cosa pensate della grazia a Bompressi ?

Amleto ha scritto:
Riassumendo il suo pensiero, dovremmo, quindi, trarre, e la cito fedelmente, dalle parole 'soldato', 'guerra civile', la conseguenza che sussiste una giustificazione nobile, ideologicamente forte - e proveniente da voci autorevoli e commendevoli - per la privazione della vita di un cittadino che svolgeva la sua funzione all'interno di un corpo dello stato democratico.
E quindi, sempre valendomi delle sue parole, le 85 persone erano più innocenti di un innocente che l'apparato giurisdizionale, deputato a quanto mi risulta a perseguire i reati in questo ordinamento, non aveva mai perseguito nè giudicato colpevole di alcun crimine.
Così, proseguo le sue riflessioni, il valore o il disvalore anche civico di un soggetto dipende non dal suo essere espressione e servitore di un corpo democratico quanto dalla qualificazione di alcuni soggetti che, ca va sans dire, solo incidentalmente, rifiutavano le regole democratiche e utilizzavano la violenza e lo identificavano come un 'soldato torturatore':con la ulteriore conseguenza che l'innocente commissario Calabresi è ovviamente meno innocente delle innocentissime vittime di Bologna.
E ora quello stato che doveva essere spazzato via da coloro che ritenevano la vita e il ruolo dei suoi servitori come dei disvalori festeggia in alcuni delle sue cariche non la conversione civile di coloro che quelle idee coltivavano e attuavano con la violenza - perchè conversione e resipiscenza non c'è stata - ma il sacrificio ormai caduto in prescrizione e l'oblio di chi quello stato difendeva e rappresentava.
Ah, beh, sì, obiettivamente, non avevo scorto nel suo ragionamento della 'notevole differenza...anche nell'ambito dell'omicidio volontario' questa natura aurea e sublime.

Saluti

Vedo che ha capito tutto...... :up: e alla faccia del riassunto.

Una piccola cortesia: potrebbe parlare come mangia...?

O mangia così?
 
felixeco ha scritto:
si ma molto probabilmente sono innocenti.E' l'unico attentato che non hanno mai riconosciuto.

La grazia mi può star bene, certo che sono assassini che hanno scontato ben poco.
Spero solo di non vederli in TV troppo spesso :( .....strapagati

Penso anche io che abbiano pagato per coprire responsabilità più in alto....

Scontato ben poco, non so...l'omicidio del commissario Luigi Calabresi risale al 1972.
Sono passati 34 anni e Marino, per esempio, che si è ricordato dopo 16 anni di aver fatto da autista al killer, non ha fatto un giorno di galera.
 
Catullo ha scritto:
Vedo che ha capito tutto...... :up: e alla faccia del riassunto.

Una piccola cortesia: potrebbe parlare come mangia...?

O mangia così?

Difficoltà di comprensione? Ohibò...

Saluti
 
Beh, sinceramente, nell'ambito di una guerra, per esempio, personalmente, a me suscita più raccapriccio la morte di un cittadino, in particolare se bambino, che quella di un soldato.

Ciò non implica che l'idea di innocenza, come non colpevolezza, sia per forza da attribuire all'uno o all'altro.

Una discriminante, decidiamo quale, deve esserci, tuttavia, tra chi sceglie una azione e chi, invece, é costretto a subirla passivamente, no?
 
Amleto ha scritto:
Difficoltà di comprensione? Ohibò...

Saluti

colgo l'occasione per salutare un gradito rientro
sono ancora assai occupato
e mi son fatto regola di non partecipare a discussioni nel Caffè ancora per un poco

ma tornerò, aaah se tornerò
appena finiti gli esami qui alla università di Gottingha ,
coi bravi Guildernster & Rosenkranz ;)

il vostro fedele
Orazio

aka f4f ecc ecc :D
 
genesta ha scritto:
Beh, sinceramente, nell'ambito di una guerra, per esempio, personalmente, a me suscita più raccapriccio la morte di un cittadino, in particolare se bambino, che quella di un soldato.

Ciò non implica che l'idea di innocenza, come non colpevolezza, sia per forza da attribuire all'uno o all'altro.

Una discriminante, decidiamo quale, deve esserci, tuttavia, tra chi sceglie una azione e chi, invece, é costretto a subirla passivamente, no?

Mi permetta: lei accetta la tesi della guerra?
Vale a dire, giacchè lor signori avevano dichiarato guerra allo stato democratico dovremmo utilizzare le definizioni da loro coniate, dovremmo avvalerci di parole come 'soldato' invece che 'commissario della polizia di stato' in capo a qualsiasi cittadino che, servitore delle istituzioni democratiche, si opponeva alle loro farneticazioni? E quindi dato che per lor signori era un soldato, poteva essere cancellato?

Saluti
 
f4f ha scritto:
colgo l'occasione per salutare un gradito rientro
sono ancora assai occupato
e mi son fatto regola di non partecipare a discussioni nel Caffè ancora per un poco

ma tornerò, aaah se tornerò
appena finiti gli esami qui alla università di Gottingha ,
coi bravi Guildernster & Rosenkranz ;)

il vostro fedele
Orazio

aka f4f ecc ecc :D

Carissimo Orazio

è per me sempre un grande piacere ritrovarla, sebbene non perda le sue tracce e i suoi interventi. Io sono in preparazione per la ripartenza ma queste sponde dell'oceano ed Elsinore mi rivedranno ancora.
Ad multos annos

Amleto
 
Amleto ha scritto:
Mi permetta: lei accetta la tesi della guerra?
Vale a dire, giacchè lor signori avevano dichiarato guerra allo stato democratico dovremmo utilizzare le definizioni da loro coniate, dovremmo avvalerci di parole come 'soldato' invece che 'commissario della polizia di stato' in capo a qualsiasi cittadino che, servitore delle istituzioni democratiche, si opponeva alle loro farneticazioni? E quindi dato che per lor signori era un soldato, poteva essere cancellato?

Saluti


Certamente no.

Tuttavia, chi assume l'incarico, nel contratto cui va ad aderire firma espressamente anche la clausola che mette a rischio la propria vita e questo, e solamente questo, lo contraddistingue da un qualunque altro comune cittadino il quale, invece, non fosse disposto a mettere a repentaglio la propria vita e perciò non assumerebbe mai incarichi "avventurosi" che possono determinare l'incognita.

Ciò non vuol dire che chi muore per le istituzioni sia responsabile (la quale va ricercata, semmai, tra coloro che muovono le pedine della comunità) della propria morte, o che si meriti tale destino ma che, semplicemente, quando ha scelto quel servizio lo ha fatto (o avrebbe dovuto farlo) con la consapevolezza dell'azzardo che tale scelta comportava.
 
Amleto ha scritto:
Carissimo Orazio

è per me sempre un grande piacere ritrovarla, sebbene non perda le sue tracce e i suoi interventi. Io sono in preparazione per la ripartenza ma queste sponde dell'oceano ed Elsinore mi rivedranno ancora.
Ad multos annos

Amleto

Carissimo Amleto

sono onorato della Sua attenzione
che spero concentri sui miei interventi nel post di Regolo:
già lì non riesco ad esprimermi al meglio,
altrove poi son più spesso spinto dall'impeto anzichè dalla riflessione.

Vedo comunque con piacere che potrò contare anche in futuro sulla Sua collaborazione
per approfondire quell'idea di cui parlammo
e che qui ora battezzerò '' dei guelfi e ghibellini ''

ma , ecco, il dovere chiama
ed io riprendo il mio compito

ad majora

Orazio





ps
qualcuno ha visto Sisifo?
che qui sto facendo il lavoro per lui da fin troppo tempo :down:
:lol:
 
genesta ha scritto:
Certamente no.

Tuttavia, chi assume l'incarico, nel contratto cui va ad aderire firma espressamente anche la clausola che mette a rischio la propria vita e questo, e solamente questo, lo contraddistingue da un qualunque altro comune cittadino il quale, invece, non fosse disposto a mettere a repentaglio la propria vita e perciò non assumerebbe mai incarichi "avventurosi" che possono determinare l'incognita.

Ciò non vuol dire che chi muore per le istituzioni sia responsabile (la quale va ricercata, semmai, tra coloro che muovono le pedine della comunità) della propria morte, o che si meriti tale destino ma che, semplicemente, quando ha scelto quel servizio lo ha fatto (o avrebbe dovuto farlo) con la consapevolezza dell'azzardo che tale scelta comportava.

Avverto la sua buona fede e mi fa piacere dialogare con lei ma non è proprio così.
Un funzionario di polizia è naturalmente esposto ai rischi del suo ufficio ma non potrebbe firmare un contratto con cui dispone della propria integrità personale senza violare l'art. 5 del nosto codice civile.
Io direi che la responsabilità di una morte volontaria di un soggetto cittadino comune o apprtenente alle istituzioni sta in chi violando le regole del gioco democratico usa la violenza per imporre le proprie idee.
Se accettiamo le parole 'soldato', 'guerra civile', legittimiamo dei soggetti che per l'ordinamento democratico invece sono puri e semplici criminali.
Saluti
 

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