Macroeconomia Crisi finanziaria e sviluppi

-jp morgan ha chiesto alla consob di indagare sui rumorsdi mercato legati alla stabilita' del sistema finanziario italiano. Contrariamente allo speculazioni di mercato, si legge in una nota dellabanca d'affari, il dipartimento di ricerca non ha pubblicato un report suldebito che evidenzia come probabilmente l'italia andra' in default. la banca sottolinea, infine, che contrariamente a quanto asserito darepubblica, jp morgan non sta mettendo in vendita un prodotto strutturatoche implica o indichi una negativa visione del merito di credito dellarepubblica italiana.com/fus(fine)mf-dj news0616:43 mar 2009[/quote]

Lo penso da tempo ma ora lo dico:certe volte Berlusconi ha ragione quando se la prende con i giornali che un giorno si e l'altro pure preannunciano catastrofi dovuti all' operato del nostro governo o evidenziano una situazione piu' nera di quella che e'
 
-jp morgan ha chiesto alla consob di indagare sui rumorsdi mercato legati alla stabilita' del sistema finanziario italiano. Contrariamente allo speculazioni di mercato, si legge in una nota dellabanca d'affari, il dipartimento di ricerca non ha pubblicato un report suldebito che evidenzia come probabilmente l'italia andra' in default. la banca sottolinea, infine, che contrariamente a quanto asserito darepubblica, jp morgan non sta mettendo in vendita un prodotto strutturatoche implica o indichi una negativa visione del merito di credito dellarepubblica italiana.com/fus(fine)mf-dj news0616:43 mar 2009

]

Forse occorre evidenziare correttamente:
il dipartimento di ricerca non ha pubblicato un report suldebito che evidenzia come probabilmente l'italia andra' in default.
 
Certo che le notizie false per destabilizzare l'italia si stanno moltiplicando, eh... C'è dietro un servizio di intelligence oppure è solo sensazionalismo ?


PS: Beppe Grillo ha già rilanciato la notizia falsa ? :lol:

Te lo farò sapere non appena mi arriva quella specie di newsletter che manda quotidianamente :lol::lol::lol::lol:
 
Moody's: «Sopravvalutato il rischio Paese
per l'Italia»





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6 marzo 2009
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La situazione dell'Italia a livello di rischio Paese «è ancora lontana da quanto abbiamo visto negli anni '90 quando il costo del rifinanziamento era molto più alto con un debito anche più elevato che rappresentava veramente un grande rischio». Lo dice a Radiocor Alexander Kockerbeck, analista di Moody's responsabile del rating italiano. Il mercato dei titoli di Stato, e quindi dei Cds (i credit default swaps che coprono il rischio di default), «è molto nervoso e sta esagerando nella direzione opposta» dopo aver «quasi cancellato gli spread» sul debito dei diversi Governi europei «nel periodo antecedente alla crisi».

Questi indicatori di mercato, come gli spread dei titoli di Stato e i Cds e, in generale tutti i rating impliciti di mercato «si muovono - dice Kockerbeck - in modo molto più volatile dei nostri rating. È importante fare questa differenza perchè prima della crisi, nel periodo fra il 2003 e il 2008, questi indicatori erano molto più favorevoli dei nostri rating. Adesso è il contrario perchè il mercato è dominato da una grande avversione al rischio». In questo modo, si tende «a raggruppare tutti i Paesi che non sono benchmark in un gruppo e si esagera».

«Per molto tempo dopo l'avvio dell'euro - continua l'analista - si è ripetuto spesso che i mercati avevano perso la capacità di sanzionare i Governi. In una situazione di grande convergenza, tutti hanno investito sui titoli di Stato soprattutto quando i rendimenti erano un pò più elevati, e gli spread si sono appiattiti». A quel punto, «in qualche caso lo spread non rispecchiava più la diversa qualità del credito» a livello di singolo Paese, ma «ora si sta esagerando nella direzione opposta».

Il nostro rating «non ha e non avrà questo genere di volatilità» perché «cerca di guardare a ciò che succede durante la crisi e a come potrà essere la situazione dopo la crisi. Noi non vogliamo dare un giudizio su una sola conseguenza del ciclo economico, ma sulla situazione nel suo insieme dal punto di vista strutturale e ci sono tanti parametri che entrano in questa valutazione. L'andamento dello spread non ha particolare importanza a questo riguardo».

«È chiaro - continua Kockerbeck - che per diversi Paesi adesso il costo di rifinanziamento del debito è più elevato vista la situazione di mercato, ma non bisogna dimenticare che anche il benchmark su cui si misurano gli spread è molto basso». Il costo finale di questa situazione sul debito pubblico italiano «resta contenuto soprattutto quando si fa un confronto con quanto abbiamo visto negli anni '90, quando i tassi di interesse erano più elevati e il Paese aveva problemi di inflazione e di valuta. Quello che vediamo ora non è ancora drammatico, ma comporta comunque un costo più elevato».

Infine, c'è da osservare, secondo Kockerbeck, che «la vita media del debito pubblico italiano si è allungata per cui l'impatto di questo maggiore costo di rifinanziamento sul costo generale del debito non avviene immediatamente». È anche chiaro che in molti Paesi europei «c'è un grande fabbisogno di finanziamento proprio adesso nel 2009 e questo aumenta le tensioni». «Stiamo vedendo - conclude l'analista - condizioni di mercato estremo, tensioni molto forti e, dal punto di vista dei comportamenti, una fortissima avversione al rischio e un'inversione totale di quanto abbiamo visto prima della crisi. La verità starebbe nel mezzo, ma in questa situazione di mercato è difficile trovarla». (Il Sole 24 Ore Radiocor)
 
Certo che le notizie false per destabilizzare l'italia si stanno moltiplicando, eh... C'è dietro un servizio di intelligence oppure è solo sensazionalismo ?


PS: Beppe Grillo ha già rilanciato la notizia falsa ? :lol:



PS: Beppe Grillo ha già rilanciato la notizia falsa ? :lol:

pare di no ....
che faccio , lo depenno dalla lista dei disinformatorS ? :D :p
 
l'originale di Vittoria Puledda di 'repubblica'

"Quale Paese fallirà per primo?"
l'Italia in cima alle scommesse


MILANO - Con l'ingegneria finanziaria si può fare quasi tutto, anche scommettere su quante probabilità ha un paese di fallire. E l'Italia, secondo alcuni parametri, ne ha una piuttosto alta. Ma partiamo dall'inizio, dalla scommessa che implicitamente fanno gli investitori che acquisteranno i prodotti strutturati proposti Jp Morgan, chiamati appunto "First to default basket" a tre anni.

Il meccanismo è complesso, ma la logica tutto sommato è semplice: il prodotto è, nella sostanza, un'obbligazione con una sua cedola trimestrale, che paga gli interessi a meno che uno degli otto paesi compreso nell'elenco - nel basket, appunto - fallisca (vada in default). Basta che un solo paesi salti, e da quel momento in poi tutto quello che l'investitore porterà a casa sarà limitato a quanto si riesce a prendere dalla procedura post default; un po' come è successo con i bond argentini. Il paese più a rischio all'interno del basket proposto da Jp Morgan è l'Italia.
Il termometro che misura la febbre dei potenziali fallimenti si chiama Cds, Credit default swap: è una sorta di premio di assicurazione, quindi più si paga e più il rischio è alto (più è probabile che davvero un paese fallisca). Ebbene, il Cds dell'Italia - all'interno di questo paniere - è stato fissato a quota 130 mentre il paese più virtuoso, l'Olanda, ha una "febbre" solo di 60, meno della metà dell'Italia.

Il peggior indicatore del rischio-paese è dunque dell'Italia, ma fuori dal paniere scelto da Jp Morgan almeno altri due stanno decisamente peggio: la Grecia e l'Irlanda. Rispetto al Cds a tre anni, Atene infatti ha un grado di rischio di 263 e Dublino di 358. Se poi ci spostiamo sulla durata dei cinque anni (molto più "popolare" per questo tipo di strumenti) il grafico della febbre mostra sempre due ammalati gravissimi, l'Irlanda e la Grecia, mentre al terzo posto troviamo l'Austria - con una "temperatura" di 255 - ma poi si arriva inevitabilmente all'Italia, con un 191. La Spagna invece viene fotografata a quota 140, il Portogallo a 130, la Francia a 88 e la Germania a 86.



Un po' come c'è il termometro e il misuratore della pressione, ovviamente i Cds non sono l'unico modo di valutare la salute di un paese (o di una società). Un altro strumento molto usato dai mercati finanziari è il rendimento dei titoli di Stato, in particolare di quelli con una durata decennale. Ebbene, questi bond considerati appunto benchmark, valori di riferimento, si possono paragonare tra di loro, oppure si possono raffrontare con una specie di "pietra miliare", un tasso di riferimento di mercato particolarmente significativo (l'euro swap a 10 anni nel nostro caso). Ebbene, ieri questo valore - dopo il taglio dei tassi della Bce - era sceso al 3,386% ma chi volesse investire in un Bund tedesco guadagnerebbe di meno; 34 centesimi in meno per la precisione. Al contrario, un investimento in un titolo di Stato francese renderebbe 24 centesimi (punti base, nel gergo degli operatori) in più del tasso swap sull'euro; fino ad arrivare ai 116 punti base dell'Italia (passando per i 106 del Portogallo e i 72 del Belgio, a titolo di esempio). E gli ultimi della classe, Irlanda e Grecia? Il primo offre un rendimento aggiuntivo, sui suoi titoli, pari a 221 centesimi, il secondo arriva a 237. In fondo, è un solo un modo diverso di valutare il rischio-default.


basta andare a vedere se JPM vende questo prodotto

vedo che per tanti Beppe Grillo è il problema dell'Italia .... la penso all'opposto ovviamente
 
Ultima modifica di un moderatore:
Lloyds to Join U.K. Asset Program, Cede Control to Government

By Gonzalo Vina and Jon Menon
March 7 (Bloomberg) -- Lloyds Banking Group Plc, Britain’s biggest mortgage lender, will cede control to Prime Minister Gordon Brown’s government in exchange for tapping a guarantee program backing 260 billion pounds ($367 billion) of assets.
Lloyds will convert preference shares into ordinary stock, paying 15.6 billion pounds to participate in the program, it said in an e-mailed statement today.
“Participating in the government’s asset protection scheme substantially reduces the risk profile of the group’s balance sheet,” Chief Executive Officer Eric Daniels said in the statement. “Our significantly enhanced capital position will ensure that the group can weather the severest of economic downturns and emerge strongly when the economy recovers. We believe that this is an appropriate deal for our shareholders.”
The group will also replace 4 billion pounds of preference shares held by the U.K.’s Treasury with new ordinary shares which will be offered to existing shareholders on a pre-emptive basis, according to the statement.
Lloyds, which will be up to 75 percent owned by the government, is the fourth to tip into the Treasury’s hands since the run on Northern Rock Plc in September 2007 prompted Brown to take unprecedented powers to seize failing institutions.
Brown has tightened his grip on British banks since October, when he pledged 37 billion pounds to recapitalize Lloyds and Royal Bank of Scotland Group Plc. While that cash kept the industry out of bankruptcy, it hasn’t bolstered lending to consumers, exacerbating the recession. Brown, his popularity tumbling, now says he wants to reshape the industry.
To contact the reporter on this story: Gonzalo Vina in Westminster at gvina@bloomberg.net; Jon Menon in London at jmenon1@bloomberg.net
 

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