Val
Torniamo alla LIRA
Lo scambio fra la riduzione del numero dei parlamentari e la reincarnazione del proporzionale
mi fa rinvenire quell'episodio in cui il marito fedifrago per farsi perdonare dalla moglie gli chiede:
se mi perdoni cosa vuoi in cambio e lei prontamente risponde ... i tuoi cogljoni.
Dal Mattarellum al Porcellum, dall'Italicum al Rosatellum.
Negli ultimi decenni, periodicamente, la legge elettorale è finita al centro dell'attenzione politica e mediatica.
Dopo qualche anno, ci risiamo.
Sì, perché tra i 29 punti del programma di governo concordato da Pd e Movimento 5 Stelle, c'è anche la riforma elettorale.
Un progetto che va di pari passo con l'annunciato taglio dei parlamentari, digerito a fatica dai democratici.
I quali, in cambio della riduzione degli onorevoli di Camera e Senato, hanno incassato il sì dei grillini alla nuova legge elettorale.
Che sarà un proporzionale puro.
Un bel salto rispetto alla legge ora in vigore, il cosiddetto Rosatellum,
sistema misto proporzionale con correzione maggioritaria approvato dal governo Gentiloni con la legge 165/2017.
"Nulla converrebbe di più a SiamoEuropei che il ritorno al proporzionale. Eppure lo considero un errore.
Il rischio di Governi instabili e di veti incrociati aumenterebbe. Il distacco dei cittadini dalla politica anche".
Per Parisi, storico collaboratore di Romano Prodi, il progetto di riforma della legge elettorale
sottoscritto dai due nuovi alleati di governa rientra in una "logica spartitoria che ormai domina il Paese.
Solo Comuni e Regioni ricordano che ci fu un brevissimo periodo nel quale si immaginò che il tutto venisse prima delle parti.
Chi potrà mai mettere mano alla soluzione della questione del debito pubblico con un assetto di questo tipo?".
Per Nicola Fratoianni (La Sinistra), "una nuova legge elettorale proporzionale" andrebbe a "ricostruire un'idea della democrazia",
consentendo in questo modo di "mettere fine a una stagione in cui l'insulto, l'urlo e la prevaricazione sono diventati l'unica cifra possibile del dibattito pubblico".
mi fa rinvenire quell'episodio in cui il marito fedifrago per farsi perdonare dalla moglie gli chiede:
se mi perdoni cosa vuoi in cambio e lei prontamente risponde ... i tuoi cogljoni.
Dal Mattarellum al Porcellum, dall'Italicum al Rosatellum.
Negli ultimi decenni, periodicamente, la legge elettorale è finita al centro dell'attenzione politica e mediatica.
Dopo qualche anno, ci risiamo.
Sì, perché tra i 29 punti del programma di governo concordato da Pd e Movimento 5 Stelle, c'è anche la riforma elettorale.
Un progetto che va di pari passo con l'annunciato taglio dei parlamentari, digerito a fatica dai democratici.
I quali, in cambio della riduzione degli onorevoli di Camera e Senato, hanno incassato il sì dei grillini alla nuova legge elettorale.
Che sarà un proporzionale puro.
Un bel salto rispetto alla legge ora in vigore, il cosiddetto Rosatellum,
sistema misto proporzionale con correzione maggioritaria approvato dal governo Gentiloni con la legge 165/2017.
"Nulla converrebbe di più a SiamoEuropei che il ritorno al proporzionale. Eppure lo considero un errore.
Il rischio di Governi instabili e di veti incrociati aumenterebbe. Il distacco dei cittadini dalla politica anche".
Per Parisi, storico collaboratore di Romano Prodi, il progetto di riforma della legge elettorale
sottoscritto dai due nuovi alleati di governa rientra in una "logica spartitoria che ormai domina il Paese.
Solo Comuni e Regioni ricordano che ci fu un brevissimo periodo nel quale si immaginò che il tutto venisse prima delle parti.
Chi potrà mai mettere mano alla soluzione della questione del debito pubblico con un assetto di questo tipo?".
Per Nicola Fratoianni (La Sinistra), "una nuova legge elettorale proporzionale" andrebbe a "ricostruire un'idea della democrazia",
consentendo in questo modo di "mettere fine a una stagione in cui l'insulto, l'urlo e la prevaricazione sono diventati l'unica cifra possibile del dibattito pubblico".