faranno di peggio....
intanto prosegue il disegno spolpapig
FMI
L’ultima proposta sul tavolo del Fondo Monetario Internazionale e allo studio dell’istituto guidato da Christine Lagarde è un vero e proprio shock, un terremoto forse senza precedenti per la storia delle ricette finora avanzate da Washington. L’idea prende spunto dalle valutazioni effettuate sugli errori commessi in questi anni nell’Eurozona per affrontare la crisi dei debiti sovrani. Per l’FMI, se uno stato fortemente indebitato dovesse ricevere gli aiuti dell’istituto, esso dovrebbe sospendere il pagamento delle cedole sui titoli di stato, in modo che anche gli investitori privati siano coinvolti nelle perdite. Una critica implicita alla UE, che salvò le banche tedesche e francesi dal coinvolgimento nella ristrutturazione del debito ellenico, il quale ricadde sulle spalle dei contribuenti europei.
Secondo lo studio, infatti, tutte le strategie sinora adottate per cercare di ridurre il debito pubblico nei vari paesi non hanno avuto successo, perché si basano sulla convinzione che il calo possa avvenire con l’aumento dell’avanzo primario, ossia del surplus fiscale, al netto della spesa per gli interessi. Tuttavia, spiega lo stesso rapporto, i sacrifici imposti alle popolazioni si starebbero mostrando socialmente insostenibili. Da qui, l’idea che siano anche i privati ad accollarsi le perdite sui titoli sottoscritti, ma non sotto forma di un taglio del debito, com’è pure avvenuto in Grecia, bensì non ricevendo le cedole sui bond governativi.
Il caso debito Italia
L’Italia non viene citata ufficialmente nello studio, ma non è escluso che i proponenti abbiano pensato, tra gli altri, anche al nostro paese. Nel 2011, stando anche alle rivelazioni dell’ex segretario al Tesoro USA, Timothy Geithner, proprio i governi di Roma e Madrid furono messi sotto pressione al G20 di ottobre di quell’anno, nel tentativo di far loro accettare gli aiuti dell’FMI per un totale di 80 miliardi di euro (50 per l’Italia e 30 per la Spagna.
Sappiamo che gli aiuti non furono accettati, né formalmente proposti, ma da allora ad oggi, i fondamentali delle due economie sono peggiorati. Il debito pubblico italiano ammonta ormai al 135% del pil, una montagna di circa 2.100 miliardi di euro. E ogni anno, spendiamo intorno a 85 miliardi di euro per il pagamento dei soli interessi sul debito pubblico.
Dunque, nel caso la ricetta fosse applicata all’Italia, in cambio degli aiuti, il nostro governo dovrebbe smettere di pagare gli 80-90 miliardi per interessi, sgravandosi in questo modo di una delle maggiori voci di spesa. Oggi, ad esempio, così facendo, avremmo già un surplus di bilancio del 2% circa del pil.
Attenzione, però, perché il rovescio della medaglia potrebbe più che compensare negativamente il risultato dell’operazione: chi mai acquisterebbe i bond pubblici di uno stato che non onora il debito? Chi lo facesse, pretenderebbe interessi di gran lunga maggiori a quelli odierni, annullando quasi subito i benefici dello stop al pagamento delle cedole e facendo re-impennare il debito in pochi anni.
Infine, non dimentichiamoci che circa il 60% del nostro debito è nelle mani di investitori italiani, siano essi famiglie o banche e fondi. Il mancato pagamento degli interessi intaccherebbe negativamente non solo la fiducia verso lo stato, ma anche il loro patrimonio e il reddito, con contraccolpi violentemente nefasti per la nostra economia