Cina + 5,5%, Giappone - 4,5%...
L’ultima seduta del mese e del trimestre è del tutto disomogenea in Asia Pacifico: continuano a galoppare le borse della Cina e segna un forte ribasso l’azionariato del Giappone.
Nell’ultima sessione prima di una settimana di vacanza, l’indice CSI 300 delle borse di Shanghai e Shenzhen guadagna il 6,5%, la variazione giornaliera più forte degli ultimi nove anni. Settembre si chiude con un rialzo del 18%
L’Hang Seng di Hong Kong è in rialzo del 3,3%, +18,3% il mese..
In coda a quel che è stato deciso a Pechino la scorsa settimana, tre delle maggiori città cinesi hanno allentato nel fine settimana le regole per gli acquisti di case, la banca centrale cinese ha poi abbassato i tassi ipotecari.
In aggiunta, l’indice PMI manifatturiero è migliorato in settembre a 49,8 da 49,1 di agosto: il consensus era 49,4. Peggiora leggermente l’indice non manifatturiero a 50,0, da 50,3. Ha invece del tutto deluso l’indice PMI di Caixin, sia nella componente servizi che in quella manifatturiera.
E’ su una rotta opposta la borsa di Tokyo: indice Nikkei -4,5%. Settembre termina con un ribasso dell’1,5%.
Lo yen si indebolisce leggermente dopo il balzo di venerdì, cross a 142,4.
Il mercato prende atto dell’inattesa vittoria di Shigeru Ishiba nella corsa alla leadership del partito al governo, gli investitori avevano scommesso su Sanae Takaichi, favorevole all’aumento degli stimoli monetari.
Ishiba non ha messo becco sul fatto che la banca centrale continui il suo percorso di allontanamento dai tassi ultra bassi, Takaichi aveva invece definito "stupidi" ulteriori aumenti dei tassi.
Stanotte Kyodo News ha riferito che Katsunobu Kate, già ministro con Shinzo Abe e sostenitore della politica di sostegno all’economia, è destinato a diventare il prossimo ministro delle Finanze.
Ishiba potrebbe indire le elezioni generali il 27 ottobre, ha dichiarato l'emittente pubblica NHK.