la Lega oltre ad odiare l'Italia non ama neppure la Padania
I fondi pubblici alla Lega finiscono in Tanzania: imbarazzo nel partito
Submitted by juble on 09/01/2012
http://www.infonodo.org/node/30947
di Elsa Muschella da corriere della sera
MILANO — Dal Regno dei fiordi all’isola di Afrodite, con un ultimo passaggio in Africa Orientale. È il percorso
dei milioni di euro appena investiti dalla Lega [questi soldi sono quelli del finanaziamento pubblico dei partiti ripristinato per proposta di Calderoli] e minuziosamente documentato ieri da Giovanni Mari sul Secolo XIX. Secondo la sua ricostruzione, il segretario amministrativo federale — Francesco Belsito, tesoriere del Carroccio ed ex sottosegretario alla Semplificazione nell’ultimo governo Berlusconi — alla fine del 2011 ha messo in moto una considerevole serie di operazioni finanziarie coordinate da Banca Aletti, il sistema di private e investment banking del Banco popolare.
Ecco il giro dei soldi:
il 14 dicembre «un investimento in 7,7 milioni di
corone norvegesi (poco più di un milione di euro) vincolato per 6 mesi a un interesse del 3,5%»;
il 28 dicembre «1,2 milioni di euro per l’acquisto di quote del fondo Krispa Enterprise ltd»
di base a Larnaca, nell’isola di Cipro, e infine
il 30 dicembre «il collocamento di
4,5 milioni di euro in Tanzania.
È l’ultimo spostamento dell’anno e, nei fatti, svuota una delle dotazioni consegnate a Banca Aletti da Belsito per conto della Lega Nord».
Totale: quasi 8 milioni di euro in una decina di giorni, se si aggiungono anche i movimenti-base di 700.000 euro trasferiti ad altri conti del partito, di 450.000 euro emessi in assegni circolari e di 50.000 euro ritirati in contanti direttamente da Belsito.
L’operazione in Tanzania, inoltre— specifica Il Secolo XIX— «coinvolge il
consulente finanziario Stefano Bonet, coinvolto in un rocambolesco fallimento societario nel 2010 e in affari con l’ex ministro "meteora" Aldo Brancher».
Il tesoriere del Carroccio — che come sanno tutti i lumbard è figura con un enorme autonomia decisionale e, di fatto,
rende conto solo al grande capo Umberto Bossi — ha risposto con fastidio alle domande del quotidiano ligure: «Queste informazioni sono una grave
violazione della privacy e delle regole bancarie».
E però non si è sottratto all’intervista, spiegando che i soldi investiti arrivano
dal finanziamento pubblico — «rimborsi elettorali»—che personalmente non conosce l’entità delle operazioni perché «noi ci affidiamo a banche e promotori di cui ci fidiamo» e che i contanti prelevati sono serviti a rimborsare «spese per i nostri collaboratori».
Gli spostamenti all’estero, poi, «non sono operazioni in paradisi fiscali ma investimenti alla luce del sole.
Noi investiamo con concretezza [cioè? si fidano di + dei negher ed usano i nostri soldi là? BRAVI BRAVI!], ci fidiamo dei nostri consulenti e scegliamo le cose migliori».
Anche se in quel periodo i Bot rendevano più del 6%? «Evidentemente quei fondi erano più convenienti ». A Belsito, comunque, non risulta che il fondo africano sia legato a Bonet, «ma anche se fosse così, non vedo quale sia il problema». Il problema è che la girandola di milioni ha a dir poco stupito i vertici del Carroccio: persino i notabili di primissimo piano non sapevano nulla delle destinazioni finali di quei soldi e
qualche imbarazzo in via Bellerio c’è.
Uno sbalordito Matteo Salvini parla a nome dei padani, preoccupandosi del bene della Lega e del nord: «
Ci sono diverse sezioni che chiedono 100 euro ai militanti per pagare l’affitto a fine mese. La Padania, il nostro quotidiano, versa in difficoltà economiche che tutti conoscono. E poi leggiamo della Tanzania... Spero, per rispetto dei militanti, che ci sarà una spiegazione per ogni quattrino speso».
[la Lega Nord non ha ancora smesso di mungere i beoti che le credono]
Un’interpretazione economica dei movimenti prova a darla Angelo Drusiani, esperto obbligazionario della banca italo-svizzera Albertini Syz: «Affidarsi a promotori specializzati è prassi: i tesorieri di partito li scelgono spesso. Avere in portafoglio diverse valute, poi, è naturale per chi fa investimenti di rilievo: la corona norvegese è la moneta di un Paese ricco che non dovrebbe subire contraccolpi. Piuttosto, le operazioni in Tanzania e a Cipro sono una scelta estrema: serve un rapporto di estrema fiducia con un intermediario esperto. La decisione di non comprare Bot, però, mi sembra politica: se fossero stati al governo non l’avrebbero fatta».