MILANO - Quasi un milione di contratti in vendita. Questo ha portato la Consob, insieme con la spagnola Cnmw, ad attivare attraverso l'Esma (l'autorità europea di vigilanza sui mercati) il divieto di vendite allo scoperto che coinvolge 85 titoli. Lo ha spiegato il presidente della Commissione che controlla il mercato, Paolo Savona. Fino a mercoledì la situazione aveva indotto Consob a non intervenire perché «le operazioni allo scoperto erano una parte trascurabile delle contrattazioni totali, perciò la speculazione propriamente definita non aveva un ruolo nella caduta delle quotazioni azionarie». Nella giornata di giovedì, invece, «nel pomeriggio - ha proseguito Savona - c’è stata un’accelerazione delle vendite, che hanno sfiorato il milione dei contratti, circa il 50% in più del giorno precedente e della media del periodo interessato dalle conseguenze del coronavirus. Il valore delle contrattazioni è salito di oltre il 30% rispetto alla media del periodo e di oltre il 50% rispetto al giorno precedente, raggiungendo un importo record di oltre 6 miliardi di euro».
Tale accelerazione, secondo il presidente di Consob, «non ha reso più possibile distinguere le forme speculative propriamente definite dai comportamenti pratici degli operatori e ha pertanto suggerito di distinguere il trattamento dei contratti allo scoperto dagli altri contratti». Oggi la Borsa ha mutato di segno e «ha preso atto che, sulla base delle valutazioni dell’impatto economico della crisi sanitaria di fonte ufficiale, la caduta delle quotazioni registrata ieri da 85 importanti titoli eccede il peggioramento dei fondamentali dell’economia. Spero che questo corretto ripensamento si affermi in via stabile».
La Stampa