La caduta del Marco...
Lunedí 30.04.2007 20:21
Di Angelo Maria Perrino
Un uomo ferito, un imprenditore dimezzato. Camicia azzurrina, golfino beige, la faccia imprevedibilmente paffuta. Marco Tronchetti Provera non è il solito quando entra nella saletta al pianterreno del Miramare di Santa Margherita per affrontare la conferenza stampa. E’ un uomo triste, deluso, intimidito. Si capisce che l’uscita di scena dalla Telecom gli è stata imposta. E a colui che doveva essere l’erede di Agnelli l’uscita di scena non fa piacere.
Gli chiedo tre cose: se dici di essere autonomo dalla politica perché hai cercato il premier Romano Prodi nello scorso autunno, mentre trattavi con Murdoch, ponendo così le premesse per le intromissioni politiche e la succesiva lite? Elude: incomprensioni, malintesi. Gli chiedo: e del caso Tavaroli, del cancro degli spioni che si era diffuso in azienda, che dici? Dipendevano da te o no? Glissa: abbiamo sporto denuncia, non sapevamo. E infine: hai parlato di pressioni politico-mediatiche che si sono intensificate proprio in parallelo alle tue trattative. Come a dire: il mondo dei media ha operato d’accordo con la politica per metterti i bastoni tra le ruote. Gravissimo, se vero. Puoi dettagliare? Nomi, fatti, persone. Aggira l’ostacolo: confermo le pressioni. Ma niente nomi.
E allora? E allora una conferenza stampa inutile. Che suggerisce qualche considerazione.
Tronchetti, uomo del Palazzo e dell’establishment, delle scatole cinesi e delle stock option, ha pagato con l’uscita di scena il suo errore politico. Ma è un imprenditore, controlla la Pirelli, non può rompere tutti i ponti con quel mondo della politica, delle istituzioni, delle banche, del potere che lo ha sanzionato espellendolo da Telecom.
Gli resta chiaramente un rammarico, che non riesce a nascondere: la soluzione che ha prevalso, ossia l’alleanza di Telecom con la spagnola Telefonica, era la stessa che aveva preparato e costruito lui. E allora perché con lui no a Telefonica e senza di lui sì? Perché no, diceva Jannacci.
E questo brucia a Tronchetti, uomo potente che ha scoperto sulla sua pelle il peso della politica. Che ha confessato di non aver capito. Ed è qui che si toglie l’unico sassolino: avevo chiuso con Telefonica, ma mi ha telefonato Allerta dicendomi: no, Telefonica si ritira, non vi sono le condizioni... Perché? Chiedetelo ad Allerta e all’allora presidente di Telecom (Guido Rossi,ndr).
Altro non c’è, in questa conferenza stampa. Tronchetti ha la faccia triste dello sconfitto. E a chi gli chiede cosa farà da grande con la Pirelli glissa ancora una volta: non lo so, vedremo, ancora non abbiamo preso i soldi. E’ spiazzato, impreparato, deve elaborare il lutto (mi vogliono far fare la fine di Gardini, aveva detto).
Si chiude una fase, se ne apre una nuova per la sciagurata azienda telefonica ex monopolista. La borsa non ha gradito. I piccoli azionisti si aspettavano l’opa, ma non è stata fatta. Ancora una volta un caso di risparmio tradito. Ancora una volta una storiaccia di potere. Con brutte commistioni e pessime inframmettenze. E’ l’Italia, bellezza.
http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/commentotelecomangelo300407.html
Marco ci ha rimesso la faccia
ma i piccoli azionisti di pirelli ci hanno rimesso tanti danè