Ci sono anche loro...
Oltre a tutto questo, vale la pena IMHO di spendere due parole sui Buoni Postali Fruttiferi indicizzati all'inflazione.
Nonostante il principio sia molto simile, ci sono alcune grosse differenze tra questi strumenti e i BTPi, che vado a riassumere qui sotto. Ho inoltre un dubbio sul calcolo del rendimento qualora ci sia una fase deflattiva durante la vita del titolo, che vado ad esporre più in basso nel post e sul quale spero di avere qualche commento più qualificato del mio
I Buoni Postali Fruttiferi indicizzati all'Inflazione
- Sono indicizzati all'inflazione italiana (FOI) invece che a quella europea.
- Non pagano cedole ma rimborsano tutto in una soluzione unica.
- Non hanno costi, commissioni e bolli di alcun tipo, nè è necessario un deposito titoli
- Si possono riscattare in qualsiasi momento al valore nominale. Dopo 18 mesi cominciano a pagare interessi
- Possono essere acquistati solamente all'emissione, non essendo quotati sul mercato. Le condizioni cambiano di mese in mese
- Hanno scadenza di 10 anni
L'aspetto che più penalizza questi titoli rispetto ai BTPi, ovviamente è che...
- Pagano un tasso reale crescente nel tempo ma sensibilmente più basso rispetto a un BTP€i. L'emissione attuale, se tenuta a scadenza paga un rendimento reale lordo composto pari allo 0,82% (in calo rispetto all'1,10% lordo di dicembre). L'emissione migliore emessa fin qui (la I18 del luglio 2007) prevedeva un rendimento reale lordo dell'1,23%
I punti
2 e
3 li rendono comunque validi strumenti per chi abbia piccole somme da investire o per accumularli secondo una logica di PAC.
Il punto
4 li rende altresì validi per chi voglia riservarsi la possibilità di smobilizzare l'investimento in qualsiasi momento (e mai come in questi mesi una possibilità simile si fa apprezzare)
Passo ad un'analisi del comportamento del titolo in caso di deflazione prolungata. Avevo discusso tempo fa questo aspetto con l'amico Broker ma una rilettura del regolamento ha rimesso in dubbio le conclusioni a cui ero giunto, visto che purtroppo il regolamento sembra in parte contraddittorio
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Sarei grato pertanto a chi volesse commentare quanto segue.
IPOTESI 1
Il regolamento mantiene in molti punti separate le due componenti di interessi reali e di rivalutazione del capitale. In particolare, prevede
1. All'inizio della
Parte III, che il capitale venga rivalutato al compimento di ciascun bimestre (i), moltiplicandolo per
Ci = Max{1; FOI(2i-3)/FOI(-3)}
2. Nella
Parte II, articolo 4, che gli interessi vengano
calcolati su base bimestrale in regime di capitalizzazione semplice e capitalizzati annualmente in regime composto, applicandoli SUL CAPITALE RIVALUTATO.
Leggendo questo, avevo dedotto che in caso di deflazione essa andasse ad impattare solamente sulla componente rivalutazione, lasciando intatti gli interessi maturati (che dovrebbe essere logico per analogia con i BTP€i: anche in caso di deflazione, nulla cambia per le cedole già maturate)
Rileggendo il regolamento ho però notato quanto segue...
IPOTESI 2
Sempre nella parte III si parla esplicitamente di
Valore di Rimborso: alla fine di ogni bimestre i il Valore di Rimborso è dato dalla seguente formula:
VRi = VB * Ci * CRi
Dove VB è il valor nominale e CRi il Coefficiente Reale, che tiene conto degli interessi reali composti
In condizioni normali (inflazione sempre >= 0 per tutta la vita del titolo) nulla cambia tra le due ipotesi. Nell'ipotesi di un periodo deflattivo durante la vita del titolo, invece,
- Nel caso 1, gli interessi maturati nei bimestri passati rimangono se il Ci comincia a scendere
- Nel caso 2, invece, se il Ci scende scendono anche gli interessi già maturati.
La formula è riportata in modo esplicito e non lascia molti dubbi sulla sua interpretazione. D'altronde mi sembra che sia incongruente rispetto a quanto previsto da altri articoli dello stesso regolamento. Oltre a questo, è legittimo che interessi già maturati (e capitalizzati) vengano poi a tutti gli effetti "mangiati" da una fase deflattiva?