin decise di allontanarsi da Parigi. Dopo un decennio trascorso alla ricerca di una casa ideale, Martin acquistò il palazzo Marquayrol nei pressi di Cahors. Qui continuò a lavorare e trascorse una vita tranquilla e ritirata fino alla morte che giunse nel 1943.
(tratto da Arte - Henri Martin, simbolista tra pointillisme e neoimpressionismo (Henri Martin) ).
Nonostante si possa pensare che io lo consideri un grande artista, non è proprio così. Si tratta di un ottimo pittore, i cui quadri danno piacere e felicità, ma in cui quasi mai si percepisce la zampata del geniaccio.
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baleng
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VARLIN (1900-1977)
Willy Leopold Guggenheim, conosciuto come Varlin, pittore ebreo svizzero. Studiò da litografo a San Gallo, poi a Berlino con Orlik e all'Académie Julian di Parigi. Fu scoperto nel 1930 da Leopold Zborovski, poeta e mercante polacco, che scoperse pure Chaim Soutine e Amedeo Modigliani. Poi divenne amico di Chagall e Leger. Nel 34 tornò in Svizzera, poi teneva in affitto una casa piuttosto diroccata a Venezia, dove dava delle feste. In Svizzera vinse molti premi. Partecipò alla Biennale di Venezia. Ebbe l'onore di esporre al Kunsthaus di Zurigo. Poi si sposò a 63 anni. Nel 76 espose alla Galleria d'arte moderna di Milano. Il giorno della morte ricevette il fiorino d'oro della città di Firenze.
Willy Leopold Guggenheim, conosciuto come Varlin, pittore ebreo svizzero. Studiò da litografo a San Gallo, poi a Berlino con Orlik e all'Académie Julian di Parigi. Fu scoperto nel 1930 da Leopold Zborovski, poeta e mercante polacco, che scoperse pure Chaim Soutine e Amedeo Modigliani. Poi divenne amico di Chagall e Leger. Nel 34 tornò in Svizzera, poi teneva in affitto una casa piuttosto diroccata a Venezia, dove dava delle feste. In Svizzera vinse molti premi. Partecipò alla Biennale di Venezia. Ebbe l'onore di esporre al Kunsthaus di Zurigo. Poi si sposò a 63 anni. Nel 76 espose alla Galleria d'arte moderna di Milano. Il giorno della morte ricevette il fiorino d'oro della città di Firenze.
cm 180 x 205,5. Collezione privata
baleng
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Giorgio Kienerk, pittore post-macchiaiolo, ed il suo Museo
@mantegna ad Arte Padova ha comprato un libro su Giorgio Kienerk, che avevo conosciuto alla mostra di Forlì Liberty- Uno stile per l'Italia moderna (una sua opera in copertina). Ciò mi dà occasione di riscoprirlo e farlo riscoprire.
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Il sito del Museo di Fauglia non permette di copiare immagini (scelta miope).
@mantegna ad Arte Padova ha comprato un libro su Giorgio Kienerk, che avevo conosciuto alla mostra di Forlì Liberty- Uno stile per l'Italia moderna (una sua opera in copertina). Ciò mi dà occasione di riscoprirlo e farlo riscoprire.
Il sito del Museo di Fauglia non permette di copiare immagini (scelta miope).
baleng
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kiappo
Forumer storico
Si, lavori molto belli, anche quelli postati in precedenza . ...l' ultima foto mi sembra la chiesetta sul mare di Portovenere....Grazie Gino!! Sei sempre il numero One
baleng
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Stessa impressione. Peccato non ci sia mai stato di persona
.Comunque, a vedere quanta qualità è rimasta seminascosta alle cosiddette cronache ufficiali, ignota al grande pubblico, vien da riflettere.
In qualche modo si ripete la storia delle poche attrici-vamp-modello ecc ecc da ammirare di lontano vs la vicina di casa buona e graziosa, che conosci solo tu, con cui ci si sposa
