Certificati di investimento - Cap. 1 (18 lettori)

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gaspino72

Nuovo forumer
Allora... ci sono certificati in cui la cedola è incondizionata e quindi viene pagata indipendentemente dal valore del sottostante e poi ci sono certificati in cui il pagamento della cedola dipende dal verificarsi di una condizione.
In questa seconda ipotesi ci sono 2 possibilità... cedole a memoria e cedole non a memoria.
Nel primo caso le cedole non pagate si accumulano e alla prima rilevazione in cui il sottostante è maggiore della barriera vengono pagate tutte insieme.
Nel secondo caso se alla data di rilevazione il sottostante è minore della barriera la cedola non viene pagata e va persa. Però alla rilevazione successiva il pagamento può riprendere se il sottostante si riporta sopra il livello barriera.
Spero di non averti confuso le idee... :rolleyes:

Spiegazione ECCELLENTE!!!
 

NoWay

It's time to play the game
MARKET TALK: Ftse Mib -2,67%, rotto supporto (sentiment)

MILANO (MF-DJ)--Il Ftse Mib cede il 2,67% a 22.362 punti. "Il principale indice milanese oscilla in un range compreso tra circa 22.400 e 23.000 punti. Oggi il Ftse Mib ha rotto il punto di supporto a 22.760 punti mentre il prossimo livello importante e' intorno all'area dei 22.000 punti", commenta un gestore contattato da MF-Dowjones.
 

federico1971it

Nuovo forumer
In questo dramma generale di sottostanti, noto un buon aumento della quotazione dell'oro... vai a sapere che il nostro DE000CZ37NE5 non torni ad essere un certificato interessante...
 

NoWay

It's time to play the game
Petrolio: si teme la violazione della soglia dei 40 dollari al barile. Morgan Stanley vede prezzi bassi anche nel 2016

Il rallentamento dell’economia cinese, la crisi ucraina, e soprattutto il progressivo allentamento delle sanzioni contro l’Iran sono i tre fattori che stanno mettendo sotto pressione le quotazioni del petrolio che, nella giornata di ieri, ha segnato il livello più basso degli ultimi sei anni, sulla spinta anche di un inatteso aumento delle riserve negli Stati Uniti. I future sul Wti, consegna settembre, sono risultate in calo di 35 centesimi a quota 40,45 dollari il barile a New York (dopo aver ceduto il 4,3% il giorno precedente), esattamente la metà della quotazione dello scorso ottobre. L’eventualità che il petrolio possa violare la soglia critica dei 40 dollari, come avvenuto nel 2008 in seguito alla crisi dei mutui subprime che dall’America è dilagata nel resto del mondo, ha messo in allerta investitori e analisti. Tra questi, Morgan Stanley che ha dato alle stampe un report nel quale conferma le preoccupazioni circa i fondamentali del greggio e stima quotazioni a livelli di guardia nei prossimi mesi e anche nel 2016.

Oil sotto pressione anche nel 2016
"La produzione OPEC è cresciuta in modo significativo da inizio anno - afferma Adam Longson, responsabile del team di analisti di Morgan Stanley Research - Se guardiamo al 2016, poi, l’eliminazione delle sanzioni nei confronti dell'Iran potrebbero aggiungere 500-700 mila barili al giorno con il risultato di sfiorare un livello limite nella seconda parte dell’anno e ancora di più nel 2016”. "Detto questo – aggiunge Longson - i prezzi resteranno probabilmente vicino alla parte bassa del range, ma un aumento della domanda di trasporto e un basso livello delle scorte dovrebbero fornire una sufficiente rete di sicurezza”. Ma a una condizione. Secondo Morgan Stanley il presupposto per scongiurare uno scivolone del petrolio è che gli Stati Uniti rallentino la produzione "non convenzionale” per compensare la nuova produzione iraniana. "Dal fronte dei Paesi non-OPEC prevediamo un aumento della fornitura di greggio pari a 0,9 milioni di barili al giorno nel 2015, esattamente la metà delle previsioni – spiega Longson - Quanto all’area OPEC ci aspettiamo che la produzione cresca di 0,8 milioni di barili rispetto allo scorso anno, grazie ai nuovi giacimenti di Iraq e Angola, e dalla maggiore produzione dell’Arabia Saudita”.

Domanda sempre robusta
Quanto alla domanda di greggio, le attese sono di un incremento complessivo di 1,4 milioni di barili al giorno nel 2015. "Prezzi più bassi e forti margini di raffinazione hanno contribuito a stimolare la domanda”, spiega Longson. In particolare per l’area OCSE si stima una crescita di 0,8 milioni di barili nel 2015, concentrata soprattutto in Europa e nelle Americhe. Nell’area non-OCSE l’incremento sarà di 0,6 milioni di barili al giorno e la maggiore domanda proverrà soprattutto dall'Asia e dal Medio Oriente. "La capacità di raffinazione addizionale e gli sforzi per produrre più benzina dovrebbero stimolare la domanda greggio nei Mercati emergenti”, conclude Langson.
 

NoWay

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Cina: ulteriori svalutazioni yuan entro la fine dell'anno

Le recenti decisioni di politica monetaria adottate dalla Banca centrale cinese, con Pechino che ha svalutao lo yuan rispetto al dollaro Usa tre volte in pochi giorni, continuano a catalizzare l’interesse degli analisti e degli economisti. Al centro della discussione il quesito se le scelte dalla Pboc annunciate in agosto rimarranno isolate oppure avranno un seguito nei mesi a venire. Di seguito pubblichiamo il punto di vista di Hong Chen, Chief Investment Officer di UBP Investment Management Shanghai Limited.

L’11 agosto la Banca centrale cinese (PBoC) ha comunicato di voler ottimizzare il suo sistema di parità centrale affinché il tasso di cambio del renminbi nei confronti del dollaro rifletta meglio la condizione dei mercati. Sul mercato valutario cinese spot, lo yuan può fluttuare del 2% al di sopra o al di sotto del tasso di parità centrale, in ciascuna seduta.

Il tasso di parità centrale dello yuan nei confronti del dollaro è basato sulla media ponderata dei prezzi offerti dal mercato ogni giorno prima dell’apertura del mercato interbancario. Il 12 agosto la PBoC ha diminuito questo tasso di 1,0008 punti base a quota 6,3306, secondo il sistema di tassi di cambio esteri cinese. Il mercato azionario A-share è stato leggermente influenzato dalla notizia del 11 agosto, in quanto lo Shanghai Composite Index è sceso in quella seduta dello 0,01%.

Non siamo sorpresi dall’operazione della PBoC. Dopo tutto, rendere libero il mercato forex è un obiettivo di lungo termine per le autorità locali ed è stato discusso diverse volte. Tale intervento è necessario ed è un operazione importante al fine di migliorare l’indipendenza del mercato forex. Questa volta, l’allargamento del tasso di fluttuazione al 2% si è rilevato abbastanza gestibile e non crediamo che possa portare ad una crisi.

Il fatto che l’annuncio sia stato dato all’improvviso è la ragione per cui i mercati hanno leggermente sussultato. A nostro avviso il renminbi si deprezzerà del 5% entro la fine dell’anno, il che implica un ulteriore riduzione del 3%. Perciò, nel breve termine, il mercato azionario A-share dovrebbe essere investito dalla pressione del deprezzamento e continuare a essere volatile.
 
Stato
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