Dove eravamo rimasti? III, il ritorno del Vate.
A Chiara
Rude valchiria che gl'uomini evira
la fallocrazia da sempre combatte
ed è per questo ch'ognuno l'ammira.
Ma molte virtù in lei sono intatte
non sol civiltà: in lei son passioni
potenti i poeti, cani e le gatte.
Dice il Poeta Roberto Vecchioni
"La tua intelligenza non ha limiti"
e lo si capisce dai tuoi pipponi (1)
che ci tormentano se precipiti
nell'entusiasmo di quella battaglia
ch'oggi fomenta tutti i tuoi spiriti.
Spesso tu tolleri la rea gentaglia
che il forum ammorba con i suoi peti,
e l'empatia tua giammai deraglia. (2)
Sembriamo tutti degli analfabeti
al tuo cospetto di gran letterata:
siam dei buzzurri, ma tu ci completi. (3)
E dunque Chiara, da tutti adorata
al termine volgon queste mie rime:
spero che tu non ti sia addormentata.
Sogno al contrario che ciò che t'opprime (4)
per un minuto finisca in oblio (5)
e che un sorriso tuo sorga sublime.
Se vuoi menarmi, s'un formicolio
ti prude le mani, mi vuoi accoppar, (6)
io ti saluto e mi butto nel rio.
F.to Ignatius
(1) notare che qui il Poeta, avendo fatto breccia nel muro di proverbiale ostilità della sua Musa, si permette di passare dalla terza alla seconda persona singolare
(2) qui il Poeta ha dovuto scoprire sul web se "empatia" è un trisillabo o un quadrisillabo
(3) qui il Poeta ha riscritto un verso che, in precedenza, era stato biasimato da un critico (peraltro deceduto sùbito dopo in circostanze misteriose)
(4) l'ardito passaggio dall'addormentamento della Musa al sogno del Poeta vale da solo l'80% di un premio Pulitzer o Oscar o Nobel
(5) qui il Poeta ha dovuto scoprire sul web in quante sillabe si divideva "oblio"
(6) qui il Poeta ha reso transitivo il verbo prudere.