I senatori nella notte si salvano i privilegi
“Si produce disaffezione, non parliamone”
In seduta notturna e lontano dalle telecamere la commissione bilancio boccia i tagli ai costi della politica. Con motivazioni diverse. Per Pastore del Pdl:
"La dignità dei parlamentari è lesa da campagne diffamatorie che non rappresentano la realtà"
Come i ladri nella notte. A telecamere spente e in seduta notturna i senatori hanno bocciato i tagli ai privilegi della Casta. Il giorno prima che la manovra finanziaria arrivasse a Palazzo Madama, la commissione bilancio ha analizzato i provvedimenti da adottare per ridurre i costi della politica annunciati dal ministro Giulio Tremonti. E li ha bocciati. Escluso
Francesco Pancho Pardi dell’Idv, che ha invocato dei tagli sostanziali an agli stipendi, tutti gli altri componenti della commissione sono intervenuti per non cambiare nulla. Marilena Adamo del Pd
“ritiene che la definizione del trattamento economico debba tenere conto del costo della vita che è diverso da un Paese all’altro dell’area euro”. Tradotto: non si può portare lo stipendio dei parlamentari italiani (il più alto nella Ue) ai livelli medi degli altri Paesi membri. Anche
Francesco Sanna del Pd si dice contrario, ma giustifica la sua posizione invitando a “
tenere conto dei necessari fattori di ponderazione, con particolare riguardo alla consistenza demografica dei diversi Paesi”.
La notizia è stata riportata da Libero, stamani. Nel resoconto del Senato si trovato gli interventi integrali.
Raffaele Lauro del Pdl “
per quanto riguarda la questione dei costi della politica, lamenta come tale questione sia affrontata con modalità improprie, così alimentando la pubblicistica antiparlamentarista che produce una pericolosa disaffezione dei cittadini nei confronti delle pubbliche istituzioni e dei suoi rappresentanti”. In linea con
Andrea Pastore, sempre del Pdl, che
invoca “che si levino voci in difesa del prestigio del parlamento e della dignità della funzione parlamentare, gravemente lesa da campagne diffamatorie che non rappresentano la realtà e alimentano sfiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta”. Perché, spiega: “L’indennità parlamentare è infatti un istituto necessario per assicurare a deputati e senatori autonomia e indipendenza, e per
scongiurare il rischio che alla vita politica accedano soltanto i titolari di redditi particolarmente elevati”.
Integralmente merita di essere letto l’intervento di
Barbara Saltamartini del Pdl. La senatrice “ritiene che ciascuno debba assumere con senso di responsabilità i compiti ai quali è chiamato, nell’interesse esclusivo della Nazione. In primo luogo occorre ribadire, di fronte all’opinione pubblica, la
legittimazione storica e giuridica dell’istituto dell’indennità parlamentare, nato per assicurare ai rappresentanti del popolo l’autonomia e l’indipendenza necessarie per svolgere con equilibrio – e senza condizionamenti – il mandato politico. Inoltre, l’indennità parlamentare serve al deputato e al senatore per poter svolgere con la massima efficacia la propria attività politica. Ciò che, a suo avviso, rappresenta un intollerabile onere a carico della finanza pubblica, difficilmente giustificabile davanti ai cittadini, è da una parte l’attribuzione di ulteriori indennità ad alcuni parlamentari in ragione di particolari cariche ricoperte all’interno della Camera di appartenenza e, dall’altra, l’insieme delle spese e dei costi per gli apparati burocratici, i quali spesso godono di trattamenti privilegiati. Di fronte all’esigenza di ridurre il debito pubblico, che grava ormai da diversi decenni sull’Italia, occorre a suo avviso dare piena attuazione al combinato disposto degli articoli 53 e 81 della Costituzione, responsabilizzando coloro che amministrano la cosa pubblica, a tutti i livelli di governo, ad un uso virtuoso delle risorse. Ciò anche al fine di rendere quanto più credibili gli interventi di contenimento della spesa, con gli inevitabili effetti a carico dei cittadini e delle famiglie”.
QUESTI VOGLIONO ESSERE PRESI A CALCI IN CULO!!!!!!!!!!