Certificati di investimento - Capitolo 6 (3 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

fabriziof

Forumer storico
attenzione a questi errori, perchè l'intermediario potrebbe chiamarvi e chiedere spiegazioni. La compravendita a se stessi, o anche a conti diversi cointestati, viene configurata da Consob come una "wash sale" o vendita fittizia per eludere, ad esempio, il pagamento del capital gain. Non succede niente in caso di errori lievi come quelli da voi descritti ma attenzione a ritenerli una cosa irrilevante.
In che modo la vendita fittizia evita il pagamento del capital gain ?
 

Bu$

The sun is life
MIGRAZIONE EURONEXT OPTIQ: SECONDA FASE
Gentile Cliente,
a seguito dell’acquisizione di Borsa Italiana da parte di Euronext, il prossimo lunedì 11 settembre si completerà la seconda fase della migrazione alla nuova piattaforma tecnologica di Euronext denominata Optiq.

La migrazione interesserà i seguenti strumenti e mercati:
  • Reddito fisso (MOT-EXTRAMOT-EuroTlx)
  • Covered Warrant (SEDEX)
  • Certificates (CERT X)
Di seguito le principali novità introdotte:

ESTENSIONE DURATA DELLE PROPOSTE
La validità massima degli ordini “validi sino a data” (VSD) sarà estesa da 30 a 364 giorni.

NUOVA FASE DI NEGOZIAZIONE TAL (TRADING AT LAST)
Gli ordini inseriti dalle 17:35 alle 17:40 entreranno nella nuova fase di mercato denominata TAL (Trading At Last)

Nella nuova fase il prezzo di esecuzione potrà essere pari al prezzo dell'ultima asta della giornata o, se non disponibile un prezzo d'asta, all'ultimo prezzo negoziato durante la fase continua.

MODIFICHE AI PARAMETRI DI PREZZO
Verranno estese anche agli strumenti appartenenti ai mercati sopracitati, le modifiche alle proposte di negoziazione già introdotte sui mercati (Equity e ETFplus) oggetto della prima fase di migrazione.
In particolare, per le proposte di negoziazione aventi i seguenti parametri si segnalano queste modifiche:
  • SENZA LIMITE DI PREZZO: nel caso di ordini al meglio (“Senza Limite di Prezzo”) l’ordine non verrà cancellato in caso di mancata esecuzione totale o parziale, ma resterà nell’order book.

  • MARKET TO LIMIT ORDER: in sede di negoziazione continua, una proposta di negoziazione “Market to Limit” sarà convertita in una proposta con limite di prezzo pari al miglior prezzo in acquisto (per le proposte di vendita) o al migliore prezzo in vendita (per le proposte di acquisto). In mancanza di una proposta di segno contrario la proposta di negoziazione immessa viene respinta. In caso di esecuzione parziale, la parte non eseguita rimarrà nell’order book.
NOTE OPERATIVE PER IL TUO TRADING
Per consentire il rilascio di tali aggiornamenti, da oggi la validità temporale massima degli ordini sarà limitata all'8 settembre 2023; al termine della seduta di venerdì 8 settembre saranno cancellati tutti gli ordini VSD (Validi sino a Data) precedentemente inseriti sui mercati sopracitati.
Lunedì 11 settembre verrà ripristinata la normale operatività.

Per eventuali approfondimenti si rimanda ai regolamenti presenti sul sito di Borsa Italiana.

Un saluto cordiale.
Il team di Webank
 

Jsvmax79

Forumer storico
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valgri

Valter : Born in 1965
Oggi Saipem sale bene in controtendenza, se vuole provare ad attaccare i massimi annuali dovrà prima rompere la vicina resistenza ....

MILANO (MF-NW)--Saipem domina le blue chip con un rialzo del 5,25%, in un contesto di mercato debole (Ftse Mib -0,67%). Dopo essersi aggiudicata due contratti in Libia per 1 mld usd, l''azienda e'' stata scelta da Eni Congo per la conversione di un''unita'' di trivellazione semisommergibile in un impianto di separazione e potenziamento, e da Bp per attivita'' offshore sottomarine nel Golfo del Messico. Questi due contratti hanno un valore stimato in circa 700 mln euro.

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leon3037

Forumer storico
In che modo la vendita fittizia evita il pagamento del capital gain ?

tralasciando i dettagli, è sufficiente che il conto senza minus realizzi una perdita e quello con le minus un guadagno, per compensare la plusvalenza fittizia. Se si tratta dello stesso conto potrebbe essere una questione temporale, insomma senza entrare nello specifico il gioco che a Consob non piace è sostanzialmente questo
 

Fabrib

Forumer storico
Il governo Meloni è intervenuto con un provvedimento a dir poco autolesionista e prociclico, cioè potenzialmente esasperante i movimenti che si devono invece cercare di ridurre. Ha tassato al quaranta per cento (aliquota assurda ed elevatissima) il differenziale tra margine di interesse 2023 rispetto al 2021 che era stato il minimo storico di questo indicatore.
Quali saranno le conseguenze?
Primo. Le banche non avranno alcun interesse a fare impieghi, anzi se fossero razionali li dovrebbero sempre impedire da qui a fine anno quando scadrà la misura. Al cinque per cento di tasso, qualsiasi impiego viene tassato al quaranta per cento del tasso nominale visto che già oggi è assolutamente certo che il margine di interesse 2023 sarà di molto superiore al 2021. Quindi il tasso vero per la banca che impiega oggi è il tre per cento che non risulta per nulla remunerativo al netto di rischi e spese con il tasso di sconto al quattro per cento o anche leggermente superiore. La tassa prevista dal governo è del quaranta per cento del tasso nominale, quindi è tanto più alta quanto più rischioso è il cliente. A maggior ragione, non ci sarà nessun credito ai clienti anche solo marginalmente rischiosi.In un momento di frenata dell’economia, questo tipo di impatto ha conseguenze devastanti. Per cinque mesi si fermerà tutto, investimenti, mutui, credito non verranno concessi o verranno concessi col contagocce e ritardati al 1 gennaio 2024 quando improvvisamente la tassa scadrà.
Secondo. Le banche che già devono essere certe di avere liquidità per fronteggiare eventuali crisi prossime venture, e che hanno visto una prima modesta contrazione dei depositi col salire dei tassi, sono invogliate da un incentivo fiscale folle e monumentale a pagare i depositi a tassi elevatissimi. Cosa osta a remunerare i depositi al cinque per cento se il due per cento viene rimborsato dallo Stato? E non saranno certo i depositi da cinquemila euro a venir strapagati, ma quelli da cinque milioni di euro che improvvisamente troveranno ampia disponibilità a strapagare. Pagherà lo Stato. Dove si troverà il cash? Banalmente nelle aziende liquide, cioè quelle che non hanno bisogni di prestiti e in generale in tutti i rentier che troveranno più vantaggioso farsi pagare time deposit a tassi assurdi piuttosto che comprare per esempio titoli di Stato.
Terzo. I titoli di Stato che vengono emessi in asta e che contribuiscono a formare margine di interesse attivo non saranno più attrattivi. Le tesorerie delle banche preferiranno non comprarli per evitare anche in questo caso di pagare una tassa del quaranta per cento sul tasso concesso. Oppure li compreranno solo a tassi molto elevati se la domanda fosse cosi bassa da costringere il Tesoro a incrementare i tassi per trovare domanda.
Quarto. Ci sarà un’ulteriore, inattesa e cospicua manovra di restrizione dell’economia in un contesto che ha già subito una fortissima (inutile?) restrizione con il repentino aumento dei tassi.
Quinto. La tassa genererà un’immediata diminuzione dei dividendi pagati dalle banche. Quindi, con la tassazione del ventisei per cento dei dividendi, e con un payout tra il cinquanta e il settanta per cento, significa che qualsiasi importo riscosso dalla nuova tassa va ridotto di almeno il venti per cento per un effetto immediato sugli utili e sui dividendi delle banche nel 2023.
Sesto. La fiducia degli investitori stranieri sulle nostre banche crollerà. Perché investire in banche dove il trenta per cento del profitto viene spazzato via dalla sera alla mattina, dove la volatilità dei valori vedrà un meno otto-dieci per cento in un giorno? Ci sono banche in ogni paese europeo, e si potrà facilmente vendere titoli di Intesa o Unicredit e comprare qualsivoglia titolo bancario in euro di paesi dove i governi non siano cosi stupidamente interventisti. Questo costerà molto perché il capitale (equity e debito) delle banche italiane vorrà essere remunerato con un maggiore premio di rischio. E, se cosi sarà, i profitti delle banche italiane nel tempo saranno inferiori, così come la loro base imponibile e quindi le tasse riscosse dallo Stato.

Gli investitori che allocano capitale hanno giustamente memoria molto lunga e il premio per il rischio maggiorato sarà una conseguenza negativa di lungo termine che peggiora la competitività delle banche italiane proprio nel momento in cui le due maggiori hanno risultati ottimi. Il tutto per una mossa improvvida e improvvisata del governo che interviene in un ambito che ha riflessi competitivi evidenti e negativi. Tutto questo per raccogliere due, tre miliardi da cui togliere da subito un venti per cento per i dividendi e a seguire probabilmente somme anche superiori per effetto del rallentamento economico che ne consegue.
Il giorno dopo, il Governo ha messo una pezza introducendo il limite massimo dello 0,1 per cento degli asset gestiti che di fatto dimezza la tassa, ma gli effetti distorsivi permangono e le tesorerie staranno facendo di conto per verificare se lo 0,1 per cento è da considerarsi tassa fissa o tassa marginale. Speriamo che sia per tutti una tassa fissa, ma anche in questo caso gli effetti distorsivi sono identici, seppure edulcorati dalla toppa introdotta dopo ventiquattro ore.
L’effetto di perdita di credibilità in tutto il mondo invece permane e anzi viene aumentato. La domanda nel mondo oggi è chi sono quegli incompetenti al governo in Italia, che varano una misura così importante, salvo rendersi conto dopo ventiquattro ore che era una tanto sbagliata da richiedere un correttivo potente e immediato?
La morale è che lo Stato non deve intervenire nell’economia in modo scriteriato. Un provvedimento come questo crea un danno economico allo Stato proprio perché mal concepito, comunicato in modo demagogico (dire «tassiamo le banche» è tanto stupido quanto «vi regalo il centodieci per cento per ristrutturare la casa») e in ultima analisi dannoso. Lo sviluppo economico e il sostegno alle classi deboli si ottiene lasciando che i privati prendano rischi di mercato e operando una tassazione il più possibile stabile, prevedibile, commisurata a quella degli altri paesi europei, e combattendo con tutti i mezzi l’evasione fiscale.
Tassare le banche significa segare il ramo su cui poggia il nostro sistema economico. Se il ramo cade, cade anche il sistema che assicura allo Stato circa ottocento miliardi di tasse e di contributi l’anno. Questi due miliardi della tassa sulle banche potranno essere il regalo con cui Matteo Salvini vorrà dire di aver finanziato una qualche misura demagogica e populista, ma di certo costeranno allo Stato ben di più. La tassa sull’energia del governo Draghi, la famigerata Tobin tax e tanti altri esempi di fallimenti conclamati non sono bastati, ora ci dobbiamo sorbire la tassa sul margine di interesse che marchierà il governo Meloni con infamia.
 

fabriziof

Forumer storico
Giá ,cominciamo le celebrazioni .In quell’agosto di dieci anni fa sul 3d dei perpetui che a quell’epoca era il più frequentato ,venne fuori il discorso dei certificati ,non li conosceva quasi nessuno tranne Noway che da poco era approdato al forum e decidemmo io e lui di aprire una sezione apposita.All’epoca I certificati erano per lo più bonus ,il 3d prese inizialmente un carattere di educational ,Noway per anni presentò tutti i santi giorni un certificato diverso,utile sopratutto quando si diffusero le nuove tipologie antenate dei cash collect etc.Si può dire tranquillamente che il 3d ha dato un contributo decisivo alla conoscenza e alla diffusione del certificati in Italia ,anzitutto per l’instancabile operato di Noway,l’assidua presenza di Leon e il contributo di amici vecchi e nuovi.
Auguri a tutti!
 

NoWay

It's time to play the game
E allora postiamo il file del decennale... :)


DISCLAIMER: Ci potrebbero essere degli errori, anzi ci saranno sicuramente. Prima di investire, controllate i Final Terms ufficiali e, quando trovate inesattezze, avvisatemi per favore.



 

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skolem

Listino e panino
Il governo Meloni è intervenuto con un provvedimento a dir poco autolesionista e prociclico, cioè potenzialmente esasperante i movimenti che si devono invece cercare di ridurre. Ha tassato al quaranta per cento (aliquota assurda ed elevatissima) il differenziale tra margine di interesse 2023 rispetto al 2021 che era stato il minimo storico di questo indicatore.
Quali saranno le conseguenze?
Primo. Le banche non avranno alcun interesse a fare impieghi, anzi se fossero razionali li dovrebbero sempre impedire da qui a fine anno quando scadrà la misura. Al cinque per cento di tasso, qualsiasi impiego viene tassato al quaranta per cento del tasso nominale visto che già oggi è assolutamente certo che il margine di interesse 2023 sarà di molto superiore al 2021. Quindi il tasso vero per la banca che impiega oggi è il tre per cento che non risulta per nulla remunerativo al netto di rischi e spese con il tasso di sconto al quattro per cento o anche leggermente superiore. La tassa prevista dal governo è del quaranta per cento del tasso nominale, quindi è tanto più alta quanto più rischioso è il cliente. A maggior ragione, non ci sarà nessun credito ai clienti anche solo marginalmente rischiosi.In un momento di frenata dell’economia, questo tipo di impatto ha conseguenze devastanti. Per cinque mesi si fermerà tutto, investimenti, mutui, credito non verranno concessi o verranno concessi col contagocce e ritardati al 1 gennaio 2024 quando improvvisamente la tassa scadrà.
Secondo. Le banche che già devono essere certe di avere liquidità per fronteggiare eventuali crisi prossime venture, e che hanno visto una prima modesta contrazione dei depositi col salire dei tassi, sono invogliate da un incentivo fiscale folle e monumentale a pagare i depositi a tassi elevatissimi. Cosa osta a remunerare i depositi al cinque per cento se il due per cento viene rimborsato dallo Stato? E non saranno certo i depositi da cinquemila euro a venir strapagati, ma quelli da cinque milioni di euro che improvvisamente troveranno ampia disponibilità a strapagare. Pagherà lo Stato. Dove si troverà il cash? Banalmente nelle aziende liquide, cioè quelle che non hanno bisogni di prestiti e in generale in tutti i rentier che troveranno più vantaggioso farsi pagare time deposit a tassi assurdi piuttosto che comprare per esempio titoli di Stato.
Terzo. I titoli di Stato che vengono emessi in asta e che contribuiscono a formare margine di interesse attivo non saranno più attrattivi. Le tesorerie delle banche preferiranno non comprarli per evitare anche in questo caso di pagare una tassa del quaranta per cento sul tasso concesso. Oppure li compreranno solo a tassi molto elevati se la domanda fosse cosi bassa da costringere il Tesoro a incrementare i tassi per trovare domanda.
Quarto. Ci sarà un’ulteriore, inattesa e cospicua manovra di restrizione dell’economia in un contesto che ha già subito una fortissima (inutile?) restrizione con il repentino aumento dei tassi.
Quinto. La tassa genererà un’immediata diminuzione dei dividendi pagati dalle banche. Quindi, con la tassazione del ventisei per cento dei dividendi, e con un payout tra il cinquanta e il settanta per cento, significa che qualsiasi importo riscosso dalla nuova tassa va ridotto di almeno il venti per cento per un effetto immediato sugli utili e sui dividendi delle banche nel 2023.
Sesto. La fiducia degli investitori stranieri sulle nostre banche crollerà. Perché investire in banche dove il trenta per cento del profitto viene spazzato via dalla sera alla mattina, dove la volatilità dei valori vedrà un meno otto-dieci per cento in un giorno? Ci sono banche in ogni paese europeo, e si potrà facilmente vendere titoli di Intesa o Unicredit e comprare qualsivoglia titolo bancario in euro di paesi dove i governi non siano cosi stupidamente interventisti. Questo costerà molto perché il capitale (equity e debito) delle banche italiane vorrà essere remunerato con un maggiore premio di rischio. E, se cosi sarà, i profitti delle banche italiane nel tempo saranno inferiori, così come la loro base imponibile e quindi le tasse riscosse dallo Stato.

Gli investitori che allocano capitale hanno giustamente memoria molto lunga e il premio per il rischio maggiorato sarà una conseguenza negativa di lungo termine che peggiora la competitività delle banche italiane proprio nel momento in cui le due maggiori hanno risultati ottimi. Il tutto per una mossa improvvida e improvvisata del governo che interviene in un ambito che ha riflessi competitivi evidenti e negativi. Tutto questo per raccogliere due, tre miliardi da cui togliere da subito un venti per cento per i dividendi e a seguire probabilmente somme anche superiori per effetto del rallentamento economico che ne consegue.
Il giorno dopo, il Governo ha messo una pezza introducendo il limite massimo dello 0,1 per cento degli asset gestiti che di fatto dimezza la tassa, ma gli effetti distorsivi permangono e le tesorerie staranno facendo di conto per verificare se lo 0,1 per cento è da considerarsi tassa fissa o tassa marginale. Speriamo che sia per tutti una tassa fissa, ma anche in questo caso gli effetti distorsivi sono identici, seppure edulcorati dalla toppa introdotta dopo ventiquattro ore.
L’effetto di perdita di credibilità in tutto il mondo invece permane e anzi viene aumentato. La domanda nel mondo oggi è chi sono quegli incompetenti al governo in Italia, che varano una misura così importante, salvo rendersi conto dopo ventiquattro ore che era una tanto sbagliata da richiedere un correttivo potente e immediato?
La morale è che lo Stato non deve intervenire nell’economia in modo scriteriato. Un provvedimento come questo crea un danno economico allo Stato proprio perché mal concepito, comunicato in modo demagogico (dire «tassiamo le banche» è tanto stupido quanto «vi regalo il centodieci per cento per ristrutturare la casa») e in ultima analisi dannoso. Lo sviluppo economico e il sostegno alle classi deboli si ottiene lasciando che i privati prendano rischi di mercato e operando una tassazione il più possibile stabile, prevedibile, commisurata a quella degli altri paesi europei, e combattendo con tutti i mezzi l’evasione fiscale.
Tassare le banche significa segare il ramo su cui poggia il nostro sistema economico. Se il ramo cade, cade anche il sistema che assicura allo Stato circa ottocento miliardi di tasse e di contributi l’anno. Questi due miliardi della tassa sulle banche potranno essere il regalo con cui Matteo Salvini vorrà dire di aver finanziato una qualche misura demagogica e populista, ma di certo costeranno allo Stato ben di più. La tassa sull’energia del governo Draghi, la famigerata Tobin tax e tanti altri esempi di fallimenti conclamati non sono bastati, ora ci dobbiamo sorbire la tassa sul margine di interesse che marchierà il governo Meloni con infamia.
Cito: Un provvedimento come questo crea un danno economico allo Stato proprio perché mal concepito, comunicato in modo demagogico (dire «tassiamo le banche» è tanto stupido quanto «vi regalo il centodieci per cento per ristrutturare la casa») e in ultima analisi dannoso.

Ci aggiungerei anche Quota 100, tra le genialate firmate Capitan Fracassa, che è stata cassata dopo 1 anno perché insostenibile (ma elettoralmente profittevole!).
Ma basta rimuginare sugli errori del passato! Ora voltiamo pagina e guardiamo con fiducia a quanti dei nostri soldi saranno scialacquati per il Ponte sullo Stretto.
 
Stato
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