Certificati di investimento - Capitolo 6 (5 lettori)

Stato
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percefal

Utente Old Style
In questo caso nessuno in Italia avrebbe una pensione che arrivi a 600€ mensili.
No polemica -su questo punto sono perfettamente d'accordo con te- solo un dato di fatto.
I conti, nudi e crudi.

A memoria mi pare che all'INPS, a fini pensionistici, vada mensilmente il 17% dello stipendio lordo.

Ipotizzando che si percepisca uno stipendio lordo di 50.000€ ( :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: ), si verserebbero sulla propria posizione previdenziale 8.500€ all'anno.

8.500 x 40 anni = 340.000€ di montante.

A 65 anni, il coefficiente di conversione che l'INPS applica oggi e' del 5.22%

340.000 x 5.22% = 17.748€ annui lordi, ovvero 1.479€ mensili lordi a cui togliere quanto? Il 30%?

Il problema? Gente che guadagna 50.000€ lordi in Italia si contano sulle dita di una mano monca. E soprattutto, questa cifra nei primi dieci/quindici anni di contribuzione se la sognano.


PS: se le cose non sono cambiate recentemente, chi versa i contributi oggi paga le pensioni di chi in pensione c'e' gia', quindi anche quella di Joe e Giancarlo.
La domanda e': quando andranno in pensione gli altri, visto che tanti italiani stanno emigrando e non faranno ritorno, e che non ci sono politiche di inserimento serie dei migranti, e conseguentemente non si capisce ancora chi continuera' a versare soldi, la pensione chi gliela paghera'?
 

Renatorino

Be the change you want to see
I conti, nudi e crudi.

A memoria mi pare che all'INPS, a fini pensionistici, vada mensilmente il 17% dello stipendio lordo.

Ipotizzando che si percepisca uno stipendio lordo di 50.000€ ( :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: ), si verserebbero sulla propria posizione previdenziale 8.500€ all'anno.

8.500 x 40 anni = 340.000€ di montante.

A 65 anni, il coefficiente di conversione che l'INPS applica oggi e' del 5.22%

340.000 x 5.22% = 17.748€ annui lordi, ovvero 1.479€ mensili lordi a cui togliere quanto? Il 30%?

Il problema? Gente che guadagna 50.000€ lordi in Italia si contano sulle dita di una mano monca. E soprattutto, questa cifra nei primi dieci/quindici anni di contribuzione se la sognano.


PS: se le cose non sono cambiate recentemente, chi versa i contributi oggi paga le pensioni di chi in pensione c'e' gia', quindi anche quella di Joe e Giancarlo.
La domanda e': quando andranno in pensione gli altri, visto che tanti italiani stanno emigrando e non faranno ritorno, e che non ci sono politiche di inserimento serie dei migranti, e conseguentemente non si capisce ancora chi continuera' a versare soldi, la pensione chi gliela paghera'?

I conti, nudi e crudi.

A memoria mi pare che all'INPS, a fini pensionistici, vada mensilmente il 17% dello stipendio lordo.

Ipotizzando che si percepisca uno stipendio lordo di 50.000€ ( :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: ), si verserebbero sulla propria posizione previdenziale 8.500€ all'anno.

8.500 x 40 anni = 340.000€ di montante.

A 65 anni, il coefficiente di conversione che l'INPS applica oggi e' del 5.22%

340.000 x 5.22% = 17.748€ annui lordi, ovvero 1.479€ mensili lordi a cui togliere quanto? Il 30%?

Il problema? Gente che guadagna 50.000€ lordi in Italia si contano sulle dita di una mano monca. E soprattutto, questa cifra nei primi dieci/quindici anni di contribuzione se la sognano.


PS: se le cose non sono cambiate recentemente, chi versa i contributi oggi paga le pensioni di chi in pensione c'e' gia', quindi anche quella di Joe e Giancarlo.
La domanda e': quando andranno in pensione gli altri, visto che tanti italiani stanno emigrando e non faranno ritorno, e che non ci sono politiche di inserimento serie dei migranti, e conseguentemente non si capisce ancora chi continuera' a versare soldi, la pensione chi gliela paghera'?
Ogni 3 euro di pensioni pagate annualmente, l'INPS ne incassa 2 di contributi. Quanto pensate che possiamo andare avanti?
 

mac

Forumer storico
Per me fare le cose per bene significherebbe dire che uno ha la pensione in ragione di quanto ha versato quando lavorava, che il salario lo deve pagare il datore di lavoro e non il Governo, che il cuneo fiscale non si fa pagare alla collettività, che l'Italia è fondata sul lavoro e non sui bonus, ecc. ecc.
Fare le cose per bene significa, in primis, trattare tutti i cittadini allo stesso modo, anche e principalmente in relazione al contributo che viene chiesto a ciascuno per il funzionamento della società.

Faccio un esempio: mia moglie pensionata della pubblica istruzione ha un imponibile IRPEF di 18k euro (dopo 36 anni di servizio e quindi senza ricevere nulla di più di quanto versato nelle casse dell'INPS) su cui paga, tra ritenute ed addizionali, un IRPEF di 3,4k.
La stessa ha un reddito d'impresa, derivante dall'attività di locazioni brevi della nostra ex casa di vacanze, (regime forfettario) con un imponibile di 37,8k (praticamente il doppio della pensione) su cui paga un IRPEF di 0,78k ed un contributo INPS di 1,86k (e sì, nonostante sia già pensionata da tempo, continua a pagare contributi previdenziali che non riavrà mai indietro!)
Ciononostante, tra tasse è contributi:
- come autonoma versa allo stato 2,64k sui 37,8k incassati (neppure il 7%);
- come ex dipendente in pensione versa allo stato 3,4k su 18k guadagnati (la bellezza del 18,9%, cioè 2,7 volte il 7%).
Con buona pace del principio di progressività della tassazione!

Dimenticavo: questa anomalia accade nonostante non faccia un euro di evasione, cosa non propriamente comune nell'universo delle partite IVA.
 

giancarlo22

Forumer storico
I conti, nudi e crudi.

A memoria mi pare che all'INPS, a fini pensionistici, vada mensilmente il 17% dello stipendio lordo.

Ipotizzando che si percepisca uno stipendio lordo di 50.000€ ( :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: ), si verserebbero sulla propria posizione previdenziale 8.500€ all'anno.

8.500 x 40 anni = 340.000€ di montante.

A 65 anni, il coefficiente di conversione che l'INPS applica oggi e' del 5.22%

340.000 x 5.22% = 17.748€ annui lordi, ovvero 1.479€ mensili lordi a cui togliere quanto? Il 30%?

Il problema? Gente che guadagna 50.000€ lordi in Italia si contano sulle dita di una mano monca. E soprattutto, questa cifra nei primi dieci/quindici anni di contribuzione se la sognano.


PS: se le cose non sono cambiate recentemente, chi versa i contributi oggi paga le pensioni di chi in pensione c'e' gia', quindi anche quella di Joe e Giancarlo.
La domanda e': quando andranno in pensione gli altri, visto che tanti italiani stanno emigrando e non faranno ritorno, e che non ci sono politiche di inserimento serie dei migranti, e conseguentemente non si capisce ancora chi continuera' a versare soldi, la pensione chi gliela paghera'?

Conoscendo abbastanza bene l'argomento pensioni devo correggere i tuoi conti.
Per i lavoratori dipendenti la ritenuta sullo stipendio è circa il 10% e non il 17% (con la riduzione del cuneo il 10 si sta leggermente riducendo).
C'è però il datore di lavoro che versa sul conto del dipendente molto di più, circa il 38% (salvo anche qui revisioni).
Tra l'uno e l'altro si arriva a quasi al 50% dello stipendio lordo di un lavoratore.
Il sottoscritto che ha avuto 40 anni (e oltre) di contributi per uno stipendio medio di circa 50.000 euro lordi annui ne è scaturito un montante contributivo di quasi un milione di euro da cui una pensione di circa 50.000 euro annui, che è nella fascia alta dei lavoratori dipendenti.
Ovviamente per i lavoratori autonomi non c'è la parte del datore di lavoro (in teoria il 4% che il lavoratore aggiunge in fattura).
I titolari di pensione minima sono persone che non hanno lavorato sull'intero periodo della loro vita (bastano 20 anni di contribuzione) o non hanno contributi versati dal datore di lavoro o, infine, i lavoratori autonomi che hanno versato poco o niente e che vanno a beneficiare di una pensione minima di fatto regalata...... a spese della collettività
 

percefal

Utente Old Style
Conoscendo abbastanza bene l'argomento pensioni devo correggere i tuoi conti.
Per i lavoratori dipendenti la ritenuta sullo stipendio è circa il 10% e non il 17% (con la riduzione del cuneo il 10 si sta leggermente riducendo).
C'è però il datore di lavoro che versa sul conto del dipendente molto di più, circa il 38% (salvo anche qui revisioni).
Tra l'uno e l'altro si arriva a quasi al 50% dello stipendio lordo di un lavoratore.
Il sottoscritto che ha avuto 40 anni (e oltre) di contributi per uno stipendio medio di circa 50.000 euro lordi annui ne è scaturito un montante contributivo di quasi un milione di euro da cui una pensione di circa 50.000 euro annui, che è nella fascia alta dei lavoratori dipendenti.
Ovviamente per i lavoratori autonomi non c'è la parte del datore di lavoro (in teoria il 4% che il lavoratore aggiunge in fattura).
I titolari di pensione minima sono persone che non hanno lavorato sull'intero periodo della loro vita (bastano 20 anni di contribuzione) o non hanno contributi versati dal datore di lavoro o, infine, i lavoratori autonomi che hanno versato poco o niente e che vanno a beneficiare di una pensione minima di fatto regalata...... a spese della collettività
Dimentichi la quota versata dal datore di lavoro. E poi ho parlato solo di quota versata all'INPS, non alle altre tasse.
Vabbe', ci rinuncio. Torno sotto il ponte e mi godo il sole.
 

giancarlo22

Forumer storico
Ogni 3 euro di pensioni pagate annualmente, l'INPS ne incassa 2 di contributi. Quanto pensate che possiamo andare avanti?

IL bilancio è negativo proprio a causa delle pensioni minime e sociali, che non corrispondono affatto ai versamenti. Per i lavoratori dipendenti che hanno versato contributi per tutta la vita il bilancio è ancora attivo.
 
Stato
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