Berlusconi non avra' la maggioranza al senato.. (5 lettori)

Caos

Forumer storico
Il PD e tutti i sostenitori di Veltroni devono decidersi su di una cosa,vogliono correre per vincere l'elezione,o vogliono correre al fine della parità al Senato?,non si puo'avere la botte piena e la moglie ubriaca.Io penso che i partiti maggiori corrono e combattono per vincere cercando di togliere voti a 360° la loro campagna elettorale è chiara in tal senso,ed è proprio questo il motivo per cui chi vincerà governerà sia alla camera che al senato,e lo sanno bene anche loro,tanto che a porta a porta,il vice di Veltroni l'ha detto chiaramente.Quindi la legge nel caso attuale non creerà pareggi al Senato.
 

b.i.n.

Nuovo forumer
Caos ha scritto:
Eppure bastava modificare lievemente la legge al Senato,prevedendo il premio maggioritario a livello nazionale invece che regionale.Comunque anche con questa legge chi vince oggi avrà una solida maggioranza anche al senato,le forze in campo sono diverse di quelle del 2006,non ci puo'essere parità oggi,e la legge cosi'come è fatta,oggi,aiuta il PDL,nel 2006 invece,aiuto'il centro-sinistra,nonostante la casa delle libertà prese molti più voti al Senato +350.000 voti,ma non ebbe la maggioranza dei seggi,oggi è molto diverso,ma non perchè il PDL prenderà molti più voti,ma per un altro motivo,di cui non si parla in giro,e non posso svelarlo,altrimenti Berlusconi potrebbe rimetterci.Mi auguro solo una cosa che Veltroni da qui'al voto aumenti il suo pronostico,arrivando ad una differenza di un punto solamente,allora in quel caso sarebbe una vittoria piena per Berlusconi.
Il motivo è che se i lettori della Sinistra Arcobaleno votassero al Senato per il PD, in molte regioni il PDL perderebbe il premio di maggioranza e quindi la maggioranza del Senato.

Francamente non vedo per quale motivo i loro lettori voterebbero per l'inciucio PDL+PD visto che la vittoria alla camera del PDL è certa.
 

Albatros

Utente Spoglia Seniòrite
b.i.n. ha scritto:
Il motivo è che se i lettori della Sinistra Arcobaleno votassero al Senato per il PD, in molte regioni il PDL perderebbe il premio di maggioranza e quindi la maggioranza del Senato.

Francamente non vedo per quale motivo i loro lettori voterebbero per l'inciucio PDL+PD visto che la vittoria alla camera del PDL è certa.
il problema e' che votassero per il senato, voterebbero anche per la camera e allora ciao anche la maggioranza alla camera..

ma siccome la base della sinistra non votera' il pd, come la base di casini non votera' pdl

finira' che l'italia grazie all'ottusita' di uno gnomo, tornera' a votare tra 1 anno
 

b.i.n.

Nuovo forumer
Albatros ha scritto:
il problema e' che votassero per il senato, voterebbero anche per la camera e allora ciao anche la maggioranza alla camera..

ma siccome la base della sinistra non votera' il pd, come la base di casini non votera' pdl

finira' che l'italia grazie all'ottusita' di uno gnomo, tornera' a votare tra 1 anno
Allora qual è questo motivo, di cui non si parla in giro?

Puoi dircelo questo è un piccolo forum.
 

b.i.n.

Nuovo forumer
Voto disgiunto, tutti ne parlano. Ma a chi conviene?
Massimo Franchi


Se per Berlusconi è lo spauracchio e il Cavaliere non perde occasione per contrapporgli «il voto utile» che gli elettori di Casini dovrebbero dargli, dal loft del Pd non ne vogliono neanche sentir parlare: «Noi vogliamo vincere e per vincere chiediamo di votare Pd sia alla Camera che al Senato».

Il voto disgiunto agita le ultime due settimane di campagna elettorale. Che sia uno strumento, nessun dubbio. Che sia giusto utilizzarlo già divide.

Veltroni è il più netto ad avversarlo: «Non so di cosa parlano, gli esercizi di furbizia e i giochini non mi piacciono. Il voto deve essere chiaro e nitido. Lo fa già la destra proponendo una Lega al Nord e una Lega al Sud, sono giochini, ma io ho un'altra idea della politica e sono contrario».

Fausto Bertinotti invece lo trova «interessante»: guardo «con interesse a chi, in realtà come quella dell'Emilia-Romagna invita a votare per la Sinistra Arcobaleno in Romagna, questa scelta, del resto, è già stata annunciata da personaggi importanti del mondo della sinistra come Mauro Zani e Gianfranco Pasquino».

Dall'altra parte Casini attacca direttamente Berlusconi:«È la prima volta nella mia vita politica che sono dispiaciuto che non si possano pubblicare i sondaggi. Infatti secondo i sondaggi che noi abbiamo il voto al Senato dell'Udc è più forte di quello alla Camera, a dimostrazione che la gente ha capito che non serve il voto utile. Al Senato la partita si gioca su poco e noi saremo decisivi».
L'ultimo frutto del Porcellum Due anni fa fu il voto all'estero, quest'anno è il voto disgiunto. Rimossa grazie alla caduta del governo Prodi la beffa firmata Circoscrizione estero Senato del 2006, i sonni di Berlusconi & company sono turbati dall'ultimo e ancora una volta involontario frutto avvelenato del "Porcellum Calderolum". La possibilità che una buona fetta degli elettori scelga di sdoppiare il proprio voto fra Camera e Senato mette in discussione una vittoria che gli ultimi sondaggi considerano ancora sicura.

Voto disgiunto anti Cavaliere Il sonno però è pieno di incubi e di ricordi nefasti anche per i tanti elettori di sinistra che rischiano di ritrovarsi il Cavaliere al governo per altri cinque anni. Per loro il voto disgiunto (votare Sinistra Arcobaleno, "ma anche" Pd) è un tormento che solletica le coscienze.

La questione è assai complicata e dibattuta e va trattata con cura. Come con le molle vanno prese le dichiarazioni interessate dei leader di partito che cercano di sfruttare il "voto disgiunto" per portare a casa qualche voto in più.

Soglie e premi di maggioranza Proviamo a fare un po' di chiarezza. Per prima cosa occorre tener conto del sistema elettorale che prevede:

- alla Camera la maggioranza assoluta dei seggi va alla coalizione che prende anche un solo voto in più delle altre. Quindi Pdl, Lega e Mpa da una parte; Pd e Di Pietro dall'altra. Le altre forze (Sinistra Arcobaleno; Udc più Rosa Bianca) non sono realisticamente in gioco.

- il Senato è invece eletto su base regionale e qui il premio di maggioranza (la maggioranza assoluta dei seggi di ogni regione) va alla coalizione che in quella Regione prende più voti. I risultati dei seggi nelle varie regioni si sommano ed è quindi molto difficile dire se e come una delle coalizioni potrà avere la maggioranza al Senato.

- E qui entra in scena un altro protagonista: la soglia di sbarramento. Al Senato è dell'8 per cento su base regionale. La ripartizione dei seggi è in base al numero delle coalizioni o partiti che superano questa soglia e dunque se Sinistra Arcobaleno da una parte e Udc più Rosa Bianca (che secondo i sondaggi sono vicini alla soglia in parecchie regioni) ma anche la Destra nel Lazio supereranno quella fatidica soglia il computo dei seggi cambierà fortemente.

Disgiunto alla Camera o al Senato? Fin qui il sistema elettorale. Ma chi si arrovella su questa scelta, per non rischiare di andare contro le sue buone intenzioni, dovrà tener conto degli scenari possibili e di conseguenza adeguarsi. Credere o no alla possibilità che la coalizione Pd e Idv possa vincere anche alla Camera? Credere ai sondaggi che dicono invece che l'unica possibilità perché Berlusconi non abbia la maggioranza in entrambe le Camere sia togliergli la maggioranza al Senato?

Nel primo caso non è vero, come sostengono in molti, che il voto disgiunto valga solo al Senato. Anzi. In una regione in cui la vittoria del Pd e Idv è sicura (Emila-Romagna, Toscana, Marche, Umbria), il voto disgiunto "serve" molto di più alla Camera per battere Berlusconi, mentre è praticamente inutile al Senato dove i voti in più a Pd e Idv non si tramutano in più seggi.

Nella seconda ipotesi (l'unico modo per togliere a Berlusconi la maggioranza nelle due camere e sperare nel pareggio al Senato) vale per quasi tutte le altre regioni. In bilico ci sono Calabria e Lazio (leggermente a favore di Pd e Idv), Liguria, Abruzzo e Sardegna (dove il vantaggio che i sondaggi danno a Berlusconi è sotto i 2 punti). Ma anche in Puglia, Piemonte, Campania e ancora nel Lazio le dinamiche interne al centro destra (quanti voti Udc e Destra toglieranno a Berlusconi rispetto al 2006?) rischiano di far modificare di molto le cose. In queste regioni dunque chi, elettore di Sinistra, vuole scacciare l'incubo di altri 5 anni con Berlusconi può decidere di votare almeno al Senato per il Pd.

Contraddizioni lombarde Trattazione a parte merita la Lombardia. Qui i sondaggi (e i risultati del 2006) dicono che Berlusconi e soci andranno oltre il 50 per cento (come potrebbe fare anche in Veneto e Pd e Idv potrebbero fare in Toscana). In questo caso oltre al premio di maggioranza, Pdl e Lega prenderebbero ulteriori seggi. Questo indipendentemente dal risultato del Pd. Ma non della Sinistra Arcobaleno. I sondaggi danno la forza di Bertinotti vicina all'8 per cento. Se supererà la soglia accederà alla ripartizione dei seggi e quindi toglierà o limerà il "super bonus" a Berlusconi. Qui il voto disgiunto qui risulterebbe quindi perfino controproducente.

Paradosso sardo Un caso assolutamente paradossale è quello della Sardegna. Qui i sondaggi accreditano Berlusconi di un leggero vantaggio e la Sinistra Arcobaleno di un ottimo risultato: oltre il 10 per cento e quindi sicura di superare la soglia. Sempre per il "ragionamento anti-Berlusconi" un elettore di sinistra potrebbe fare molto male a Berlusconi e togliergli seggi decidendo scientemente di votare per Udc o Rosa Bianca, compagine sul filo della soglia dell'8 per cento. Stranezze del sistema elettorale.

Pubblicato il: 31.03.08
Modificato il: 31.03.08 alle ore 18.00
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=74225
 

b.i.n.

Nuovo forumer
Il voto disgiunto fa gola al Pd ma il Senato rischia l'ingovernabilita'


Veltroni e Franceschini

"Il voto inutile può diventare utilissimo, soprattutto per chi insegue. Utile per impedire la vittoria del Popolo delle libertà al Senato, per creare le condizioni di un sostanziale pareggio. Nelle regioni rosse (Toscana, Emilia, Umbria, Marche) lo schieramento di Fausto Bertinotti deve perciò assolutamente superare l´8 per cento necessario a strappare seggi al Senato. Tanto lì il Partito democratico ha già il premio di maggioranza in tasca, dunque bisogna concentrarsi sui voti di minoranza e fare in modo che il resto dei senatori eletti in quell´area vadano a tutti (anche all´Udc di Pier Ferdinando Casini) fuorché a Berlusconi, Fini e Bossi, cioè al Popolo delle libertà".
E' quanto scrive Goffredo De Marchis su Repubblica sottolineando che "i sondaggi dicono che una buona affermazione dei centristi e della sinistra è davvero in grado di condizionare l´esito delle elezioni edisegnare una situazione di stallo al Senato".

L´ipotesi è stata ripresa da Europa, l´ex quotidiano dalla Margherita che adesso vede l´utilità di un voto disgiunto: Partito democratico alla Camera, naturalmente, e un´eventuale preferenza a Casini o Bertinotti al Senato (ma più Casini di Bertinotti visti i rapporti della Margherita con Rifondazione nell´ultima legislatura). Sono voti sottratti a Veltroni, ma danneggerebbero Berlusconi come se li prendessero i democratici. Il segretario del Pd ha studiato i numeri e le tabelle. Per il momento punta ancora a costruire il consenso intorno al Pd. 'È difficile il meccanismo del voto disgiunto...', evita di sbilanciarsi Veltroni. Ma il 'trucco' è possibile".

L'articolo cita quindi Roberto Calderoli, "l´autore della legge che per la seconda volta potrebbe portare all´ingovernabilità di Palazzo Madama": "Se la Lega si fosse presentata da sola o con una lista Bossi in Lombardia e Veneto, il centrodestra avrebbe preso 7 senatori in più. Ma ascoltate me che sono il massimo esperto di questa norma: il pareggio non ci sarà, vincerà il Pdl. Di 30, 15 o 9 senatori in più non importa. Ma vincerà".

Il Partito democratico, si legge su Repubblica, per esempio è destinato alla sconfitta in Veneto, ma in quella regione l´Udc oscilla intorno al 7 per cento, a un punto dalla fatidica soglia. Conviene a Veltroni appellarsi al voto disgiunto? Mica tanto. Se Casini resta sotto l´8 (e la Sinistra Arcobaleno in Veneto è molto lontana da quel risultato) i seggi di minoranza può conquistarli tutti Veltroni magari lasciandone uno a Di Pietro. Nel Lazio, che è in bilico, al Pd conviene giocarsela fino in fondo invece di augurare all´Udc il superamento del tetto. Ma in Campania, dove i democratici sembrano avviati alla sconfitta,
la possibilità di far superare a Casini l´8 per cento permette di riaprire la partita. E in Puglia può accadere lo stesso. Poi, per paradosso, questo meccanismo consentirebbe in Campania di favorire l´elezione a Ciriaco De Mita che dell´Unione di centro è il capolista, ma questo è un aspetto secondario. Nel ´96 la lista Dini, allora nel centrosinistra, superò lo scoglio del 4 per cento grazie ai voti della Quercia, si disse. Oggi forse non è più così facile controllare i voti. Ma anche i trucchi legati alla legge elettorale fanno parte del gioco".
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=80070
 

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