CRISI UCRAINA-GUERRA.POLITICA ETICA MORALE CONSIDERAZIONI RANDOM (5 lettori)

paradossista

mediocrità strategica
Russia, which chairs the BRICS group this year, has called on its partners to create an alternative to the International Monetary Fund (IMF) to counter political pressure from Western nations ahead of the BRICS summit later this month.
The only financial institution the BRICS countries have established so far is the New Development Bank, created in 2015 to finance infrastructure and sustainable development projects in BRICS members and other emerging economies.

 

Gianni.Mello

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paradossista

mediocrità strategica
Russia is proposing changes to cross-border payments conducted among BRICS countries aimed at circumventing the global financial system, as the heavily penalized country seeks to sanctions-proof its own economy.
Among the proposals, Russia is pitching the use of distributed ledger technology (DLT) or a new multinational platform to allow settlements with tokens.
“The key advantage of utilizing DLT settlement model is the elimination of the credit risk” accompanying the conventional banking set-up, the report said.
DLT could also reduce processing times and costs because correspondent entities and compliance checks will be absent, saving BRICS countries as much as $15 billion annually if half of all cross-border transfers used such transactions, the report’s authors argued.

 

Gianni.Mello

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OUT! Economia e pensieri fuori sacco.​

La Russia sta vincendo la sua guerra. Parola di Wolfgang Munchau. E un po’ anche nostra

(#FD) Autocitarsi non è elegante. Lo so. Ed infatti non lo sono. E quindi mi autocito. Riporto di seguito fra virgolette quanto ho avuto modo di scrivere sul mensile il Timone nel numero di marzo 2022. All’indomani dell’invasione della Russia in Ucraina.

Con un Pil pro capite di dodicimila dollari mal contati la Russia viene dopo anche a Panama e Venezuela. Certo, dodicimila dollari a San Pietroburgo sono una cosa ben diversa che a New York. Ma anche rifacendo i conti per considerare il potere di acquisto la Russia viene dopo Cipro, Porto Rico e Grecia. Non produce smartphone, fichissime auto elettriche o microchip di ultima generazione. L’economia russa è praticamente niente in confronto con quella di America e Cina. Quest’ultima ha un reddito che supera quello russo di cinque volte. Nei primi anni 90 Mosca e Pechino praticamente si equivalevano. Ciononostante, la Russia piegherà le economie dei giganti. L’armata rossa ha invaso l’Ucraina e da allora i suoi incassi per la vendita di gas sono più che triplicati arrivando a 700 milioni di dollari al giorno. Tempo un anno e a questi prezzi Mosca avrà ricostituito le riserve valutarie confiscategli con le sanzioni. L’Europa finge di avere un piano B per fare a meno di Putin quale fornitore di quasi il 50% dei 400 miliardi di metri cubi di gas che consuma ogni anno. Se Europa e Usa pensano poi di rimpiazzare il petrolio russo con quello di altri produttori semplicemente andranno a sbattersi contro un iceberg. Capacità estrattiva inutilizzata ad oggi non ce n’è. Parola di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. Con un’alzata di ingegno possiamo riattivare le centrali a carbone. Cestineremo l’irrealizzabile follia della transizione verde mandando al manicomio i radical chic. Ma indovinate da dove arrivano i tre quarti del carbone consumati dall’Italia nel 2021? Ovviamente dalla Russia! Questa è anche il granaio del mondo. Produce ogni anno oltre 75 milioni di tonnellate di frumento. Cina e India oltre 270. Ma con queste devono sfamarsi 2,8 miliardi di persone mentre in Russia risiedono “appena” 140 milioni di abitanti. E non abbiamo parlato ancora di ordigni nucleari. Dall’internet, all’”internet delle cose” e quindi alle cose. La Russia è molto più potente di quanto sembri.”

Ebbene oggi ad oltre due anni e mezzo di distanza dall’invasione a che punto siamo? Intanto nel 2022, grazie all’esplosione dei prezzi dell’energia la Russia ha registrato un surplus con l’estero pari a quasi 240 miliardi di dollari. Praticamente quasi cinque volte al valore medio di 54 miliardi registrato nel periodo 2013-2020. Nel triennio 2021-2023 (perché è dal 2021 che sono iniziate le forti tensioni sul prezzo del gas) la Russia ha cumulato un surplus con l’estero complessivo di circa 411 miliardi. Un valore quasi pari al surplus complessivo degli otto anni precedenti: 432 miliardi. Oltre ai dati del FMI, oggi scopriamo con piacere di avere sulla stessa lunghezza d’onda niente meno che Wolfgang Munchau nella sua prestigiosa rubrica settimanale sul web. Secondo Munchau i commenti dei mass media occidentali in questi due anni, molti dei quali preconizzavano che le riserve di valuta estera di Mosca sarebbero finite in pochi mesi, sono un vero e proprio monumento alla proverbiale attitudine di molti autorevoli commentatori che spesso confondono speranze ed aspettative. La Russia cresce più di tutte le economie del G7. Si è riconvertita ad un’economia di guerra spendendo per la difesa il 6% del suo PIL. Le economie dell’Ue non arrivano al 2%. “Non hanno finito i soldi” chiosa Munchau ma semplicemente la “volontà di riconvertirsi”. La guerra per l’economia russa funziona come dei veri e propri “steroidi”. Non è affatto isolata perché ha stretto legami soprattutto con la Cina e questo dovrebbe preoccuparci. La rotta artica è il loro matrimonio. Le economie europee sono alle prese di nuovo con l’austerità e l’Austria rischia addirittura di rimanere senza gas dal momento che questo gli arriva dal gasdotto che passa dall’Ucraina. E tutto lascia presagire che i contratti in scadenza l’anno prossimo non saranno rinnovati. Grosso problema per Vienna che non ha sbocchi sul mare dove far arrivare via nave il GNL. Infine, secondo Munchau il prossimo anno i ricavi per la Russia derivanti da fonti fossili (petrolio escluso) aumenteranno di conseguenza del 73%. La Germania per prima, scrive Munchau, sta disperatamente cercando una via d’uscita per la pace. Mala tempora currunt per tutti noi. Vediamo che succede qualora vincesse Trump.
 

paradossista

mediocrità strategica
Mi sembra plausibile un accordo dell'ultim'ora. Non vedo come l'Unione Europea possa rinunciare ad altra energia fossile a meno di non deprimere ancora di più la produzione industriale. Potremmo acquistare più LNG soffiandolo a caro prezzo ad altri compratori.

According to industry estimates, Moscow still earns around $3.2bn a year from these gas sales to Europe via Ukraine, while Kyiv makes about $1.1 bn. Perhaps the absurdity of all this has finally registered with Ukraine, as last week Ukraine’s Prime Minister, Denys Shmyhal, told his Slovakia counterpart, Robert Fico, that his government would not be extending this gas transit agreement past the end of this year. This raises the key issue again of whether this means that all Russian gas exports to Europe will finally be halted or whether another fudge will be implemented instead.
Top of the list of such options currently being mulled over by the European Union (E.U.), a senior source who works closely with it in the field of energy security exclusively told OilPrice.com last week, is a gas swap deal involving Azerbaijan. In simple terms, this is as obvious a piece of moral jiggery-pokery as it first appears, which would involve Russian gas being exported in the amount required by Europe to Azerbaijan in the first instance, whereupon Azerbaijan would then send the same amount of gas on to Europe.


EU energy ministers have been discussing replacing Russia with Azerbaijan as a supplier, but there haven’t been many details about how this could work, technically and politically, Bloomberg notes.
The EU is nowhere near an agreement on replacing Russian flows, and a possible deal could even be struck at the 11th hour or early next year, anonymous sources familiar with the discussions told Bloomberg.

 

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