Fabrib
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Utente Balabiott, da altro Forum:
Banche, 92mila richieste di ristori Fir Saltano anticipi e proroghe dei termini
Niente proroghe al 30 settembre per presentare le domande, niente acconto del 40%. Inizia il conto alla rovescia per la scadenza del 18 giugno, data ultima per i risparmiatori azzerati delle ex banche venete per presentare le richieste di rimborso al Fondo indennizzo risparmiatori, quello dei ristori del 30% con tetto di centomila euro. Il fatto nuovo è giunto dopo l’ ultimo fine settimana, in cui è tramontata l’ introduzione di altre correzioni con gli emendamenti presentati alla Camera nella conversione del decreto Liquidità. Emendamenti dichiarati inammissibili dal presidente della commissione Finanze, Raffaele Trano, perché incompatibili con il tema del decreto. Il tentativo in corner sarà di ritentare con il decreto «Rilancio»; ma il rischio che l’ esito sia lo stesso è ovviamente elevato. Così però resta impraticabile la possibilità di accedere all’ anticipo del 40% inserito nel decreto Cura Italia. Lo si era pensato per dare subito parte dei rimborsi senza attendere le verifiche dell’ Agenzia delle entrate sui dati dichiarati nelle domande: Consap, infatti, senza una manleva esplicita sui rischi di danno erariale per pagamenti avvenuti su dati dichiarati falsi dai controlli successivi, non liquida i rimborsi. Ma il decreto Cura Italia che ammette l’ anticipo non dice come superare la questione controlli (alcuni emendamenti esclusi alla Camera risolvevano affidando a Consap le verifiche sulle banche dati dell’ Agenzia delle entrate). «L’ esito paradossale è attendere lo stesso tempo per avere solo parte del rimborso – sostiene Franco Conte di Codacons – l’ anticipo non anticipa nulla, mentre ritarda i tempi del rimborso completo. Noi ci aspettiamo i primi soldi verso novembre. E insistiamo per pagare subito i rimborsi fino a 50 mila euro, risolvendo il 90% dei casi in attesa». L’ urgenza resta invariata. «Siamo contrari ad altre proroghe, perché Consap deve concludere il suo lavoro entro il 2021 – sostiene Patrizio Miatello dell’ associazione Ezzelino – E ci sono risparmiatori disperati, per cui l’ arrivo del rimborso, anche sotto forma di un anticipo, è fondamentale in questo momento». Si riparte per la scadenza del 18 giugno. In Consap le domande complete, pronte per il vaglio dell’ Agenzia delle entrate, sono 92 mila; di solito quelle riferibili alle venete sono una fetta del 60%. E alla società del Tesoro si attendono un’ accelerazione finale, stante che i documenti bancari da Intesa stanno ora arrivando rapidamente, dopo le riduzioni di operatività delle scorse settimane, tra filiali a ranghi ridotti e istruttorie legate alla sospensione mutui e ai prestiti di liquidità. «Stiamo assistendo tremila risparmiatori e le domande procedono spedite – sostiene Luigi Ugone di ‘Noi che credevamo nella Bpvi’ – Continuiamo a insistere per il rimborso in un’ unica soluzione. Con l’ emergenza virus per molti tra artigiani e famiglie è diventato ancora più urgente».
Banche, 92mila richieste di ristori Fir Saltano anticipi e proroghe dei termini
Niente proroghe al 30 settembre per presentare le domande, niente acconto del 40%. Inizia il conto alla rovescia per la scadenza del 18 giugno, data ultima per i risparmiatori azzerati delle ex banche venete per presentare le richieste di rimborso al Fondo indennizzo risparmiatori, quello dei ristori del 30% con tetto di centomila euro. Il fatto nuovo è giunto dopo l’ ultimo fine settimana, in cui è tramontata l’ introduzione di altre correzioni con gli emendamenti presentati alla Camera nella conversione del decreto Liquidità. Emendamenti dichiarati inammissibili dal presidente della commissione Finanze, Raffaele Trano, perché incompatibili con il tema del decreto. Il tentativo in corner sarà di ritentare con il decreto «Rilancio»; ma il rischio che l’ esito sia lo stesso è ovviamente elevato. Così però resta impraticabile la possibilità di accedere all’ anticipo del 40% inserito nel decreto Cura Italia. Lo si era pensato per dare subito parte dei rimborsi senza attendere le verifiche dell’ Agenzia delle entrate sui dati dichiarati nelle domande: Consap, infatti, senza una manleva esplicita sui rischi di danno erariale per pagamenti avvenuti su dati dichiarati falsi dai controlli successivi, non liquida i rimborsi. Ma il decreto Cura Italia che ammette l’ anticipo non dice come superare la questione controlli (alcuni emendamenti esclusi alla Camera risolvevano affidando a Consap le verifiche sulle banche dati dell’ Agenzia delle entrate). «L’ esito paradossale è attendere lo stesso tempo per avere solo parte del rimborso – sostiene Franco Conte di Codacons – l’ anticipo non anticipa nulla, mentre ritarda i tempi del rimborso completo. Noi ci aspettiamo i primi soldi verso novembre. E insistiamo per pagare subito i rimborsi fino a 50 mila euro, risolvendo il 90% dei casi in attesa». L’ urgenza resta invariata. «Siamo contrari ad altre proroghe, perché Consap deve concludere il suo lavoro entro il 2021 – sostiene Patrizio Miatello dell’ associazione Ezzelino – E ci sono risparmiatori disperati, per cui l’ arrivo del rimborso, anche sotto forma di un anticipo, è fondamentale in questo momento». Si riparte per la scadenza del 18 giugno. In Consap le domande complete, pronte per il vaglio dell’ Agenzia delle entrate, sono 92 mila; di solito quelle riferibili alle venete sono una fetta del 60%. E alla società del Tesoro si attendono un’ accelerazione finale, stante che i documenti bancari da Intesa stanno ora arrivando rapidamente, dopo le riduzioni di operatività delle scorse settimane, tra filiali a ranghi ridotti e istruttorie legate alla sospensione mutui e ai prestiti di liquidità. «Stiamo assistendo tremila risparmiatori e le domande procedono spedite – sostiene Luigi Ugone di ‘Noi che credevamo nella Bpvi’ – Continuiamo a insistere per il rimborso in un’ unica soluzione. Con l’ emergenza virus per molti tra artigiani e famiglie è diventato ancora più urgente».