Le femministe potrebbero malgiudicare non tanto il tuo singolo atto nell'àmbito del progetto, quanto la diseducatività.
Ovvero: nel tuo contesto, "è giusto" che un padre stia lontano dalla famiglia 5 giorni su 7 per lavoro, ma è altrettanto "giusto" che una madre, che sta in famiglia 7 giorni su 7, perda un'opportunità che le aprirebbe - sia pur potenzialmente - spiragli lavorativi interessanti e motivanti.
Puoi benissimo elogiare i Paesi Scandinavi dove non ci sono discriminazioni di genere, dove i papà stanno a casa ad accudire i figli esattamente come le mamme, e così via, mapperò le tue tesi pèrdono forza quando ti comporti - legittimamente - all'opposto di quel che dici/rivendichi.
E quindi: non pensi di poter plasmare la percezione dei diritti lavorativi degli uomini e delle donne nella mente di tuo figlio?
A parole gli comunichi "dobbiamo essere tutti uguali", nei fatti gli dici "io ho più doveri del vostro padre". A me risulta che si educa mooooooolto più con gli esempi che con le parole.
Ma magari la soluzione è meno contorta di quello che ho in mente io: magari l'opportunità cui rinunci era una delle tante, e/o aveva solo l'unpermille di probabilità di condurre a qualcosa di significativo.
Pace e bene.