Azione legale titoli Popolare di Vicenza e Veneto Banca

ROMA - Risparmiatori in piazza davanti a Montecitorio per chiedere l'attuazione del Fondo di ristoro istituito dalla legge di bilancio per indennizzare le vittime dei crac bancari degli ultimi anni, dalle due banche venete alle quattro banche del Centro Italia. Un miliardo e mezzo in tre anni, bloccati però perché il primo dei decreti attuativi, che avrebbe dovuto essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 gennaio, è fermo al ministero dell'Economia, in attesa di trovare una quadra con la normativa europea.
"Aspettiamo da troppo tempo. Abbiamo perso i risparmi di una vita con il crollo di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, i rimborsi vanno erogati subito. Abbiamo avuto imprenditori falliti, persone che si sono suicidate per la vergogna o per le difficoltà economiche: non capiamo perché questo decreto non vada avanti", contestano le associazioni dei risparmiatori, che oggi avrebbero anche voluto incontrare il ministro dell'Economia Giovanni Tria, per consegnargli una diffida a procedere. "Passati i 30 giorni dalla diffida dovrà rispondere dei danni", dice Patrizio Miatello, dell'associazione veneta Ezzelino III da Onara. In piazza una quindicina di associazioni, dal Veneto al Friuli.
Ai risparmiatori era stato assicurato che il decreto sarebbe stato pubblicato nella prima metà di febbraio: i vicepremier Di Maio e Salvini lo avevano garantito come in un affollato convegno a Vicenza, dal quale erano rimaste fuori, imbufalite, la maggior parte delle associazioni interessate all'indennizzo. Però a febbraio non è successo nulla, e a marzo neanche: il decreto attuativo è risultato di difficile attuazione perché viola le norme sul bail in: prevede infatti indennizzi indiscriminati, erogati senza che le domande siano passate al vaglio di un arbitrato. Pertanto i risarcimenti, una volta erogati, potrebbero risultare aiuti di Stato, illegittimi.
I risparmiatori però ormai non tollerano più ritardi e rinvii, e accusano il governo: "Non è colpa nostra se non è previsto l'arbitrato. Noi non avremmo avuto alcun timore di una valutazione esterna delle nostre domande, se ci sono problemi tecnici il governo ora rimedi". La risposta dei due partiti di governo, però, negli ultimi giorni, è stata quella di scaricare tutte le responsabilità sul ministro dell'Economia: sarebbe sua la colpa della mancata pubblicazione, sostengono.
E lo ha confermato in piazza Montecitorio, in un vivace scambio con i risparmiatori e l'inviato delle Iene Antonino Monteleone, anche Gianluigi Paragone, il senatore indicato dal Movimento Cinque Stelle come presidente della futura commissione Banche: "Tria sta facendo di testa sua, sta facendo un decreto attuativo aspettando il semaforo verde della Commissione Europea, che ha fallito sul caso Tercas. Se uno decide di fare le cose da solo, e scrive un decreto non condiviso da nessuno, deve anche assumersi le sue responsabilità fino in fondo: adesso deve pubblicarlo".
Analoga la tesi del sottosegretario all'Economia Villarosa, unico membro del governo che ha accettato di incontrare i risparmiatori: "Il decreto è pronto, è quello che vi abbiamo mostrato a febbraio, con poche modifiche, è solo Tria che non lo vuole firmare. E' lui che lo deve firmare, io non ho delega, abbiamo riferito le indicazioni date dalle associazioni il 14 febbraio".
A favore dei risparmiatori intanto si stanno mobilitando anche le Regioni: il Friuli Venezia Giulia in particolare, pur essendo una Regione a guida leghista, e dunque in sintonia con il governo, ha approvato un "Manifesto per la tutela del risparmio tradito", chiedendo l'attuazione del Fondo attraverso la pubblicazione del decreto, e istituendo un Osservatorio per guidare i risparmiatori e aiutarli a ottenere la tutela dei loro diritti. "La delibera è stata adottata all'unanimità, e con interventi accorati e di sostegno di tutti i capigruppo", dice la presidente dell'associazione Consumatori Attivi Barbara Puschiasis.
La Repubblica/Amato
 
Credo che alla luce dei recentissimi fatti (notizie ormai) qualcuno dovrebbe cospargersi il capo di cenere, in primis.

Secondo step ... non chiedere scusa a me, che non sono nessuno e niente conto, bensì apprezzare il lavoro che viene svolto in questo forum, dove con garbo e moderazione si parla di finanza in modo oggettivo, asettico, obiettivo, nonostante si sia spesso “coinvolti” col proprio portafoglio.

Non voglio parlare di altri luoghi e del patetico tifo da stadio che si fa su ogni thread. Tiro una riga su ciò che si è letto qui.

Oggi esce fuori una verità che QUI sono mesi che la andiamo dicendo. Non ci sarà alcun rimborso per l’investitore tipico da forum.
Non c’è mai stata la possibilità, abbiamo sentito disquisire del sesso degli angeli soltanto per mera opportunità politica.

Ora vi diranno che la colpa sarà de Tria di turno, della Vestager, del buco dell’ozono, sta a voi credere a ciò che vi faccia star meglio.

Quando tutto sarà tombale e sedimentato sono certo che molti di voi capiranno il perché Di tutto questo.

Un abbraccio
 
Banche, il fondo risparmiatori rispunta nel decreto Crescita
  • Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
  • 29 Mar 2019
  • VENEZIA Banche, il Fondo risparmiatori rispunta nel decreto Crescita. Mentre salgono a 7 i milioni di risarcimento già liquidati dall’arbitro Consob al primo lotto di risparmiatori indennizzati. Le novità sul tema del fondo per i soci delle ex popolari si sono profilate all’orizzonte ieri . La prima riguarda la riemersione del decreto attuativo sul fondo di indennizzo da 1,5 miliardi scomparso da giorni nel nulla, nelle bozze del decreto Crescita che il governo dovrà presentare entro il 10 aprile in parallelo al Documento di economia e finanza, e che rappresenta una sorta di manovra-bis. Per ora, nelle bozze, è comparso un Capo IV vuoto, in attesa di contenuto. Evidentemente in preparazione. Evidentemente con modifiche di rilievo in preparazione rispetto al quadro prospettato dalla legge Finanziaria, se non basta più il semplice decreto attuativo del ministero dell’Economia ma si deve passare per una norma con valore di legge.
Si vedrà. Per intanto l’Arbitro per le controversie finanziare Consob, Gianpaolo Barbuzzi, ha presentato ieri la relazione sull’attività 2018. Da cui si apprende che al 28 febbraio erano già stati risarciti 542 risparmiatori che hanno ottenuto un monte complessivo di liquidazioni per 6,9 milioni di euro, sulla base del decreto Milleproroghe dello scorso autunno, che aveva riconosciuto il 30% dei risarcimenti fissati dall’Arbitro con un tetto di centomila euro. In tutto sono 854 i risparmiatori che saranno risarciti, quelli che avevano un lodo Acf già valido.
Intanto, dopo il rientro della delegazione da Bruxelles, ieri le associazioni dei risparmiatori sono tornate a manifestare a Roma, consegnando in parlamento anche la diffida al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a firmare il decreto, consegnata anche al sottosegretario Alessio Villarosa.
 
...L'art.38 prevedeva rimborsi indiscriminati, senza un arbitrato o una sentenza che accertasse il misselling, la vendita fraudolenta. E' questo il nodo del contendere, la palese violazione della normativa europea. La commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager aveva chiarito che non c'era nessun ostacolo da parte di Bruxelles a un ristoro dei risparmiatori truffati, purché però fosse certo che si trattasse di truffa. I tecnici del ministero avevano provato in tutti i modi a mettere a punto un decreto attuativo che fosse in linea con le norme Ue, senza riuscirci, perché il vero ostacolo era la formulazione della legge di Bilancio, che adesso invece, attraverso un decreto legge, può finalmente essere modificata, dando soddisfazione ai risparmiatori. Si attende pertanto l'ultima stesura del provvedimento, che dovrebbe stabilire i criteri per ottenere un risarcimento immediato, senza arbitrato o sentenza, ma solo nei casi di grave allarme sociale. Tutti gli altri, invece, dovranno dimostrare il misselling...
Il decreto per i risparmiatori nel dl Crescita: così Conte manterrà le promesse
 
Alessandra Caparello
Finanza.com•29 marzo 2019
Oltre due milioni di euro l’ammontare complessivo delle sanzioni amministrative decise dalla Consob nei confronti degli ex vertici di Veneto Banca. Nel dettaglio trattasi dell’ex AD Vincenzo Consoli, sanzionato per un importo pari a 180mila euro a cui si aggiunge una sanzione amministrativa accessoria di 10 mesi (perdita temporanea dei requisiti di onorabilità, l'ex presidente Flavio Trinca su cui pesa una sanzione pecuniaria di 100mila euro e una accessoria di 2 mesi e ad altri 17 ex esponenti della banca.
L'istituto è stato sottoposto in liquidazione coatta amministrativa per violazione della normativa prevista dal Tuf in materia di pubblicazione del prospetto informativo per l'offerta al pubblico di strumenti finanziari. Le sanzioni deliberate dalla Consob e pubblicate nel Bollettino periodico della Commissione si riferiscono al fatto che nel 2013 Veneto Banca ha svolto in maniera continuativa e massiccia attività di vendita di azioni proprie ai clienti in assenza di prospetto informativo.
 

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