Quello che andrete a leggere è la trascrizione dei principali dialoghi avvenuti durante la trasmissione elettorale
“braccio di ferro” del
23 marzo 1994 andato in onda su Canale 5.
Il dibattito televisivo che ha dato il via alla “
seconda repubblica“.
Condotto da Enrico Mentana, questa puntata è un testa a testa fra i leader delle coalizioni di centrodestra
(polo delle libertà) e di centrosinistra (polo dei progressisti), rispettivamente guidate da
Silvio Berlusconi e
Achille Occhetto.
Berlusconi non ha bisogno di tante presentazioni, nel 94 entrò in politica e lo fece con questo messaggio: “l’Italia è il paese che amo”.
Occhetto invece è quasi sparito dalla circolazione, di tanto in tanto va in TV ma poca roba.
Quest’uomo è passato alla storia come colui che diede il “colpo di grazia” al PCI nel 1991,
trasformandolo in PDS (Partito Democatico della Sinistra). Segue illustrazione satirica.
Questo non è un dibattito a caso, la puntata fece il record di ascolti dell’epoca,
con ben
10 milioni di telespettatori incollati allo schermo (
dato del Sole 24 Ore).
Con questo confronto, di fatto, iniziò la cosiddetta
seconda repubblica.
Purtroppo il video integrale ce l’ha solo
Mentana (che aveva mandato in onda una
versione ridotta nel 2018),
noi ci dobbiamo accontentare del solo
audio che si trova nell’
archivio di Radio Radicale, l’audio della puntata integrale.
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1. “Berlusconi Occhetto - Braccio di ferro 23 marzo 1994 - puntata integrale”
1:29:40
Ecco la trascrizione dei “momenti salienti” (e relativo minutaggio) con alcuni brevi commenti.
COMINCIA IL DIBATTITO
La trasmissione integrale dura circa 90 minuti. Mentana introduce il dibattito con queste parole:
«
Buonasera è la trasmissione finale di braccio di ferro, ormai mancano quattro giorni al voto e l’attesa era forte.
Del resto per questa trasmissione dovevano partecipare i leader dei due schieramenti antagonisti per definizione di questa tornata elettorale.
Ed effettivamente, lo dico subito, sono qui e – allargando l’inquadratura – li potete vedere.
Secondo i canoni politici: alla mia destra, giustamente, c’è Silvio Berlusconi (leader di Forza Italia),
alla mia sinistra c’è Achille Occhetto leader del PDS (partito democratico della sinistra).
Insieme a me, eccezionalmente, per questa puntata finale così attesa (perché negarlo?)
di braccio di Ferro ci sono – oltre ai colleghi del TG5 che affollano le tribune del nostro studio –
anche tre illustri colleghi della carta stampata.
Li vedete, da sinistra nell’inquadratura: Gad Lerner (vicedirettore de La Stampa e noto alle platee televisive),
quello in mezzo è Ferruccio De Bortoli (vicedirettore del Corriere della Sera) e l’editorialista di Repubblica Nino Fucillo (…) »
Occhetto è stato sorteggiato per fare il primo intervento (min 4:34)
«
Io voglio ricordare che ieri Berlusconi ha chiesto con che faccia mi sarei presentato oggi a questo incontro,
dal momento che ero il mandante di un complotto nei confronti di Forza Italia.
Eccomi qua con questa faccia; cioè con la faccia di una persona onesta (…) »
Durante il corso di questo dibattito vi accorgerete che il vero complotto è quello ai danni degli italiani, all’epoca ignari di tutto.
Occhetto dunque dà il via al teatrino con la “
questione morale” che serviva a distrarre dai veri problemi,
ma soprattutto a giustificare demenziali politiche economiche, che proporrà nel corso del dibattito.
I TEMI DIVISIVI: MAFIA E INSULTI PERSONALI
La prima vera divisione emersa era riguardo la mafia, l’estratto nel
minuto 15-16, un pericolo che gli italiani sentivano molto vicino in
quel periodo.
OCCHETTO: «
quando lei farà la guerra alla mafia, come la sa fare Violante, avremmo fatto grandi passi in avanti »
BERLUSCONI: «
non si preoccupi onorevole Occhetto, che noi la guerra alla mafia la facciamo.
Nel nostro programma è al primo punto, ne abbiamo dedicato un capitolo.
Nel vostro ci sono soltanto 4 righe e nemmeno molto chiare. »
Infatti era anche il titolo di Repubblica del giorno dopo “
Occhetto e Berlusconi divisi dalla mafia“. Vediamo adesso alcuni insulti.
Alla domanda di
Gad Lerner, su cosa accadrebbe in caso di vittoria dell’avversario, Berlusconi risponde così (min 18:33)
BERLUSCONI «
Beh io non credo che posso stare molto tranquillo, visto che il numero due del PDS (l’onorevole D’Alema),
ha dichiarato ai giornali che se vince il PDS, io dovrò riparare all’estero.
Aggiungo a questo che precedentemente, aveva anche dichiarato che il suo grande sogno
è quello di vedermi chiedere l’elemosina nelle vie di Roma.
E aggiungo anche che ultimamente ha raccontato a qualcuno che – se dovesse vincere il PDS – io sarò incarcerato,
perché verrà dimostrato che ho dei contatti con la mafia per il riciclaggio del denaro sporco (…) »
LERNER «
in definitiva, se vincessero loro ci sarebbero dei pericoli di libertà, di democrazia »
BERLUSCONI: «
io credo di sì, io credo di sì, a questo punto credo che andremo verso
un regime illiberale senza vera democrazia e senza vera libertà »
Nella prima mezzora del dibattito, l’andamento medio è questo.
Ma appena si parla dei programmi economici, di colpo, le posizioni dei due candidati
convergono!
Convergono, ma sono diverse formule di comunicazione: Berlusconi molto diretto,
Occhetto invece provava ad “addolcirle” o con tecnicismi o con una sedicente moralità.
Andiamo a vedere.