tontolina
Forumer storico
da http://www.finansol.it/?cat=152
Adesso la chiamano finanza spericolata
Da Il Sole 24 Ore del 3 Febbraio 2009 (di Alberto Annicchiarico)
Torna sotto i riflettori la vicenda dei derivati per centinaia di amministrazioni pubbliche italiane. A prima vista lo scenario potrebbe apparire meno drammatico rispetto a qualche mese fa grazie alla drastica diminuzione dei tassi di interesse, che taglia i flussi cedolari di prossima scadenza da pagare alle banche, al punto da avvicinarli allo zero o renderli addirittura positivi. Purtroppo le cose non stanno esattamente così: il rialzo dei tassi a lungo termine in Gennaio, infatti, ha fatto nuovamente lievitare il mark to market, espressione che si traduce nel costo di chiusura del contratto ad una certa data. In sostanza, gli enti locali - e anche un piccolo esercito di aziende - finiti nelle sabbie mobili dei derivati (un campo minato vastissimo sul quale è al lavoro la Corte dei Conti) negli anni della finanza spericolata, vedono seriamente peggiorata la loro posizione finanziaria di lungo periodo: quindi, meno o zero esborsi a giugno grazie al calo dei tassi Bce e dell’Euribor a cui sono agganciati i contratti, ma in prospettiva montagne di debiti di qui a venti o trent’anni.
Riepiloghiamo la situazione. Numerosi enti locali, da quelli di grandi dimensioni fino a quelli con meno di 3.500 abitanti, hanno sottoscritto negli anni passati contratti swap ovvero accordi di scambio di flussi cedolari con le banche. Secondo i dati del ministero dell’Economia, a giugno 2008 ben 594 tra Regioni, Province e Comuni avevano sottoscritto contratti swap per un nozionale complessivo pari a 35,6 miliardi di euro. Un fenomeno di massa al quale il Governo ha messo la parola fine, ma soltanto per evitare che si perseverasse nell’errore, con l’ultima Finanziaria.
Alla fine dello scorso dicembre molti enti si sono ritrovati in gravi difficoltà a causa del pagamento della cedola swap, prevista (more…)
Adesso la chiamano finanza spericolata
Da Il Sole 24 Ore del 3 Febbraio 2009 (di Alberto Annicchiarico)
Riepiloghiamo la situazione. Numerosi enti locali, da quelli di grandi dimensioni fino a quelli con meno di 3.500 abitanti, hanno sottoscritto negli anni passati contratti swap ovvero accordi di scambio di flussi cedolari con le banche. Secondo i dati del ministero dell’Economia, a giugno 2008 ben 594 tra Regioni, Province e Comuni avevano sottoscritto contratti swap per un nozionale complessivo pari a 35,6 miliardi di euro. Un fenomeno di massa al quale il Governo ha messo la parola fine, ma soltanto per evitare che si perseverasse nell’errore, con l’ultima Finanziaria.
Alla fine dello scorso dicembre molti enti si sono ritrovati in gravi difficoltà a causa del pagamento della cedola swap, prevista (more…)