Voto disgiunto, tutti ne parlano. Ma a chi conviene?
Massimo Franchi
Se per Berlusconi è lo spauracchio e il Cavaliere non perde occasione per contrapporgli «il voto utile» che gli elettori di Casini dovrebbero dargli, dal loft del Pd non ne vogliono neanche sentir parlare: «Noi vogliamo vincere e per vincere chiediamo di votare Pd sia alla Camera che al Senato».
Il voto disgiunto agita le ultime due settimane di campagna elettorale. Che sia uno strumento, nessun dubbio. Che sia giusto utilizzarlo già divide.
Veltroni è il più netto ad avversarlo: «Non so di cosa parlano, gli esercizi di furbizia e i giochini non mi piacciono. Il voto deve essere chiaro e nitido. Lo fa già la destra proponendo una Lega al Nord e una Lega al Sud, sono giochini, ma io ho un'altra idea della politica e sono contrario».
Fausto Bertinotti invece lo trova «interessante»: guardo «con interesse a chi, in realtà come quella dell'Emilia-Romagna invita a votare per la Sinistra Arcobaleno in Romagna, questa scelta, del resto, è già stata annunciata da personaggi importanti del mondo della sinistra come Mauro Zani e Gianfranco Pasquino».
Dall'altra parte Casini attacca direttamente Berlusconi:«È la prima volta nella mia vita politica che sono dispiaciuto che non si possano pubblicare i sondaggi. Infatti secondo i sondaggi che noi abbiamo il voto al Senato dell'Udc è più forte di quello alla Camera, a dimostrazione che la gente ha capito che non serve il voto utile. Al Senato la partita si gioca su poco e noi saremo decisivi».
L'ultimo frutto del Porcellum Due anni fa fu il voto all'estero, quest'anno è il voto disgiunto. Rimossa grazie alla caduta del governo Prodi la beffa firmata Circoscrizione estero Senato del 2006, i sonni di Berlusconi & company sono turbati dall'ultimo e ancora una volta involontario frutto avvelenato del "Porcellum Calderolum". La possibilità che una buona fetta degli elettori scelga di sdoppiare il proprio voto fra Camera e Senato mette in discussione una vittoria che gli ultimi sondaggi considerano ancora sicura.
Voto disgiunto anti Cavaliere Il sonno però è pieno di incubi e di ricordi nefasti anche per i tanti elettori di sinistra che rischiano di ritrovarsi il Cavaliere al governo per altri cinque anni. Per loro il voto disgiunto (votare Sinistra Arcobaleno, "ma anche" Pd) è un tormento che solletica le coscienze.
La questione è assai complicata e dibattuta e va trattata con cura. Come con le molle vanno prese le dichiarazioni interessate dei leader di partito che cercano di sfruttare il "voto disgiunto" per portare a casa qualche voto in più.
Soglie e premi di maggioranza Proviamo a fare un po' di chiarezza. Per prima cosa occorre tener conto del sistema elettorale che prevede:
- alla Camera la maggioranza assoluta dei seggi va alla coalizione che prende anche un solo voto in più delle altre. Quindi Pdl, Lega e Mpa da una parte; Pd e Di Pietro dall'altra. Le altre forze (Sinistra Arcobaleno; Udc più Rosa Bianca) non sono realisticamente in gioco.
- il Senato è invece eletto su base regionale e qui il premio di maggioranza (la maggioranza assoluta dei seggi di ogni regione) va alla coalizione che in quella Regione prende più voti. I risultati dei seggi nelle varie regioni si sommano ed è quindi molto difficile dire se e come una delle coalizioni potrà avere la maggioranza al Senato.
- E qui entra in scena un altro protagonista: la soglia di sbarramento. Al Senato è dell'8 per cento su base regionale. La ripartizione dei seggi è in base al numero delle coalizioni o partiti che superano questa soglia e dunque se Sinistra Arcobaleno da una parte e Udc più Rosa Bianca (che secondo i sondaggi sono vicini alla soglia in parecchie regioni) ma anche la Destra nel Lazio supereranno quella fatidica soglia il computo dei seggi cambierà fortemente.
Disgiunto alla Camera o al Senato? Fin qui il sistema elettorale. Ma chi si arrovella su questa scelta, per non rischiare di andare contro le sue buone intenzioni, dovrà tener conto degli scenari possibili e di conseguenza adeguarsi. Credere o no alla possibilità che la coalizione Pd e Idv possa vincere anche alla Camera? Credere ai sondaggi che dicono invece che l'unica possibilità perché Berlusconi non abbia la maggioranza in entrambe le Camere sia togliergli la maggioranza al Senato?
Nel primo caso non è vero, come sostengono in molti, che il voto disgiunto valga solo al Senato. Anzi. In una regione in cui la vittoria del Pd e Idv è sicura (Emila-Romagna, Toscana, Marche, Umbria), il voto disgiunto "serve" molto di più alla Camera per battere Berlusconi, mentre è praticamente inutile al Senato dove i voti in più a Pd e Idv non si tramutano in più seggi.
Nella seconda ipotesi (l'unico modo per togliere a Berlusconi la maggioranza nelle due camere e sperare nel pareggio al Senato) vale per quasi tutte le altre regioni. In bilico ci sono Calabria e Lazio (leggermente a favore di Pd e Idv), Liguria, Abruzzo e Sardegna (dove il vantaggio che i sondaggi danno a Berlusconi è sotto i 2 punti). Ma anche in Puglia, Piemonte, Campania e ancora nel Lazio le dinamiche interne al centro destra (quanti voti Udc e Destra toglieranno a Berlusconi rispetto al 2006?) rischiano di far modificare di molto le cose. In queste regioni dunque chi, elettore di Sinistra, vuole scacciare l'incubo di altri 5 anni con Berlusconi può decidere di votare almeno al Senato per il Pd.
Contraddizioni lombarde Trattazione a parte merita la Lombardia. Qui i sondaggi (e i risultati del 2006) dicono che Berlusconi e soci andranno oltre il 50 per cento (come potrebbe fare anche in Veneto e Pd e Idv potrebbero fare in Toscana). In questo caso oltre al premio di maggioranza, Pdl e Lega prenderebbero ulteriori seggi. Questo indipendentemente dal risultato del Pd. Ma non della Sinistra Arcobaleno. I sondaggi danno la forza di Bertinotti vicina all'8 per cento. Se supererà la soglia accederà alla ripartizione dei seggi e quindi toglierà o limerà il "super bonus" a Berlusconi. Qui il voto disgiunto qui risulterebbe quindi perfino controproducente.
Paradosso sardo Un caso assolutamente paradossale è quello della Sardegna. Qui i sondaggi accreditano Berlusconi di un leggero vantaggio e la Sinistra Arcobaleno di un ottimo risultato: oltre il 10 per cento e quindi sicura di superare la soglia. Sempre per il "ragionamento anti-Berlusconi" un elettore di sinistra potrebbe fare molto male a Berlusconi e togliergli seggi decidendo scientemente di votare per Udc o Rosa Bianca, compagine sul filo della soglia dell'8 per cento. Stranezze del sistema elettorale.
Pubblicato il: 31.03.08
Modificato il: 31.03.08 alle ore 18.00
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