5 Considerazioni finali
La grave crisi dei mercati finanziari internazionali dell’estate
del 1998 è stata la causa delle ingenti perdite del fondo LTCM. In
Italia ha suscitato scalpore il fatto che tra gli investitori vi fosse
l’Ufficio italiano dei cambi, ente pubblico che, tra le varie funzioni cui
è preposto, gestisce anche le riserve valutarie italiane. La stampa
specializzata esprimeva perplessità sull’operazione ritenendo
addirittura avventato e poco corretto che il denaro degli italiani fosse
impiegato in un hedge fund nella convinzione che l’adesione
all’iniziativa LTCM avrebbe potuto causare, nelle riserve ufficiali
italiane, ingenti perdite, atteso il carattere aleatorio del prodotto
finaziario utilizzato.
I fatti hanno dimostrato il contrario. Dal 1991 il Consiglio di
amministrazione dell’UIC aveva deciso che una parte minima delle
riserve potesse essere impiegata in forme d’investimento più
dinamiche, denominate portafogli pilota. Al 30 settembre 1998,
risultavano investiti, in 5 portafogli pilota, 600 milioni di dollari, pari
a circa l’1% delle riserve ufficiali. L’investimento destinato al fondo
LTCM, dunque, si inquadrava nella logica dei portafogli pilota.
I guadagni realizzati dal LTCM nel periodo che va dal 1994 al
1997, hanno permesso all’UIC di compensare le perdite del 1998 e di
realizzare un utile di circa il 30% dell’arco di un quinquennio. Infatti,
alla fine del 1998, l’UIC aveva già percepito, a titolo di utili, 122,9
milioni di dollari, a cui si deve sommare il valore di liquidazione
dell’investimento in conto capitale di 100 milioni di dollari. Il valore
della quota, alla fine di Ottobre 1998, era pari a 8 millioni di dollari,
mentre alla fine dell’anno, a seguito del recupero dei mercati
finanziari, aveva raggiunto i 9 milioni di dollari.
Il caso LTCM ha messo in evidenza come non esista modello in
grado di funzionare qualora accadano eventi estremi, che hanno una
probabililtà di verificarsi prossima allo zero. Lo stress testing,
procedimento che viene utilizzato per testare i modelli finanziari,
ipotizza eventi straordinari che turbano i mercati e determina le
conseguenze per le posizioni in essere. Tuttavia, tale approccio ignora
completamente la liquidità e considerato che, generalmente, la crisi di
liquidità è un effetto automatico della crisi sistemica, il problema
permane insoluto.
Il fondo LTCM, dotato dei più efficienti sistemi per la
valutazione dei rischi, nulla ha potuto di fronte alla crisi russa e alla
conseguente crisi di liquidità.
La crisi di liquidità è un problema a cui devono prestare
attenzione le banche centrali che devono tempestivamente intervenire
qualora si verifichi tale evento. Le capacità di reazione del mercato e
le azioni poste in essere dal Governo, a pochi giorni dal crollo delle
torri gemelle a New York dell’11 settembre dello scorso anno,
costituiscono un valido esempio di come sia possibile risolvere una
crisi di liquidità. I fondi messi a disposizione gratuitamente dalla
Federal Reserve hanno permesso alle società di riacquistare sul
mercato i propri titoli, bloccando così il trend ribassista innescato
dalla spirale di vendite, che ha caratterizzato i mercati nei giorni
successivi al disastro. Alan Greenspan non ha avuto problemi a gestire
tale crisi, considerata la sua esperienza relativa a questo tipo di
problemi: già nell’ottobre del 1987 aveva risolto una disastrosa crisi di
liquidità che aveva coinvolto i mercati americani.
http://spazioinwind.libero.it/cobas...o/crackltcm.htm
http://www.lawprofessorblogs.com/ta...longtermcap.pdf