BUND-T/BOND-NOTE e tifiamo per dan a 113 e 1.20

leggetevi questo và ....


picaro ha scritto:
Questo lo posto di qua che è meglio....buon giorno a tutti...

L' AMERICA SCARICA I SUOI GUAI SUL RESTO DEL MONDO

di Giuseppe Turani
Giovanni Tamburi, uno dei migliori banchieri d'affari della piazza milanese, e profondo conoscitore della media impresa, spiega perchè è più pessimista che mai sull'economia mondiale.


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29 Novembre 2004 13:43 MILANO

(WSI) - "Ero pessimista un anno e mezzo fa e continuo a essere pessimista. Lo so che molti vorrebbero finalmente un po' di ottimismo, ma la situazione è quella che è e non è affatto bella. Anzi, continuano a esserci molte ragioni di inquietudine. E questo senza andare a tirare fuori il terrorismo o la situazione geo-politica. Il quadro, insomma, è già preoccupante così".


Giovanni Tamburi è uno dei migliori banchieri d'affari della piazza milanese (pochi come lui conoscono la media impresa italiana) e è difficile ricordare l'ultima volta in cui è stato ottimista.


E' cambiato qualcosa di recente?


"Vuol dire se rimango sempre pessimista?"


Si.


"Non vedo motivi di ottimismo intorno a noi. Per mesi e mesi abbiamo spiegato che l'economia internazionale andava frenando e che la ripresa era alle ultime battute. Oggi, vedo che questo comincia a essere consegnato anche nei documenti previsionali delle grandi banche d'affari internazionali, quelle con uffici studi che sembrano eserciti. Insomma, quella che fino a qualche settimana fa sembrava una visione un po' estrema del mondo, adesso sta diventando una previsione con tanto di timbri e firme". Il boom del 2004, cioè, sta finendo? "Giudichi lei. Possiamo prendere una previsione a caso. Questa che ho in mano è della banca Schroder, e forse non sono nemmeno quelli che vedono più nero. Ebbene, fra il 2004 e il 2005 l'America passa da una crescita del 4,3 per cento a una del 3 per cento. L'area euro dall'1,8 per cento all'1,5. Il Giappone dimezza addirittura la sua crescita: dal 4 al 2 per cento. E il mondo, nel suo complesso, scende dal 3,7 per cento di crescita del 2004 al 2,7 del 2005. E, ripeto, qui dentro non abbiamo le incognite di nuove azioni terroristiche come non abbiamo eventi catastrofici. Qui stiamo ragionando di normale evoluzione delle cose. E la semplice verità è che ci stiamo ripiegando, l'economia mondiale si sta richiudendo, mette il freno e passa alla marcia inferiore".


Ma, tutto sommato, non va poi così male...


"Nel conto, ovviamente, non abbiamo messo la Cina, che di fatto sta dimezzando la sua velocità di crescita".


Però non siamo in recessione...


"Ma ci sono in giro molti segnali preoccupanti. Vengono un po' da tutte le parti, dall'America, dall'Europa e dall'Asia".


Dagli Stati Uniti che cosa arriva?


"Il mistero di un'economia che finora è andata avanti grazie a operazioni molto spericolate e che si torva, secondo me, e anche secondo molti economisti di valore, in uno stato di instabilità grave".


Cioè?


"Cerco di spiegarmi. Se noi guardiamo i dati del Pil e le relative previsioni, tutto sembra andare più o meno bene. Se invece andiamo un po' più a fondo, allora vediamo emergere i guai. Di recente è stato calcolato l'andamento del debito aggregato americano (famiglie, imprese, Stato). Ebbene, siamo al 300 per cento del Pil. Si tratta del più alto valore dell'intera storia americana. All'inizio degli anni Trenta era arrivato a quota 270 per cento. All'inizio degli anni Novanta era un terzo in meno, a quota 200 per cento".


E questo che cosa significa?


"Molte cose e quasi nessuna bella".


Cioè?


"Intanto significa che, come peraltro si è già detto e scritto, dietro questo boom americano recente, c'è una montagna di debiti. Anzi, la più alta montagna di debiti della storia. E questo fa dell'economia americana (che è la più grande del mondo e quella da cui dipende tutto il resto) un soggetto molto instabile. Ma pone anche il problema di sistemare in qualche modo il debito. E la strada, qualunque cosa dicano le autorità americane, è una sola: far pagare il debito, il boom recente, agli altri, cioè al resto del mondo. La strategia economica americana, in questo momento, è appunto quella di esportare il loro debito attraverso il dollaro. Quelli che ci consigliano, quindi, di imitare l'America (fare debiti per crescere, per consumare di più) trascurano appunto questo piccolo particolare: gli americani possono farlo, con molti rischi, anche perché hanno il dollaro, uno strumento fantastico per esportare i debiti e farli pagare agli altri".


E come si fa?


"E' molto semplice: basta svalutare il dollaro. Questo rende un po' più competitive le loro merci e quindi si migliora un po' la situazione. Tutti hanno sempre detto che gli americani non potevano andare avanti con questo ritmo, e infatti stanno cercando di rallentare un po'. Per non cadere in recessione, svalutano il dollaro e cercano di aumentare le esportazioni, a danno ovviamente di tutti gli altri, che possono solo subire".


Lei vede dei rischi in questa operazione?


"Vedo dei danni sicuri per noi. Ma c'è anche qualche rischio per loro. Nel senso che non è affatto detto che queste operazioni riescano. Ripeto: l'America (non Greenspan o Bush) non si è mai trovata nel corso della sua storia a dover fronteggiare un debito così ciclopico. Ci stiamo muovendo su un terreno ignoto, mai percorso da nessuna Amministrazione. A questo aggiunga che nel giro di pochi mesi l'America deve ridurre del 30 per cento la sua velocità di crescita. Sarebbe un'impresa difficile da fare con un'economia a posto. Con un'economia piena di debiti (e con le imprese che già denunciano di non aver più tanta voglia di investire) il rischio di qualche sbandata, il rischio di finire nel fosso, è purtroppo reale. E, se sbanda l'America, sono guai seri per tutti, sul serio...".


Insomma, lei è preoccupato perché pensa che la locomotiva America possa sfuggire di mano...


"Esatto. Questo pericolo c'è. Ma poi sono preoccupato anche perchè nel mondo stanno avvenendo tante cose importanti, tanti cambiamenti di fronte ai quali servirebbe molta prudenza e invece vedo che la più grande economia del mondo li affronta con leggerezza, indebitandosi come mai nella sua storia".


A che cosa si riferisce?

"Quando è mai successo che un'industria automobilistica giapponese abbia dovuto chiudere i battenti per vari giorni non per mancanza di domanda (che è normale) quanto per mancanza di acciaio?".


E questo che cosa significa?


"Significa che solo adesso ci stiamo accorgendo che il boom cinese è qualcosa che sconvolge tutti i parametri economici internazionali. E' un problema e andrebbe gestito meglio. Pochi forse sanno che ormai il consumo di petrolio della Cina ha superato quello del Giappone. E questo nonostante la Cina abbia auto-limitato la sua crescita, di fatto dimezzandola. In realtà, stiamo viaggiando con la locomotiva numero 1, l'America, che si trova in uno stato di instabilità (andrebbe messa in sicurezza, come le case lesionate) e con la locomotiva numero 2, la Cina, che è talmente grande che rischia di creare problemi ovunque".


La svalutazione del dollaro non può essere una buona medicina per tutti?


"Assolutamente no. E' solo un modo per ribaltare su altri un po' dei debiti americani. Sull'Asia e sulla Cina, comunque, non avrà effetti perché quelle economie si muovono insieme al dollaro. La faccenda riguarda, e molto da vicino, purtroppo, noi europei".


In che senso ci riguarda?


"Nel senso che alla fine quelli che pagheranno siamo noi".


E come pagheremo?


"Abbiamo già cominciato. Grazie alla svalutazione del dollaro nel 2005 cresceremo meno del 2004, e penso che la cosa andrà avanti per parecchio tempo. Il boom americano, insomma, non nasce dalla genialità di Greenspan e di Bush, ma dal fatto che alla fine saremo noi a pagare. E questo spiega perché sono fuori dal mondo quelli che ci dicono di imitare gli Stati Uniti. A chi facciamo pagare i nostri debiti? All'America?".


Quindi è un disastro, qui in Europa?


"Sì, an che perché le aziende, per resistere, stanno delocalizzando in Asia. Stanno fuggendo, chiudono gli impianti qui e vanno ovunque, ma fuori dall'Europa. D'altra parte, in quei paesi un lavoratore costa fra i 70 e i 100 dollari al mese. Poco più di mille dollari all'anno. Qui da noi, gira e rigira, siamo introno ai 25 mila dollari all'anno. Non c'è gara, purtroppo".


E quindi che cosa accadrà dell'Europa?

"Continueremo a perdere industrie. Saremo un continente di cultura, servizi e turismo. Insomma, faremo i camerieri di americani e cinesi. Qui c'è un mercato interessante: dieci anni i cinesi in giro per il mondo a fare i turisti erano 3,7 milioni, quest'anno sono già 24 milioni e crescono continuamente".


Fuori dallo scherzo...


"Guardi che non scherzo molto. L'industria tessile è già quasi tutta all'estero, credo che qui non si faccia più una sola mutanda o un solo paio di jeans. Molte aziende di scarpe si trovano nella stessa identica situazione Mentre noi parliamo e discutiamo, qui le aziende scappano..."

quando si tornerà con i piedi per terra.....?
 
DJ Debt Futures Review: Sharp Losses Due To Long Liquidation
By Allen Sykora
BEND, Ore. (Dow Jones)--Interest-rate futures in Chicago finished lower
Monday due to a combination of worries about future Chinese demand for
Treasuries, the recent soft trend for the U.S. dollar and technical factors,
analysts and traders said. Much of the selling was in the form of long
liquidation.
December 10-year notes settled down 19 ticks to 111-14.5, while March
fell 21 ticks to 110-25. December Treasury bonds slid a full point plus 6
ticks to 111-15, while March bonds lost a full point plus 6 ticks to 110-17.
Jun Eurodollars slid 2.5 basis points to 96.805.
"The market is still reeling from last week's commentary regarding
China," said John Person, president of National Futures Advisory Service in
Palm Beach, Fla.
An academic advisor to the Chinese central bank was quoted late last
week as saying the country could pare its purchases of U.S. Treasuries.
The official later said his remarks were misconstrued and that he had no
inside knowledge of the bank's intentions, but the issue remained a bearish
factor.
The dollar's recent tailspin also remains a bearish background factor
for bond and note futures, said Person. A weakening U.S. currency lowers the
value of assets here held by overseas investors, which could make them less
likely to want to buy and hold U.S. government securities.
This all occurs against a backdrop in which the Federal Reserve has been
tightening monetary policy in increments of 25 basis points on a regular
basis. This may well continue since early news reports suggest the holiday-
shopping season got off to a good start over the Thanksgiving weekend, said
Person.
"The Treasuries are seeing a lot of liquidation, especially going toward
year-end," said Person. "Anyone who has been long and holding longer-term
positions is probably wise to take some money off the table before year-end."
Some of the selling is on follow-through due to technical factors, with
stops hit in the long end of the curve, said Person.
"Selling begets selling," said Person. "Once we breach support, momentum
traders start to press the market and locals jump on."
March bonds broke down through the area around and slightly above the
111 handle, said Person. This made the area around 110-15, based on weekly
pivot-point analysis, one of the next major targets. March bonds traded down
as far as 110-09 but were back hovering around 110-15 as the pits closed.
Person pointed out that a monthly pivot-based level in the December bonds
that lies around 111-13, which equates to around 110-09 for the March
futures. This general area for December bonds is also important since the 111-
11 had been a "swing point" for the market back in August and September. Just
below this is the Nov. 5 low of 111 even.
If the market fails below this general area, said Person, it could
trigger more heavy selling that eventually will result in the loss of three
or four full points in the bonds by mid-January.
Alex Manzara, vice president with Refco who works from the floor of the
Chicago Mercantile Exchange, linked some of the selling to comments from Bill
Gross, chief investment officer with Pimco.
"There's no doubt that the dollar is on the run and that higher U.S.
interest rates are the inevitable consequence," said an outlook posted on
Pimco's Web site. He pointed out that dollar depreciation eventually leads to
inflation and also leaves foreign investors wondering if they should hold
Treasuries.
"There was also some talk today that Bush's new economic team might
consider a re-issue of the 30-year bond," said Manzara. "I don't know if that
has any basis, but a couple of people were talking about it, so that was
probably a negative factor for the long end."
He pointed out that the Eurodollar curve steepened. As he spoke late in
the session, the reds, or second year out, were down around 5 basis points,
while the golds (the fifth year out) were down by more than 12.
"That's the first time we've had an aggressive steepening in quite some
time," Manzara said. "It looks like there is an unwinding of flatteners going
on."
No major U.S. economic reports were on the calendar, but several are on
tap each day for the remainder of the week, leading up to the November non-
farm payrolls report due out Friday. Data on Tuesday are to include:
-- third-quarter gross domestic product at 0730 CT (1330 GMT), expected
to remain at the previously reported 3.7%;
-- the consumer-confidence index at 0900 CT, forecast to rise to 96.1 in
November from 92.8 in October; and
-- the Chicago Purchasing Managers Index, expected to slide to 62.8 in
November from 68.5 in October.

-By Allen Sykora; Dow Jones Newswires; 541-318-8765;
[email protected]

(END) Dow Jones Newswires
 
30-nov martedì ITA: Inflazione preliminare Novembre ore 09:30
UE: Indice di fiducia sintetico Novembre ore 11:00
UE: Indice di fiducia economica Novembre ore 11:00
UE: Inflazione Novembre, stima flash ore 11:00
USA: PIL 2004.III seconda stima ore 14:30
USA: Consumi privati 2004.III seconda stima ore 14:30
USA: PMI Chicago Novembre ore 16:00
USA: Indice fiducia consumatori Novembre ore 16:00


e se non si muove con questi mi tocca cambiare firma :P :rolleyes:
 
Giorno bella gente ... questo dollaro australiano è una vera manna oggi .... -1,66% .... stò chiudendo posizioni sulla mia scala con largo anticipo :) :) :)


1101801669azz.jpg

1101801695azz1.jpg
 
se questi sono anticipatori oggi o domani dovrebbe mollare anche l'euro FX

... col senno di poi bene ho fatto a shortarmi queste monete secondarie al posto dell'euro. :)

1101802591azz.jpg
 
Ok .... ho ripesato il portafoglio cambi


3 short dollaro australiano
5 short dollaro canadese


adesso sono pronto o per la sparata dell'€/$ a 1.35 oppure per il tanto auspicato crollo .... e l'uomo campa.

1101810508azz.jpg




certo che col senno di poi è stata una bella scalata quella sul dollaro canadese ... partita da 0,8034

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