Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”.......

direi che un po' meglio di trombolo lo è di sicuro.....:D.....eppoi vuoi mettere la soddisfazione di fottere il nano "di rimpiattino" ?? non ha prezzo!!!!:D



Mario Monti

Il duro e puro che piace ai mercati. A Bruxelles con Berlusconi, confermato da D'Alema, ora senatore

09 novembre, 20:36


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Mario Monti

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ROMA - Sessantotto anni, lombardo, per dieci anni commissario europeo, Mario Monti è considerato uno dei più autorevoli economisti italiani. Ma è soprattutto il rigorista e il tecnico "duro e puro" che non guarda in faccia a nessuno quando si tratta di difendere il mercato dalle distorsioni della concorrenza, nemmeno se ha di fronte i maggiori colossi dell'industria. Nato a Varese il 19 marzo del 1943, Monti si laurea alla Bocconi nel 1965; dopo un periodo passato negli Stati Uniti, dove si specializza a Yale studiando con il futuro premio Nobel James Tobin (quello della Tobin tax sulle transazioni finanziarie), comincia a insegnare all'Università di Torino nel 1970. Quindici anni dopo diventa professore di Economia politica alla Bocconi, dove assume l'incarico di rettore dell'Istituto di Economia Politica. La sua competenza ne fa un candidato ideale per incarichi tecnico-istituzionali: se ne accorge nel 1994 Silvio Berlusconi, appena insediatosi a palazzo Chigi, che lo indica come commissario europeo.
A lui vanno le deleghe per il mercato interno, i servizi finanziari e la fiscalità. Monti mantiene un profilo di assoluta indipendenza, tanto che quando arriva la scadenza, viene riconfermato come commissario europeo dal governo di centrosinistra guidato da Massimo D'Alema ("dal dottor Monti mi sento ben rappresentato a Bruxelles" aveva detto pochi mesi prima): questa volta gli viene affidata la delega per la concorrenza. E' sotto la sua direzione che la commissione europea avvia un procedimento contro Microsoft sfociato in una multa record di 497 milioni di euro inflitta al colosso di Bill Gates per aver violato le norme antitrust. Altro risultato ottenuto dal paladino della concorrenza , lo stop alla fusione tra General Electric e Honeywell nel 2001.
Nel 2004, Berlusconi , tornato nel frattempo a Palazzo Chigi, decide di non rinnovargli l'incarico, preferendogli Rocco Buttiglione, poi stoppato dal Parlamento europeo per le sue affermazioni anti-gay. Dalle colonne del Corriere della Sera, Monti, che oggi conserva la carica di presidente della Bocconi, conduce una triplice battaglia per il mercato, le liberalizzazioni e il rigore dei conti pubblici. Sua l'idea, lanciata quando l'emergenza era lontana da venire, di porre un tetto ai rendimenti dei titoli di Stato, per evitare che il debito si autoalimentasse. E suo l'editoriale di qualche giorno fa in cui chiedeva al premier di concentrarsi sul risanamento piuttosto che puntare a "un successo elettorale a tutti i costi per la Sua parte politica, ma in un Paese sempre più populista, distaccato dall'Europa e magari visto come responsabile di un fallimento dell'integrazione europea". L'Europa lo vede come l'uomo che può tirare l'Italia fuori dal caos perché sa che Monti non concepisce un 'Italia fuori dall'Europa. Come dimostra questa citazione riportata da "wikiquote": "Il giorno dopo la mia nomina Marco Pannella, che peraltro ho in forte simpatia, organizzò una conferenza stampa per sostenere che 'con Monti avevano vinto i poteri forti'. La presi a ridere e quando un giornalista mi chiese un commento dissi che di poteri forti non ne conoscevo. Tranne uno, l'Europa e oggi mi fa piacere aver contribuito a renderlo più forte".
è consulente goldman:D:D:D:D

azzz in tutto sto casino bini smaghi nun se dimette e il nano marito di carlà starà come un pazzo:D:D
 
Monti in pole per governo tecnico
Le voci nel Pdl privilegiano ex Presidente del Consiglio
09 novembre, 19:08

(ANSA) - ROMA, 9 NOV - Mario Monti sarebbe in pole in vista di un possibile governo tecnico. Ma nel borsino dei possibili candidati premier nel caso in cui si creassero le condizioni per un esecutivo di transizione, spunta, nei rumor del Transatlantico, anche il nome dell'ex premier Giuliano Amato.:eek:

La voce, spiegano fonti di opposizione, girerebbe proprio in ambienti del centrodestra che vedrebbero Amato come candidato piu' accettabile, visto pure il suo passato da socialista, rispetto a Mario Monti.

i destri vogliono i sinistri??? :-?

ocissimo ai c/c dopo l'inchiumata sui titoli di stato...porebbe toccare ai c/c :titanic:
 
allora si tira avanti .... accetta lo stipendio di premier perchè sa che tra un po' le riba che fa a GS per le consulenze ritorneranno insolute.....:D


p.s. anche i giochini ci fanno ora.....:rolleyes::D

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forte dobbiamo inviarlo a 3sette, leggi qua:wall::wall:
S
ilvio Berlusconi, nella sua storia poltica, probabilmente, non si è mai trovato in difficoltà così grosse. Ma nel governo - anche se de facto agisce da tempo come battitore libero - c'è chi, paradossalmente, se la passa anche peggio. Lo 'sfortunato' è il superministro, Giulio Tremonti. Perché? Perché, dispiace per lui, ma nell'Italia che sarà, pare essere l'unico disoccupato sicuro. Il suo eterno rivale Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, ha scritto al premier Berlusconi per denunciare i ritardi del ministro dell'Economia nel comunicare l'arrivo della delegazione Ue in Italia. Soprattutto, "la cosa più grave - scrive Brunetta - è che la documentazione e i quesiti sottoposti dall'Europa all'Italia e, per competenza, a questo Ministero, pur essendo stati inviati al Ministero dell'economia il giorno 4 novembre, ci sono stati trasmessi solo ieri sera 8 novembre alle ore 20.47, per un incontro che si sarebbe svolto oggi alle 9". "Devo però, con molto rammarico - scrive Brunetta a Berlusconi - rappresentarti la situazione estremamente grave nella quale sono stato posto dal Ministero dell'Economia e Finanze in relazione al predetto incontro, alla preparazione della riunione odierna e agli adempimenti richiesti". Altre brutte notizie per Giulio. E se lo scaricano pure gli industriali di Finmeccanica...

Con Monti? No - Le trattative e le schermaglie di palazzo per decidere che sarà del governo (elezioni? inciuci? esecutivo di transizione?) sono appena iniziate. Gli scenari sono molteplici, le sfumature infinite. Eppure, gira che ti rigira, l'esito per il titolare del dicastero di via XX settembre potrebbe essere sempre lo stesso: l'esilio politico. Ma procediamo con ordine. Si fa un gran parlare del governicchio per cui spinge Giorgio Napolitano guidato dal tecnico Mario Monti. Non ci vuole un attento osservatore - basta leggere i corsivi recentemente firmati sulla prima pagina del Corriere della Sera - per comprendere che le politiche dell'economista Monti non si concilierebbero, mai e poi mai, con quelle spruzzate di socialismo poco liberal sostenute Tremonti-mani-di-forbice.

Con Silvio o Angelino? Figurarsi... - Secondo scenario: colpo di coda del Cavaliere, che prova a giocarsi la sua ultima cartuccia politica e, nonostante le ultime dichiarazioni, prova a ricandidarsi. Nel caso in cui vincesse ce lo vedreste voi a richiamare il divino Giulio per guidare il dicastero dell'Economia? Le possibilità sono prossime allo zero, molto inferiori rispetto a quelle che si hanno di imbroccare la sestina vincente del Superenalotto. Berlusconi e Tremonti viaggiano su binari divergenti ormai da un paio d'anni, e negli ultimi mesi - tra parole grosse e scontri (si sussurra che prima del vertice a Bruxelles della scorsa settimana avessero sfiorato la rissa) - i loro rapporti sono sprofondati: l'intesa non è più recuperabile, nemmeno con un miracolo. C'è poi un secondo scenario-bis: non Berlusconi, ma al governo ci finisce Angelino Alfano. Parimenti, ce lo vedete voi Alfano - portato in palmo di mano dal Cavaliere - tradire Berlusconi e richiamare Tremonti in una squadra di governo che non lo sopporterebbe fin dall'inizio?

Con la sinistra? 'Niet' - C'è poi un terzo scenario, talmente ovvio che potrebbe non essere nemmeno citato. Ma, per completezza d'informazione e per dimostrare che il disoccupato numero uno potrebbe essere proprio Tremonti, non può essere tralasciato. La sinistra ha in mano, incredibile ma vero, un biglietto della lotteria che potrebbe rivelarsi vincente. Sì, Bersani e compagnia cantante - con Di Pietro e Vendola - potrebbe sfangarla alle urne (ammesso e non concesso che si voti in fretta: la sinistra ci metterebbe poco a scannarsi in campagna elettorale e a far evaporare il consenso). Ecco, ce lo vedete voi Bersani chiamare nella sua scalchignato esecutivo Giulio Tremonti. Improbabile. Molto improbabile. Rimarrebbe il Terzo Polo, in cui però in fatto di economia c'è già un gallo nel pollaio, Mario Baldassarri, ex vice di Giulio tra 2001 e 2006 e con cui ha rotto per motivi idelogici e personali.

Il lavoro dietro le quinte - E così, il divino Giulio in queste ore sembra lavorare per un governo ponte, pare applicarsi per trovare uno spazio in cui provare a lavorare per trovare qualche appiglio politico prima della prossima tornata elettorale. Il ministro si è affrettato a smentire un articolo pubblicato su La Nazione - Il resto del Carlino in cui si racconta di un Superministro fiero sostenitore di un governo ponte "che dimostri in sede europea che in Italia vi è una condivisione nazionale alla linea del rigore". Balle, dice Giulio (a cui, oggi come oggi, forse soltanto la Lega Nord non chiuderebbe la porta in faccia. Forse). Tutte frottole, assicura il portavoce di Tremonti, che però tra le pieghe di un governicchio al quale starebbe lavorando potrebbe sperare di cogliere qualche occasione per riciclarsi.
 
ve ne pentirete..ricordate le mie parole.....:D
ci siamo già pentiti:sad::sad:
pla leggi la storia di questo:lol::lol:
Silvio Berlusconi si è detto amareggiato del tradimento di Roberto Antonione, ex coordinatore nazionale di Forza Italia. Ha ricordato di essere stato padrino della figlia. Non era esatto: fu ospite d'onore il 12 ottobre 2002 a Murgia del battesimo di Roberta. Antonione per altro gareggiò il giorno dopo in regata con a bordo Fedele Confalonieri. I rapporti in effetti erano strettissimi. Ma le attese di Antonione erano alte, e non soddisfatte negli anni successivi. Non divenne ministro degli Esteri, e gli fu preferito prima Franco Frattini poi Gianfranco Fini. E il maldipancia si fece sempre più grande. Fino al celebre 15 novembre 2007, quando il governo di Romano Prodi stava cadendo sulla finanziaria. Si salvò per un voto solo: quello di Antonione. Che scoppiò in lacrime, disse di essersi sbagliato a votare per lo stress del momento, preannunciando dimissioni da cui nessuno lo trattenne, ma che mai arrivarono... Era destino

è recidivo il tipo:-o:-o
 

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