Che schifo - roba da voltastomaco

SEE FU

IL MACCHINISTA DEL CIUF CIUF 😁
La casta si salva, per ora

La manovra era blindata. Su quasi tutto. Perché su un solo punto è di fatto saltata: quello dei tagli ai costi della politica. La sforbiciata di Giulio Tremonti è stata ampiamente spuntata dalla casta durante il passaggio al Senato, pur senza modificare un comma del testo, perché non era possibile. Ma il trucco è stato trovato, grazie all’accordo fra Pd e Pdl.
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La trappola è scattata fra la sera del 12 e la notte del 13 luglio in commissione affari costituzionali del Senato.

Grazie a un parere di nulla osta «vincolato ad alcune osservazioni» proprio sui costi della politica. Con armi molto raffinate i senatori Pd e Pdl hanno detto che va bene tagliare, ma non quanto finisce in tasca a loro. Tremonti aveva scritto nella finanziaria che bisogna confrontare gli stipendi dei parlamentari italiani con quelli dei colleghi europei e poi uniformarli dalla prossima legislatura? Si potrà fare, ma- sostiene il parere vincolante, «può essere applicabile esclusivamente all’istituto dell’indennità parlamentare, ai sensi dell’articolo 69 della Costituzione, che ne rimette la determinazione alla legge e va intesa- secondo il principio della ragionevolezza- alla stregua dei necessari fattori di ponderazione, con particolare riguardo alla consistenza demografica dei diversi paesi». Ecco qui la prima trappola: l’indennità base dei parlamentari italiani è identica a quella francese, simile a quella inglese, inferiore a quella tedesca e superiore a quella degli altri paesi. Ma legandone l’importo alla popolazione di ciascun paese, non dovrà essere tagliata. Anzi, il rischio è pure che venga aumentata di 2-300 euro. Possono essere tagliate dalla finanziaria altre voci come i rimborsi spesa a forfait, le diarie? No, perché quelle sono regolate- dice sempre il parere vincolante- «dalla rispettiva autonomia, costituzionalmente vincolata e riconosciuta».


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In aula
Il parere seral-notturno è stato stilato senza darne alcuna pubblicità. E quando ieri nell’aula di palazzo Madama sono entrate le telecamere della Rai, nessuno ha voluto fare riferimento al tema dei costi della politica, limitandosi a lodare la manovra e elogiare la necessità dei sacrifici per tutti. Ma al riparo delle ore notturne e nel chiuso delle commissioni, è scoppiata la rabbia dei senatori, che quelle forbici di Tremonti proprio non hanno mandato giù. Nella fila della maggioranza come in quelle dell’opposizione. Raffaele Lauro (Pdl) si è lamentato della «pubblicistica antiparlamentarista che produce una pericolosa disaffezione dei cittadini nei confronti delle pubbliche istituzioni e dei suoi rappresentanti». Andrea Pastore, anche lui Pdl, si è augurato che «si levino voci in difesa del prestigio del Parlamento e della dignità della funzione parlamentare, gravemente lesa da campagne diffamatorie che non rappresentano la realtà e alimentano sfiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta». Toni simili da parte di Barbara Saltamartini e Giuseppe Saro, anche loro nelle fila della maggioranza. Quest’ultimo ha tuonato: «l’indennità parlamentare serve al deputato e al senatore per svolgere con la massima efficacia la propria attività politica». Era evidente che nessuno entra a palazzo per vocazione e con lo spirito del volontariato, ma per dirla così ci vuole un certo coraggio.


Pianto greco
I pidiellini sono un pizzico polli. Pensavano di essere al sicuro fra quelle quattro mura, eppure almeno in sintesi il loro pianto greco è stato pubblicato nei resoconti parlamentari. Quelli del Pd sono assai più furbi. Non si sono strappati i capelli in pubblico più di tanto, perché sanno che così si perdono voti. Hanno badato al sodo: è stata loro l’idea di inserire le trappolette nel parere. Francesco Sanna si è inventato quella dello stipendio legato alla densità demografica. Marilena Adamo ha chiesto pure di tenere conto del costo della vita, visto che in Italia l’inflazione sta rialzando la testa. Niente rivalutazione a pensioni da 2.300 euro lordi, al Pd poco importa perché l’importante è rivalutare l’indennità parlamentare di 5.600 euro netti. Inserite le trappolette nel parere, i senatori del Pd sono riusciti in un miracolo di ipocrisia. Salvati i propri stipendi e convinti il Pdl a sposare il loro marchingegno per smontare Tremonti, pareva brutto votare contro. Così Enzo Bianco ha tirato fuori dal cappello un’ideona: ha chiesto di votare per parti separate il parere. Prima il semplice “nulla osta” alla finanziaria. Qui il Pd ha votato contro per fare vedere ai propri elettori che è un partito durissimo. Poi sono state messe al voto le osservazioni vincolanti per quel sì. E il Pd che aveva votato no al “nulla osta”, ha votato sì invece ai vincoli che salvano lo stipendio della casta. Un vero capolavoro.


Franco Bechis


Ndr: Il titolo è della redazione SBfc. Titolo originale: Nella notte la casta salva i suoi privilegi.
 
varato il dl per la manovra bis con il cdm di stasera .......decisione storica : taglio di 54000 poltrone a livello comunale provinciale e territoriale con la scomparsa delle province sotto i 300.000 abitanti.......accorpamenti dei comuni con meno di 1000 abitanti .......

finalmente la politica si da un taglio ...certo inizia dal piu basso ...ma anche a livello alto trancia' il 5% degli stipendi sopra i 90000 euri e 10% sopra i 150000.....riguarda pure gli stipendi di lor signori ..........penso che i mercati prenderanno bene queste decisioni ........buon ferragosto a tutti :ciao:
 
La casta si salva, per ora

La manovra era blindata. Su quasi tutto. Perché su un solo punto è di fatto saltata: quello dei tagli ai costi della politica. La sforbiciata di Giulio Tremonti è stata ampiamente spuntata dalla casta durante il passaggio al Senato, pur senza modificare un comma del testo, perché non era possibile. Ma il trucco è stato trovato, grazie all’accordo fra Pd e Pdl.
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La trappola è scattata fra la sera del 12 e la notte del 13 luglio in commissione affari costituzionali del Senato.

Grazie a un parere di nulla osta «vincolato ad alcune osservazioni» proprio sui costi della politica. Con armi molto raffinate i senatori Pd e Pdl hanno detto che va bene tagliare, ma non quanto finisce in tasca a loro. Tremonti aveva scritto nella finanziaria che bisogna confrontare gli stipendi dei parlamentari italiani con quelli dei colleghi europei e poi uniformarli dalla prossima legislatura? Si potrà fare, ma- sostiene il parere vincolante, «può essere applicabile esclusivamente all’istituto dell’indennità parlamentare, ai sensi dell’articolo 69 della Costituzione, che ne rimette la determinazione alla legge e va intesa- secondo il principio della ragionevolezza- alla stregua dei necessari fattori di ponderazione, con particolare riguardo alla consistenza demografica dei diversi paesi». Ecco qui la prima trappola: l’indennità base dei parlamentari italiani è identica a quella francese, simile a quella inglese, inferiore a quella tedesca e superiore a quella degli altri paesi. Ma legandone l’importo alla popolazione di ciascun paese, non dovrà essere tagliata. Anzi, il rischio è pure che venga aumentata di 2-300 euro. Possono essere tagliate dalla finanziaria altre voci come i rimborsi spesa a forfait, le diarie? No, perché quelle sono regolate- dice sempre il parere vincolante- «dalla rispettiva autonomia, costituzionalmente vincolata e riconosciuta».


fini_kran1.jpg
In aula
Il parere seral-notturno è stato stilato senza darne alcuna pubblicità. E quando ieri nell’aula di palazzo Madama sono entrate le telecamere della Rai, nessuno ha voluto fare riferimento al tema dei costi della politica, limitandosi a lodare la manovra e elogiare la necessità dei sacrifici per tutti. Ma al riparo delle ore notturne e nel chiuso delle commissioni, è scoppiata la rabbia dei senatori, che quelle forbici di Tremonti proprio non hanno mandato giù. Nella fila della maggioranza come in quelle dell’opposizione. Raffaele Lauro (Pdl) si è lamentato della «pubblicistica antiparlamentarista che produce una pericolosa disaffezione dei cittadini nei confronti delle pubbliche istituzioni e dei suoi rappresentanti». Andrea Pastore, anche lui Pdl, si è augurato che «si levino voci in difesa del prestigio del Parlamento e della dignità della funzione parlamentare, gravemente lesa da campagne diffamatorie che non rappresentano la realtà e alimentano sfiducia nelle istituzioni e in chi le rappresenta». Toni simili da parte di Barbara Saltamartini e Giuseppe Saro, anche loro nelle fila della maggioranza. Quest’ultimo ha tuonato: «l’indennità parlamentare serve al deputato e al senatore per svolgere con la massima efficacia la propria attività politica». Era evidente che nessuno entra a palazzo per vocazione e con lo spirito del volontariato, ma per dirla così ci vuole un certo coraggio.


Pianto greco
I pidiellini sono un pizzico polli. Pensavano di essere al sicuro fra quelle quattro mura, eppure almeno in sintesi il loro pianto greco è stato pubblicato nei resoconti parlamentari. Quelli del Pd sono assai più furbi. Non si sono strappati i capelli in pubblico più di tanto, perché sanno che così si perdono voti. Hanno badato al sodo: è stata loro l’idea di inserire le trappolette nel parere. Francesco Sanna si è inventato quella dello stipendio legato alla densità demografica. Marilena Adamo ha chiesto pure di tenere conto del costo della vita, visto che in Italia l’inflazione sta rialzando la testa. Niente rivalutazione a pensioni da 2.300 euro lordi, al Pd poco importa perché l’importante è rivalutare l’indennità parlamentare di 5.600 euro netti. Inserite le trappolette nel parere, i senatori del Pd sono riusciti in un miracolo di ipocrisia. Salvati i propri stipendi e convinti il Pdl a sposare il loro marchingegno per smontare Tremonti, pareva brutto votare contro. Così Enzo Bianco ha tirato fuori dal cappello un’ideona: ha chiesto di votare per parti separate il parere. Prima il semplice “nulla osta” alla finanziaria. Qui il Pd ha votato contro per fare vedere ai propri elettori che è un partito durissimo. Poi sono state messe al voto le osservazioni vincolanti per quel sì. E il Pd che aveva votato no al “nulla osta”, ha votato sì invece ai vincoli che salvano lo stipendio della casta. Un vero capolavoro.


Franco Bechis


Ndr: Il titolo è della redazione SBfc. Titolo originale: Nella notte la casta salva i suoi privilegi.



:ciao:



Caro SEE FU.

Loro sono votati e pagati per gestire.
Come si fa in Italia gestire qualcosa?
1) leccano piangono perche qualcuno li sieda in una qualche sedia di comando, e se non sa fare niente quello è il suo posto, gli danno un bel stipendio e quello è pronto a tutto per obbedire agli ordini di chi l’ha aiutato, perche altrimenti sarebbe diventato un barbone di città.

Questi sono i nostri politici.

2)assecondare tutto dal malaffare al fregarsene, al rubare.
Questi sono gli uomini e donne che abbiamo eletti.

Perché se votiamo loro ci faranno rubare, fregarsene,alimentando il malaffare abbiamo quello che ci meritiamo.

(Abbiamo ciò che la maggioranza degli Italiani ha voluto), adesso non serve piangere, si deve prendere atto di quello che abbiamo fatto, e voltare pagina.

Tutti e dico tutto il popolo sapeva quello che faceva, quando e andato per 40 anni dentro la cabina per dare il voto, sapendo che bisognava mandare a comandare gente senza scrupoli, così il popolo pensava, più ne combinano in alto e più riparato sarebbe stato il polo.

Pensavano che l’Italia fosse solo la casa del vicino da depredare e non la propria.

Però adesso il gioco comincerà a farsi duro e pagheranno, forse anche con la vita tanti.

Non schifarti, non hai ancora visto niente.

Ciao.



Il golpe è servito. Grazie, ”Democrazia”..
Il golpe è servito. Grazie, ?Democrazia?.. | STAMPA LIBERA






:ciao::ciao::ciao:
 
Spesso e volentieri ho criticato Zilvio e Tremorti..

Ora è tempo di criticare un pò anche Berzani......cioè ultimamente stà sempre solo a dire questo non và bene quello non và bene.

Cosa c'è di tanto sbagliato nella manovra vorrei che me lo spiegasse meglio??

Dice che colpisce sempre e solo il ceto medio che guadagna tra i 90 e i 150 mila euro, e no caro Berzani colpisce le eccedenze sopra i 150 mila euro , quindi il calciatore che guadagna 5milioni/euro che da ieri è sul piede di guerra perche gli brucia che per una volta tanto gli sia chiesto di pagare qualcosa non è certo quel ceto medio che dice lei...
il suddetto calciatore pagherà il 10% di 5000-150 cioè 485mila euri.... mentre il ceto medio che guadagna 93mila euri pagherà il 5% di 93-90 cioè 150 euro ......da italiano penso di non avere mai visto una tassazione così equilibrata in proporzione al reddito

Dice che bisogna colpire l'evasione .. certo sù questo penso che ogni italiano sia daccordo e non vede l'ora che accada ma la manovra è da farsi oggi non fra 10 anni , e gli evasori prima li devi identificare e processare .

Senza contare che il governo di Zilvio ha già colpito l'evasione attraverso il rientro dei capitali esteri e portandoli allo scoperto , mentre il gov Brodi mise le tasse agli autocarri degli artigiani e ai baristi che manco rientrano nel ceto medio.

Conclusion.....sono per la democrazia al 100% ma ormai mi avete perso tutti i punti
 
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