CI SONO IN GIRO PERSONE MOLTO INTELLIGENTI... MOLTE PER0' SONO ASINTOMATICHE

Massimo Giannini, direttore della “Stampa”, ci ha appena detto che bisogna essere disposti a cedere quote di libertà in nome della salute.

Nossignore: non si può essere disposti a sacrificare un bene certo, come la libertà, in nome di una salute che è soltanto presunta.

All’inizio dell’esplosione pandemica ci avevano spiegato che tre quarti della popolazione mondiale
si sarebbe infettata, visto l’alto tasso di contagiosità (e il basso tasso di letalità).

Quindi, piuttosto che “cagarsi addosso” e vivere con la “museruola”,
vivere di nuovo segregati nella depressione e nella distruzione ormai quasi completa del sistema economico ordinario,
è meglio affrontare il rischio di un problema che, peraltro, molti stanno curando brillantemente a casa.

Questo perché forse in ospedale ti curano anche peggio, e non scordiamoci che all’inizio della pandemia
molti morti sono stati causati dalla negligenza del sistema sanitario, dalle scelte mediche attuate e dal terrorismo indotto,
che ha gettato i cittadini, a valanga, a cercare rimedio nel posto sbagliato,
mentre probabilmente bastava intanto una più adeguata prevenzione, e poi una serie di opportuni accorgimenti terapeutici.


Cito un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile.

Silvestri dice: state calmi, ci si cura e si guarisce da casa.


Se aumentiamo il sistema dei tamponi, aumenterà anche il numero dei positivi.

Se il numero dei positivi viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico,
e poi su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione.



Lo ammettano: l’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe.

Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo: in questi mesi bisognava allestire comunque,
anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non), e invece non è stato fatto un cazzo, di tutto questo.

Quanto a cialtronaggine, forse De Luca supera persino lo stesso Conte:
chiudiamo tutto, dice, e così conservo questo mio piccolo palcoscenico da guitto, senza arte né parte,
che governa una Regione che d’altra parte l’ha appena stra-votato.

Ai campani viene da dire: ve lo meritate, De Luca, e adesso tenetevelo.


Certo l’alternativa a De Luca qual era?

Questa è una classe politica da buttare letteralmente nel cesso.

Non c’è un’idea, non c’è una visione di paese, non c’è coraggio.

All’opposizione si fanno belli del disagio cui va incontro la cialtronaggine di Conte,
ormai finalmente penalizzato dai sondaggi sull’umore degli italiani, ma – a parte questo lucrare sull’altrui insipienza –
non c’è una sapienza, che viene contrapposta.


Cosa si dovrebbe fare, oggi?


Tranquillizzare la popolazione,

togliere qualunque sistema di coprifuoco,

favorire la ripresa di tutte le attività economiche.

E spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, i cui numeri derivano dai tamponi.

Ma la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo.

Una parte avrà sintomi influenzali,

e solo una piccola parte avrà complicazioni più gravi, perchè le loro patologie pregresse hanno già minato il fisico.



Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico.

Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì.

Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi.

Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima.

Se invece avete paura, state a casa: trinceratevi in un auto-lockdown responsabile, ma non rompete i coglioni agli altri.

Intendiamoci: capisco gli anziani e anche gli ipocondriaci, spaventati da questo terrorismo psicologico sparso a piene mani, da mesi.

A loro va tutta la mia solidarietà e simpatia.

Ma in questi giorni, per strada, abbiamo anche a che fare con gente che se avesse un’arma la userebbe,
per eliminare il pericoloso “untore” che a distanza di 50 metri ha osato abbassarsi la mascherina per respirare,
per prendersi giustamente una boccata di ossigeno, sapendo che l’uso prolungato della mascherina può causare danni alla salute.


Saranno processati.

Bisogna pensare che molti protagonisti di questa fase storica andranno processati:
per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all'economia,
quindi alle condizioni di sussistenza, oltre che per grave attentato alla Costituzione.


Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, sta sfruttando la pandemia per devastare l'economia,

che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale:

una persona che sia privata della sua autonoma alla libertà economica, sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia,

e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democreazia.



Provo dolore, di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare,
e quindi a sostentarsi economicamente, con la paura di chi vede esaurirsi anche gli ultimi risparmi.

Le nostre città sono diventate spettrali: i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più, e che di questo passo non potrà esserci più, per lunghi anni.


Al tempo stesso, però, questa è una grande occasione:

è la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco,

chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”,

chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere,

di difendere i suoi diritti e quelli degli altri.



Durante l’estate appena trascorsa si credeva che sarebbero diminuite le restrizioni,
e che il governo avrebbe inondato con una pioggia di miliardi le attività danneggiate.

Si sperava che saremmo tornati a un trend di vita normale, ma così non è stato.


Anzi: ci stanno proponendo un nuovo lockdown.

Ebbene, ora la misura è colma.

Il Movimento Roosevelt rivolgerà al governo un ultimatum, con misure per assistere gli italiani.

Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown,
infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti,
naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile.

E’ quella cosa per la quale, di solito, i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono riconosciuti,
dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi.



Quindi, attenzione: chi scaglia bottiglie, sfascia le vetrine dei negozi e lancia molotov contro le forze dell’ordine non ha capito nulla.

Spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti:
sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo.

Quindi solidarizzate, fraternizzate con le forze dell’ordine.

Cercate, con loro e con l’opinione pubblica, una sintonia.

E non si tratta nemmeno di demonizzare questi poveracci che sono al governo: sono solo camerieri e maggiordomi.

C’è una volontà più proterva, che va oltre il governo italiano, anche se ricade su segmenti amministrativi e governativi.

Noi dobbiamo testimoniare, di fronte all’opinione pubblica italiana, che – in modo reiterato e minuzioso –
si può e si deve rintuzzare queste misure che sono state prese.

Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo.
 
azz.....

(ANSA) - ROMA, 04 NOV - Il presidente Usa, Donald Trump, ha vinto in altri 20 Stati secondo le proiezioni dei network americani.

Gli Stati conquistati sono:

West Virginia (5 grandi elettori),
South Carolina (9 grandi elettori),
Alabama,
Oklahoma,
Tennessee,
Mississippi,
Missouri (10 grandi elettori)
E ancora, l'Arkansas, lo stato dell'ex presidente Bill Clinton, con sei grandi elettori,
Nebraska,
Wyoming,
Louisiana,
North Dakota
e South Dakota,
Kansas (6 grandi elettori),
Utah,
Idaho,
Iowa,
Montana,
Ohio.

Trump ha infine vinto quattro dei cinque voti elettorali del Nebraska, mentre Joe Biden ne ha conquistato uno. (ANSA).

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Mi auguro che il popolo possa vincere......

Biden vince nelle metropoli e nelle aree più ricche.

Trump confermato nel Paese profondo.
 
5. È fatto obbligo nei locali pubblici e aperti al pubblico, nonché in tutti gli esercizi commerciali di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale medesimo, sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.

o sono cretino io, o se è vietato chi scrive le leggi deve tornare a scuola.............

I COMUNISTI di oggi peggiori dei fascisti di ieri hanno messo orario..punto gg, purtroppo invariato......le p.iva falliranno in massa, moooolta massa, punto.:-x
allego dpcm

che dio li maledica, e qualcuno li elimini x sempre dal pianeta terra
 

Allegati

Le mezze tacche senza spina dorsale non hanno nulla di meglio da scrivere. Tanto il loro stipendio è certo ed assicurato.
L'essenziale indicato è "vivere" ? Per il "grande reset " sarà così. Per me, no.

"Il nuovo Dpcm è firmato. Da domani gran parte del Paese dovrà affrontare nuove restrizioni e pesanti sacrifici.
Saranno settimane difficili e dolorose. Il coprifuoco non ha una ragione scientifica, ma serve a ricordarci
che dobbiamo fare delle rinunce, che il superfluo va tagliato, che la nostra vita dovrà limitarsi all'essenziale:
lavoro, scuola, relazioni affettive strette”
.
 
Commenti :

Misure da dittatura sanitaria: questi medici da laboratorio universitario non capiscono che in una democrazia
il bene supremo è la libertà individuale che è del tutto inviolabile.
Siamo un paese di schiavi e pecoroni e riguardo all'epidemia simil influenzale di covid continuerà tranquillamente dalle scuole primarie alle famiglie: i decreti di conte uccidono la libertà ma possono forse fermare il raffreddore?(coronavirus), l'influenza (adenomavirus)
o lo pneumococco (polmonite batterica) che uccide 20000 italiani all'anno negli efficientissimi ospedali pubblici e privati?


Conte sa fare tante cose: 1) contare balle 2) usare i verbi al futuro 3)non mantenere nulla 4) usare le bocche di fuoco
5) ipotecare il futuro con i recovery fund che non arriveranno mai 5) in compenso arrivano i clandestini
6) ................ qui mi fermo perché mi sta venendo il vomito.


Una terribile ed enorme buffonata ! Specie costringerci all'interno del comune come se a due metri
varcato il confine, dovessimo impestarci ed impestare!


Infatti il coprifuoco ha ragioni esclusivamente politiche e di ordine sociale.
Ci stanno semplicemente addestrando, finchè non ci chiuderemo in casa a un loro schiocco di dita senza nemmeno chiedere più il perchè.
Hanno paura, sanno che gli imminenti cambiamenti nell'economia su scala globale produrranno una tale quantità di rabbia
che non potrà essere gestita dai governi con i tradizionali metodi repressivi.
Non è una dittatura sanitaria, è il nuovo ordine sociale "pavloviano", in cui i cani di Pavlov siamo noi.


Il coprifuoco ha basi economiche: un'ottima scusa per attivare il MES da una parte
e dall'altra mettere una pesantissima costante patrimoniale e alzare IVA e imposte.
I prossimi anni saranno lacrime amare
 
In che mani siamo. Laureato in scienze politiche.

Bisognerà aspettare il bollettino dell'Istituto superiore di sanità prima di provvedere alla firma delle ordinanze per l'istituzione della zona "rossa" in Lombardia e in Piemonte.

L'aggiornamento dell'Iss arriverà verso le ore 16 di questo pomeriggio, e solamente in seguito ci sarà la tanto temuta firma.

Non a caso il ministro della Salute Roberto Speranza non vuole sbilanciarsi: "Aspettiamo i dati prima di firmare le ordinanze".
 
Ahahahahah, il trasferimento dati dalla dashboard, per conoscere i dati pubblicati oggi, non funziona.
 
Mio nonno erà lì. Sul Piave . A difendere la nostra libertà.


TRENTO. Se è vero che, come sostiene lo storico Maurizio Ridolfi,
commemorazioni e rituali possono essere un osservatorio privilegiato per comprendere le trasformazioni della memoria culturale
di un popolo o di una comunità, da questo punto di vista i primi giorni di novembre spiccano per il loro portato di memorie ufficiali
o secondarie, marginali o dominanti, sul portato della Grande Guerra.

C’era un tempo
, infatti, che negli ossari del Nord Est così come all’Altare della Patria di Roma,
nei cimiteri così come nei “templi della Vittoria” sparsi in giro per la penisola
(vedi il Monumento alla Vittoria di Bolzano),
il 4 novembre d’ogni anno si ripetevano pomposi discorsi sull’epopea della “Quarta guerra d’indipendenza”
e sul sacrificio di 600mila uomini per il ricongiungimento della patria
.

Per le strade procedevano le sfilate, tra i cingoli dei carrarmati e il giubilo della folla.


C’era un tempo perché ora ciò non esiste più, almeno nelle forme che l’hanno caratterizzata per decenni.


Il 4 novembre, infatti, ha il privilegio di poter essere stata l’unica festività

passata intatta per i tre diversi regimi che hanno governato l’Italia nel corso del ‘900:

l’Italia monarchica e liberale,

quella fascista

ed infine quella repubblicana nata dalla Resistenza
.


In quanto tale, non può che rappresentare un osservatorio privilegiato
per il susseguirsi e lo scontrarsi delle diverse memorie che compongono il “puzzle” nazionale.


Il 4 novembre, data che sancisce la vittoria del regio esercito sulle truppe in rotta dell’Austria-Ungheria,
(celebre la frase, storicamente opinabile, del discorso del comandante supremo dell’esercito Armando Diaz:

“I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza”,

fu innanzitutto il teatro prediletto per lo scontro tra ex-neutralisti ed ex-interventisti.

Nell’Italia prostrata dalla guerra e dilaniata dagli scontri sociali e politici, memoria viva e trionfante del nazionalismo
e contro-memoria militante e pacifista del socialismo trasformarono questa data in un’occasione di vere e proprie battaglie per le strade e le piazze del Paese.

Fu il 4 novembre 1921, però, a introdurre un ulteriore elemento capace di plasmare i rituali della Nazione.

Il lungo cerimoniale del Milite Ignoto, dalla scelta del cadavere nella meravigliosa cattedrale d’Aquileia
al lungo viaggio in treno tra omaggi e bandiere attraverso la penisola, fino al seppellimento solenne all’Altare della Patria,
avrebbe imperniato la storia di questa celebrazione per i decenni a venire
(coinvolgendo anche non pochi socialisti, che vedevano nel Milite un proletario ucciso dalla guerra borghese).

Tale forza simbolica non poteva che essere sfruttata dal fascismo, che della Grande Guerra fece un proprio mito fondativo.
La memoria, o meglio, le memorie del conflitto vennero assorbite e fatte proprie da un regime che sul mito dei caduti
e sull’appropriazione dei morti costruì parte della sua fortuna
.

Come funghi spuntarono sui luoghi del fronte italo-austriaco i sacrari militari che raccoglievano le spoglie dei soldati
(pure in territori dove non si era combattuto, vedi i sacrari di Burgusio e Colle Isarco),
eletti nel secondo dopoguerra, da parte dell’Italia repubblicana, come uno dei teatri centrali proprio delle celebrazioni della Festa della Vittoria.

Trasformata con una legge del 1949 da Festa della Vittoria in Giorno dell’Unità nazionale
o Giornata delle Forze armate
, come scrive Quinto Antonelli, il 4 novembre,

“dimenticati i dilemmi del neutralismo socialista e cattolico, scordati i tratti nazionalistici del Patto di Londra,
messi tra parantesi i risultati dell’inchiesta su Caporetto, rimossi gli orrori e i lutti” tornava a considerare la
Grande Guerra come la ‘quarta guerra d’indipendenza’, il coronamento di un percorso risorgimentale di unificazione
e indipendenza nazionale, una guerra ‘di popolo’, voluta e sentita dal popolo
”.

Col tempo, però, la retorica istituzionale perse ogni aderenza, mentre nella società i fermenti a sinistra,
come nel mondo cattolico post-conciliare, tolsero seguito ad un patriottismo stanco e polveroso
.

Deve arrivare il 1977 a ridefinire il quadro delle festività e la “vacca sacra” sacrificata sull’altare del nuovo calendario civile
sarà proprio quel 4 novembre rimasto limitato nei messaggi indirizzati dal presidente della Repubblica alle Forze armate.

A fare le sue veci, a partire dal 2000 e dal progetto di Carlo Azeglio Ciampi di “rifondare il patriottismo repubblicano”, sarà il 2 giugno.

All’inizio di novembre, mentre nelle “città irredente” riaffiorano i ricordi per decenni rimossi della Grande Guerra
(non senza conseguenze sui miti che ne avevano fondato l'appartenenza spirituale alla comunità nazionale ricomposta),

rimane il vuoto di “una festa che non c’è più”.
 

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