Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi (2 lettori)

lorenzo63

Age quod Agis
Da un' analisi dell'Eurozona..

..ad una previsione di taglio di 0.5 bps del TUR di BCE

LONDON -- The euro zone's economic contraction is accelerating, with little prospect of a near-term turnaround, underpinning expectations the European Central Bank will cut its key interest rate further next month.

A survey of purchasing managers at manufacturers and service providers this month showed the composite purchasing managers index -- which measures private-sector activity -- fell to 36.2 from 38.3 in January to hit a record low, the Markit Economics research firm said Friday.

The report coincided with data showing French business confidence is at its lowest ebb this month since sentiment was first gauged in 1976.

Economists see the purchasing-managers index as one of the earliest indicators of how the euro-zone economy is performing. A reading below 50 indicates that activity is contracting, a point the euro zone crossed in June.

The unexpected drop this month appeared to extinguish early hopes that the pace of the contraction in the 16 economies sharing the euro had stabilized in early 2009, fueled by surveys in January of an improving outlook among purchasing managers and German financial analysts.

Many economists took the news as more evidence that the European Central Bank will cut interest rates again in March.

"If there was any doubt in about a [half-percentage-point] cut from the ECB next month, those doubts should now be put to rest," said David Mackie, an economist at J.P. Morgan.

The ECB has cut its key interest rate in each of the four months from October to January as the region slipped into recession, but left its key interest rate unchanged at 2% in February.

Speaking in Paris Friday, ECB President Jean-Claude Trichet said the economy won't emerge from its slump any time soon. "There will be some time before this crisis is over," Mr. Trichet said.

According to Markit's analysis, the PMI data indicate that euro-zone gross domestic product in the current quarter will contract at an even more rapid pace than the 1.5% rate recorded in the fourth quarter, which was by far the largest drop in activity since records for the currency area began in 1995.

"The latest survey data support our view that the euro-zone recession will be deeper and more prolonged than most forecasters expect," said Ben May, an economist at Capital Economics.

The Markit PMI survey showed new orders fell for the 10th straight month, declining at a record pace. As a result, backlogs of work fell for the eleventh straight month, also at a record rate. In response, businesses cut payrolls for the eighth straight month.

Purchasing managers also reported that their companies were cutting their prices at the fastest pace on record.

Separately, the French consumer-price index in January dropped 0.4% from the previous month, cutting the yearly increase to 0.7%, national statistics bureau Insee reported. The outcome showed the possibility of zero inflation, or even a period of deflation, creeping into euro-zone price levels later this year. (See retlated article.)

Insee also reported that an index measuring business confidence fell to 68 in February from 73 the previous month, bringing it to its lowest level since 1976. Economists had been expecting a more-modest fall to 70.

Italy's statistics agency, meanwhile, reported industrial orders fell by 15% in December from a year earlier, compared with a 26% drop in November.

The U.K., which isn't in the euro zone, reported contradictory economic news Friday. Seasonally adjusted retail sales rose 0.7% in January from the previous month after an upwardly revised 1.7% increase in December, according to the U.K. statistics office.

Economists had difficult squaring the reported increases with rising unemployment rising rapidly, tumbling home and asset prices and confidence at record lows. Underscoring that discrepancy, the U.K. council of mortgage lenders reported that the number of U.K. homes that were repossessed declined slightly in the fourth quarter, but the figure for 2008 as a whole soared to its highest level in 12 years.
 

stockuccio

Guest
Permettetemi una domanda:
Nel caso di nazionalizzazione di una o più banche, il valore delle loro azioni è destinato per forza ad azzerarsi oppure no?
Se fosse vera la prima, la catastrofe finanziaria rischierebbe di travolgere il valore della moneta in quanto sconvolgerebbe i bilanci praticamente di quasi tutti i soggetti finanziari (ricordiamoci le partecipazioni incrociate ed i sistemi di controllo azionario delle varie società o gruppi).
Ne deriverebbe uno sconquasso anche sul valore dei bond corporate in primis e poi sul valore dei bond statali in seconda battuta.
Non oso pensare a quali effetti ciò potrebbe avere sull'inflazione e sui prezzi dei beni immobili (verso l'alto o verso il basso?)
Per non parlare della sfiducia complessiva nel sistema capitalistico che necessiterebbe di decenni prima di rialzarsi.
Che amarezza constatare che tutto questo si potrebbe avverare in una sorta di autodistruzione del sistema, cioè in assenza dei fattori classici che potrebbero scatenare simili effetti (guerre, terrorismo, fenomeni naturali e simili...)

travolgere tutto ... si spera i governanti facciano le cose per bene
certo i numeri non aiutano a trovare soluzioni ordinate e soprattutto 'soft' per gli innocenti e 'hard' per i colpevoli ... i 18 mila miliardi solo in Europa scovati ieri da Mostromarino e Quantotanto son tanti, mezzo pil mondiale ... per farsi un'idea di cosa potrebbe comportare una rivalutazione degli assets se non ricordo male citi riuscì mesi fa a piazzare monnezza probabilmente simile a 22 su 100 ... oggi forse meno

bilanci depositati in Borsa falsi ? direi di si ... ci sono i vie (variable interest entity), i siv, ecc. ... senza contare come si valutano certe poste vedi in USA la roba messa nel terzo livello ... tutta roba risaputa per chi legge ogni tanto Mazzalai ....
 

serious sam

Nuovo forumer
travolgere tutto ... si spera i governanti facciano le cose per bene
certo i numeri non aiutano a trovare soluzioni ordinate e soprattutto 'soft' per gli innocenti e 'hard' per i colpevoli ... i 18 mila miliardi solo in Europa scovati ieri da Mostromarino e Quantotanto son tanti, mezzo pil mondiale ... per farsi un'idea di cosa potrebbe comportare una rivalutazione degli assets se non ricordo male citi riuscì mesi fa a piazzare monnezza probabilmente simile a 22 su 100 ... oggi forse meno

bilanci depositati in Borsa falsi ? direi di si ... ci sono i vie (variable interest entity), i siv, ecc. ... senza contare come si valutano certe poste vedi in USA la roba messa nel terzo livello ... tutta roba risaputa per chi legge ogni tanto Mazzalai ....

Secondo me siamo ad un bivio di importanza storica:
1) o i governanti come dice stockuccio fanno le cose per bene e riescono a risolvere la crisi (senza troppi cambiamenti traumatici, s'intende)
2) o è vera la seconda e allora siamo al redde rationem, ossia al si salvi chi può.

Spero fermamente che si avveri la prima con i minori danni possibili perchè altrimenti con la seconda possiamo anche chiudere la sezione dato che non avrebbe più senso parlare di obbligazioni...

In ogni caso credo che ai fini della prima ipotesi sia di importanza strategica cercare di evitare fino all'estremo una nazionalizzazione delle banche perchè ciò avrebbe effetti sistemici difficilmente controllabili e prevedibili a priori.
 

mostromarino

Guest
In ogni caso credo che ai fini della prima ipotesi sia di importanza strategica cercare di evitare fino all'estremo una nazionalizzazione delle banche perchè ciò avrebbe effetti sistemici difficilmente controllabili e prevedibili a priori.

senti

nel peggiore dei casi ci troviamo banche pilotate da un governo
(attualmente) di destra,cioè di liberisti temporaneamente prestati allo statalismo, obtorto collo

salviam ghirba e portafoglio
poi,a pancia piena ,valutiamo se è il caso di fare una bella rivoluzione libertaria
(contro quello che sarà il governo del momento)

:D
 

serious sam

Nuovo forumer
Magari fosse così semplice.
Se è una battuta, allora il gioco potrebbe continuare così:
perchè, dopo le banche, non nazionalizzare tutto il resto?
Tanto che succede?
Se paga tutto lo Stato eviteremmo di preoccuparci dei default dei bond corporate oltre che di quelli statali!
Evvaiiii...
 

mostromarino

Guest
Magari fosse così semplice.
Se è una battuta, allora il gioco potrebbe continuare così:
perchè, dopo le banche, non nazionalizzare tutto il resto?
Tanto che succede?
Se paga tutto lo Stato eviteremmo di preoccuparci dei default dei bond corporate oltre che di quelli statali!
Evvaiiii...

era una MEZZA battuta

nella misura in cui le banche saranno obbligate a riprendere:D
la loro funzione creditizia
magari con convenzioni tipo confcommercio,artigiancassa,legge ossola
(esistono ancora??:D)
la linea di demarcazione sarebbe abbastanza labile
 

lorenzo63

Age quod Agis
Ci si deve sforzare di trovare una via alternativa alle banche o ripensarle ... fondamentalmente sono una strozzatura, un collo di bottiglia .. ma la via non deve essere lo stato...o un nuovo Gosplan finanziario....delle banche ripensate in funzione di una stabilizzazione e crescita nazionale ovvero forse forse le Bin proposto dal Mostromarino sometimes ago..
 
Ultima modifica:

c0ltran3

Forumer attivo
Latvia PM falls victim to turmoil

By Robert Anderson in Stockholm, Joshua Chaffin in Brussels and Stefan Wagstyl in London
Published: February 20 2009 15:02 | Last updated: February 20 2009 19:32

Latvia’s prime minister resigned on Friday as the financial and economic turmoil sweeping central and and eastern Europe claimed its first government leader.
Ivars Godmanis quit as the European Union attempted to boost its political support for new member states in eastern Europe with the announcement of a mini-summit on March 1.

The meeting between José Manuel Barroso, the European Commission president, and east European leaders, which will precede a full EU summit, has been arranged after a week of falls in east European currencies, doubts over the access to international credit of the more vulnerable east European countries and uncertainty on possible financial support from western Europe.
Mr Godmanis’s resignation throws the Baltic state into political turmoil less than two months after his unpopular government launched an International Monetary Fund-backed austerity programme.
His removal, following public unrest, may lead to the formation of a broader coalition with a better chance of pushing through the reforms the €7.5bn ($9.6bn, £6.7bn) IMF-led programme requires.
Meanwhile Serbia said it was seeking a big increase in its $520m (€404m, £360m) IMF standby loan to about $2bn, plus €400m from EU sources.
It would join Latvia, Hungary and Ukraine, which already have full-blown IMF programmes.
Romania said this week it might seek IMF support. Those countries, along with Bulgaria, Lithuania and Estonia, are seen in financial markets as ­vulnerable. But Slovakia, which has joined the eurozone, Poland and the Czech Republic are seen as stronger.
Copyright The Financial Times Limited 2009
 

er_drago

Nuovo forumer
senti

nel peggiore dei casi ci troviamo banche pilotate da un governo
(attualmente) di destra,cioè di liberisti temporaneamente prestati allo statalismo, obtorto collo

salviam ghirba e portafoglio
poi,a pancia piena ,valutiamo se è il caso di fare una bella rivoluzione libertaria
(contro quello che sarà il governo del momento)

:D

Prima di tutto saluto tutti, questo e' il mio primo messaggio di qua'.

Il problema dell' ipotetica nazionalizzazione di un colosso come Unicredito, ma oggi c'e' chi pensa che inevitabilmente anche Intesa seguirebbe la stessa sorte, e' che esploderebbe il nostro gia' enorme debito pubblico con conseguente immediato aumento del differenziale tra i nostri titoli di stato e quello dei paesi europei piu' solidi.
Ci sarebbe insomma una notevole probabilita' che dalle banche il tiro venga alzato al nostro debito, rendendo, se possibile, la situazione ancora piu' insostenibile.
L'unica tenue speranza e' che vengano trovate soluzioni Europee, riuscendo a far capire ai paesi piu' forti (vedi Germaia e Francia) che o ci salviamo tutti insieme o le macerie pure da loro sarebbero comunque enormi.
 

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