mariougo
Forumer storico
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Focus: la BNS rimarrà molto prudente
Prima della decisione sui tassi della Fed, attesa con impazienza,
giovedì prossimo anche la Banca nazionale svizzera
pubblicherà la sua valutazione trimestrale politico-economica.
Contrariamente alle stime per la Banca centrale statunitense,
le attese per la BNS sono omogenee: la politica monetaria rimarrà
invariata.
Per un ulteriore calo dei tassi negativi, ancora temuto fino a
poco tempo fa, gli argomenti si sono indeboliti. Con un compromesso
su ulteriori aiuti finanziari per la Grecia, nonché con
la conferma di una stabile ripresa dell'economia dell'Eurozona,
nonostante le preoccupazioni per la crescita della Cina
il franco si è indebolito rispetto all'euro, avvicinandosi a 1.10.
Anche i dati del PIL svizzero per il secondo trimestre hanno
mostrato un quadro prudentemente ottimistico. Dopo una
lieve flessione all'inizio dell'anno, la congiuntura si è stabilizzata
fino a metà anno. Il franco continuamente forte rappresenta
sempre una grande sfida nel prossimo futuro per alcuni
settori economici. Nel secondo trimestre, il crollo delle esportazioni
non è tuttavia proseguito. Inoltre, la bassissima inflazione
record, dovuta al forte calo dei prezzi all'importazione,
aumenta il potere d'acquisto dei consumatori. A ragione il
Presidente della BNS, Jordan, all'inizio del mese ha quindi sottolineato
che non esiste alcun rischio di spirale deflazionistica.
Tuttavia, per la prossima valutazione della situazione non prevediamo
toni più positivi. Come già la Fed e la BCE, anche la
BNS dovrebbe evidenziare l'aumento dei rischi ribassisti per la
congiuntura internazionale e quindi anche svizzera, dovuto al
raffreddamento dell'economia cinese. Proprio come la BCE, i
funzionari della BNS mostreranno la loro disponibilità ad allentare
ulteriormente all'occorrenza la politica monetaria. Nel
caso della BNS tramite interventi sul mercato delle divise o un
tasso negativo più basso.
Attualmente, una retorica più positiva può infatti determinare
rapidamente indesiderate reazioni del mercato. Ciò è evidenziato
dall'esempio della Banca centrale svedese (Riksbank). La
corona svedese, assieme al franco svizzero, si è svalutata rispetto
all'euro da giugno. In precedenza, anche la Riksbank
aveva dovuto contrastare un'eccessiva pressione rialzista sulla
corona. Ha ridotto il suo tasso di riferimento fino a luglio a -
0.35% e da marzo acquista titoli di stato svedesi. A causa della
situazione valutaria più distesa, durante la sua riunione politico-monetaria
all'inizio di settembre la Riksbank ha presentato
una previsione leggermente più ottimistica per l'economia.
E ha leggermente aumentato la previsione sull'inflazione
a medio termine, nonostante un effetto frenante sul breve periodo
del calo dei prezzi delle materie prime. Nel contesto attualmente
volatile ciò ha determinato un'inversione di tendenza
di EUR/SEK. La corona si è di nuovo rivalutata
La BNS vorrà evitare una reazione simile. La valutazione della
situazione dovrebbe quindi rimanere molto prudente. Il Direttorio
della BNS dovrebbe ripetere i suoi avvertimenti nel frattempo
usuali. I tassi negativi di -0.75% saranno quindi mantenuti.
Neppure le previsioni di un imminente inizio della normalizzazione
dei tassi negli USA dovrebbe cambiare questa situazione.
Infatti, a differenza degli Stati Uniti, l'allentamento
politico-monetario della BCE continua costantemente. E perfino
un ulteriore aumento degli acquisti di obbligazioni è possibile.
Ciò vale per esempio anche per la Riksbank svedese. Le
previsioni sui tassi nei paesi vicini europei rimangono quindi
basse e la BNS non ha alcun margine di manovra se vuole
mantenere la differenza dei tassi.
.......................sempre copiato.........
m
Focus: la BNS rimarrà molto prudente
Prima della decisione sui tassi della Fed, attesa con impazienza,
giovedì prossimo anche la Banca nazionale svizzera
pubblicherà la sua valutazione trimestrale politico-economica.
Contrariamente alle stime per la Banca centrale statunitense,
le attese per la BNS sono omogenee: la politica monetaria rimarrà
invariata.
Per un ulteriore calo dei tassi negativi, ancora temuto fino a
poco tempo fa, gli argomenti si sono indeboliti. Con un compromesso
su ulteriori aiuti finanziari per la Grecia, nonché con
la conferma di una stabile ripresa dell'economia dell'Eurozona,
nonostante le preoccupazioni per la crescita della Cina
il franco si è indebolito rispetto all'euro, avvicinandosi a 1.10.
Anche i dati del PIL svizzero per il secondo trimestre hanno
mostrato un quadro prudentemente ottimistico. Dopo una
lieve flessione all'inizio dell'anno, la congiuntura si è stabilizzata
fino a metà anno. Il franco continuamente forte rappresenta
sempre una grande sfida nel prossimo futuro per alcuni
settori economici. Nel secondo trimestre, il crollo delle esportazioni
non è tuttavia proseguito. Inoltre, la bassissima inflazione
record, dovuta al forte calo dei prezzi all'importazione,
aumenta il potere d'acquisto dei consumatori. A ragione il
Presidente della BNS, Jordan, all'inizio del mese ha quindi sottolineato
che non esiste alcun rischio di spirale deflazionistica.
Tuttavia, per la prossima valutazione della situazione non prevediamo
toni più positivi. Come già la Fed e la BCE, anche la
BNS dovrebbe evidenziare l'aumento dei rischi ribassisti per la
congiuntura internazionale e quindi anche svizzera, dovuto al
raffreddamento dell'economia cinese. Proprio come la BCE, i
funzionari della BNS mostreranno la loro disponibilità ad allentare
ulteriormente all'occorrenza la politica monetaria. Nel
caso della BNS tramite interventi sul mercato delle divise o un
tasso negativo più basso.
Attualmente, una retorica più positiva può infatti determinare
rapidamente indesiderate reazioni del mercato. Ciò è evidenziato
dall'esempio della Banca centrale svedese (Riksbank). La
corona svedese, assieme al franco svizzero, si è svalutata rispetto
all'euro da giugno. In precedenza, anche la Riksbank
aveva dovuto contrastare un'eccessiva pressione rialzista sulla
corona. Ha ridotto il suo tasso di riferimento fino a luglio a -
0.35% e da marzo acquista titoli di stato svedesi. A causa della
situazione valutaria più distesa, durante la sua riunione politico-monetaria
all'inizio di settembre la Riksbank ha presentato
una previsione leggermente più ottimistica per l'economia.
E ha leggermente aumentato la previsione sull'inflazione
a medio termine, nonostante un effetto frenante sul breve periodo
del calo dei prezzi delle materie prime. Nel contesto attualmente
volatile ciò ha determinato un'inversione di tendenza
di EUR/SEK. La corona si è di nuovo rivalutata
La BNS vorrà evitare una reazione simile. La valutazione della
situazione dovrebbe quindi rimanere molto prudente. Il Direttorio
della BNS dovrebbe ripetere i suoi avvertimenti nel frattempo
usuali. I tassi negativi di -0.75% saranno quindi mantenuti.
Neppure le previsioni di un imminente inizio della normalizzazione
dei tassi negli USA dovrebbe cambiare questa situazione.
Infatti, a differenza degli Stati Uniti, l'allentamento
politico-monetario della BCE continua costantemente. E perfino
un ulteriore aumento degli acquisti di obbligazioni è possibile.
Ciò vale per esempio anche per la Riksbank svedese. Le
previsioni sui tassi nei paesi vicini europei rimangono quindi
basse e la BNS non ha alcun margine di manovra se vuole
mantenere la differenza dei tassi.
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