CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

La vedo dura : la proposta verrà avvallata dal tribunale in questa settimane


bisogna vedere se chi a rifiutato questo programma possa comunque appellarsi, ma e' mai possibile che non ci sia stato mai un parere di un legale
 
21/05/20 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna)

Concordato Cmc, si oppongono 10 creditori - di Andrea Colombari
È l' ultimo tassello che manca prima dell' omologa da parte del tribunale
Oltre il 78% dei creditori, con voto pesato sull' entità dei crediti, aveva già dato il consenso al piano concordatario di Cmc a fronte dell' 1,74% di voti contrari. E anche la procura, ieri rappresentata nella terza udienza di adunanza dal pm Marilù Gattelli, «visti gli atti della procedura», ha espresso «parere favorevole». A questo punto per arrivare all' omologa del concordato preventivo in continuazione aziendale, manca solo un tassello rappresentato dal vaglio del tribunale sulle dieci opposizioni avanzate da altrettante aziende creditrici. Le questioni che le alimentano, sono in estrema sintesi di natura-economico-creditizia o di interpretazione della propria classe di soddisfacimento.
Ce n' è una che però fa diretto riferimento alla situazione contingente: l' emergenza sanitaria.
La richiesta, formulata in via subordinata - la principale è l' inserimento in un classe di credito superiore -, punta a uno scenario che al momento appare improbabile: l' apertura del procedimento per la dichiarazione di fallimento. In buona sostanza, viene lamentata la «manifesta inattualità del piano e della proposta di concordato» in conseguenza del cambio degli scenari legato agli effetti del Covid-19 sull'economia. Uguale a richiesta di «rigettare la domanda di omologazione». Da parte sua Cmc ieri ha depositato le proprie deduzioni sulle opposizioni all'omologa partendo da quella definita «novità successiva ai reclami». Una richiesta che per il colosso delle costruzioni «non merita di essere presa seriamente in considerazione» in difetto «di qualsiasi minima deduzione sugli effetti che il Covid-19 avrebbe provocato sul business Cmc». Come dire che la richiesta di fallimento sarebbe solo un «fine strumentale», tanto che la richiesta principale esula dallo scenario fallimentare. Nella stessa memoria, si sottolinea che i commissari del tribunale avevano chiesto una relazione a Cmc «sugli effetti del Covid-19 sulla continuità aziendale, commessa per commessa, nazionali ed estere» e sul «prevedibile rispetto del piano». Il documento fornito da Cmc «evidenzia un impatto minimo del Covid-19» tanto che la cooperativa ravennate «ha ritenuto di non chiedere nemmeno di modificare»» i termini di adempimento del concordato. I legali delle aziende che hanno presentato opposizione, hanno allora chiesto tempo per analizzare le deduzioni di Cmc e replicare. Il giudice Alessandro Farolfi si è riservato la decisione. Il collegio del tribunale potrebbe decidere direttamente sulla omologa o, qualora lo ritenesse opportuno, fissare un' udienza per le repliche.
L' esposizione di Cmc ammonta a un miliardo e 612 milioni di euro. Il totale dei crediti ammessi al voto, è stato di un miliardo e 487 milioni distribuiti su 4 classi di credito. A cui si devono aggiungere i creditori privilegiati (91 milioni di euro) e i chirografari considerati strategici (34 milioni) per i quali il piano prevede un risarcimento integrale e che dunque non sono stati chiamati a votare. Dalla classe 2 alla 5, la proposta prevede un «soddisfacimento partecipativo». Il che significa che l' azienda emetterà strumenti finanziari del valore nominale di un euro, fino all'80% del capitale, a favore dei creditori con una obbligazione che, comunque vada, garantirà la restituzione di almeno il 10% del credito.
 
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 30/05/20
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«Pensavano che non ci saremmo mai riusciti»
Approvato il concordato della Cmc. II presidente della cooperativa, Alfredo Fioretti: «Prive di fondamento le voci su fusioni con delle s.p.a.»
Alfredo Fioretti è presidente di Cmc da maggio 2017. Quella di ieri è stata certamente una delle giornate più importanti del suo mandato.



Come sono stati questi 19 mesi di duro lavoro per arrivare al risultato dell' omologa?

«È stata un' attività straordinariamente complessa, piena di insidie. Abbiamo dovuto affrontare praticamente ogni giorno problemi potenzialmente distruttivi. Abbiamo però mantenuto equilibrio e polso fermo. Molti dei soggetti che ci guardavano dall' esterno pensavano che non ci saremmo mai riusciti. E invece, con l' aiuto di tutti, siamo arrivati a cogliere un risultato incredibile, se consideriamo anche il contesto della enorme crisi in cui versa il mondo delle costruzioni. Guai però a pensare di essere arrivati al traguardo. È solo il punto di partenza».



Un miliardo di debito, 1300 creditori: mai pensato che la montagna fosse troppa alta da scalare?

«L' eredità che abbiamo dovuto gestire in realtà è stata anche maggiore. Il passivo ammontava a circa due miliardi, quindi la 'montagna' sembrava molto più alta. Il senso di vertigini era inevitabile. Ho provato però ad affiancarlo alla cultura del lavoro che mi è stata insegnata. Se ti dedichi al lavoro con grande determinazione, con passione e con coraggio, le paure assumono toni diversi».



Oggi, certamente è stata una giornata positiva. Ma quella domenica del 2 dicembre 2018, quando il cda decise di avviare la procedura concordataria, cosa provò?

«Oggi sono veramente molto felice per la cooperativa, per i soci, i dipendenti e le loro famiglie che, purtroppo, hanno sofferto con noi. Il giorno in cui fummo costretti a prendere quella decisione provai un grande dolore, rabbia e tristezza. Fortunatamente ho sempre avuto vicino a me molte persone, care alla cooperativa, che non hanno mai smesso di sostenermi».



Gli ingredienti che hanno portato al successo odierno?

«Voglio dire, senza falsa retorica, che gran parte del merito va ai soci e dipendenti della cooperativa, al grande senso di responsabilità che hanno dimostrato e alle rinunce che con grande dignità hanno saputo sopportare. Lo hanno notato tutte le persone che hanno aiutato la cooperativa. Si è rilevata fondamentale anche la scelta degli advisors, tra i quali Domenico Trombone, Fabrizio Corsini che hanno dato un contributo fondamentale. Non dimentico però il supporto, importantissimo, della cooperazione con Mauro Lusetti, Giovanni Monti, Mario Mazzotti e Lorenzo Cottignoli».



Si è rivelata azzeccata anche l' idea di andare da soli, senza fusioni con altri gruppi?

«Le voci sul cosiddetto 'Progetto Italia' erano prive di fondamento, come pure le altre su improbabili fusioni con società per azioni: siamo una cooperativa e vogliamo rimanere così.

Siamo stati bravi a non farci distrarre da voci messe in giro per interessi di bottega».



Quali conseguenze ha determinato la pandemia e cosa serve al settore per riprendersi?

«È fondamentale per il settore delle costruzioni che il Governo attui in breve tempo una cura choc. Servono forti investimenti, nell' ordine di qualche decina di miliardi. È questo il momento giusto per farlo, non bisogna indugiare oltre. Le costruzioni hanno sempre fatto da volano per l' economia del Paese e penso che si possa ripartire proprio dal nostro settore. È evidente però che le regole del gioco non possono essere sempre quelle che hanno contribuito a portare il settore in crisi, altrimenti sarà tutto inutile. C' è bisogno perciò di modificare la normativa e di renderla meno farraginosa. Lo si può fare con pochi correttivi. Noi, da parte nostra, continueremo a valutare tutte le opportunità che i mercati potranno offrirci, con rinnovata fiducia grazie anche all' ottenimento dell' omologa».

Lorenzo Tazzari.
 
Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 30/05/20

Arrivata l' omologa dal tribunale

Chiusa positivamente per la Cmc la procedura concordataria con la pubblicazione del decreto di omologazione del concordato in continuità, disposto ieri dal Tribunale di Ravenna.

Con l' omologazione, la società riacquista la piena disponibilità del proprio patrimonio, e la possibilità di compiere tutti gli atti, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione, senza necessità di autorizzazione, ferma restando la vigilanza degli Organi della procedura. Grande la soddisfazione del presidente di Cmc Alfredo Fioretti, dell' amministratore delegato Davide Mereghetti e del direttore generale Paolo Porcelli.

«Un' ottima notizia per tutta la nostra città e non solo. La Cmc di Ravenna - commenta il sindaco Michele de Pascale - ha ottenuto l' omologa al concordato, che le permetterà di poter mettere in campo il suo progetto di rilancio».
 
Corriere di Romagna 30/05/20

VERSO LA FINE DELLA CRISI - di ALESSANDRO CICOGNANI
Cmc, via libera al concordato Fioretti: «Risultato straordinario»
Dal tribunale arriva l' omologa al piano di salvataggio del colosso delle costruzioni che ha rischiato il crac
RAVENNA Cmc ora può tornare a sognare in grande. Dopo un anno e mezzo di crisi profonda, trascorsa in un complesso processo di riorganizzazione aziendale, ora il colosso ravennate del cemento è finalmente fuori dalla crisi che l' aveva colpita, grazie all' omologa da parte del Tribunale di Ravenna del piano di concordato. Una crisi dura, pesante, che vedeva la cooperativa di via Trieste accerchiata da un debito accumulato vicino ai 2 miliardi di euro; una montagna da scalare che sarebbe stata difficile per chiunque, ma su cui gli advisor hanno lavorato per mesi e mesi senza sosta, riuscendo a trovare il modo di sciogliere la matassa, arrivando a una soluzione che il 25 marzo di quest' anno - con l' ultima adunanza ha trovato il parere favorevole di quasi l' 80 per cento dei creditori dei suoi creditori. La richiesta di poter accedere al concordato preventivo con riserva porta la data del 4 dicembre 2018. Una giornata difficile per la cooperativa, ma anche per Ravenna, che si è dovuta scontrare con brutta realtà: una delle sue società più importanti (e uno dei grandi colossi edili italiani) era sull' orlo del crollo. Da qui è iniziato un percorso tutto in salita, con gli advisor - in particolare lo studio Trombone e l' avvocato Fabrizio Corsini- che per mesi hanno stu diato numeri e modalità per tentare un salvataggio all' apparenza difficilissimo, dato che le banche avevano già escusso le garanzie su centinaia di milioni di euro di obbligazioni e le agenzia di rating declassato la cooperativa a "rischio di insolvenza elevato".

Il salvataggio Il piano concordatario è stato partorito nella sua completezza alla fine dell' anno scorso e depositato in tribunale per poter essere valutato dai commissari Luca Mandrioli, Antonio Gaiani e Andrea Ferri.

A marzo si sono poi tenute le varie adunanze dei creditori, che hanno appunto dato parere favorevole al concordato così come proposto. Con l' omologazione di ieri, la cooperativa di via Trieste riacquista la piena disponibilità del proprio patrimonio, e la possibilità di compiere tutti gli atti, sia di ordinaria che di straordinaria amministrazione, senza necessità di autorizzazione, ferma restando la vigilanza degli organi della procedura.

«Si tratta di un risultato straordinario quanto estremamente rilevante - commenta il presidente di Cmc Alfredo Fioretti -al quale hanno contribuito tutti i soci e dipendenti della società che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto e ai quali va il mio primo ringraziamento». «Lastra grande maggioranza dei creditori hanno dato fiducia al piano di ristrutturazione -aggiunge il neo amministratore delegato Davide Mereghetti -, votandolo favorevolmente in adunanza. L' esecuzione del piano è solo la parte iniziale del prossimo futuro dique sta società, il suo rilancio e la realizzazione delle opere strategiche del nostro Paese in primis e all' estero sono la vera sfida su cui ci concentreremo».

Commenti Parole di soddisfazione arrivano anche dal sindaco Michele De Pascale, che definisce quella di ieri «un' ottima notizia per tutta la nostra città e non solo. Nella ri partenza sarà fondamentale l' investimento pubblico ed è importante che la città e il Paese possano usufruire delle competenze di una protagonista assoluta come è sempre stata Cmc».

«Il risultato non era affatto scontato - ricorda Mario Mazzotti, presidente di Legacoop Romagna - ma a nome di tutti i cooperatori romagnoli - aggiunge - esprimo grande soddisfazione. Orasi apre un nuovo cammino e Cmc saprà tornare ad essere uno dei principali player italiani delle costruzioni».
 
Il Sole 24 Ore 30/05/20


verso il rilancio
Cmc, omologato il concordato: finisce la fase del commissario

Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) di Ravenna esce dallo stato commissariale. Ieri il Tribunale di Ravenna ha dato l' omologa al piano di concordato e l' azienda ora potrà tornare nella disponibilità del proprio patrimonio per avviare la fase di rilancio del gruppo. La società era finita in crisi nel 2018 e a fine anno aveva presentato domanda di ammissione al concordato in bianco. Nel corso del 2019 è stato messo a punto il progetto di ristrutturazione che lo scorso aprile ha incassato il via libera del 78,15% dei creditori, dopo che a marzo l' assemblea degli obbligazionisti di due bond da 325 e 250 milioni aveva messo il proprio sigillo. A questo punto Cmc potrà procedere alla fase esecutiva del concordato in continuità.
 
Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) 03/06/20

Concordato Cmc «Tornerà a essere grande»

Mario Mazzotti ( presidente di Legacoop Romagna ) non nasconde la soddisfazione per l' omologa della procedura di concordato in continuità della CMC, approvata dal Tribunale di Ravenna. «Il risultato non era affatto scontato. Ringraziamo per l' enorme lavoro svolto in questi lunghi mesi il presidente Alfredo Fioretti, l' amministratore delegato Davide Mereghetti, il direttore generale Paolo Porcelli, gli advisor e i professionisti che si sono impegnati nella gestione della procedura. Un particolare ringraziamento va ai soci della CMC e alle organizzazioni sindacali, che anche in un momento così difficile e delicato hanno dimostrato nervi saldi, coesione, fiducia e attaccamento alla cooperativa. Si apre ora un nuovo cammino nel quale sarà necessario dare corso a quel piano di rilancio con cui CMC - puntando sulla sua grande capacità industriale, sulla presenza nel mercato italiano e internazionale e sulla capacità di affrontare scenari complessi - saprà tornare ad essere la prima grande azienda cooperativa nel comparto delle costruzioni e uno dei principali player italiani del settore».
 
Corriere della Sera 03/06/20

Servirà 2,5 milioni di abitanti
Da Cmc Ravenna il tunnel per l' acqua di Buenos Aires - di Francesca Basso

La prima acqua potabile arriverà a sud di Buenos Aires nel 2027. Sarà distribuita attraverso condotte sotterranee a 2,5 milioni di persone. Ma prima dovrà essere trasportata per 13,5 chilometri dall'impianto di depurazione di Bernal all' area di Lomas di Zamora. Il tunnel idraulico insieme alla stazione di pompaggio all'estremità del tunnel saranno realizzati dal gruppo Cmc di Ravenna, tra i leader nel settore delle costruzioni. Valore del progetto 170 milioni di euro. Il tunnel sarà terminato nel 2022.

Nella stessa area Salini-Impregilo e Ghella stanno realizzando un progetto per il trattamento delle acque reflue del fiume Riachuelo, altamente inquinato, che avrà un importante impatto ambientale e sulle condizioni di vita di circa 4 milioni di persone, comprese quelle che vivono nella «Boca», il quartiere storico dell' immigrazione italiana. A dimostrazione di come «la collaborazione fra Argentina e Italia non si fermi mai, neppure nei momenti di crisi», ha osservato l' ambasciatore d' Italia a Buenos Aires, Giuseppe Manzo. Si tratta di «un' opera con un valore allo stesso tempo concreto e simbolico» e «un esempio della presenza imprenditoriale italiana in questo Paese in cui vi sono 250 aziende italiane che generano oltre 50 mila posti di lavoro».

La scorsa settimana è stata posata all' interno di un pozzo profondo 25 metri la testa rotante - chiamata «Eva», in ricordo di Eva Peron e del suo impegno sociale - della fresa meccanica che realizzerà lo scavo. All' inaugurazione era presente anche il presidente argentino Alberto Fernández.

La «talpa» dovrà scavare un tunnel di 13,5 chilometri che sarà la spina dorsale del progetto «Sistema Agua Sur», gestito dalla compagnia pubblica argentina Aysa, che si occupa delle acque nel Paese. Cmc produrrà anche gli elementi prefabbricati del rivestimento del tunnel in un impianto limitrofo e impiegherà circa 400 persone a pieno regime.
 

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